Gianni Molaro, nel 1990, poco più che ventenne apre il suo primo atelier a San Giuseppe Vesuviano. Tra il 1993 e il 1998, i suoi tre straordinari eventi da Guinness, fanno salire la fama dello stilista alla ribalta mediatica internazionale, con: il velo da sposa più lungo del mondo di 326,70 metri, l’abito da sposa più largo del mondo di oltre 13metri di diametro e l’abito da sposa più prezioso al mondo di un valore commerciale di 10 miliardi di Lire, tempestato con 7000 diamanti. Nel 1999 Santo Versace, allora Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana lo sceglie come giovane stilista da introdurre nel calendario dell’Alta Moda romana, inizia così la sua avventura nell’Haute Couture Capitolina.
Nel 2004 Gianni Molaro corona il suo sogno adolescenziale facendo scendere le sue creazioni dalla meravigliosa scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna a Roma, per “Donna sotto le stelle”. A Palazzo Venezia in Roma, presenta una sua collezione completamente dipinta a mano, la sartoria diviene fondamenta essenziale di nevrotiche sculture di tessuto che vitalizzano il corpo senza mai vestirlo. L’abito perde la sua funzione ancestrale di copertura, protezione, dimentica il suo ruolo di narciso vanitoso e diviene mezzo per scandagliare le oscurità dell’anima, per delineare i lineamenti ed i sussulti dell’inconscio.
Nel 2008 viene inviato ad inaugurare la Biennale di Arte e Moda dell’Università di Jinam in Cina dove, alla presenza di personalità politiche dell’arte e della moda, riceve il prestigioso Award dell’Università. Le sue creazioni sono poi esposte per tutto il periodo della biennale all’Art Museum di Jinan- China. Più volte le sue creazioni hanno calcato il prestigioso palco di Sanremo e nel 2010 veste la regina della canzone italiana Nilla Pizzi per il premio alla carriera, con un abito incantevole ornato di colombe bianche e rosse.A giugno 2012 inaugura il meraviglioso atelier romano di Piazza di Spagna e per l’occasione copre la grande scalinata con 3000 metri di tulle bianco.
Nei suoi atelier è rigorosamente circondato da una brigata di sarte, ricamatrici, modelliste , che lavorano per una vasta ed esigente clientela, ma soprattutto insieme a lui non hanno mai smesso di sperimentare nuove linee e vestibilità. Gianni Molaro è considerato dalla stampa di moda lo stilista più creativo per gli abiti da sposa. La rivista di moda Rendez Vous nel 2013 lo ha definito il profeta dell’Art Couture. Egli è alla continua ricerca di ricami, forme e scollature, che rendono la sposa preziosa e raffinata ,romantica e femminile, sensuale e solare.
Camilla Nata, origini torinesi, inizia la s attività di giornalista pubblicando articoli sulla rivista mensile Eco mese e, dal 1997 al 1999, collaborando con le emittenti piemontesi Telealpi (Pianeta donna) e Quarta Rete Tv (Campane a festa, Estate ballerina, Agenzia spettacoli, La Terra e il sole). Nel 2000 inizia la sua collaborazione con Stream (Agrinews, Il villaggio dei mondiali). Passa quindi a Rai3 come inviata per il programma quotidiano Cominciamo bene estate. Nel gennaio 2003, è l’inviata speciale di Italia che vai, il magazine di RaiUno condotto da Paolo Brosio e Tessa Gelisio. Nel 2003 conduce su Rai2 Vivere in salute. Nel 2004 per Rai1 è inviata per La vita in diretta e dal 2005 per Festa Italiana
Premio “Doc Italy”sezione programmi e associazioni di promozione territoriale
Dott.ssa Camilla Nata – Conduttrice e Giornalista Per l’allegria, la professionalità, la competenza e la capacità di catturare l’attenzione, “CONDURRE SENZA MAI TRACINARE”, divertire ed informare. Per la sua conduzione fresca ma ricercata, moderna ma impegnata, per l’essersi specializzata nel settore Food, uno dei comparti che più’ contribuiscono a tenere alto il Nome dell’Italia nel Mondo. Per riuscire a spiegare dalle più complicate regole dell’economia alle ricette di cucina con la stessa naturalezza Per essere sempre positiva e sorridente, riuscendo a mettere a proprio agio l’intervistato o la platea. Per le grandi doti di intrattenimento e comunicazione A Camilla Nata si conferisce il Premio “Doc Italy”sezione programmi e associazioni di promozione territoriale
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/66-216x120-5.jpg120216tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-10-12 21:15:292016-11-03 15:37:06Testimonial e presentatrice Camilla Nata
Autore, regista, conduttore televisivo Anthony, inizia la sua carriera all’età di 18 anni, dopo essersi trasferito dalla Sardegna a Roma per laurearsi e specializzarsi in Lettere indirizzo Spettacolo e successivamente una seconda laurea in Beni Culturali. Comincia il suo percorso professionale dopo essere stato scelto da Maurizio Costanzo fra i conduttori fissi del programma “Voglia” (Mediaset). Nel frattempo prosegue la sua formazione presso Cinecittà Campus, frequentando corsi di perfezionamento in conduzione televisiva, regia e scrittura televisiva. Varie le esperienze teatrali: “Suore Scatenate” di Gegia, “Gli anni del boom” di Riccardo de Torrebruna, “Dannato da un insolito destino”, al musical “San Francesco” nel ruolo di Cristo. Dopo di che un lungo percorso come aiuto regia per cinema e fiction, nei film: “Sexual Radar” di Luca Martera,”Il segreto di Candida” di Angelo Caruso, nella sitcom “Colpi di Sole” per Raidue e “Boris” per Fox e Rai. Dopo aver scritto il format ‘WakaShow’, programma demenziale composto da 15 comici e da un reality ‘l’Isola dei formosi’, dalla rete sky le viene proposto di condurlo e con grande sorpresa il format ha avuto un ricco successo di share portando la messa in onda da 3 a 15 puntate concludendo la puntata con la vittoria del primo minorenne in un reality. In seguito la conduzione di nuovi programmi interattivi per ragazzi e adulti, dal programma “Crazy” sul boom tecnologico dei video web e la grande ondata di videoclip amatoriali di giovani talenti comicial format “Tg a chi?”, tg satirico con servizi di denuncia e reportage sulla politica e il gossip dell’Italia, in onda per l’ intera stagione annuale su Sky e replica sul canale della capitale Teleroma. Per tre anni regista per Sky della rubrica 3,2,1 ciak, rubrica di cinema che segue tutti i festival di cinema in Italia e all’estero. Anthony oltre a lavorare per la tv è regista di due importanti manifestazioni cinematografiche e benefiche, “Sorridendo Film Festival” in collaborazione con Rai Cinema presso Cinecittà studios, “Galà dell’arte per la Ricerca” in collaborazione col Ministero della Salute presso il Teatro Brancaccio. Di recente ha condotto i format “Quelli che..Gli opinionisti”, programma di satira politica in chiave comica, ideato da Gegia e Franco Bonafiglia per Gold TV e Sky in diretta ogni Domenica. Your Way Management di Emanuela Corsello Via Nomentana, 175 – 00161 Roma – p.iva: 09878101006 – C.F.CRSMNL74E46H501Q E-mail: yourwaymanagement@gmail.com – info@yourwaymanagement.com tel. 06-4403659 – Cell. 3331858886 www.yourwaymanagement.com Debutta alla regia con la fiction “Obiettivo salvezza”, scritta da Simone Terranova protagonista insieme a Ninni Bruschetta, Fioretta Mari, Matteo Branciamore, Andrea Roncato, Roberto Ciufoli, Isabelle Adriani, Fabrizio Bracconeri, Alessio Di Clemente, Ciro Esposito, Josafat Vagni, Billo Thiam, Claudia Galanti, e tanti altri. Attualmente conduce “Ricominciamo da noi” ogni Domenica sera in onda su GoldTv. Testimonial della Campagna nazionale della Sicurezza Italiana 2014. Testimonial del Made in Italy nel Mondo per la Comunità Europea. Special Guest italiana del nuovo videoclip “Gol” di Osmani Garcia feat Pitbull. Dal 7 Novembre ogni venerdì dall 14 alle 17 su Trs FM102.3 e su Sky al timone del programma radiofonico “Attenti a quei due” con un personaggio dello spettacolo ospite ogni settimana. In fase di scrittura per due nuovi format per il palinsesto invernale Sky. Premi conferiti nel 2013/14: Vincitore del David di Michelangelo 2012/13, per la categoria Spettacolo e Tv. Vincitore del premio Eccellenza al Talento Artistico Emergente al Galà dell’arte. Vincitore del premio DocItaly della Regione Lazio come “Giovane Promessa” Vincitore del Premio “Domenico Aliquò” 2013 come professionista nello Spettacolo. Vincitore del David di Michelangelo sul Sociale 2013/14. Vincitore del premio “Rivelazione Televisiva Emergente 2014” al Galà dei Cittadini del Comune di Roma. Onorificenza come “Ambasciatore Televisivo dello Spettacolo per la Sicurezza Italiana” Premio Speciale Medusa d’oro 2014 Vincitore per lo Spettacolo 2014 al Napoli Cultural Classic Premio Speciale per lo Spettacolo al Nettuno Photo Festival Vincitore del Premio in onore a Massimo Troisi come Nastro televisivo nascente 2014 al Pompei Cinema Festival
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/66-216x120-2-2.jpg120216tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-10-12 20:54:022016-11-03 15:39:01Anthony Peth Ambasciatore del Made in Italy conduce il Viaggio Attraverso le Eccellenze
Nasce da padre fiorentino e madre siciliana. La sua carriera di attrice inizia prestissimo, dimostrandosi subito una bambina prodigio, collaborando con grandi attori teatrali e cinematografici quali Turi Ferro, Oreste Lionello, Vittorio Gassmann, Jean Louis Barrault, Madeleine Renaud, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Aldo Giuffré, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. Oltre che per i suoi spettacoli teatrali (più di 150, nelle più importanti città del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Mosca, passando per Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo), ha acquisito molta fama, soprattutto fra i giovani, grazie al programma tv Amici di Maria De Filippi, in onda su Canale 5, in
cui ha svolto il ruolo di insegnante di dizione e recitazione. Il 24 luglio 2010 è stata premiata ad Alghero con il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per la sua attività di attrice.[1] Nel settembre 2010 diventa direttrice artistica della ArtAcademy Carrara (Accademia Nazionale dei Mestieri dello Spettacolo), una nuova “talent academy” che si prefigge l’obiettivo di formare nuovi talenti; nello specifico Fioretta Mari si occupa di insegnare dizione e recitazione. Dal 2009 insegna presso lo Strasberg Institute di New York city, dove ha portato il metodo d’insegnamento della Commedia dell’arte, lasciando entusiasti gli allievi che, a parere della co-direttrice insieme ad Anna Strasberg, Victoria Krane “non si erano mai mostrati così attenti ed entusiasti nei confronti di un docente”. Dal 2015 è la direttrice artistica del festival per attori ACT Italy che, dopo varie tappe in tutta Italia, si è concluso, con grande successo, il 2, 3 e 4 luglio 2015 con la “tre giorni” al Teatro Parioli di Roma. Fioretta Mari con Carlo Ludovici e Lucio Rama nel 1973 Regista[modifica | modifica wikitesto] Fateci un applauso Saggio su Garcia Lorca Voce dal sen fuggita Teatro[modifica | modifica wikitesto] Anatra all’arancia L’avaro La figlia di Jorio Tovarich Il malato immaginario Parole d’amore parole La città del mondo Pasquino Menopause Filmografia[modifica | modifica wikitesto] Cinema[modifica | modifica wikitesto] Il lumacone (1974) La prima notte di nozze (1976) Bello di mamma (1980) Il fratello minore (2000) Vuoti a perdere (1999) Stregati dalla luna (2001) Sexum Superando – Isabella Morra (2005) Alice (2010) Sharm el Sheikh – Un’estate indimenticabile (2010) A Sud di New York (2010) Ballando il silenzio (2015) Televisione Luna Park (1979) Stiamo bene insieme – serie TV (2002) Amici di Maria De Filippi (2002) Ricomincio da me – miniserie TV (2005) Camera Cafè (4ª stagione) (episodio “Il tema di italiano”) (2008) Fratelli detective – serie TV (2011) Discografia 33 giri 1979 – Io sono fatta così (Cinevox, CAB 2007)
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/66-216x120-4.jpg120216tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-10-12 19:32:252016-10-12 20:03:47Madrina Doc Italy Fioretta Mari
Progetto “Doc Italy- Viaggio Attraverso l’Eccellenza” nato da un’idea di Tiziana Sirna grazie al sodalizio con due artisti di fama Mondiale, la scultrice e orafa Paola Crema e il designer, scultore e orafo Roberto Fallani e alla collaborazione di 2 importanti studi di grafica e servizi per il Web, Gianni Rossi Graphic. Per la prima volta l’arte scende in campo con un contributo tangibile al comparto Italiano più’ importante e di tendenza, il “Made in Italy”, comparto però quello dell’agroalimentare ostacolato da leggi e burocrazia invece che esser supportato e promosso dallo Stato e da chi lo rappresenta. Un’altro modo di vedere la comunicazione e l’immagine del Food&Beverage, ogni prodotto d’Eccellenza “OPERA D’ARTE” della ns Italia, avrà come etichette una creazione dei due straordinari artisti. “Art for Food” a cura di Roberto Fallani.
Il ferro e luce Artista del “limite”, Roberto Fallani. Limite nel senso d’ esuberanza creativa e poliedricità, di discipline che interagiscono fino a rifiutare qualsiasi codice esegetico; ma anche limite della visione in sè, resa estrema dagli innumerevoli innesti culturali, stilistici e mnemonici. La risposta di Fallani al verbo postmoderno sta in questa esasperazione del gusto inteso come “summa” della sua esperienza di artista rabdomante, là dove tutto appare in uno stato di mutazione e di ibrido. Di qui certe insinuazioni avveneristiche della forma che richiamano una sorta d’ archeologia decorativa, di fantastica rivisitazione del moderno degna di “Metropolis” e di Flash Gordon. Il ferro, simbolo dell’era proto-industriale ottocentesca, diventa così per Fallani materiale e insieme metafora di una contemporaneità che “avanza” incontro al passato per ritrovarvi la sua legittimazione estetica; così come il bullone e l’ingranaggio dichiarano la loro falsa vocazione costruttiva e meccanica facendosi elementi plastici assoluti, quasi in una parodia di tutti i funzionalismi possibili. Totems tecnologici, queste “sculture illuminanti” rilanciano in definitiva il primato della bellezza sull’oggetto d’uso, proprio nel momento in cui trasgrediscono il sillogismodel “bello in quanto utile”. Sono macchine di luce, segnali che non possono indicare altro se non l’enigma della forma che, alle soglie del terzo millennio, si è liberata della storia e dei suoi dogmi. Giuliano Serafini. Designer, architetto, scultore e orafo, Roberto Fallani vive ed opera a Firenze.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/66-216x120-3.jpg120216tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-10-12 18:41:062019-08-01 16:59:28Art For Food by Roberto Fallani
Progetto Doc Italy nato nel 2014 per l’Asta di Beneficenza dei Reali d’Inghilterra. L’Arte incontra il Vino, la scultrice internazionale Paola Crema “ETICHETTA” l’Eccellenza “Casato Unico”
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/66-216x120-2.jpg120216tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-10-12 17:25:542016-10-12 17:30:04Art for Wine by Paola Crema
Il fatto che la storia di Torre del Greco sia legata all’amore per il corallo è cosa nota, ma forse non tutti sanno che fu una storia d’amore ad influenzarne il destino. Il corallo, per la città di Torre del Greco, ha rappresentato da sempre più di quanto si pensi. Il corallo per Torre è stato ricchezza, ma ancor prima sudore e mezzo per far fronte alla miseria. I Torresi però, in origine, il corallo sapevano solo pescarlo, perciò quando un certo Paolo Bartolomeo Martin sbarcò nel porto della città, fu una vera manna dal cielo.
L’intraprendente Paolo Bartolomeo Martin, di origini genovesi, era partito da Marsiglia lasciandosi dietro un forte declino della lavorazione del corallo, causato dalla rivoluzione francese. Dotato di un’inquieta personalità e di innate abilità nell’incidere cammei, “il Marsigliese”, così chiamato dalla gente del porto, una volta arrivato nella città torrese non ci mise molto a capirne il grosso potenziale commerciale. Alle capacità di Paolo Bartolomeo Martin, i Torresi devono la nascita del primo laboratorio per la lavorazione dei cammei in corallo e su conchiglia.
“Il Marsigliese”, però, profondamente preso dalle sue mire imprenditoriali, non aveva calcolato un imprevisto: l’amore. “Galeotto fu il rametto e chi lo pescò”, se così si può dire. Fu in una giornata come le altre, mentre si trovava nel porto di Torre del Greco a contrattare su una vendita di corallo, che lo sguardo del nostro Martin si posò sulla bellissima sorella di un pescatore. Ne rimase letteralmente incantato. Complici il sole, il luccichio del mare o, forse, la componente magica di quei rametti rossi e grezzi, e per il Marsigliese non ci fu più scampo. E amore fu!
Paolo Bartolomeo Martin, allora, decise di stabilirsi definitivamente a Torre del Greco per amore e, nel 1805 chiese al Governo Borbonico il permesso per avviare la lavorazione del corallo nella città.
Fu grazie a questo incontro dunque, che nella città campana iniziò la grande produzione di gioielli, suppellettili e artiginato con i coralli. I coralli di Torre del Greco rappresentano ormai un’eccellenza artigianale italiana, famosa nel mondo per la lavorazione raffinata del corallo rosso del Mediterraneo. Da generazioni, maestri incisori trasformano questa preziosa materia in gioielli unici, simbolo di tradizione, arte e identità del territorio campano. I maestri artigiani torresi trasformano con straordinaria maestria “l’oro rosso” in gioielli e opere d’arte, tramandando tecniche antiche di incisione per realizzare decorazioni in rilievo o in incavo, senza asportare il preziosissimo materiale e creare scarti.
Oggi, questa tradizione vive tra botteghe storiche e nuove generazioni di artigiani, che fondono arte e innovazione, mantenendo viva l’anima di un patrimonio culturale unico al mondo. Ecco, dunque, come una storia d’amore abbia influenzato il destino di una città che ha potuto trasformarsi da molo di pescatori a capitale mondiale degli artisti dell’oro rosso.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/04/coralli-torre-del-greco.jpg532800docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2016-04-27 12:11:272025-08-07 14:19:07Coralli di Torre del Greco
Quanti di voi si sono chiesti dove comprerà mai i suoi eccentrici “copricapo” la regina Elisabetta?
Il suo segno di riconoscimento è “Made in Italy” come la gran parte dei cappelli più famosi al mondo; molti di voi penseranno, sicuramente al nord, in qualche mega grigia azienda con più’ di 300 dipendenti e l’ora di pausa tra sigarette, cemento e “amianto”, e invece no!
La Capitale del Cappello è un piccolo centro dell’entroterra marchigiano, neppure 1.800 abitanti quasi cento produttori di cappelli tra cui 45 aziende e più’ di 50 meravigliosi artigiani.
Per capire di più’ di questo “bizzarro fenomeno economico” mi rivolgo al Presidente del consorzio Capeldoc Marche, che mi racconta una storia da cui avrebbe potuto prendere spunto Salvatores per uno dei suoi film; in un marchigiano italianizzato mi fa vivere, step by step, “la favola di un successo”; esordisce con la battuta <<ero povero”, il mio babbo coltivava una striscetta di terreno in cui “c’era di tutto” incluso il grano, si tagliava con la falce e raccoglievamo anche la “iervcella” in dialetto, una sorta di paglia, che lavoravamo dal vespro a notte fonda intrecciando cappelli>> anche lui ne intrecciava come tutta la sua famiglia e la mattina dopo partiva col papà verso Senigallia per vendere il risultato del loro duro lavoro
Prima a piedi, poi in bicicletta, spiga dopo spiga, porta dopo porta, intreccio dopo intreccio si comprò la sua “mitica Vespa” dando una grande “spinta” al suo business e dalla Fiat 500 in poi un crescendo di successi, prima 2 operai , poi tre, poi 4 fino ad avere un impero che esporta cappelli in tutto il mondo…
Ha scritto anche un libricino con la sua storia, gli chiedo perché non lo mette su internet, mi risponde <<cosa?Gliene regalerò uno a lei, lo do solo agli amici e ai clienti che vengono in azienda>> si è quasi risentito, alla mia domanda ha risposto perplesso; il bello di quest’angolo di Marche in cui il passato e il futuro si fondono è la genuinità delle persone, la semplicità di imprenditori che mi parlano delle regole più’ all’avanguardia dell’economia internazionale, che formano un consorzio per essere competitivi nelle esportazioni, che riescono e portare all’estero dal 50 all’ 80% della loro produzione e si scandalizzano se gli si chiede di pubblicare la loro storia sul web, perchè qui alla base ci sono i rapporti umani, convivono con il primato dei cappelli dalla fine del’ ottocento.
Mi viene in mente Forrest Gump, che conobbe Elvis Presley, John F. Kennedy, Lyndon B. Johnson, John Lennon, George Wallace e Richard Nixon, vinse i mondiali di Ping Pong, fu una stella del football non avendo neppure lontanamente idea di quanto quello che gli accadeva fosse eccezionale; in egual modo a Montappone quello che a me sembra incredibile è del tutto normale; che qui’ si rifornisca la disney, warner bros, nike, i sovrani o i più famosi personaggi del jet set mondiale non stupisce nessuno, è la loro normalità, la quotidianità che vivono da sempre, ma che una storia fatta di emozioni, di vita, di fatica e di sacrifici venga “utilizzata” nel web quasi scandalizza.
Rapita dal suo racconto mi ero dimenticata la natura del mio articolo, la prima domanda che mi viene in mente, ma che quasi temo fare per non distruggere l’atmosfera surreale che “questa favola moderna” mi ha regalato, è sulla crisi e come loro la stiano vivendo, Serafino con una grande dignità e rigore, cambiando tono e lasciando da parte il dialetto che aveva reso ancora più’ piacevole la nostra amichevole chiacchierata, mi risponde che “si sente e tanto, che però loro amano il loro lavoro, vivono per quello, si sono consorziati proprio per essere pronti ad affrontare qualsiasi problema o sventura anche se quella che sta vivendo l’Italia è una catastrofe”.
Sono pronti a tutto gli imprenditori e gli artigiani di “questa straordinaria” terra pur di tutelare il loro lavoro e gli amati dipendenti “di questa grande famiglia con tanto di cappello”, puntano sull’estero , << perché all’estero pagano>> in Italia arrivano ad avere l’80%& dei crediti non onorati, produrre per vendere in Italia per loro vorrebbe forse dire “morire” e il loro ingegno, il loro saper vivere li porta a cercare ogni soluzione per ottimizzare le esportazioni e rendere sempre più’ noto, visibile e appetibile il loro distretto, hanno fatto nascere così:
la festa del “Cappello Pazzo” (3 giorni di eventi e proposte che attirano una moltitudine di stranieri) e il “Museo del cappello (custodisce materiali e manufatti relativi alla produzione del cappello)
Che primato per un piccolo paese nascosto tra i Monti Sibillini e il Conero, che con Falerone, Massa Fermana e Monte Vidon Corrado ci fa scoprire una nuova geografia produttiva, la più cliccata “google map delle materie prime”, questa favola moderna ci fa rivivere atmosfere di un passato orma quasi dimenticato fatto di antichissime macchine per cucire manovrate da nonnine canute con la stessa immediatezza con nanno la pasta di casa.
Un’overdose di cappelli e cappellifici con un sindaco cappellaio e bocconiano, Giuseppe Mochi, un parroco che saluta e omaggia sorridente mostrando il suo fedele cappello di feltro nero, il medico che fa visita con la coppola e una mostra permanente che prendendo spunto da Lewis Carroll consacrata al “cappellaio pazzo”.
Un insolito viaggio attraverso cappelli indossati da personaggi internazionali lontanissimi, nel Ns immaginario, da una scenografia tanto agreste e vicinissimi alle grandi metropoli, da Johnny Depp, Daniel Day Lewis, dalla regina Elisabetta a Blake Lively da Mena Suvari a Naomi Watts, da Cameron Diaz a Brigitte Bardot da Richard Burton a Brad Pitt..per arrivare ai nostri mostri sacri
Federico Fellini, Vittorio Gassman, Massimo Troisi, Silvana Mangano, Alberto Sordi, e tanti, tanti altri
Anche il noto New York Times racconta “Montappone e i suoi cappelli”.
<<L’importante distretto, punto di riferimento internazionale della produzione di cappelli e sede del celebre evento “Il Cappello di Paglia”, è stato oggetto di una lunga recensione a firma dell’inviato Christopher Petkanas, nell’edizione domenicale (25 marzo 2007) del prestigioso quotidiano.
“Se siete proprio interessati ai copricapo, Montappone dovrebbe allora trovarsi nel vostro elenco!” “I cappelli – prosegue l’inviato del NYT – sono la grande norma della moda, un antidoto rassicurante alle ridicolaggini volgari delle stelline smutandate ed un eco attutito di un tempo in cui le signore erano Signore>>
Cilindrio, bombetta, basco, berretta, boogie hat, borsellino,cappello da baseball, cappello da cowboy, cappello di paglia,cappello frigio, colbacco, chullo, cloche, coppola, panama, kippah,paglietta, papalina,pileo, por pie, trilby, tuba, zucchetto.. i cappelli erano, sono e saranno ispirazione per artisti, registi, stilisti e tutta l'”Italia” del fare”, nel loro significato intrinseco che va al di là del semplice accessorio.
Parlando con Serafino Tirabassi mi è venuta una gran voglia di passare una settimana a Montappone e non solo per capirne di più’ di cappelli.
Cosa dire a questa realtà “di casa nostra” che tiene alto il nome dell’Italia, culla europea della produzione di cappelli, che produce il 70% del prodotto destinato al mercato nazionale, che esporta i propri manufatti in molti paesi, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti d’America, Russia, che da occupazione a circa 1500 addetti con un fatturato annuo che si aggira sui 170 milioni di euro…
” Chapeaux!”
Tiziana Sirna
Le informazioni sono state fornite dal Presidente del Consorzio Cappeldoc dott. Serafino Tirabassi
www.cappeldoc.com
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2013/07/montappone.jpg372714docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2016-04-27 11:00:002016-10-06 13:23:05Montappone e “Il Cappellaio Pazzo”
L’arte di forgiare il bronzo è molto antica nella zona di Agnone, come testimoniato dalla Tavola Osca e dal materiale archeologico oggi riunito in collezioni civiche e private; nel corso dei secoli gli artigiani si specializzarono nella fabbricazione delle campane. Originariamente gli stabilimenti di produzione non esistevano, a causa della difficoltà di trasporto del prodotto e delle vie disagiate: erano perciò gli artigiani, con dei laboratori mobili, a spostarsi per costruire le campane sul posto. Tra le molte famiglie dedite a quest’arte, spiccano i Marinelli, che sono gli unici in Molise a produrre ancora campane. Fino alla II Guerra Mondiale esisteva una campana, fusa nell’anno 1000, fabbricata dalla famiglia. La Fonderia Marinelli, nel 1924, è stata fregiata del titolo ” Pontificia ” da Papa Pio XI. Agnone può oggi vantare una forte penetrazione commerciale in Italia e nel mondo: la Pontificia Fonderia Marinelli ha fabbricato campane per le più svariate occasioni, sia religiose che mondane; da ricordare, le Campane del sorriso, dedicate a Papa Luciani, la Campana per il centenario di Lourdes, o le campane ricordo per famose trasmissioni televisive. Oggi si usano le stesse tecniche dei maestri del Medioevo e del Rinascimento che richiedono un lavoro attento e paziente. L’arte delle campane, infatti, non è semplice: spessore, peso, circonferenza, altezza sono i fattori determinanti per la buona riuscita delle campane e per la loro “voce”. Si riportano alcune note sulle diverse fasi della fabbricazione di una campana: 1) Innanzitutto si costruisce, con la guida di una sagoma di legno, una struttura in mattoni che corrisponde esattamente all’interno della campana “anima”, di forma tronco-conica. 2) Sull’anima si sovrappongono strati di argilla fino a formare lo spessore voluto. L’argilla usata è di una qualità speciale, in quanto deve resistere all’azione erosiva del metallo liquido durante la colata. Sulla superficie levigata ottenuta con la sagoma, si applicano in cera tutti i fregi, le iscrizioni, gli stemmi e le figure che decoreranno la ” falsa campana”. 3) L’ultima fase di formatura consiste nel preparare il ” mantello”, che si ottiene sovrapponendo strati successivi di argilla. Questa viene applicata a pennello in strati sottili e uniformi, lasciando essiccare tra un’applicazione e l’altra. 4) La fossa, dove vengono calate le forme, viene completamente riempita di terra, in modo da evitare lo spostamento del mantello causato dalla spinta della colata metallica. Si procede così alla realizzazione della campana colando il bronzo ( 78 parti di rame e 22 di stagno), a 1150° C nello spazio libero tra mantello e anima. Il ciclo di lavorazione di una campana varia da trenta a novanta giorni. La fase di formatura è la più delicata al fine della riuscita delle campane; la variazione del timbro, e la possibilità di dotarle di una nota fissa così da poter formare dei concerti sono dovuti a speciali accorgimenti. 5) Dopo il raffreddamento, la campana grezza viene liberata del mantello e dell’anima e delle sbavature della colata, infine viene lucidata con spazzole e bulini. Si collauda il suono rilevandone la tonalità con apparecchi adatti e l’intervento di maestri di musica. Sempre ad Agnone è possibile visitare il museo internazionale storico della campana.
Una storia lunga oltre 1000 anni quella della Fonderia Marinelli che ha visto alternarsi momenti di difficoltà a momenti conditi da tante soddisfazioni. Su tutte forse l’esperienza più significativa risale al 1924, anno in cui Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di effigiarsi dello Stemma Pontificio e la storica visita del 19 marzo 1995 di San Giovanni Paolo II. Campane Marinelli è situata ad Agnone, comune italiano di circa 5.200 abitanti in provincia di Isernia in Molise. Antica città sannita, è sede di quello che si presume sia il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane.
Una storia lunga oltre 1000 anni quella della Fonderia Marinelli che ha visto alternarsi momenti di difficoltà a momenti conditi da tante soddisfazioni. Su tutte forse l’esperienza più significativa risale al 1924, anno in cui Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di effigiarsi dello Stemma Pontificio e la storica visita del 19 marzo 1995 di San Giovanni Paolo II. Campane Marinelli è situata ad Agnone, comune italiano di circa 5.200 abitanti in provincia di Isernia in Molise. Antica città sannita, è sede di quello che si presume sia il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/01/papa-francesco-rintocca-la-campana-dellanno-della-fede-a-lui-dedicata942OTT_alta.jpg10031505tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-02-18 12:41:232016-03-29 14:15:09Campane Del Molise
Il cavolo nero toscano chiamato anche cavolo palmizio o cavolo a penna è un cavolo molto resistente sia per quanto riguarda le avversità climatiche che per quanto si riferisce al terreno. E’ davvero un peccato che questo gustoso cavolo sia poco conosciuto al di fuori della sua patria d’origine: la Toscana. Questo ortaggio come tutti i cavoli appartiene alla famiglia delle Brassicacee il genere è Oleracea e il suo nome scientifico è Brassica oleracea varietà “acephala” cioè senza testa. Infatti a differenza di altre varietà di cavolo non forma una “testa” compatta ma le sue foglie si sviluppano in orizzontale. E’ un tipo primitivo di cavolo il cavolo nero toscano infatti quelle serrate e morbide teste che molti cavoli hanno sono il frutto di una selezione varietale che si è svolta nel corso di molte generazioni. Non riesco bene a comprendere come questo cavolo rustico e gustoso che cresce in un periodo come quello invernale raro di verdure fresche sia così poco conosciuto al di fuori del suo luogo d’origine la Toscana meriterebbe davvero maggiore notorietà. Fa quindi parte di quegli ortaggi rari che meriterebbero maggiore diffusione. Se vuoi gustare il cavolo nero toscano durante l’inverno devi seminarlo in estate da giugno sino ad agosto e trapiantarlo nel luogo scelto circa un mese dopo la semina. Le sue bollose foglie, più gustose dopo aver preso una leggera gelata forniranno un ottimo alimento vitaminico e saporito durante il periodo invernale.
Sul piano meramente agricolo la Sardegna si connota per la sua pastorizia, per l’arte casearia e recentemente per la qualità delle sue produzioni enologiche, ma da tempo … e non da poco … anche per un patrimonio di produzioni tipiche che ne hanno caratterizzato da generazioni la sua peculiarità turistica e gastronomica. Una regione povera di produzioni agricole estensive, di massa. Una terra ricca di cultura, quanto di specificità locali , apprezzate sempre più anche dai tanti stranieri che visitano l’isola durante il loro soggiorno. Lo zafferano è tra le colture di Sardegna più originali e antiche. Tra gli attuali storici che hanno saputo ben illustrare il posizionamento dello zafferano nella società e nelle dinamiche delle storie locali va citato certamente Antonio Casti. Tra i suoi ultimi scritti un dotto vademecum sullo Zafferano di San Gavino Monreale e sull’introduzione di questa spezia in Sardegna. Tra i primi documenti storici sulla presenza dello zafferano nell’area possiamo citare la Grotta della Vipera a Cagliari per le scritte sulla tomba di Attilia Pomptilia …” su tzaffaranu profumau” da parte di Cassio Filippo nel I secolo d.C. A tali primordi la vera reintroduzione produttiva va segnalata nel periodo della dominazione bizantina (VI – IX secolo) quando nell’isola una serie di monaci devoti a San Basilio coltivavano e diffondevano le tecniche di produzione dello zafferano. Un uso molto ampio dello zafferano di questa comunità di monaci che ne divulgarono oltre le utilizzazioni salutistiche, anche le grandi opportunità gastronomiche. Un ruolo non indifferente lo ebbe la comunità del Convento di Santa Lucia in quel di San Gavino Monreale, uno dei comuni maggiormente produttivi di zafferano in Sardegna e in Italia. Era uso coltivare gli orti nei pressi dei monasteri o nelle vicinanze delle case nobiliari e la sua utilizzazione si estendeva anche ad impieghi come quello aromatico e medicinale. Poco oltre anche lo stesso Ordine Francescano, successivo a i Monaci di San Basilio, favorirono la coltivazione dello zafferano di San Gavino e dei comuni del Medio Campidano, facendolo conoscere ed apprezzare oltre i confini dell’isola. La storiografia sull’uso e le tradizioni dello zafferano in Sardegna ci portano a segnalare che solo in questa regione il lessico sullo zafferano utilizzato da generazioni e delle famiglie ha una sua specificità linguistica: zafferano (tzaffaranu), Crini (le foglie dello zafferano, Ena (i pistilli), Grofu (il giorno di massima produzione dei fiori), Cuguddau (quando il fiore nelle prime ore del mattino è ancora chiuso), Furconis (peduncolo biancastro che collega i tre pistilli e che si consiglia di separarlo in quanto non contiene gli elementi essenziali presenti nei pistilli) … in concreto questa spezia entra a pieno titolo nella cultura e nelle tradizioni del popolo sardo. La Sardegna produce una gran quantità di zafferanoma molto viene utilizzato all’interno dell’isola per soddisfare la grande varietà di pietanze e di piatti che sono esaltati dalleunicità organolettiche dello zafferano sardo. Una cultura che un tempo era riservata alle famiglie benestanti , nobiliari e che invitavano i propri familiari a proseguire nelle generazioni tali coltivazioni, in quanto indice di prestigio e di considerazione da parte delle famiglie del luogo. Sono state trovati e segnalati dallo storico Casti documenti testamentari molto interessanti , in cui si disponeva che ai molti figli … e alla mia moglie venisse regolamentata la divisione dei bulbi …” Giuseppe Aru nel 1820 disponeva che le cipolle di zafferano piantate in via Oristano a San Gavino per 10 starelli dovessero andare alla moglie e il restante ai suoi 11 figli …” il prezzo era affidato ai mercatali o ai Consoli dei porti di arrivo delle merci e confrontando i soldi per libbra( 400 gr) dello zafferano rispetto ad altre spezie quali il pepe, lo zucchero, lo zenzero … lo zafferano con i 50 soldi era la spezia più cara e ricercata. La coltivazione si è tramandata di generazione in generazione sino ai giorni nostri. La Sardegna è indubbiamente in Italia la regione maggior produttrice di zafferano il cui nucleo storico e produttivo è concentrato nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nel Medio Campidano con altre piccole isole produttive al nord della Sardegna. Una valorizzazione di questa realtà produttiva è giunta con il recente riconoscimento comunitario della DOP (Denominazione di Origine Protetta) a tutto il prodotto dell’isola. Purtroppo ad oggi le poche e scarse rivendicazioni di tale riconoscimento da parte dei produttori rispetto alle aspettative, sono un dato di fatto, ciò dovuto per gli alti costi burocratici che non permettono di poter usufruire di tale riconoscimento. Di certo al di là degli aspetti normativi lo zafferano entra nella famiglia sarda in modo così eclatante nel periodo di raccolta dei fiori, con un coinvolgimento di vicini e parenti. Un entusiasmo che certamente coinvolge giovani generazioni e le donne, principali protagoniste di tale spezia.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2015/10/download.jpg181279docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2011-10-02 15:08:332015-10-03 15:30:53Zafferano di Sardegna
Il Radicchio Rosso di Treviso è una varietà di cicoria, è caratterizzato da un colore rosso scuro intenso, da striature bianche, da una consistenza croccante e da un inconfondibile gusto delicatamente amarognolo.
Si presenta in due varianti: precoce o tardivo. Il Radicchio Rosso di Treviso Precoce, meno pregiato, ha foglia più larga e sapore più amaro. Viene coltivato in campo aperto e dopo l’estate, i cespi vengono legati per proseguire la maturazione e l’imbianchimento forzato. Segue quindi, la raccolta e la toelettatura prima della commercializzazione.
Il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo è invece assai più pregiato, in ragione della complessità del processo di produzione. Si presenta con foglie lunghe e affusolate, con una costa centrale bianca e foglie di un colore rosso-violaceo intenso. Secondo il disciplinare di produzione la raccolta dal campo aperto può iniziare solo dopo che le piante abbiano subito due brinate. Una volta raccolto (ancora con il suo fittone o radice) viene legato in mazzi e posto con il fittone immerso in vasche di acqua di falda a temperatura costante (12-15 gradi) per la fase di imbianchimento. La temperatura mite dell’acqua favorisce la ripresa del processo vegetazionale, ma l’assenza di luce impedisce alla pianta di produrre clorofilla: da qui il colore tipico e l’ammorbidimento delle note amare della cicoria. Dopo un periodo di forzatura in acqua, che varia dai venti ai quindici giorni, il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è pronto per la toelettatura finale.
Cenni storici
La coltivazione del Radicchio Rosso di Treviso è frutto di una tradizione che affonda nei secoli. Alcune ricerche iconografiche condotte da Tiziano Temesta dell’Università di Padova (pubblicate ne: Il Radicchio di Treviso alle Nozze di Cana) hanno dimostrato come il radicchio fosse coltivato già dalla metà del XVI secolo. Lo si vede rappresentato in alcuni dipinti come “Le Nozze di Cana” di Leandro da Ponte detto Il Bassano (oggi al Museo del Louvre di Parigi). Ma il processo di produzione si sarebbe affinato solo nella seconda metà del XIX secolo. Sarebbe stato il vivaista Francesco Van Den Borre, giunto dal Belgio nel 1870 per realizzare un giardino patrizio, a portare nella zona del Trevigiano la tecnica di imbiachimento già in uso per le cicorie belga. È nell’anno 1900 che il Radicchio Rosso di Treviso raggiunge la consacrazione con la realizzazione sotto la Loggia dei Grani di Piazza dei Signori a Treviso della prima mostra dedicata ai produttori del Radicchio Rosso di Treviso e voluta dall’agronomo di origine lombarda, Giuseppe Benzi.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2011/10/TNX-3312-radicchio_1.jpg352640docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2011-10-02 15:06:492015-10-02 15:56:14Radicchio di Treviso – Veneto
La cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.
La cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.
Quando si parla di sommelier in Italia, il nome di Alessandro Scorsone è sinonimo di professionalità, eleganza e cultura del vino. Figura tra le più riconosciute nel panorama enologico nazionale e internazionale, ha saputo trasformare la sua passione in una vera missione: raccontare il vino come patrimonio culturale, sociale ed emozionale, capace di unire persone, territori e tradizioni.
La sua carriera è costellata da riconoscimenti e incarichi prestigiosi. Sommelier professionista AIS, Scorsone è da anni un punto di riferimento nella comunicazione del vino e nell’organizzazione di eventi enogastronomici di altissimo livello. La sua competenza tecnica, unita a un innato carisma, lo hanno reso il “sommelier della Repubblica”, volto noto in occasioni istituzionali e cerimonie ufficiali a Palazzo Chigi e al Quirinale, dove ha spesso avuto l’onore di curare il servizio dei vini durante eventi di Stato.
Oltre alla sua attività di sommelier, Scorsone è un formatore appassionato: da anni guida corsi e degustazioni, trasmettendo a giovani aspiranti e a professionisti già avviati la sua visione del vino come linguaggio universale. Convinto che dietro ogni calice ci sia una storia da raccontare, ha contribuito a far crescere la consapevolezza del consumatore e la conoscenza delle eccellenze italiane nel mondo. Numerose le sue apparizioni televisive e collaborazioni giornalistiche, che ne hanno consolidato il ruolo di ambasciatore della cultura enologica. Tra i riconoscimenti ottenuti spicca il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, che premia non solo la sua competenza tecnica, ma anche il suo impegno nella promozione di valori come l’accoglienza, l’ospitalità e il rispetto delle tradizioni.
Il suo approccio professionale è guidato da alcuni principi chiave: valorizzare la biodiversità italiana, sostenere la qualità delle produzioni, difendere il legame inscindibile tra vino e territorio. Scorsone non si limita a parlare di etichette e annate: il suo lavoro è una costante ricerca di equilibrio tra conoscenza e emozione, tra rigore tecnico e piacere della convivialità.
Oggi Alessandro Scorsone continua a essere un protagonista indiscusso del mondo del vino, capace di coniugare l’esperienza del grande sommelier con la capacità di comunicare il fascino di un settore che rappresenta uno dei pilastri del Made in Italy. Il suo percorso è la testimonianza di come il vino, nelle mani di un vero maestro, possa diventare non solo un prodotto da degustare, ma un’esperienza culturale e sensoriale che racconta l’anima dell’Italia.
Nicola Di Noia rappresenta una delle figure di riferimento del panorama agroalimentare italiano, capace di coniugare preparazione scientifica, esperienza gestionale e una profonda passione per la valorizzazione delle filiere. Agronomo di formazione e assaggiatore professionista di olio extra vergine di oliva, ha dedicato gran parte della sua carriera allo sviluppo e alla promozione di settori chiave del Made in Italy, diventando portavoce autorevole di qualità, tracciabilità e innovazione.
Dopo la laurea in Agraria presso l’Università di Bari, con specializzazione in olivicoltura, ha intrapreso un percorso che lo ha visto protagonista di numerosi incarichi di rilievo. In Coldiretti ha maturato una lunga esperienza nel comparto olivicolo, fino a ricoprire il ruolo di Direttore Generale di UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano, dove ha guidato strategie e progetti a sostegno della filiera. Parallelamente, come Consigliere Delegato di Evoo School Italia, ha promosso la formazione e la cultura dell’olio di qualità, contribuendo alla crescita professionale di produttori e operatori.
Il suo riconosciuto profilo tecnico lo ha portato a far parte di importanti organismi internazionali: dal Comitato consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) al gruppo di lavoro “Olio d’oliva e olive da tavola” del Copa-Cogeca, in cui ha rappresentato le istanze italiane e ha contribuito al confronto sulle politiche europee di settore.
Nel 2025 la sua carriera ha compiuto un ulteriore passo avanti con la nomina a Direttore Generale dell’A.I.A. – Associazione Italiana Allevatori, realtà di primaria importanza nel panorama agro-zootecnico nazionale. Un incarico che conferma la sua capacità di visione strategica e di leadership, oggi applicata a un comparto fondamentale per l’economia e la sostenibilità alimentare del Paese.
Oltre agli incarichi istituzionali, Nicola Di Noia continua a essere un ambasciatore della qualità italiana: il suo impegno si concentra sulla promozione delle eccellenze, sulla diffusione di una cultura alimentare consapevole e sulla valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari.
Tra i valori che lo guidano emergono il rispetto per il lavoro degli agricoltori, la difesa delle produzioni autentiche e il sostegno all’innovazione sostenibile. Per Di Noia, infatti, il futuro del settore risiede nell’equilibrio tra tradizione e modernità, con una filiera che sappia garantire al consumatore trasparenza, qualità e benessere.
Con una carriera costellata di riconoscimenti e ruoli di prestigio, Nicola Di Noia si conferma oggi come un punto di riferimento per chi crede nell’agroalimentare italiano come motore di sviluppo economico, culturale e sociale.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2025/09/Nicola-di-Noia-4.jpg5451276docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-09-11 01:50:592025-09-11 09:11:39Nicola Di Noia
Nel cuore pulsante di Napoli, tra i vicoli vivi e carichi di storia, dove l’aria profuma di basilico e lievito, nasce una delle storie più affascinanti del panorama gastronomico italiano: quella di Gino Sorbillo, pizzaiolo, ambasciatore della vera pizza napoletana nel mondo, interprete moderno di una tradizione antica, maestro capace di far convivere sapienza popolare e visione contemporanea. Insomma Gino Sorbillo è molto più di un pizzaiolo.
È un simbolo di Napoli che, attraverso le sue pizze racconta l’anima autentica del capoluogo campano. Nato nel 1974 nel cuore pulsante della città, tra i vicoli stretti e vivaci del centro storico, Gino appartiene a una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli: i Sorbillo. I suoi nonni, Luigi Sorbillo e Carolina Esposito, fondarono nel 1935 la storica pizzeria in via dei Tribunali, oggi considerata da molti la “via sacra” della pizza napoletana.
Cresciuto tra farina e passione, tra mani in pasta e racconti tramandati, Gino ha respirato sin da piccolo il profumo della tradizione. Il padre Salvatore, diciannovesimo di ventuno fratelli, tutti pizzaioli, gli ha trasmesso un sapere antico, ma è stato Gino a trasformarlo in un linguaggio universale anche grazie alle sue partecipazioni in programmi tv e ai social. Con la sua energia creativa e il suo spirito innovativo, ha trasformato il mestiere di famiglia in un’arte contemporanea, aprendo la pizza napoletana al mondo senza mai tradirne l’anima popolare: generosa, accogliente, di strada. Ama ricordare che la sua è la pizza dei vicoli, quella grande, generosa, accessibile a tutti, che sazia la fame e scalda il cuore. È la pizza dei poveri, ma ha un’anima nobile, fatta di ingredienti veri e di umanità profonda.
Oggi, ogni pizza firmata Sorbillo è un inno alla terra campana grazie alle farine biologiche, le verdure di stagione, gli aromi freschi e i prodotti d’eccellenza italiana utilizzati. Un equilibrio sapiente tra innovazione e memoria. Sfrutta con rispetto e creatività le materie prime straordinarie della Campania, dalla mozzarella di bufala alle erbe selvatiche, continuando a ricercare le eccellenze italiane da combinare, raccontare, condividere.
In questa alchimia di ingredienti, Gino trova la sua voce. Ogni pizza è un messaggio, un manifesto di artigianalità e cultura. L’impasto, frutto di lievitazioni lente e naturali, accoglie topping che cambiano con le stagioni, in un menù in costante aggiornamento, capace di unire memoria e sorpresa, radici e visione. Gino Sorbillo è tra i principali protagonisti della rivoluzione della pizza napoletana degli ultimi decenni. Quella che ha trasformato un cibo popolare in un prodotto d’eccellenza, che ha riportato la dignità al mestiere del pizzaiolo, che ha fatto della pizza un ponte tra culture, un’esperienza emozionale, un gesto d’amore. La sua capacità comunicativa, la sua passione instancabile e il suo volto familiare lo rendono uno dei pizzaioli più conosciuti in Italia e nel mondo.
Frequenti sono le sue partecipazioni al palinsesto televisivo, pizzaiolo di Masterchef per tre edizioni, giudice per la gara di pizza tra i giudici di Masterchef Israele, Menù di Benedetta, Alice TV, e da cinque anni alla rubrica “Pizza” de La Prova del Cuoco su Rai 1 e sul suo magazine mensile. Inoltre è stato protagonista di molti documentari e docufiction su Napoli e sulla Pizza prodotti e mandati in onda in tutto il mondo da Discovery, National Geographic e Arkè. Con Gino Sorbillo la Pizza Napoletana arriva per la prima volta allo Chef Congress Identità Golose nel gennaio 2011. Anche a Festa a Vico, Le Strade della Mozzarella, Taste, Witaly, Gusto in Scena è continua la sua partecipazione.
Assieme a suo fratello minore Toto, Gino ha aperto altre sei sedi: Lievito Madre al Mare, Lievito Madre al Duomo, Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo (quest’ultima in tre luoghi distinti della città e a Milano). Ogni locale è un’estensione della sua filosofia: accoglienza, qualità, semplicità e verità. Oggi Gino Sorbillo è anche il fondatore della Casa della Pizza, luogo che nasce nel centro storico di Napoli, a pochi passi dalla pizzeria, in quella che fu l’abitazione della zia Esterina, donna simbolo della Pizza Fritta Napoletana, la prima dei 21 figli della famiglia Sorbillo. Una casa aperta a pizzaioli, curiosi, artisti, dove la pizza diventa il punto di partenza per un dialogo più ampio: sul gusto, sull’accoglienza, sulla città.
Nel giugno del 2016 è stato insignito dalla Scuola Internazionale di Cucina Italiana ALMA Maestro di Arte e Mestieri, unico della categoria dei Piazzaioli, alla presenza del ministero dei beni culturali e del Presidente della Repubblica Mattarella. Oggi Gino Sorbillo continua a impastare e a raccontare, attraverso la pizza, la storia e la tradizione di Napoli.
Quella di Gino Sorbillo è una narrazione in continua evoluzione. Parte dai vicoli di Napoli ma arriva ovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltare, a gustare, a capire. La sua pizza è un mezzo, non un fine: un mezzo per parlare di radici, artigianato, rispetto per la terra, per promuovere una cultura alimentare fatta di stagionalità e territorio. Oggi, Gino Sorbillo è simbolo vivente della pizza napoletana nel mondo, ambasciatore di un sapere antico che ha saputo rinnovare, portavoce di una Napoli vera, orgogliosa, generosa. E ogni volta che stende una pizza, con le mani esperte e lo sguardo fiero, è come se disegnasse un ponte tra passato e futuro.
La pizza napoletana di Gino Sorbillo si può degustare in Napoli nella storica sede in Via dei Tribunali e in Piazza Vanvitelli, Roma, Genova, Bologna, Padova, Milano, Bergamo, Torino, Tokyo (Giappone). Imperdibili le pizze fritte con insegna “Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo” con sedi in Napoli e Milano.
Essere pizzaiolo, per Fabio Alveti, significa mettersi costantemente alla prova, guardare al futuro senza dimenticare gli insegnamenti del passato e trarre dal presente la voglia di crescere, con l’obiettivo di offrire ai clienti un servizio sempre migliore. La sua idea fissa è una: creare un impasto su misura, capace di adattarsi ai gusti e alle esigenze di ciascuno, celiaci e non, con un’attenzione particolare alla salute.
Per Fabio, ascoltare le necessità dei clienti, comprese le intolleranze alimentari, è fondamentale. Nella sua pizzeria Altro che Impasto ad Ardea, ha voluto due laboratori separati per garantire le stesse pietanze con e senza glutine, perché crede che l’inclusione sociale e l’uguaglianza alimentare siano valori da condividere soprattutto a tavola. Oltre a cucinare, si impegna a informare e sensibilizzare sul tema della celiachia, collaborando con l’AIC e portando avanti progetti di educazione come i corsi da Baby pizzaiolo nelle scuole.
Classe 1975, dopo essersi formato alla Scuola Italiana Pizzaioli, ha frequentato master sulla celiachia e corsi dedicati ai diversi impasti, partecipando a numerose competizioni in Italia e all’estero. I risultati parlano da soli: dall’11° posto al National Division Pizza Expo di Las Vegas nel 2025, ai podi ottenuti nel 2024 con la pizza senza glutine al Campionato del Mondo della Pizza e al MasterPizzaChampion, fino al titolo di Campione del Mondo nel 2022 nella categoria senza glutine. Già nel 2017 aveva contribuito a un Guinness World Record con la Nazionale Italiana Pizzaioli, e per tre anni consecutivi è stato inserito nel Wall of Fame del Campionato Mondiale della Pizza.
Oltre alle gare, Fabio ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi come Uomini e Donne di Maria De Filippi, Il Boss delle Pizze, MasterPizzaChampion e L’Ingrediente Perfetto su La7 con Maria Grazia Cucinotta. La sua pizzeria, grazie alla credibilità conquistata, è stata premiata per due anni consecutivi con il massimo delle “chioccioline” nella prestigiosa guida Osterie d’Italia di Slow Food.
Il suo impegno non si limita alla cucina: spesso è chiamato come giudice di gara nelle competizioni del settore ed è stato nominato Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la pizza senza glutine. Inoltre, è detentore di un brevetto europeo per una speciale piastra che consente di effettuare consegne a domicilio mantenendo la pizza calda e fragrante.
Fabio si definisce il “paladino del senza glutine” e il suo motto è chiaro: non si smette mai di imparare per migliorare. Insieme al suo staff, continua a cercare l’impasto perfetto, lavorando esclusivamente con ingredienti italiani certificati e nel pieno rispetto delle normative. Nei due laboratori separati, dedicati al senza glutine e al glutine, impasta artigianalmente pizze tonde romane, dolci e salate, tutte eccellenti, che sforna e consegna ogni sera — martedì escluso — e che, grazie al servizio online, arrivano anche in tutta Europa sotto forma di basi precotte senza glutine.
Altrocheimpasto – Via Furio Camillo, 11, 00040 Ardea RM, Italia
Fabiano Bucci è un professionista poliedrico che ha fatto della passione per l’ospitalità, la formazione e l’educazione la sua missione.
La sua storia inizia dietro un bancone, come barman e bartender, dove per anni ha creato cocktail e drink che hanno lasciato il segno, coniugando tecnica, creatività e attenzione al dettaglio. Questa esperienza gli ha permesso di sviluppare una visione a 360° del mondo del bar, diventando un punto di riferimento tanto per la miscelazione quanto per la caffetteria.
Col tempo, infatti, Fabiano si è specializzato nel settore del caffè, studiandolo con rigore tecnico e approfondendo ogni aspetto: dall’estrazione al servizio, fino alla comunicazione con il cliente. È oggi riconosciuto come Coffee Specialist per Kimbo, brand per il quale cura formazione, consulenze e sviluppo della cultura del caffè in Italia. Parallelamente, collabora con Latte Sano come Latte Artist, unendo precisione tecnica e creatività estetica per trasformare ogni tazza in un’esperienza visiva ed emozionale.
La sua formazione non si ferma alla tecnica: Fabiano ha infatti approfondito anche il campo della comunicazione, consapevole che un professionista del bar non serve solo bevande, ma esperienze. Questa attenzione lo ha portato anche a pubblicare il libro La Magia del Bancone, un’opera che racconta l’arte e la psicologia del rapporto con il cliente, offrendo strumenti pratici a baristi e operatori del settore.
Accanto alla carriera da trainer e formatore nel mondo del caffè, Fabiano ha scelto di investire in un percorso altrettanto importante: quello educativo. È infatti educatore specializzato in psicologia infantile e Tutor ADHD, unendo le competenze acquisite dietro il bancone a una profonda sensibilità verso il mondo dei bambini e delle famiglie. Questo percorso gli permette di proporre progetti innovativi in cui caffè, formazione ed educazione inclusiva si incontrano, portando avanti una visione unica che intreccia professionalità, empatia e creatività.
Fabiano Bucci rappresenta una nuova generazione di professionisti: capace di coniugare il rigore tecnico del barista e del coffee trainer con la dimensione educativa e sociale dell’educatore, diventando così un esempio concreto di come passione, studio e impegno possano trasformarsi in un percorso professionale e umano che lascia il segno.
Fabiano Bucci sin da adolescente individuò la sua strada. Ne sono passati di anni e, nonostante il lungo percorso di formazione, una carriera ormai avviata, riconoscimenti concreti e mille esperienze, quell’emozione lo pervade ad ogni cappuccino che oggi è diventata un arte, come un cantante ad ogni uscita sul palco, l’adrenalina sale ogni volta che sale sul bancone.
Esperto in Latte Art, raffinata tecnica capace di trasformare una comune tazzina in una piccola opera d’arte, utilizzando gli effetti di colore prodotti dalla crema di latte e dal caffè quando si incontrano, spazia tra cocktail, cappuccini, flair e caffè con maestria e naturalezza. Proprio il caffè diventa la sua nuova passione, i suoi mille segreti, profumi e saperi lo affascinano e incuriosiscono, inizia a studiare l’oro nero con un approccio scientifico che gli donerà consapevolezza e perfezionamento delle tecniche di utilizzo (tra i corsi frequentati:“Aicaf Accademia Italiana Maserati del caffè” – “ SCA specialty coffee association” – “IIAC Istituto internazionale assaggiatori caffè”).
Ha collezionato premi e riconoscimenti tra cui: 3 posto al gran premio di caffetteria italiana 2018, primo classificato per L’Espresso italiano Champion 2019 e sempre nel 2019 primo classificato alla Latte Art throwdown.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2025/09/fabiano-bucci-.jpg5781080docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-09-03 16:14:582025-09-11 15:56:05Ambasciatore del bere Fabiano Bucci
Potrebbe davvero intitolarsi così un docufilm dedicato a Martina Sera, giovane professionista di Cerveteri che ha trasformato la passione di famiglia in una carriera di successo. La sua storia nasce in una macelleria che per lei, fin da bambina, è stata come un parco giochi: tra i profumi delle carni e i gesti sapienti dei suoi genitori, ha imparato osservando, rubando con gli occhi ogni segreto del mestiere.
La bottega di famiglia, aperta dal nonno Damiano nel 1984 – noto allevatore della zona – è diventata negli anni un punto di riferimento non solo per Cerveteri e dintorni, ma anche per numerosi clienti che arrivano dalla Capitale. Oggi Martina e suo fratello Damiano portano avanti l’eredità di tre generazioni, unendo tradizione e innovazione, con dedizione e amore per un mestiere che considerano un vero patrimonio culturale.
In un settore storicamente dominato dagli uomini, Martina si è saputa ritagliare un ruolo di primo piano grazie alla sua competenza, alla sua tenacia e alla voglia di crescere costantemente. Con il tempo ha conquistato la stima dei grandi maestri della macelleria italiana – da Orlando Di Mario a Mara Labella, da Camassa a La Ganga – diventando un punto di riferimento per i colleghi e un orgoglio per la sua comunità.
Sempre attenta a ogni innovazione, curiosa di scoprire nuove tecniche e prodotti, Martina vive la carne come una materia viva da rispettare, trasformare e valorizzare. È questa filosofia che l’ha portata a far parte della Nazionale Italiana Macellai, con cui ha partecipato ai Mondiali di Parigi ottenendo un ottimo piazzamento su oltre 70 squadre internazionali. Un traguardo che si aggiunge al prestigioso riconoscimento di Diplomatica del Gusto per Doc Italy.
La sua macelleria non è solo un luogo di vendita, ma un laboratorio dove ricerca, passione e tradizione si intrecciano per offrire ai clienti non semplici prodotti, ma esperienze. Con Oritum, Martina condivide la sua arte con professionisti e appassionati, insegnando a scegliere, lavorare e raccontare la carne come parte integrante della nostra identità gastronomica e culturale.
Martina Sera è la dimostrazione che il futuro della macelleria italiana passa anche attraverso la sensibilità, la professionalità e la visione delle nuove generazioni, capaci di trasformare un mestiere antico in una moderna eccellenza.
Macelleria Damiano&figli – via Francesco Barboni, 19, 00052 Cerveteri (RM)
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2025/09/sera2.jpg11101400docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-09-02 20:32:572025-09-04 11:29:11Diplomatica del Gusto Martina Sera
La Parolina, ristorante stellato guidato dalla chef Iside De Cesare, è un’eccellenza gastronomica che nasce nel cuore dell’Alta Tuscia, a Trevinano, al confine tra Lazio, Umbria e Toscana. Sin dalla sua apertura nel 2005, il ristorante si distingue per un’identità ben radicata nel territorio e per un’atmosfera che unisce la raffinatezza dell’alta cucina al calore dell’accoglienza familiare.
La filosofia culinaria de La Parolina si fonda su un’attenta selezione di materie prime locali, valorizzando i prodotti autentici che raccontano l’anima del territorio. Accanto alle eccellenze regionali, trovano spazio anche ingredienti d’alta gamma provenienti dal panorama nazionale e internazionale, come i culatelli selezionati da produttori d’eccellenza, il caviale e il foie gras, che arricchiscono le proposte con un tocco di sofisticata eleganza.
Il menù degustazione è un percorso gastronomico pensato dagli chef per chi desidera lasciarsi guidare da creatività e passione. È un invito a esplorare il pensiero culinario della cucina de La Parolina, attraverso piatti che rispecchiano una visione personale, innovativa ma sempre radicata nella tradizione.
Il menù à la carte offre invece una selezione varia e raffinata, ispirata alle tre regioni che si incontrano sul territorio: Lazio, Umbria e Toscana. Ogni portata nasce da un’idea, da un prodotto, da un racconto, e prende vita grazie all’estro degli chef e alla qualità delle materie prime.
Anche la carta dei vini segue la stessa filosofia: non una semplice lista, ma un progetto coerente con la cucina. La selezione predilige vitigni autoctoni e aziende vinicole che esprimono l’identità del territorio, con un occhio di riguardo per le eccellenze del Lazio, regione in forte crescita enologica. Cantine emergenti e storiche convivono armoniosamente, accanto a qualche etichetta internazionale e tagli bordolesi scelti con attenzione. Il vino, qui, è parte integrante dell’esperienza gastronomica.
A La Parolina, ogni dettaglio è pensato per far sentire l’ospite al centro di un’esperienza autentica. Il senso di famiglia è il filo conduttore che unisce cucina, servizio e accoglienza: un luogo in cui ci si sente a casa.
Cuoca, pasticcera, moglie e mamma. Iside De Cesare è tutto questo. Donna multi tasking dalle mille sfaccettature, incarna il modello femminile dell’era moderna capace di conciliare il lavoro con la famiglia, distribuendo tempo ed energia sia all’uno che all’altra. Ma chi è Iside De Cesare? Iside Maria De Cesare, classe 1973 nasce a Roma, dove frequenta la facoltà di ingegneria dopo aver conseguito la maturità scientifica. Durante gli studi si diletta in cucina prima in un ristorante stagionale aperto insieme alle sorelle e successivamente consolida la propria esperienza in altre attività ristorative. Si appassiona così tanto alla cucina che decide di interrompere l’università per dedicare le proprie energie al mondo della ristorazione. Comincia il suo iter esplorativo tra il ristorante Agata e Romeo a Roma, le Colline Ciociare di Salvatore Tassa per approdare poi alla Pergola del Rome Cavalieri. Dopo due anni alla corte di Heinz Beck va in Romagna alla Frasca Di Castrocaro Terme e, dopo altri due anni come chef in varie strutture e alberghi, dal 2005 gestisce ed è cuoca, insieme al marito Romano Gordini, il ristorante La Parolina premiato con la stella Michelin nel 2009.
La Parolina si trova a Trevinano, una piccola frazione del comune di Acquapendente in provincia di Viterbo, terra di confine tra le regioni, Lazio Umbria e Toscana. Un ristorante stellato dall’ambiente famigliare dove propone una cucina semplice, riconoscibile e di gusto: “Ho da sempre un grande senso della famiglia e quando cucino immagino sempre di farlo per il pranzo della domenica, quando tutti sono riuniti intorno al tavolo in un clima di festa e gioia. La tavola è convivialità e io cerco di darla anche attraverso i miei piatti.”Non si risparmia Iside che in questi anni, ben 27, ha saputo cogliere il meglio da ogni cosa che la vita le offriva, a partire dal diventare madre che per lei ha significato imparare a nutrire il commensale, ad andare oltre l’estetica e la tecnica fine a sè stessa: “Viviamo in un territorio ricchissimo che offre un incredibile varietà di materie prime e di ricette della tradizione. In questi anni è diventato sempre più stretto il mio rapporto con i fornitori locali da cui attingo per le materie prime. Ho riscoperto, per esempio, il pesce di lago e i legumi, così come utilizzo molto la cacciagione nei mesi invernali dove la mia cucina diventa più strutturata. Noi facciamo ancora la pasta fatta in casa con il mattarello e le conserve di pomodoro come quando ero bambina. Ho imparato a usare i prodotti locali quando ci sono ma anche a conservarli quando sono alla massima maturazione e usarli poi nei mesi dove non posso trovarli freschi, e buoni”.
La Parolina è stato premiato con la stella Michelin nel 2008: “La stella Michelin per me è stata importante, è una cosa di cui vado fiera e di cui sono rispettosa. Ma la soddisfazione più grande per me rimane la felicità dei clienti con cui mi confronto ogni giorno”.
Non è un caso che Iside faccia parte dell’Atelierdes Grandes Dames, network creato da Veuve Clicquot che accoglie donne talentuose – come fu la fondatrice della Maison di Champagne che rimase vedova a 27 anni e prese in mano le redini della cantina facendone uno dei marchi più famosi del mondo – e celebra i talenti femminili dell’alta ristorazione, come la nostra piccola chef dai grandi occhi azzurri. Il ristorante gode di una vista mozzafiato sul Monte Amiata, mentre nella bella stagione di mangiare all’aperto in giardino o sulla terrazza. Per chi volesse staccare la spina dalla città c’è la possibilità di soggiornare in comode e spaziose stanze e gustare di una colazione curata da Iside “Per me la colazione è sacra: iniziare la giornata con il sorriso e tante leccornie è il modo migliore per affrontarla”.
Iside Maria Di Cesare è tutta determinazione e sorrisi, e niente scorciatoie. Potresti mai scegliere un posto tanto appartato se vuoi la vita facile? Giammai. Meglio sapere che chi ti viene a trovare non capita per caso. Che poi: ora che c’è la stella, il libro delle prenotazioni è sempre fitto. Ma quando Iside e suo marito Romano si sono messi in proprio, 6 anni e passa fa, era dura. Un po’ li ha sorretti l’amore – quello romantico e quello per la cucina – un po’ la tenacia.
Pasticciera di formazione, Iside ormai si muove con disinvoltura nella cucina di terra di questa zolla di Italia centrale, fatta da elementi come tartufo, cacciagione, funghi, castagne. Ma Iside pesca anche nel repertorio familiare e tradizionale, suo e di Romano, tra ragù, brodi e paste fatte in casa di domenicale ispirazione; e in qualche dizionario internazionale, da cui sbuca l’immancabile foie gras. Alla voce dessert Iside si muove come un pesce nella sua acqua: tocco magico ovunque, anche se lei si considera una “cioccolataia”.
Il 5 marzo 2005 era un sabato e a Trevinano, una frazione di Acquapendente nella provincia di Viterbo, due ragazzi aprivano le porte del loro ristorante in un paese che contava un centinaio di residenti. Siamo ai confini che il Lazio vanta con il paesaggio unico che lo unice a Toscana e Umbria. Quei due ragazzi si chiamano Iside De Cesare e Romano Gordini e le porte che si accingevano ad aprire davano sui tavoli de La Parolina.
“Abbiamo aperto a Trevinano per caso. Io e Romano cercavamo in quella zona perché affascinati dalle colline che univano Lazio, Umbria e Toscana, poi abbiamo conosciuto una ragazza che ci ha fatto vedere un locale. Era chiuso, ma ci è piaciuto subito. Ci siamo attivati per la licenza e soprattutto ci siamo impegnati in prima persona per ristrutturarlo. È stata una fatica bellissima”. Così Iside De Cesare racconta la nascita della prima Parolina e così inizia il percorso di uno dei ristoranti più importanti del Centro Italia.
Dove nasce il nome del ristorante lo racconta Romano: “il nome c’era e l’abbiamo tenuto, ci piaceva l’idea di una ristorazione sussurrata, fatta di paroline. Avevamo un sogno e ci siamo impegnati tutto e fino all’ultimo per realizzarlo”. Il primo estimatore de La Parolina è Luigi Cremona, storico critico gastronomico e instancabile talent scout delle migliori cucine italiane. Pochi mesi dopo l’apertura arriva la prima segnalazione in guida ed è il Gambero Rosso a notare la cucina di Iside e Romano, che non si allontanano dal territorio in cui lavorano e vivono, concependo piatti fortemente legati ai piccoli produttori che avevano intorno e che oggi sono cresciuti con loro. Nel 2008 arriva l’importante riconoscimento della stella Michelin per l’edizione 2009 della guida e nello stesso anno arriva anche Azzurra, la prima figlia di Iside e Romano.
Qualche anno dopo si presenta la possibilità di acquistare un terreno di fronte a La Parolina che rappresentava il sogno di regalare una vista spettacolare ai loro ospiti sulle colline circostanti. Iside e Romano la colgono e così, nel 2011, iniziano i lavori della nuova Parolina che sorgerà in un casale di pietra affacciato tra Lazio, Umbria e Toscana. Sempre nel 2011 apre La Letterina, il bed and breakfast che permette a chi vuole godere dell’alta Tuscia di rimanere e vivere un’esperienza gastronomica arricchita da un’ottima colazione. In quell’anno arriva anche Giacomo, secondo figlio di Iside e Romano che nel 2012 inaugurano la nuova Parolina, affacciata proprio su quelle colline di cui si sono innamorati.
Oggi, dopo venti anni, La Parolina è riconosciuta per la sua forte identità territoriale e rimane una stella Michelin legata al lavoro non solo di due chef, ma di tutte le aziende che sono cresciute con loro in questi vent’anni. Un impatto sull’economia territoriale molto importante. Piatti costruiti su sapori riconoscibili, con una visione creativa che mai allontana la centralità del gusto dalla tecnica e dall’estetica. La Parolina è un laboratorio di cucina centrato il più possibile sul fatto in casa, dalla pasta al pane e, grazie all’orto di proprietà, anche di tutte le composte e conserve vegetali che valorizzano il menù del ristorante e della colazione. “L’idea comune è stata e rimane quella di poter accogliere le persone in una casa di campagna, come fosse sempre domenica. Accogliere le persone con elegante informalità e fargli vivere non solo la bellezza della vista e dei luoghi, ma i sapori che li caratterizzano”.
Iside De Cesare non è solo una cuoca, ma un’imprenditrice che negli anni ha sviluppato progetti di formazione come Chef in Campus, che prende forma nei casali Monaldesca e Palombaro all’interno della Riserva Naturale di Monte Rufeno. Veri e propri campus in cui ci si immerge non solamente nelle nozioni di importanti chef, con percorsi professionalizzanti di sette o dieci giorni, ma ci si perde anche nella natura incontaminata circostante. Una formazione esperienziale, che Iside definisce “l’altra formazione”, fatta di percorsi di conoscenza profonda sulle materie prime e le loro origini. Foraging, mungiture e attività casearie, degustazioni di vino e di olii extravergini con laboratori che hanno l’obiettivo di essere un valore aggiunto nella crescita professionale e personale di chi vi partecipa. “Quando abbiamo iniziato, ci siamo venduti la macchina per comprare l’abbattitore, – confessa Romano Gordini – lo dico per far capire quanto ci abbiamo creduto e quanto è stata forte la nostra voglia di realizzare quello che è tutt’ora un sogno”.
Iside De Cesare ha inoltre partecipato al talent riservato agli aspiranti chef in onda su SkyUno, Masterchef Italia, condotto da Bruno Barbieri, Joe Bastianch, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco. La chef stellata de ”La Parolina” è stata una delle ospiti della puntata decisiva dello show, andata in onda nel 2015, in cui i concorrenti si sono sfidati per conquistare il titolo di quinto Masterchef italiano. Per l’Invention Test, Iside, ha proposto Trota in olio cottura alle erbe e salsa di cetriolo.
I valori de La Parolina sono da sempre accoglienza familiare, spirito di amicizia e valore dei legami affettivi che costruiscono una rete di persone che lavorano al centro del territorio in cui vivono. I clienti di Iside e Romano sono i veri protagonisti di quella vista sulle colline goduta insieme ai loro piatti.
Indirizzo Ristorante La Parolina
Via Giacomo Leopardi, 1 – Trevinano (VT)
Tel. +39 0763 717130
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2025/08/la-parolina-3-2.jpg8001044docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-08-07 13:34:202025-08-07 13:43:38La Parolina – Chef Iside De Cesare
Nel cuore della Tuscia, affacciato sul più grande lago vulcanico d’Europa, si trova il ristorante Pepe Nero. Il suggestivo specchio d’acqua di Bolsena, con i suoi riflessi mutevoli e la quiete silenziosa delle sponde, fa da sfondo a una nuova visione gastronomica, guidata dalla mente e dalle mani dello Salvo Cravero, chef ai fornelli del locale. Con lui, il ristorante Pepe Nero si dirige verso una proposta gourmet, ricercata, emozionale e contemporanea.
Cravero, molisano d’origine ma da anni radicato in questo territorio, è portatore di una sensibilità gastronomica affinata nel tempo e arricchita da esperienze diverse, sempre coerente però con un’idea di cucina che unisce radici e visione, memoria e ricerca. La sua impronta si avverte immediatamente nella nuova filosofia del ristorante: piatti curati nei minimi dettagli, colorati, tecnicamente precisi, e rispettosi della materia prima, pensati per raccontare il territorio senza rimanerne prigionieri.
Il Pepe Nero non è soltanto “un ristorante vista lago”. La sua sala, con una trentina di coperti, si affaccia direttamente sulle acque tranquille del Bolsena, abbracciando il paesaggio attraverso ampie vetrate e una passerella in legno che sembra condurre l’ospite al centro stesso del lago. Un’atmosfera che invita al silenzio e alla contemplazione, in cui la cucina si fa esperienza totale.
Il menu è costruito come un percorso sensoriale: parte dall’acqua dolce, ma non si ferma lì. Pesci del lago come coregone e persico si alternano a materie prime marine pregiate come ostriche, scampi, gamberi e tonno. La cucina d’acqua dolce si arricchisce mantenendo però sempre un’identità ben precisa. Accanto alle proposte di mare, trovano spazio anche carni selezionate, come l’agnello e la pecora, interpretate con eleganza e modernità.
Ma il vero fiore all’occhiello del ristorante Pepe Nero è la centralità della proposta vegetale. Le verdure, coltivate in gran parte nel territorio circostante o selezionate da piccoli produttori di fiducia, non sono più un semplice accompagnamento ma si fanno protagoniste: trasformate, esaltate, reinterpretate. Dall’antipasto al dolce, ogni piatto contiene un riferimento al mondo vegetale, in una narrazione coerente e attenta alla stagionalità.
L’ambiente è rustico nei materiali ma raffinato nei dettagli e si allinea perfettamente con l’anima del luogo in cui si trova: legni naturali, linee pulite, un arredo sobrio in cui predomina il bianco che lascia spazio alla luce e al paesaggio. La carta dei vini completa l’esperienza con una selezione curata di etichette italiane e internazionali, pensata per valorizzare ogni singola proposta dello chef. Un’attenzione particolare è rivolta ai vitigni autoctoni del Lazio e dell’Italia centrale, ma non mancano incursioni d’autore tra Champagne, Riesling tedeschi e Pinot Noir francesi. Una carta vini attenta e dinamica accompagna le proposte dello chef e i percorsi di degustazione guidano l’ospite in un viaggio sensoriale costruito su misura.
A rendere ancora più unica l’esperienza del Pepe Nero, è l’atmosfera complessiva che si respira: un servizio discreto e premuroso, capace di accogliere con calore e professionalità. Ogni dettaglio è pensato per garantire comfort, intimità e la possibilità di vivere un momento di sospensione, in cui tutto, dal paesaggio alla mise en place, dai profumi in cucina ai calici in sala, è in equilibrio perfetto.
Questa nuova stagione del ristorante non è passata inosservata: la Guida MICHELIN 2025 ha già segnalato il Pepe Nero tra le realtà più interessanti del territorio, così come il Gambero Rosso, che ne ha riconosciuto l’identità nuova, forte, capace di dialogare con le migliori cucine d’autore italiane pur restando fedele al lago, alla Tuscia, a quella cultura contadina e lacustre che ancora oggi permea ogni angolo di questa terra.
Nel cuore di Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena, Pepe Nero Ristòria è un rifugio di eleganza dove la cucina si fa emozione. Avvolto dalla luce del lago e dal silenzio del paesaggio, ogni dettaglio racconta un’esperienza autentica, raffinata e senza tempo.
Con uno sguardo contemporaneo e radici profonde nella Tuscia, lo Chef Salvo Cravero dà vita a una cucina che racconta il territorio, fondendo con eleganza sapori di lago e suggestioni marine.
Ogni piatto è un equilibrio tra tecnica raffinata, creatività sensibile e rispetto assoluto per la materia prima. Una visione gastronomica che custodisce la memoria e la trasforma in esperienza.
In definitiva, Pepe Nero con Salvo Cravero si afferma come una delle mete gourmet più intriganti del Lazio. Un ristorante che non punta solo all’eleganza estetica, ma a una profonda coerenza tra forma e sostanza, tradizione e sperimentazione. Un luogo dove il tempo rallenta, la cucina emoziona, e ogni piatto racconta una storia.
Salvo Cravero è uno chef con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, che ha fatto della cucina non solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Nato nel 1977 in Molise, si è poi stabilito nella Tuscia, terra alla quale è profondamente legato sia dal punto di vista personale che professionale. È proprio in questi luoghi che ha deciso di costruire il suo percorso, mettendo al centro la valorizzazione del territorio, la qualità delle materie prime e un approccio alla cucina che unisce rispetto per la tradizione e voglia di innovare.
Il suo cammino comincia nel 1991, quando si iscrive all’Istituto Alberghiero di Termoli. Da lì, inizia a lavorare come commis e aiuto cuoco in diversi ristoranti e alberghi, maturando le prime esperienze in cucina. Nel 1998 si trasferisce a Viterbo e lavora al Grand Hotel Salus. Proprio qui conosce Sara, che diventerà la sua compagna di vita e sarà anche una figura fondamentale nel suo percorso di crescita professionale.
Nel 2000 entra a far parte della brigata del ristorante Le Sans Souci a Roma, una stella Michelin. Un’esperienza importante che gli permette di lavorare su tutte le partite e di formarsi accanto a grandi professionisti. Dopo questa tappa, ricopre il ruolo di chef in diversi locali di qualità, come L’Antico Bottaro, sempre nella capitale, dove inizia a definire uno stile di cucina sempre più personale e attento ai dettagli. Salvo continua a formarsi, partecipa a corsi di specializzazione e diventa membro di Euro-Toques, l’associazione fondata da Gualtiero Marchesi.
Questo gli dà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei nomi più importanti della cucina italiana e internazionale, e di ampliare la sua visione. Nel 2005, insieme a Sara, apre L’Etoile a Vetralla, un ristorante gourmet che ottiene ottimi riconoscimenti da parte della critica e delle guide gastronomiche. Qui propone una cucina attenta, creativa, ma sempre legata ai sapori autentici del territorio.
Oltre al lavoro ai fornelli, negli anni Salvo comincia anche a portare la sua cucina in televisione, partecipando a programmi come “Cucine d’Italia”, “Panino Amore Mio” su Gambero Rosso Channel e “Ricette all’Italiana” su Rete 4, con Anna Moroni e Davide Mengacci. Questo gli permette di farsi conoscere da un pubblico più ampio e di raccontare il suo modo di fare cucina in modo semplice e diretto. Nel 2018 arriva un incarico di grande prestigio: curare i menù di prima classe per Alitalia, nella classe Magnifica, progetto che lo vede coinvolto anche con Joe Bastianich.
In seguito, riceve l’incarico di ideare il primo menù per la nuova compagnia ITA Airways, sempre per la classe di punta. Due esperienze che lo portano a rappresentare l’eccellenza della cucina italiana a livello internazionale. Nel tempo, Salvo riceve anche importanti riconoscimenti: diventa Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la provincia di Viterbo, e collabora con realtà di valore come il Castello di Semivicoli, della famiglia Masciarelli, produttori di vini di alta qualità. Lavorare in abbinamento con un grande marchio del vino è per lui un’occasione per approfondire la connessione tra cucina e territorio.
Negli ultimi anni, oltre all’attività di chef, si dedica con passione alla formazione. Insegna in scuole prestigiose come la Boscolo Etoile Academy, Coquis e la Gambero Rosso Academy, condividendo con gli studenti non solo ricette e tecniche, ma anche una visione concreta del mestiere, fatta di studio, esperienza e passione. Ha sempre avuto una particolare attenzione per la panificazione e i lievitati, tanto da vincere il premio per il miglior pane nella selezione Centro-Sud del concorso Emergente Sala, ideato da Luigi Cremona. Inoltre, porta avanti una piccola produzione di formaggi caprini a latte crudo, insieme a un amico allevatore tra Roma e Viterbo. È anche molto attivo nei corsi dedicati all’arte bianca, che tiene dal 2020 per professionisti e appassionati. Oggi è alla guida del ristorante Ristòria Pepe Nero a Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena. Un progetto che unisce tradizione e innovazione, cucina di territorio e attenzione alle tecnologie moderne. Il suo obiettivo è raccontare attraverso i piatti la bellezza della Tuscia, usando materie prime locali, tecniche precise e una sensibilità costruita in trent’anni di lavoro.
La sua cucina parte spesso dalla “memoria dell’acqua”: quella dolce del lago e quella salata del Tirreno che bagna le coste non lontane, una fusione che si ritrova nei sapori e nei profumi dei suoi piatti. Salvo crede molto nella condivisione, non solo con i colleghi, ma anche con gli appassionati che vogliono avvicinarsi ai fornelli. Ama trasmettere ciò che ha imparato e farlo in modo pratico, partendo dalla selezione delle materie prime, passando per le tecniche fino al servizio. Tiene regolarmente corsi sulla cucina, sulla panificazione, sulla caseificazione, sempre con l’obiettivo di valorizzare il sapere artigianale e la qualità degli ingredienti. Il suo è un percorso costruito giorno dopo giorno, con dedizione, passione e curiosità. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ma con i piedi ben piantati nella terra che ama: la Tuscia. Una cucina concreta, legata alla realtà, che non dimentica mai le proprie radici ma guarda con attenzione al futuro.
Nel cuore di Fondi, la Polakkeria di Dario Saltarelli è molto più di un semplice negozio: è un piccolo tempio del gusto dove tradizione, passione e innovazione si incontrano ogni giorno. Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, regione di cui è originario Saltarelli, diffonderne il profumo e il suo sapore originale.
Nato, dunque, dal desiderio di onorare l’eredità familiare e valorizzare il legame con il territorio, questo spazio è interamente dedicato alla celebre polacca, il dolce tipico aversano divenuto simbolo della città, che qui viene proposto in diverse varianti, sempre con ingredienti selezionati e lavorazioni artigianali. Ma la Polakkeria non è solo il regno della polacca: è anche una boutique del gusto in cui trovare lievitati d’eccellenza, dolci della tradizione rivisitati con creatività e una selezione di prodotti unici, che raccontano la filosofia di Dario Saltarelli, fatta di autenticità, qualità e amore per la pasticceria. Entrare nella Polakkeria significa vivere un’esperienza sensoriale in cui ogni morso racchiude una storia, un ricordo, un’emozione.
Dario Saltarelli è cresciuto in un mondo fatto di profumi antichi, mani infarinate e sveglie all’alba. Il suo primo ricordo non è quello di un giocattolo, ma di un forno acceso, di una crema calda da girare, di un padre e una madre che impastano amore ogni giorno. Figlio d’arte, erede di una famiglia di panificatori e pasticcieri campani, Dario ha respirato fin da piccolo l’aria del laboratorio, dove la farina non sporca, ma veste di identità.
Trascorre i primi anni di vita a Padova, sua città natale, ma presto, a seguito dei genitori desiderosi di tornare nella terra di origine, si trasferisce a Castelforte , un comune del basso Lazio che gode della magnifica vista sul Golfo di Gaeta. È tra le pareti del laboratorio di famiglia che si forma il suo sguardo, fatto di rispetto per le materie prime, attenzione al dettaglio e una cura quasi religiosa per i tempi di lavorazione. A 14 anni sa già cosa vuole essere: un artigiano, ma con uno sguardo sempre aperto alla sperimentazione. Un percorso costruito giorno dopo giorno, con sacrificio, dedizione e tanto studio, che lo porterà a essere oggi una delle figure più apprezzate nel panorama della pasticceria artigianale italiana.
Terminati gli studi compie la scelta di seguire la sua vera grande passione: esercitare il mestiere appreso da adolescente quando affiancava i grandi maestri depositari dei segreti della pasticciera e pizzeria napoletana.
Apprende l’arte della gelateria italiana da maestri emiliani e siciliani dei quali ne apprezza il loro saper fare, il valore dei costumi del nostro paese e dell’italianità che lo aiuteranno durante l’esperienza professionale all’estero. Fonda l’impresa artigiana sul “sapere tradizionale”, gestendola con l’interesse di preservare l’immenso patrimonio di prodotti alimentari tipici del territorio italiano.
Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, la Polakkeria®, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, diffonderne il profumo e il suo sapore originale
Il suo nome è ormai sinonimo di eccellenza, e i suoi dolci sono diventati ambasciatori di gusto nel mondo. Ma Dario resta profondamente legato alla sua terra, al racconto semplice delle tradizioni, ai sapori che riportano all’infanzia. Il suo successo è anche quello del suo territorio di cui è ambasciatore. Tant’è che ogni singolo prodotto conserva le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare. A questo si aggiunge poi l’accuratezza nel confezionamento. ’
Assioma per i nostri prodotti è l’artigianalità, il fatto a mano, l’unicità e questo principio lo applichiamo anche nella fase di confezionamento degli articoli’ afferma Saltarelli, infatti ogni confezione, scrigno delle sue bontà, viene preparata singolarmente, senza eccezioni, da mani di esperte artigiane.
Tra le sue creazioni simbolo c’è senza dubbio la Polacca, il dolce tipico di Aversa, città normanna fondata nel XI secolo. Ricerche e testimonianze orali ci portano ad affermare che questo dolce tradizionale era d’uso già a metà ’800 in un territorio che comprendeva i fiumi Garigliano e Volturno. Ricordi personali di donne nate a inizio secolo, affiorano con questo dolce battezzato con il nome proprio di “Pizza Doce”.
Essa veniva servita sulle tavole dei contadini di ritorno dai campi di grano, di solito a fine giugno. In quel periodo le amarene, ingrediente essenziale del dolce, raggiungevano la piena maturazione. Le materie prime utilizzate a quei tempi erano la farina molita a pietra, le uova fresche, il latte e la sugna. Tutti di produzione propria, ad eccezione dello zucchero sfuso di taglio grossolano da sembrare pezzi di cristallo. Quest’ultimo si acquistava in piccole botteghe o farmacie e veniva confezionato nei “salvietti”, teli di lino usati per il trasporto a casa. Allora non esistevano ancora gli imballaggi alimentari. La realizzazione seguiva precisi riti tramandati di generazione in generazione. Si preparava l’ impasto da cui si traevano due dischi per foderare uno stampo di rame stagnato e poi la “crema gialla” per il ripieno. L’aggiunta di amarene fresche o candite completavano la farcitura. La cottura avveniva in forni a legna, quasi sempre d’uso comune, dopo aver sfornato le pagnotte di pane. Ci si avvaleva di un foglio di carta bagnato adagiato sulla parte superiore del prodotto per evitarne la bruciatura. Oggi, “la Doriana®”- Torta Polakka è frutto di una personale interpretazione di questo antico dolce campano.
Un lievitato soffice, farcito con crema pasticcera e amarene, dalla forma a mezzaluna e dal gusto che conquista al primo morso. In apparenza semplice, ma in realtà frutto di un lavoro complesso e delicato, che richiede ore di lavorazione e una perfetta armonia tra consistenza e sapore. Dario ne ha fatto una vera e propria opera d’arte: la sua Polacca ha conquistato appassionati, esperti e buongustai, diventando un punto di riferimento per chi cerca la tradizione senza rinunciare all’eccellenza.
Accanto alla Polacca, c’è un altro dolce che racconta perfettamente la filosofia di Saltarelli: la Matrea. “Matrea” è un termine dialettale che significa madre, è un prodotto artigianale con ingredienti scelti, provenienti dal territorio campano. Prodotti di eccellenza quali la Melannurca Campana IGP che dona a questo dolce un profumo delicato. Lasciandosi ispirare dal concetto di filiera corta, il prodotto è stato progettato in occasione del Salone del Gusto Slow Food di Torino 2016. Il logo sintetizza l’dea di Madre Natura in quanto generatrice di vita e simbolo della terra dove ancora oggi vengono adagiate le mele per raggiungere la completa maturazione prima di essere commercializzate.
Il lavoro di Dario è stato premiato in Italia e all’estero con riconoscimenti che attestano la qualità assoluta della sua produzione. Tra i premi più significativi:
2019 Bruxelles – ITQ- The Crystal Taste Award al Panettone Artigianale Classico, il primo al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento Internazionale
2019 Roma -Campidoglio – Premiazione “Le Eccellenze italiane” “Ambasciatore DocItaly per la pasticceria Regione Campania”
2018 Inserimento nella Guida de La Repubblica della prima “Polakkeria® d’ Italia
2018 Bruxelles – iTQi- Riconoscimento Internazionale conferito per il Panettone Artigianale Saltarelli con 3 stelle oro
2018 Partnership ufficiale con la Reggia di Caserta, riconosciuta dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, per la produzione di Grandi Lievitati adornati da manufatti di San Leucio, patria della seta.
2017 Bruxelles – iTQi- Riconoscimento Internazionale conferito per il Panettone Artigianale Saltarelli con 3 stelle oro
2016 (Torino) Primo Premio Miglior Panettone Artigianale d’Italia
Ogni riconoscimento è frutto di una lunga strada fatta di studio e ricerca. Il lievito madre è il cuore pulsante di tutto ciò che produce. È da lì che nascono i suoi panettoni pluripremiati, le colombe pasquali, le brioche e i lievitati da colazione che ogni giorno raccontano una storia di gusto.
Ma forse il riconoscimento più grande è quello del suo pubblico, dei clienti che ogni giorno scelgono di entrare nella sua pasticceria per ritrovare i sapori di casa, o per lasciarsi sorprendere da una nuova creazione. Perché Dario Saltarelli non è solo un maestro pasticcere: è un narratore, un custode di memorie, un ambasciatore di dolcezza.
Chiara Giannotti nasce a Roma il 31 maggio 1976, in una famiglia dove il vino non è solo una tradizione, ma un’eredità culturale radicata da tre generazioni. Dopo un percorso scolastico che le conferisce una formazione internazionale presso il liceo francese Chateaubriand, prosegue gli studi universitari laureandosi cum laude in Lettere con indirizzo in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Roma Tre, arricchendo il proprio percorso con un anno di Erasmus alla prestigiosa University College London. Fin da giovanissima entra nel mondo del lavoro affiancando la madre e i fratelli nell’azienda vinicola di famiglia, la storica Fazi Battaglia, che all’epoca comprendeva anche l’azienda Fassati in Toscana e, in seguito, la tenuta Greto delle Fate nella zona del Morellino di Scansano.
Il suo impegno nelle aziende di famiglia è totale e poliedrico: segue la produzione, si occupa del marketing e della comunicazione, cura i rapporti commerciali con l’estero. Accanto a questa esperienza sul campo, Chiara intraprende un percorso di formazione specifica, conseguendo nel 2002 il diploma ufficiale di Sommelier presso l’AIS e ottenendo nel 2007 il prestigioso titolo di Dame Chevalier de Champagne, riconoscimento riservato a chi si distingue per la promozione della cultura dello Champagne. Nel 2001 diventa anche imprenditrice agricola, rilevando personalmente una piccola azienda in Toscana che entra nel gruppo di famiglia. I suoi 15 anni nelle cantine rappresentano un periodo fondamentale, in cui matura una visione profonda e concreta della viticoltura, del lavoro in vigna e in cantina, e di tutto ciò che si cela dietro una bottiglia di vino.
Nel 2015, in seguito alla cessione delle aziende familiari a un gruppo industriale, Chiara avvia un nuovo capitolo professionale. Fortemente guidata dalla passione e dalla conoscenza del vino, decide di concentrare le proprie energie sulla comunicazione e sulla divulgazione. Nasce così Vino.tv, una delle prime WebTv italiane dedicate interamente al mondo del vino, pensata come spazio dinamico e multicanale (blog, social, video) capace di coniugare contenuto, competenza e intrattenimento. Il suo stile è fresco, diretto, glamour senza essere superficiale. Ha un talento naturale per il racconto audiovisivo, sa costruire format coinvolgenti, interviste agili e mai scontate, alternando approfondimento e leggerezza con grande equilibrio.
In breve tempo Vino.tv si afferma come un punto di riferimento nel panorama italiano della comunicazione enologica. Chiara si distingue per la capacità di rivolgersi a un pubblico ampio, mantenendo un linguaggio accessibile ma fondato su solide competenze. Il suo approccio parte sempre dal rispetto per il lavoro di chi produce, e si arricchisce della consapevolezza maturata lavorando direttamente nei vigneti e nelle cantine. Questo le permette di raccontare il vino in modo autentico, mai artefatto, valorizzando le storie, i territori, i volti che si celano dietro ogni etichetta.
Nel frattempo, diventa degustatrice professionista per importanti testate e guide di settore, tra cui DoctorWine, e docente in corsi di avvicinamento al vino. Cura rubriche su emittenti televisive e radiofoniche (da Gold TV a La7, da Radio Food a canali digitali) portando il vino al grande pubblico, con intelligenza e spirito divulgativo. Collabora inoltre con case d’asta e piattaforme specializzate in fine wine, come esperta nella selezione, valutazione e certificazione di vini da collezione e investimento. È una delle prime donne a rompere il predominio maschile nel mondo delle aste vinicole, selezionando lotti rari, stilando cataloghi e portando un approccio contemporaneo e competente a un settore tradizionalmente chiuso.
Nel 2019 viene chiamata dalla casa editrice Rizzoli a scrivere il suo primo libro, “La Cantina Perfetta”, pubblicato in Italia e negli Stati Uniti con il titolo “The Perfect Wine Cellar”. Il volume è un viaggio tra le bottiglie più prestigiose e le strategie per costruire una cantina personale, pensato sia per collezionisti sia per appassionati curiosi. Anche in questo progetto Chiara dimostra la capacità di rendere accessibili temi complessi, mantenendo rigore e credibilità.
Chiara Giannotti è oggi una figura di riferimento nel mondo del vino italiano. Alla competenza tecnica unisce una visione contemporanea e inclusiva. Non racconta solo il prodotto, ma tutto ciò che ruota attorno: cultura, stile di vita, sostenibilità, emozione. Il vino, per lei, è un racconto da ascoltare e da condividere, una porta aperta su territori e persone, un’esperienza che coinvolge i sensi ma anche l’anima. La sua comunicazione è vivace, empatica, mai autoreferenziale: il suo obiettivo non è impressionare, ma coinvolgere, incuriosire, avvicinare. Che si tratti di un video, di un articolo, di una lezione o di una degustazione, il suo approccio è sempre guidato da passione, rispetto e desiderio di trasmettere.
Dotata di una grande energia comunicativa e di una profonda conoscenza del settore, Chiara continua a innovare il linguaggio del vino, sperimentando nuovi format, aprendo strade, creando connessioni tra mondi diversi. Vive tra Roma e Le Marche, dove ha sede l’attività di famiglia, ma il suo sguardo è sempre rivolto al futuro, alle nuove generazioni, al cambiamento. Autentica, brillante, instancabile, ha fatto della sua voce una risorsa preziosa per il mondo del vino. E la sua storia, oggi, è la dimostrazione che le radici profonde e la visione aperta possono convivere, dando vita a un modo nuovo, vivo e appassionante di raccontare un mondo antico.
Nel cuore di Roma, dove le trame della storia si intrecciano con quelle della creatività contemporanea, prende vita una realtà unica e raffinata: l’Atelier Persechino. È il 1997 quando Sabrina Persechino, architetto e fashion designer, decide di dar forma concreta alla sua visione estetica fondando uno studio nel quartiere Testaccio, uno dei più autentici e vitali della Capitale. Il luogo prescelto non è casuale: l’antico Lanificio Sonnino, un edificio industriale dei primi del Novecento, un tempo popolato da lavoratrici che trattavano la lana con tecniche pionieristiche. Oggi, tra quelle stesse mura, si realizzano capi d’Alta Moda che fondono architettura, arte e moda in un linguaggio visivo e materico unico nel panorama del Made in Italy.
Sabrina Persechino è una figura poliedrica, eclettica, capace di muoversi con disinvoltura tra mondi apparentemente lontani ma in realtà profondamente connessi. Architetto di formazione, con una laurea conseguita all’Università La Sapienza di Roma, ha successivamente perfezionato il suo percorso creativo allo IED – Istituto Europeo di Design, specializzandosi in fashion design. Il suo lavoro è l’emblema di una sintesi complessa e armoniosa tra razionalità e immaginazione, struttura e leggerezza, rigore e sensibilità.
La sua passione per la moda nasce molto presto, all’età di otto anni, quando capisce di voler costruire una propria identità estetica e creativa. La volontà di distinguersi e di raccontarsi attraverso l’abito, inteso come estensione del sé, sarà il motore di una carriera che la porterà ad affermarsi tra i protagonisti dell’Alta Moda italiana. L’Atelier Persechino non è soltanto un laboratorio di sartoria: è uno spazio di sperimentazione continua, un’officina del pensiero, dove ogni collezione è frutto di ricerca e contaminazione.
Le sue creazioni sono riconoscibili per l’equilibrio impeccabile tra progettazione architettonica e spirito couture. Gli abiti disegnati da Sabrina Persechino sono vere e proprie architetture da indossare, strutture dinamiche che dialogano con il corpo, valorizzandolo attraverso linee geometriche, tagli netti e materiali innovativi. Ogni capo nasce da un disegno, spesso architettonico, che viene poi trasformato in bozzetto di moda, interpretato attraverso il tessuto e rifinito con tecniche sartoriali d’avanguardia. L’uso del taglio laser, delle sovrapposizioni grafiche, delle trasparenze strutturate non è mai fine a sé stesso, ma funzionale a trasmettere un’idea, una visione, un’interpretazione dello spazio.
I materiali impiegati spaziano dai tessuti più tradizionali a quelli sperimentali, in una continua esplorazione delle potenzialità materiche: lane compatte, sete leggere, tessuti tecnici, inserti metallici, microstrutture architettoniche. Anche la palette cromatica è studiata con rigore e audacia: bianchi assoluti, neri profondi, grigi architettonici, ma anche lampi di colore decisi e caldi, rossi, aranci, blu cobalto, in un equilibrio visivo che sottolinea la forza e l’eleganza delle forme.
In ogni collezione, la stilista rivendica un forte legame con il mondo dell’arte e del design. Nella collezione Autunno/Inverno 2019-2020, ad esempio, rende omaggio alla scuola del Bauhaus, la celebre istituzione tedesca che ha rivoluzionato l’arte, il design e l’architettura del XX secolo. In questa interpretazione personale, i principi del funzionalismo si traducono in capi puliti, essenziali, strutturati, ma ricchi di dettagli architettonici, evidenziando la stretta connessione tra forma e funzione, estetica e utilizzo.
L’arte, per Sabrina Persechino, non è solo una fonte di ispirazione, ma un linguaggio da interpretare e ricreare. Le sue collezioni si rifanno a grandi maestri del passato e del presente, interpretandone l’essenza attraverso l’abito. Le forme fluide di Zaha Hadid, le geometrie rigorose di Le Corbusier, le strutture modulabili di Santiago Calatrava: tutto diventa stimolo creativo. Ogni sfilata è un racconto, una narrazione tridimensionale che prende vita sulla passerella e che riflette il pensiero profondo della sua autrice.
Il laboratorio all’interno dell’ex lanificio non è solo un luogo di produzione, ma una fucina culturale. Qui si incontrano architetti, artisti, modellisti, artigiani, in un continuo scambio di competenze che dà vita a collezioni contemporanee e complesse. La filosofia dell’Atelier si basa su un sapere antico, quello della sartoria italiana, unito a una visione futuristica in cui anche le tecnologie più avanzate trovano spazio e senso. Le tecniche di lavorazione, pur essendo di matrice artigianale, vengono rilette attraverso una lente moderna, che esalta la precisione, la modularità e l’innovazione.
La moda di Sabrina Persechino è anche un progetto culturale. Non si limita all’indumento, ma si fa portavoce di una nuova idea di donna: colta, sofisticata, autonoma, consapevole. Una donna che non ha paura di farsi notare, che abita lo spazio con grazia e decisione, che riconosce nella moda un mezzo di espressione e non un semplice orpello estetico. L’architettura dell’abito diventa così la metafora di un’identità solida, costruita nel tempo, stratificata, complessa ma armonica.
Il riconoscimento nazionale e internazionale del lavoro di Sabrina Persechino arriva non solo dalle passerelle dell’AltaRoma, dove le sue sfilate sono tra le più attese e applaudite, ma anche dalle collaborazioni con istituzioni culturali, mostre, eventi artistici, che le permettono di estendere il proprio linguaggio oltre i confini della moda. I suoi capi, esposti in contesti museali e gallerie, diventano opere d’arte a tutti gli effetti, testimoni di un sapere che unisce il pensiero progettuale alla manualità artigiana.
L’identità dell’Atelier Persechino si radica profondamente nel patrimonio del Made in Italy: nella cura per il dettaglio, nella qualità dei materiali, nella valorizzazione delle maestranze. Ma la sua vera forza è nella capacità di guardare oltre, di proporre una visione nuova e personale, dove il sapere tecnico diventa emozione estetica, e la moda diventa architettura del sogno.
In un tempo in cui la moda rischia di diventare effimera e ripetitiva, Sabrina Persechino propone una via alternativa, più colta, più solida, più autentica. Un percorso che affonda le radici nell’arte e nella storia, ma che ha il coraggio di innovare, di proporre, di costruire. In questo equilibrio perfetto tra forma e contenuto, tra estetica e funzione, risiede il cuore pulsante dell’universo Persechino.
Contatti
Atelier Persechino si trova a Roma, in Via dei Magazzini Generali 20/A.
Gerardo Sacco nasce a Crotone nel 1940, e fin da giovane manifesta una forte inclinazione per l’arte orafa. Ancora adolescente trova lavoro in un piccolo laboratorio orafo, dove scopre la sua vera vocazione: plasmare e modellare metalli preziosi con una maestria che lo accompagnerà per tutta la vita. Desideroso di approfondire le sue competenze, si trasferisce a Valenza Po, celebre centro italiano della lavorazione dell’oro, dove perfeziona tecniche e processi che gli consentono di affinare ulteriormente il suo talento. Tornato nella sua città natale con un bagaglio tecnico e creativo più ricco, fonda nel 1963 la propria ditta artigianale, un laboratorio-bottega in cui riscopre e recupera metodi di lavorazione antichi, radicati nella cultura magnogreca e nella tradizione mediterranea, reinterpretandoli in chiave moderna.
Fin dall’inizio la sua produzione si distingue per originalità e qualità: il primo campionario presentato gli vale il primo premio alla Mostra dell’Artigianato Orafo di Firenze e l’Oscar dell’Artigianato a Sanremo, aprendo le porte a un percorso di successo che lo porta a essere riconosciuto come uno dei maestri orafi più importanti d’Italia. Le sue creazioni, oltre a essere apprezzate nel panorama nazionale, trovano spazio in prestigiose esposizioni internazionali, tra cui il Complesso del Vittoriano a Roma e i Musei Vaticani, nonché in eventi promossi dagli Istituti Italiani di Cultura in città come Bruxelles, Lisbona, Copenaghen e Madrid. I suoi gioielli hanno accompagnato sul red carpet e nelle produzioni artistiche star del calibro di Liz Taylor, Isabella Rossellini, Monica Bellucci ed Elena Sofia Ricci, confermando il suo ruolo di protagonista nell’arte orafa contemporanea.
L’arte di Gerardo Sacco nasce da un profondo legame con la sua terra, un crocevia di culture e tradizioni che si riflettono nei suoi lavori. Il Mediterraneo, con le sue leggende, i miti della Magna Grecia e i colori caldi dei tramonti sul mare, è fonte inesauribile di ispirazione. I suoi gioielli si trasformano in vere e proprie narrazioni, dove maschere apotropaiche, simboli di protezione e fortuna, si intrecciano con perle, pietre preziose e metalli nobili per dare vita a pezzi unici, carichi di fascino e significato. Ogni creazione è un omaggio all’unicità, un incontro armonioso tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
La “bottega” di Gerardo Sacco rappresenta il cuore pulsante dell’intero progetto artistico. Qui, mani esperte e appassionate danno forma a manufatti che sono il risultato di un’attenta ricerca e di una sapienza artigianale che si tramanda di generazione in generazione. La minuziosità con cui vengono selezionati i materiali, la precisione delle lavorazioni, l’attenzione al dettaglio raccontano una storia di dedizione e amore per l’arte orafa. La sfida di Sacco è stata sempre quella di valorizzare e tutelare la tradizione manuale, arricchendola però con l’uso di tecnologie all’avanguardia, capaci di innovare senza mai tradire l’essenza stessa del lavoro artigianale.
L’equilibrio tra l’antico e il moderno è ciò che caratterizza la ricerca artistica di Gerardo Sacco, che si pone come esempio emblematico dell’“Artigiano del Futuro”. Un maestro capace di coniugare la sapienza di un mestiere antico con una visione creativa e contemporanea del Made in Italy, facendo convivere competenze manuali con strumenti digitali e tecnologici. Il risultato sono gioielli raffinati, innovativi e sempre portatori di un valore culturale ed estetico profondo.
In questo modo, Gerardo Sacco ha saputo trasformare l’arte orafa in un linguaggio universale, capace di raccontare storie millenarie e di emozionare chiunque entri in contatto con le sue creazioni. Ogni gioiello è un piccolo capolavoro che coniuga originalità, tecnica e sensibilità artistica, testimonianza concreta di come l’eccellenza artigianale italiana possa vivere nel presente e guardare al futuro con rinnovato entusiasmo e prestigio.
Contatti
Gerardo Sacco & C. S.r.l. – Via Antonio De Curtis, 2 88900 Crotone customer@gerardosacco.com
Lucio Picone nasce a Frasso Telesino, in provincia di Benevento, e nel 1970 si trasferisce in Toscana insieme alla famiglia, dando inizio a un percorso di vita e lavoro che lo avrebbe portato a diventare uno dei più apprezzati artigiani calzaturieri italiani. Fin da giovanissimo, a soli quindici anni, Lucio entra nel mondo della calzatura lavorando in un calzaturificio a Monsummano Terme, centro storico e rinomato per la sua tradizione manifatturiera nel settore. Qui inizia una lunga esperienza di formazione, fatta di impegno, pazienza e passione, che gli permette di acquisire le competenze tecniche necessarie per trasformare una semplice scarpa in un’opera d’arte.
Dopo oltre trent’anni di lavoro e di perfezionamento, Lucio riesce a realizzare un sogno coltivato a lungo: aprire una bottega artigianale tradizionale a Pieve a Nievole, nel cuore della provincia di Pistoia, dove può esprimere liberamente la sua creatività e mettere a frutto tutta la sua esperienza. Questa bottega diventa ben presto un punto di riferimento per una clientela esigente e raffinata, che include personaggi di rilievo provenienti dal mondo dello sport e dello spettacolo. Grazie alla qualità delle sue creazioni e alla meticolosità con cui segue ogni fase della lavorazione, Lucio si afferma come uno dei migliori artigiani calzaturieri in Italia.
Il successo di Lucio Picone non è solo frutto di esperienza, ma anche di una costante ricerca tecnica e stilistica. Egli ha scelto di non accontentarsi della produzione industriale, prediligendo metodi tradizionali e manuali come le lavorazioni Goodyear e Norvegese, riconosciute a livello internazionale per la loro durata e comodità. In particolare, la lavorazione Norvegese, con le sue cuciture esterne a treccia e a punto lineare, conferisce alle scarpe una caratteristica estetica ricca e un’eccezionale resistenza. Ma Lucio non si limita a replicare tecniche classiche: ha ideato personalmente una tecnica innovativa che arricchisce l’aspetto esterno delle calzature unendo piccole strisce di pelle e spago in una sorta di ricamo, rendendo ogni paio di scarpe un pezzo unico, riconoscibile e originale.
Lucio Picone è un vero artista perché controlla con attenzione ogni dettaglio del processo produttivo: dalla scelta dei materiali, selezionando solo pellami di altissima qualità, ai colori, che consiglia personalmente ai suoi clienti per ottenere abbinamenti eleganti e armoniosi. Questa cura artigianale gli permette di offrire scarpe su misura, completamente realizzate a mano, capaci di coniugare stile classico, comfort e robustezza. Le sue creazioni sono pensate per accompagnare chi le indossa in ogni momento della vita quotidiana, dal lavoro al tempo libero fino alle occasioni più formali e cerimoniali.
La bottega di Lucio Picone è quindi molto più di un semplice laboratorio: è un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, dove la passione per l’arte della calzatura si trasforma in pezzi di eccellenza artigianale. Grazie alla sua dedizione, alla ricerca continua e all’amore per il mestiere, Lucio ha saputo costruire un’attività solida e riconosciuta, incarnando l’ideale dell’artigiano moderno che valorizza il lavoro manuale e la qualità sopra ogni cosa. La sua storia è la testimonianza di come talento, esperienza e passione possano trasformare una professione in un vero e proprio atto creativo e artistico.
Contatti
Lucio Picone – Via Matteotti, 22 51018 – Pieve a Nievole (PT) Tel. +39 338 7510156
Sandro Bastioli nasce a Spoleto nel 1949 e scopre presto l’inclinazione al disegno, che lo accompagna fin dall’infanzia. Dopo un periodo in Svizzera, si trasferisce a Milano dove perfeziona le sue capacità pittoriche sotto la guida del Prof. Cino Balleri alla Libera Accademia di Pittura di Bovisio Masciago. La sua prima produzione artistica spazia dai nudi femminili ai paesaggi umbri, fino alle nature morte di chiara ispirazione caravaggesca, con le quali inizia a farsi conoscere al pubblico.
Nel 1977 espone le sue prime opere in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, per poi allestire personali a Milano, Torino e Lecce, dove vince il Premio Martinez. Seguiranno numerose esposizioni a livello nazionale, da Gabicce a Gualdo Tadino, da Rieti a Roma, dove nel 1990 partecipa alla “Settimana degli Umbri a Roma” ottenendo un riconoscimento ufficiale. La sua ricerca artistica si evolve e, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, abbandona gradualmente i soggetti vegetali per concentrarsi sulla materia: pietre scavate, ciottoli levigati, superfici marmoree e muri antichi diventano protagonisti della sua pittura.
Il passaggio al linguaggio materico rappresenta una svolta definitiva. I nudi si trasformano in statue, i frutti in frammenti di roccia, fino a scomparire completamente nella produzione più matura. La materia diventa centro di una riflessione estetica ed esistenziale che si concretizza in uno stile geometrico, essenziale, ma emotivamente denso. Espone a New York nel 2000 presso “La MaMa Gallery”, inaugurando la stagione culturale dello storico spazio fondato da Ellen Stewart. Seguono mostre a Schwetzingen (Germania), Marsciano, Oslo e ancora a Roma, Spoleto e Vigevano. Le sue opere vengono apprezzate anche da critici e riviste di settore, tra cui Artribune, che gli dedica una copertina per la mostra “Spoleto Contemporanea” nel 2016 al Museo d’Arte Moderna di Spoleto – Palazzo Collicola.
Nel tempo, Sandro Bastioli ha saputo costruire un percorso coerente e profondo, in cui la tecnica raffinata si coniuga con una visione poetica della realtà, capace di dare voce al silenzio della materia.
La sua pittura si fonda su un concetto chiave: “Materia”. Non si tratta solo di un riferimento alla sostanza fisica dei soggetti raffigurati, ma di una vera e propria visione artistica che mira a catturare il peso del tempo e la trasformazione impressa dagli eventi sulle superfici. Attraverso la pittura, elementi altrimenti trascurabili o inanimati vengono investiti di nuova importanza, recuperati dal silenzio e restituiti a una dimensione di significato e bellezza.
Ogni oggetto scelto – che sia una parete scrostata, un legno consunto, un metallo arrugginito – viene isolato dal proprio contesto, per essere osservato e interpretato come testimone silenzioso del tempo. I segni lasciati dagli anni diventano trame da decifrare, quasi un codice genetico che l’artista cerca di ricostruire per restituire identità e memoria. Il realismo con cui queste superfici vengono rese non è un esercizio tecnico fine a sé stesso, ma un modo per avvicinarsi all’anima nascosta delle cose.
La luce e l’ombra giocano un ruolo centrale nella costruzione dell’immagine. L’ombra, in particolare, non è solo assenza di luce, ma strumento espressivo che accarezza le superfici, ne esalta la tridimensionalità, suggerisce profondità interiori. Attraverso questo equilibrio, l’artista sembra voler infondere una parvenza di vita ai soggetti, un’eco della loro esistenza.
Il lavoro di Sandro Bastioli si muove quindi su un doppio binario: da una parte l’attenzione al dettaglio e alla tecnica, dall’altra una tensione poetica che cerca il significato dentro ciò che è stato abbandonato, consumato, trascurato. In questa dialettica, la materia non è solo oggetto, ma diventa metafora. Ed è in questa trasformazione che si compie il senso più profondo della sua arte.
Contatti
Sandro Bastioli vive ed espone a Spoleto in via Fontesecca 13
A poco più di 50 chilometri da Roma, in quella fascia di terra tra i Castelli Romani e la Valle del Sacco, ha preso forma uno dei più sorprendenti casi di successo del mondo enogastronomico italiano. Si chiama Mirko Giannella, è cresciuto a San Cesareo, e in pochi anni è diventato uno dei più grandi tagliatori di prosciutto crudo a coltello al mondo. Un cortador professionista riconosciuto a livello internazionale, che ha saputo trasformare una passione familiare in un mestiere d’eccellenza, oggi al centro del suo ambizioso progetto imprenditoriale: Jamón Experience.
Mirko nasce da una famiglia di macellai. Il suo imprinting arriva dal nonno, che preparava i salumi e affettava il prosciutto rigorosamente a mano: lunghe fette sottili che raccontavano un sapere antico. È così che nasce il suo amore per il crudo, ma anche per il coltello. Inizia a lavorare giovanissimo, a 19 anni, tra salumerie e negozi di paese, senza mai smettere di affinare il gesto, di studiare, di osservare. A folgorarlo definitivamente è la tecnica spagnola, quella dei cortadores de jamón, veri e propri artisti della lama che tagliano in piccoli frammenti il pregiato Pata Negra, valorizzandolo con maestria.
Autodidatta, Mirko si forma seguendo i tutorial della celebre cortadora iberica Miriam Lopez Ortega, fondatrice del blog JamónLovers. Apprende da video, perfeziona dal vivo, sperimenta ogni giorno su prosciutti italiani e jamón iberici. “I piccoli pezzi di crudo danno il giusto valore al prodotto – racconta – si spalmano sul palato, offrono un equilibrio tra magro e grasso, e rendono ogni assaggio un’esperienza sensoriale”.
Nel giro di pochi anni arrivano i riconoscimenti: nel 2018 vince la gara di taglio a mano a Salumi da Re, organizzata da Gambero Rosso e Antica Corte Pallavicina a Polesine Zibello. Seguono masterclass, eventi e corsi in tutta Italia. Ma è nel 2021 che conquista la scena internazionale, trionfando a Madrid al primo Concorso Internazionale di Taglio del Prosciutto Iberico. L’anno dopo vince due premi al Salón Gourmets come miglior cortador e per il piatto più creativo, diventando il primo straniero a superare gli spagnoli nella patria del jamón.
Sull’onda dei successi, Giannella fonda Jamón Experience, un progetto che rivoluziona l’idea di prosciutto nel mondo della ristorazione. Nel 2022 apre il suo laboratorio a San Cesareo, 40 metri quadri dedicati esclusivamente al taglio a coltello e confezionamento sottovuoto di jamón iberici e crudi italiani di altissima qualità. L’obiettivo è offrire un prodotto già tagliato e pronto all’uso, in porzioni omogenee, che mantenga inalterate estetica e sapore grazie a un sottovuoto eseguito con perizia e attenzione.
“Il sottovuoto è il sistema più congeniale per i ristoratori – spiega – perché garantisce un food cost preciso, azzera gli sprechi, elimina la necessità di un cortador fisso in loco, ed è immediato da servire. Basta immergere la busta in acqua tiepida per 30 secondi: le fette si staccano come appena tagliate”.
Oggi Mirko Giannella è cortador ufficiale per alcune delle più rinomate aziende di jamón spagnolo – tra cui MIO, Beher, Arturo Sánchez, Fisan – e di crudi italiani d’eccellenza come la Cinta Senese di Renieri, il Nero di Calabria di Franco Simone e l’Antico Nero di Paolo Tanara. Organizza corsi di formazione professionale, degustazioni, eventi privati e masterclass con altri campioni del settore, come il cortador spagnolo Alvaro Diezma, vincitore del titolo nel 2020. Collabora con ristoranti per la realizzazione di vere e proprie carte dei prosciutti, partecipa a fiere di settore come Tuttofood a Milano, e guida un team affiatato di giovani collaboratori, contribuendo alla nascita di una nuova generazione di professionisti del taglio.
Per Giannella, il mestiere del tagliatore è anche una missione culturale. “Un cortador deve amare il proprio lavoro e il prodotto su cui opera. Il rispetto dell’animale passa anche dalla valorizzazione del suo sacrificio. Tagliare bene significa onorare quella vita, evitando sprechi, esaltando il sapore, donando bellezza e senso”. La sua tecnica non è spagnola o italiana: è corretta. L’unica che permette di ottenere il massimo rendimento, di esprimere l’equilibrio tra magro e grasso, di comporre piatti coreografici che uniscono estetica e sapore.
Oggi, con l’apertura del nuovo punto vendita a Colle La Noce, a due passi dall’autostrada Roma-Napoli, Jamón Experience è diventato il riferimento per gli appassionati di prosciutto crudo. Un luogo dove acquistare jamón iberico di altissima gamma, prosciutti italiani selezionati, confezioni pronte all’uso e, soprattutto, entrare in contatto con la cultura del taglio professionale. Un piccolo tempio del crudo, nato dal talento e dalla determinazione di un ragazzo dei Castelli Romani.
Mirko Giannella non ha solo fondato un’attività. Ha creato un nuovo mestiere, ha portato in Italia una cultura antica e l’ha fatta propria, con umiltà e ambizione. E oggi è tra i pochi al mondo in grado di raccontare un prosciutto prima ancora che con le parole, con un coltello.
Contatti
Mirko Giannella Jamón Experience – Via Colle del Noce, 9, 00030 San Cesareo RM
Telefono: 389 191 9686
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Angela Fiorini è diventata, quasi suo malgrado, un punto di riferimento per chi cerca la pasta fresca più buona nei dintorni di Roma. Il suo laboratorio artigianale, “Meraviglie in Pasta”, si trova a Zagarolo, in provincia di Roma, e da anni attira appassionati e curiosi da tutta la regione. La fama è arrivata col tempo, passo dopo passo, grazie al lavoro quotidiano, alla qualità eccellente dei prodotti e a una passione per l’arte bianca che si sente al primo assaggio. I ravioli ricotta e spinaci sono ormai un piccolo culto tra gli estimatori, ma basta affacciarsi al banco per capire che ogni pasta qui racconta una storia: quella di una famiglia unita e laboriosa che ha scelto di investire nel territorio e nella tradizione, con coraggio e amore autentico.
Tutti la chiamano “mamma Angela”, anche chi non la conosce da tempo. È lei il cuore pulsante di questa realtà artigianale, sostenuta dalle sue tre figlie – Valentina, Eleonora e Beatrice Eugani – e dalla piccola nipote Irene, che cresce tra sfoglie e sorrisi. Un lavoro collettivo, costruito nel tempo con dedizione, precisione e spirito di sacrificio. Le figlie sono a loro volta abili pastaie, formate alla scuola di casa, quella fatta di gesti precisi e ricette tramandate a voce. Il risultato è una pasta che profuma di casa e di territorio, ma che non rinuncia a innovare: ogni prodotto è realizzato con tecnica impeccabile, sfoglia sottile e ruvida al punto giusto, ripieni soffici e saporiti, sempre freschissimi.
Il segreto di Meraviglie in Pasta sta nella morbidezza, un tratto distintivo che attraversa tutta la produzione, affiancato dalla scelta rigorosa delle materie prime. Uova di galline allevate a terra, farine macinate a pietra, olio extravergine d’oliva di qualità: tutto è pensato per valorizzare il sapore genuino e naturale dei piatti. Il nuovo negozio, attualmente in preparazione, aprirà nel prossimo autunno. “Speriamo in tempo per la Sagra dell’Uva, un evento importantissimo qui a Zagarolo”, racconta Angela, con lo stesso entusiasmo di sempre. Per l’occasione, sono stati creati ravioli speciali a base d’uva e salsiccia, oppure ripieni con tordo matto, una preparazione tipica della zona a base di carne equina speziata. Ricette che raccontano il territorio in modo autentico e gustoso.
La produzione spazia dai ravioli ai quadrucci, passando per gnocchi lunghi a “coda de soreca”, una pasta povera fatta solo di acqua e farina, perfetta condita con sughi semplici ma intensi, come olive nere e tonno fresco. Non mancano i grandi classici come cannelloni, tortellini e lasagne, né le ricette pronte da infornare: crespelle, rotoli di ricotta e spinaci, timballi. La cucina è sempre attiva per rispondere anche alle esigenze di chi non vuole o non può cucinare a casa ma non intende rinunciare alla bontà di un piatto fatto con amore e competenza.
A luglio 2024, la FIEEA – Federation International Excellences Edible Art – ha nominato Angela Fiorini delegata regionale per la pasta artigianale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la sua competenza, ma anche la dedizione instancabile e la visione che ha saputo trasmettere alla sua famiglia e a tutto il territorio. “Un risultato straordinario”, ha commentato la sindaca di Zagarolo, Emanuela Panzironi, “che porta il nome di Angela e quello di Zagarolo in tutta Italia”. Un traguardo che non cambia però la sostanza: ogni giorno, Angela e le sue figlie continuano a lavorare con le mani in pasta, come all’inizio, con la stessa passione e lo stesso rigore.
La storia di Meraviglie in Pasta nasce, come molte storie italiane, da una scelta coraggiosa. Quando un piccolo laboratorio di pasta all’uovo stava per chiudere, Angela e Valentina decisero di rilevarlo. Un gesto quasi impulsivo, ma radicato in una tradizione familiare solida, nutrita di valori ciociari, rispetto per la terra e amore per la cucina. Quel gesto si è trasformato in un’impresa: oggi Meraviglie in Pasta è una bottega cult, apprezzata ben oltre i confini del comune, celebrata in TV e sulla stampa gastronomica, protagonista anche di una rubrica fissa su Alice, la rivista di cucina dove Angela racconta ricette, trucchi e storie.
I ravioli al tordo matto, quelli all’uva, il raviolio all’extravergine, i ravioli alla carbonaraa, alla gricia e alla amatriciana. Classici intramontabili della cucina del Lazio, reinterpretati in forma di ripieno con equilibrio e maestria, che diventano così una vera e propria esperienza gustativa. Per valorizzarli al meglio, l’artigiana di Zagarolo suggerisce di servirli con un condimento semplice, che non copra ma esalti i sapori decisi della farcitura: un filo di olio extravergine a crudo con una grattugiata di pecorino, oppure un leggero soffritto di aglio, olio e peperoncino. Per i ravioli all’amatriciana, anche qualche pomodorino fresco può completare il piatto con una nota di dolcezza e colore. Idee semplici che nascono dall’esperienza quotidiana e dalla conoscenza profonda delle materie prime, per portare in tavola piatti autentici, sorprendenti nella loro essenza più vera.E poi ci sono le varianti più creative, come i ravioli ripieni di carne affumicata di maiale e mela, o quelli al pistacchio e menta.
Ognuno racconta qualcosa di sé, di un territorio, di un’idea. E Angela non si limita a venderli: li racconta, li spiega, suggerisce come cuocerli al meglio. Lo fa con entusiasmo, con competenza, con una passione che si legge negli occhi e si sente nelle parole. Basta starla a sentire per avere l’acquolina in bocca, ancora prima di assaggiare.
Contatti
Meraviglie in Pasta – via valle del formale, 61, 00039 Zagarolo RM
Chi ama il buon cibo, chi non si accontenta e cerca sempre la qualità vera, quella fatta di sapori autentici, ingredienti genuini e accoglienza sincera, trova nella Salumeria Paciotti un punto di riferimento solido e riconoscibile. Situata nel cuore del quartiere Trionfale, a Roma, in via Marcantonio Bragadin 51/53, questa storica bottega è da anni sinonimo di eccellenza gastronomica italiana, proposta con una cura che si tramanda di generazione in generazione.
Stefano Paciotti e la sua famiglia portano avanti ogni giorno un lavoro fatto di passione, attenzione e profondo rispetto per i prodotti. Nulla viene lasciato al caso: ogni salume, ogni formaggio, ogni specialità presente nei banchi della salumeria è frutto di una selezione attenta e rigorosa. L’obiettivo è sempre lo stesso: offrire solo il meglio, mantenendo intatti freschezza e gusto degli ingredienti. Il risultato è un’esperienza di acquisto che va ben oltre il semplice gesto quotidiano: è un viaggio nei sapori più autentici d’Italia, guidato da chi conosce a fondo ciò che propone e ama profondamente questo mestiere.
Da Paciotti Salumeria è possibile trovare una ricca varietà di affettati e insaccati di alta qualità, tutti rigorosamente privi di derivati del latte e senza glutine. Una scelta precisa e consapevole, pensata per garantire a chiunque – senza eccezioni – il piacere di gustare il meglio della tradizione gastronomica italiana, anche seguendo regimi alimentari specifici. Una qualità accessibile a tutti, senza rinunce.
Entrare nella salumeria significa immergersi in un mondo di profumi e sapori che raccontano storie, territori e tradizioni. Superato l’arco dei prosciutti crudi di Parma e San Daniele D.O.P., si apre uno spazio familiare e accogliente, dove il tempo sembra rallentare e ogni consiglio diventa un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo. Dai salumi rari ai formaggi a latte crudo stagionati nelle malghe, fino ai prodotti sott’olio realizzati secondo metodi antichi, ogni referenza racconta un lavoro fatto con serietà e competenza. Ma la Salumeria Paciotti non è soltanto salumi e formaggi. È anche un punto vendita specializzato in eccellenze alimentari italiane: conserve artigianali, pasta di grano duro trafilata al bronzo, oli extravergini di oliva selezionati, vini del territorio e tante altre specialità regionali.
Tutti prodotti che portano in tavola l’Italia più autentica, fatta di tradizioni vive, sapori veri e mani esperte. Ogni prodotto racconta una storia, e ogni consiglio dato dietro al bancone è parte di un percorso che unisce cibo, cultura e passione.
A rendere tutto ancora più speciale è la professionalità dello staff. La cordialità di Stefano e dei suoi collaboratori è parte integrante dell’esperienza. Ogni cliente viene accolto con il sorriso e con quella tipica simpatia romana che fa sentire subito a casa. L’acquisto diventa così un momento di condivisione, di ascolto, di scambio. Non si entra solo per comprare, ma anche per chiacchierare, imparare, scoprire. È questo che crea un legame forte e duraturo con chi sceglie questa salumeria.
La Salumeria Paciotti non è soltanto un luogo dove acquistare eccellenze. È uno spazio dove riscoprire il significato profondo della qualità, ricevere consigli da chi conosce a fondo ogni prodotto, portare a casa non solo ottimo cibo, ma un frammento autentico d’Italia. Una realtà fatta di passione, accoglienza e tanto, tantissimo gusto. La famiglia Paciotti accoglie ogni giorno con entusiasmo chi desidera vivere un’esperienza gastronomica vera, fondata sui valori della tradizione e della qualità.
Contatti
Via Marcantonio Bragadin 51/53 a Roma. Tel.: 0639733646
In ogni pagnotta che esce dal suo forno, in ogni brioche col tuppo che lievita pazientemente dietro il vetro del laboratorio, c’è una storia. Una storia che sa di farina e d’amore, di sudore e memoria, di mani sapienti che non hanno mai dimenticato da dove vengono. È la storia di Tommaso Cannata, panificatore messinese, maestro dell’arte bianca e custode orgoglioso di un patrimonio che ha scelto non solo di tramandare, ma di rinnovare con visione, passione e coraggio.
Nato a Messina nel 1964, figlio e nipote di panificatori, Tommaso cresce tra sacchi di farina e lievito che respira come ossigeno. Fin da bambino osserva suo padre all’opera, ne assorbe i gesti, l’etica, la dedizione. E capisce che quell’arte è molto più che un mestiere: è una missione. Una strada tracciata con il cuore, fatta di albe silenziose e di forni accesi, che diventa eredità, identità, futuro.
Insieme alla moglie Nicoletta e ai figli Salvatore e Chiara, Tommaso rappresenta oggi la quarta generazione della famiglia Cannata. E con loro ha dato vita, nel 2012, a un sogno concreto: il Cannata Sicilian Bakery, il primo bakery bistrot di Messina. Ma non un panificio qualunque. È un luogo dove il pane torna protagonista, dove il profumo della tradizione incontra l’eccellenza della ricerca, dove ogni impasto è fatto solo con grani antichi siciliani e lievitato con il lievito madre “Turi”, chiamato così in omaggio al padre e al figlio Salvatore.
Turi è più di un lievito. È una creatura viva, curata con amore da decenni, tramandata come un bene prezioso. È l’anima di un pane che parla di passato ma guarda lontano. Come Tommaso, che da sempre porta avanti una battaglia silenziosa ma potente: quella per la riscoperta, la valorizzazione e la comunicazione dell’agrobiodiversità siciliana.
È per questo che Cannata è anche co-fondatore dell’associazione Simenza, realtà che riunisce agricoltori, artigiani e studiosi per proteggere e promuovere i semi contadini della Sicilia. Semi veri, autentici, non geneticamente modificati, coltivati con rispetto per la terra e per le persone.
Nel panificio di Tommaso, ogni prodotto ha una storia e una scelta dietro: farine integrali da chicco intero, niente farine raffinate, nessuna scorciatoia. Solo genuinità, tempo, cura. Le sue focacce gourmet erano già un’innovazione negli anni ’90, quando ancora la panificazione moderna era agli albori. E oggi lo sono ancora di più, perché raccontano una Sicilia che osa, che innova, che si mette in discussione.
Tra le sue creazioni più amate, spiccano la focaccia messinese e il celebre pitone (ripieno di scarola, acciughe e tuma), ma anche gli arancini, rivisitati con farine di grano antico e riso locale: nasce così “l’arancinu”, simbolo di un’identità che evolve senza mai snaturarsi.
Nel 2019 Tommaso decide di portare la sua visione anche oltre lo Stretto. Lo fa scegliendo la città simbolo del cambiamento italiano: Milano. Qui apre Cannata Sicilian Bakery in Corso Indipendenza, un panificio moderno con caffetteria e laboratorio a vista, che porta nella capitale del design e della moda tutto il calore, il gusto e la verità della sua Sicilia. Qui tutto parla della sua terra: le forme, i profumi, le farine, i nomi, perfino l’arredo, realizzato con materiali naturali e dettagli artigianali.
La Sicilia di Tommaso a Milano si sente e si vede. Ed è proprio a Milano che nasce anche il progetto “I Compari”, una collaborazione con l’imprenditore Antonio Longhi, che unisce tradizione e imprenditorialità, territorio e innovazione, sotto il claim “Sicily for life”. Un messaggio chiaro e deciso: non è la Sicilia del folclore, ma quella che lavora, che crea, che esporta cultura alimentare con orgoglio e competenza.
Tommaso mette la sua faccia in ogni progetto. E lo fa con umiltà e coerenza. Si definisce un “messinese doc”, ma è prima di tutto un uomo che ha saputo trasformare un mestiere antico in un linguaggio universale. Le sue brioche col tuppo, realizzate con farine Petra Bio 1010 e Petra Evolutiva, sono un inno alla diversità agricola italiana. Ogni scelta, ogni ingrediente, ogni forno acceso raccontano una filosofia di vita: la qualità come atto politico, la lentezza come valore, il pane come cultura.
Tommaso Cannata è molto più di un bakery chef. È un narratore, un portavoce, un riferimento per chi crede che il pane non sia solo cibo, ma atto di memoria, bellezza e resistenza. I suoi laboratori sono luoghi vivi, in cui si intrecciano saperi, tecniche, storie. E anche Milano, grazie a lui, ha imparato a respirare il profumo della Sicilia più autentica.
La sua famiglia lo accompagna in ogni passo: Nicoletta, compagna di vita e d’impresa, Chiara e Salvo, testimoni di una continuità che non è semplice eredità, ma scelta consapevole. Insieme tengono acceso un forno che non brucia mai, ma che scalda il cuore di chi crede ancora nei sapori veri e nei sogni impastati a mano.
Oggi, Tommaso Cannata è uno dei volti più credibili e appassionati del panorama artigianale italiano. Il suo nome è garanzia di qualità, tradizione e innovazione. La sua è una Sicilia che non si racconta con le parole, ma con i gesti, con il profumo di una focaccia appena sfornata, con l’accoglienza di una brioche calda all’alba, con la fermezza di chi ha scelto di restare se stesso, ovunque vada.
Il suo pane è buono perché è vero. E racconta una storia che ha il sapore eterno delle cose fatte con amore.
In un mondo dove troppo spesso il cibo è standardizzato, replicato, e privo di anima, c’è chi ancora costruisce un prodotto un’idea alla volta, con la dedizione di un artigiano e la mente di un ricercatore. Stefano Ferrara, gelatiere da oltre venticinque anni, è questo: uno sperimentatore del gusto, un alchimista moderno, un innovatore con un’attenzione specifica alla salute e al benessere.
Ferrara, dopo numerose esperienze nel campo della gelateria prima con Pinguino Gelateria Naturale e poi con GelatoLab, arriva a fondare nel 2024 Formaessenza, un nuovo laboratorio a vista e punto vendita che funge anche da centro di ricerca di nuove tecniche e nuove materie prime, finalizzate alla produzione di un gelato gustoso e funzionale. L’attenzione alla salute non è solo una tendenza, ma un principio fondante del suo lavoro.
Da oltre quindici anni Ferrara studia ingredienti naturali e zuccheri alternativi, come quello integrale di cocco, con l’obiettivo di ridurre gli zuccheri aggiunti e creare un prodotto adatto a tutti, senza rinunciare al piacere. Da Formaessenza viene proposta una nuova visione del gelato attraverso nuove forme e metodi di consumo del gelato: come il barattolo. “La mia filosofia sul gelato – racconta Stefano – è quella uscire dal concetto del tradizionale, per dargli il valore di un dolce importante con contaminazioni da parte della pasticceria.
Vincolare la qualità del prodotto ai limiti segnati dal prezzo di un cono da passeggio è secondo me troppo stringente per puntare a materie prime di eccellenza”.
Ferrara ha , quindi, declinato le sue conoscenze e competenze in 6 linee di prodotto con diverse texture, conistenze e sapori: nascono così i “Lovers”, torte semifredde della tradizione o contemporanee, gli “Spiritoso” gusti divertenti per chi ama i bouquet alcolici, i “Must Have” i gusti di cui nessuno può fare a meno, i “Quintaessenza” i gusti di cui nessuno può fare a meno, i “Gelaveg” la linea 100% vegana, e i “Kelato” un gelato ipocalorico e totalmente privo di zuccheri, adatto ai regimi dietetici chetogenici in collaborazione con il nutrizionista prof. Flavio De Gregorio.
Oltre a questi si aggiungono anche “I-Conico”, un cono gelato senza vuoti e riempito con 5 diverse consistenze che si alternano dalla cima al fondo e “Diametro 7”, nuova interpretazione del biscotto. Un numero che oltre a far riferimento al diametro dei due dischi circolari utilizzati, si rifà all’idea pitagorica del 7 come simbolo di evoluzione e cambiamento. Tre sono i diversi gusci che Ferrara ha studiato: biscotto frolla, biscotto savoiardo e brioche, in modo da avere diverse consistenze al morso.
Stefano Ferrara ha inoltre collaborato con chef e pasticceri, approfondendo tecniche di cottura a bassa temperatura, fermentazioni e ossidazioni, portando innovazione nel settore.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre Coni del Gambero Rosso, il premio come Miglior Cioccolato d’Italia e il premio a Formaessenza ome miglior nuova gelateria alle Puntarelle d’Oro 2025. Tutti i prodotti sono privi di coloranti, emulsionanti, stabilizzanti o conservanti artificiali. Solo ingredienti naturali, selezionati con cura, seguendo le stagioni. Stefano Ferrara non vende solo gelato: offre un’esperienza e Formaessenza non è solo il nome della sua gelateria, è il suo manifesto.
La forma cambia, l’essenza resta.
Formessenza si trova a Roma in via Enrico Fermi 102/104, Stefano Ferrara Gelateria Via F.Cilea 244/246, Roma.
Tra le strade di Canicattì, nel cuore dell’Agrigentino, c’è una bottega che profuma di Sicilia autentica. La Macelleria Giardina non è solo un negozio di carne: è un luogo in cui si respira tradizione, ricerca e passione. Gianni Giardina, classe 1978, è il macellaio che ne porta avanti il nome, con l’orgoglio di chi fa parte di una famiglia che da tre generazioni si dedica a questo mestiere. Con le mani esperte, l’approccio artigianale e la mente sempre aperta alla sperimentazione, Gianni ha saputo trasformare una bottega di quartiere in un punto di riferimento per gli amanti della carne di qualità, tanto da essere scelto anche da grandi chef, come Pino Cuttaia, che si affida a lui per selezionare i tagli migliori da portare in cucina.
Gianni ha cominciato presto: aveva solo sette anni quando ha iniziato ad affiancare il padre tra i banchi della macelleria. A dieci ha eseguito il suo primo disosso. Dopo gli studi e il servizio militare, ha frequentato la Scuola di Macelleria di Nocera, diplomandosi con ottimi voti. Poi è volato negli Stati Uniti, a New York, per imparare nuove tecniche di taglio e affinare le sue competenze sul barbecue. Al ritorno, ha deciso di rivoluzionare l’attività di famiglia, aprendo nel 2009 un secondo punto vendita dedicato in particolare ai salumi, agli stagionati e alle frollature lunghe. Oggi è anche docente in scuole private, dove insegna trasformazione e conservazione naturale, ed è uno dei fondatori della Nazionale Italiana Macellai, di cui è vicepresidente.
Il suo lavoro parte sempre da una scelta precisa: valorizzare gli animali allevati allo stato brado, senza uso di antibiotici, in Sicilia. Sceglie razze autoctone, come la Cinisara o la Comisana, che vive libere nei pascoli siciliani, alimentandosi con foraggi naturali e mangimi vegetali, no OGM. Secondo Gianni, queste carni hanno un sapore unico e una fibra dolce, perché sono figlie del territorio. Non si tratta di migliori o peggiori, semplicemente sono diverse e per questo meritano di essere conosciute e difese. Segue tutta la filiera: dalla nascita degli animali alla loro alimentazione, fino alla macellazione, al taglio e alla frollatura. Quest’ultima è una fase fondamentale: da un minimo di trenta giorni a un massimo di quarantacinque, con controlli rigorosi del pH per garantire sicurezza, tenerezza e gusto.
Entrando nella sua macelleria si viene accolti da un banco frigo che mescola sapori del mondo con eccellenze locali. Ma sono proprio i salumi e le carni siciliane a raccontare meglio la sua visione. Capocolli, pancette, mortadelle di Cinisara, speck siculo, prosciutti di suino locale: ogni prodotto è il risultato di una lavorazione artigianale precisa, fatta senza fretta, con attenzione alla materia prima. Non si tratta solo di “produrre”, ma di dare identità a un sapore, raccontare una storia. Come quella del prosciutto di pecora, una delle sue creazioni più conosciute, che Gianni realizza con un procedimento complesso ma naturale. Si parte da pecore “strippotte”, cioè che non hanno mai avuto gravidanze: la loro carne ha un grasso più dolce e abbondante. Dopo l’aromatizzazione e la salamoia, il prosciutto viene cotto a vapore e poi abbattuto in positivo per eliminare ogni carica batterica. Il risultato è un prosciutto dal colore rosa intenso, profumato, morbido, con un gusto che rimanda immediatamente alla Sicilia, all’agnello alla brace, ai formaggi ovini, alla campagna.
Ma Gianni non si limita ai salumi. Ama recuperare anche il cosiddetto quinto quarto, le parti meno nobili degli animali che diventano base per piatti della tradizione siciliana come la robba cotta, la stigghiola, il mussu o la gelatina di maiale. Una cucina popolare, vera, che racconta la storia del territorio e delle persone. La sua filosofia è semplice ma concreta: dare valore a ciò che già esiste, rispettare i tempi della natura, non forzare nulla, puntare sulla qualità senza compromessi. Negli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 2019 è stato nominato “Best in Sicily” per la migliore macelleria, nel 2021 la Nazionale Italiana Macellai si è classificata seconda agli Europei in Francia e ha vinto il premio del pubblico, mentre nel 2022 Gianni è stato premiato come campione mondiale di disosso al World Butcher’s Challenge di Sacramento. Successi che non gli hanno mai fatto perdere il contatto con le sue radici. Ogni giorno, infatti, lo si può trovare dietro il banco, a tagliare, frollare, spiegare, consigliare. A chi entra in negozio per comprare una braciola, Gianni racconta come cuocerla, quale vino abbinarci, da dove arriva quell’animale.
La sua non è solo una macelleria, è un presidio culturale. In un mondo che va veloce, in cui spesso si perde il legame con la terra, il lavoro di Gianni Giardina è un invito a rallentare e riscoprire il valore del cibo, quello vero, fatto con le mani, con pazienza e con amore.
A Canicattì, tra le colline siciliane, c’è ancora chi lavora come una volta, ma con lo sguardo rivolto al futuro. E non è un caso se anche i grandi chef passano da lui. Perché quando la qualità è frutto di un sapere autentico, la strada giusta si trova sempre. Anche se parte da un piccolo laboratorio, tra le vie della provincia.
Salvo Cravero è uno chef con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, che ha fatto della cucina non solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Nato nel 1977 in Molise, si è poi stabilito nella Tuscia, terra alla quale è profondamente legato sia dal punto di vista personale che professionale. È proprio in questi luoghi che ha deciso di costruire il suo percorso, mettendo al centro la valorizzazione del territorio, la qualità delle materie prime e un approccio alla cucina che unisce rispetto per la tradizione e voglia di innovare.
Il suo cammino comincia nel 1991, quando si iscrive all’Istituto Alberghiero di Termoli. Da lì, inizia a lavorare come commis e aiuto cuoco in diversi ristoranti e alberghi, maturando le prime esperienze in cucina. Nel 1998 si trasferisce a Viterbo e lavora al Grand Hotel Salus. Proprio qui conosce Sara, che diventerà la sua compagna di vita e sarà anche una figura fondamentale nel suo percorso di crescita professionale.
Nel 2000 entra a far parte della brigata del ristorante Le Sans Souci a Roma, una stella Michelin. Un’esperienza importante che gli permette di lavorare su tutte le partite e di formarsi accanto a grandi professionisti. Dopo questa tappa, ricopre il ruolo di chef in diversi locali di qualità, come L’Antico Bottaro, sempre nella capitale, dove inizia a definire uno stile di cucina sempre più personale e attento ai dettagli. Salvo continua a formarsi, partecipa a corsi di specializzazione e diventa membro di Euro-Toques, l’associazione fondata da Gualtiero Marchesi.
Questo gli dà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei nomi più importanti della cucina italiana e internazionale, e di ampliare la sua visione. Nel 2005, insieme a Sara, apre L’Etoile a Vetralla, un ristorante gourmet che ottiene ottimi riconoscimenti da parte della critica e delle guide gastronomiche. Qui propone una cucina attenta, creativa, ma sempre legata ai sapori autentici del territorio.
Oltre al lavoro ai fornelli, negli anni Salvo comincia anche a portare la sua cucina in televisione, partecipando a programmi come “Cucine d’Italia”, “Panino Amore Mio” su Gambero Rosso Channel e “Ricette all’Italiana” su Rete 4, con Anna Moroni e Davide Mengacci. Questo gli permette di farsi conoscere da un pubblico più ampio e di raccontare il suo modo di fare cucina in modo semplice e diretto. Nel 2018 arriva un incarico di grande prestigio: curare i menù di prima classe per Alitalia, nella classe Magnifica, progetto che lo vede coinvolto anche con Joe Bastianich.
In seguito, riceve l’incarico di ideare il primo menù per la nuova compagnia ITA Airways, sempre per la classe di punta. Due esperienze che lo portano a rappresentare l’eccellenza della cucina italiana a livello internazionale. Nel tempo, Salvo riceve anche importanti riconoscimenti: diventa Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la provincia di Viterbo, e collabora con realtà di valore come il Castello di Semivicoli, della famiglia Masciarelli, produttori di vini di alta qualità. Lavorare in abbinamento con un grande marchio del vino è per lui un’occasione per approfondire la connessione tra cucina e territorio.
Negli ultimi anni, oltre all’attività di chef, si dedica con passione alla formazione. Insegna in scuole prestigiose come la Boscolo Etoile Academy, Coquis e la Gambero Rosso Academy, condividendo con gli studenti non solo ricette e tecniche, ma anche una visione concreta del mestiere, fatta di studio, esperienza e passione. Ha sempre avuto una particolare attenzione per la panificazione e i lievitati, tanto da vincere il premio per il miglior pane nella selezione Centro-Sud del concorso Emergente Sala, ideato da Luigi Cremona. Inoltre, porta avanti una piccola produzione di formaggi caprini a latte crudo, insieme a un amico allevatore tra Roma e Viterbo. È anche molto attivo nei corsi dedicati all’arte bianca, che tiene dal 2020 per professionisti e appassionati. Oggi è alla guida del ristorante Ristòria Pepe Nero a Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena. Un progetto che unisce tradizione e innovazione, cucina di territorio e attenzione alle tecnologie moderne. Il suo obiettivo è raccontare attraverso i piatti la bellezza della Tuscia, usando materie prime locali, tecniche precise e una sensibilità costruita in trent’anni di lavoro.
La sua cucina parte spesso dalla “memoria dell’acqua”: quella dolce del lago e quella salata del Tirreno che bagna le coste non lontane, una fusione che si ritrova nei sapori e nei profumi dei suoi piatti. Salvo crede molto nella condivisione, non solo con i colleghi, ma anche con gli appassionati che vogliono avvicinarsi ai fornelli. Ama trasmettere ciò che ha imparato e farlo in modo pratico, partendo dalla selezione delle materie prime, passando per le tecniche fino al servizio. Tiene regolarmente corsi sulla cucina, sulla panificazione, sulla caseificazione, sempre con l’obiettivo di valorizzare il sapere artigianale e la qualità degli ingredienti. Il suo è un percorso costruito giorno dopo giorno, con dedizione, passione e curiosità. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ma con i piedi ben piantati nella terra che ama: la Tuscia. Una cucina concreta, legata alla realtà, che non dimentica mai le proprie radici ma guarda con attenzione al futuro.
Dario Saltarelli è cresciuto in un mondo fatto di profumi antichi, mani infarinate e sveglie all’alba. Il suo primo ricordo non è quello di un giocattolo, ma di un forno acceso, di una crema calda da girare, di un padre e una madre che impastano amore ogni giorno. Figlio d’arte, erede di una famiglia di panificatori e pasticcieri campani, Dario ha respirato fin da piccolo l’aria del laboratorio, dove la farina non sporca, ma veste di identità.
Trascorre i primi anni di vita a Padova, sua città natale, ma presto, a seguito dei genitori desiderosi di tornare nella terra di origine, si trasferisce a Castelforte , un comune del basso Lazio che gode della magnifica vista sul Golfo di Gaeta. È tra le pareti del laboratorio di famiglia che si forma il suo sguardo, fatto di rispetto per le materie prime, attenzione al dettaglio e una cura quasi religiosa per i tempi di lavorazione. A 14 anni sa già cosa vuole essere: un artigiano, ma con uno sguardo sempre aperto alla sperimentazione. Un percorso costruito giorno dopo giorno, con sacrificio, dedizione e tanto studio, che lo porterà a essere oggi una delle figure più apprezzate nel panorama della pasticceria artigianale italiana.
Terminati gli studi compie la scelta di seguire la sua vera grande passione: esercitare il mestiere appreso da adolescente quando affiancava i grandi maestri depositari dei segreti della pasticciera e pizzeria napoletana.
Apprende l’arte della gelateria italiana da maestri emiliani e siciliani dei quali ne apprezza il loro saper fare, il valore dei costumi del nostro paese e dell’italianità che lo aiuteranno durante l’esperienza professionale all’estero. Fonda l’impresa artigiana sul “sapere tradizionale”, gestendola con l’interesse di preservare l’immenso patrimonio di prodotti alimentari tipici del territorio italiano. Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, la Polakkeria®, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, diffonderne il profumo e il suo sapore originale.
Il suo nome è ormai sinonimo di eccellenza, e i suoi dolci sono diventati ambasciatori di gusto nel mondo. Ma Dario resta profondamente legato alla sua terra, al racconto semplice delle tradizioni, ai sapori che riportano all’infanzia. Il suo successo è anche quello del suo territorio di cui è ambasciatore. Tant’è che ogni singolo prodotto conserva le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare. A questo si aggiunge poi l’accuratezza nel confezionamento. ’
Assioma per i nostri prodotti è l’artigianalità, il fatto a mano, l’unicità e questo principio lo applichiamo anche nella fase di confezionamento degli articoli’ afferma Saltarelli, infatti ogni confezione, scrigno delle sue bontà, viene preparata singolarmente, senza eccezioni, da mani di esperte artigiane.
Tra le sue creazioni simbolo c’è senza dubbio la Polacca, il dolce tipico di Aversa, città normanna fondata nel XI secolo. Ricerche e testimonianze orali ci portano ad affermare che questo dolce tradizionale era d’uso già a metà ’800 in un territorio che comprendeva i fiumi Garigliano e Volturno. Ricordi personali di donne nate a inizio secolo, affiorano con questo dolce battezzato con il nome proprio di “Pizza Doce”.
Essa veniva servita sulle tavole dei contadini di ritorno dai campi di grano, di solito a fine giugno. In quel periodo le amarene, ingrediente essenziale del dolce, raggiungevano la piena maturazione. Le materie prime utilizzate a quei tempi erano la farina molita a pietra, le uova fresche, il latte e la sugna. Tutti di produzione propria, ad eccezione dello zucchero sfuso di taglio grossolano da sembrare pezzi di cristallo. Quest’ultimo si acquistava in piccole botteghe o farmacie e veniva confezionato nei “salvietti”, teli di lino usati per il trasporto a casa. Allora non esistevano ancora gli imballaggi alimentari. La realizzazione seguiva precisi riti tramandati di generazione in generazione. Si preparava l’ impasto da cui si traevano due dischi per foderare uno stampo di rame stagnato e poi la “crema gialla” per il ripieno. L’aggiunta di amarene fresche o candite completavano la farcitura. La cottura avveniva in forni a legna, quasi sempre d’uso comune, dopo aver sfornato le pagnotte di pane. Ci si avvaleva di un foglio di carta bagnato adagiato sulla parte superiore del prodotto per evitarne la bruciatura. Oggi, “la Doriana®”- Torta Polakka è frutto di una personale interpretazione di questo antico dolce campano.
Un lievitato soffice, farcito con crema pasticcera e amarene, dalla forma a mezzaluna e dal gusto che conquista al primo morso. In apparenza semplice, ma in realtà frutto di un lavoro complesso e delicato, che richiede ore di lavorazione e una perfetta armonia tra consistenza e sapore. Dario ne ha fatto una vera e propria opera d’arte: la sua Polacca ha conquistato appassionati, esperti e buongustai, diventando un punto di riferimento per chi cerca la tradizione senza rinunciare all’eccellenza.
Accanto alla Polacca, c’è un altro dolce che racconta perfettamente la filosofia di Saltarelli: la Matrea. “Matrea” è un termine dialettale che significa madre, è un prodotto artigianale con ingredienti scelti, provenienti dal territorio campano. Prodotti di eccellenza quali la Melannurca Campana IGP che dona a questo dolce un profumo delicato. Lasciandosi ispirare dal concetto di filiera corta, il prodotto è stato progettato in occasione del Salone del Gusto Slow Food di Torino 2016. Il logo sintetizza l’dea di Madre Natura in quanto generatrice di vita e simbolo della terra dove ancora oggi vengono adagiate le mele per raggiungere la completa maturazione prima di essere commercializzate.
Il lavoro di Dario è stato premiato in Italia e all’estero con riconoscimenti che attestano la qualità assoluta della sua produzione. Tra i premi più significativi:
2019 Bruxelles – ITQ- The Crystal Taste Award al Panettone Artigianale Classico, il primo al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento Internazionale
2019 Roma -Campidoglio – Premiazione “Le Eccellenze italiane” “Ambasciatore DocItaly per la pasticceria Regione Campania”
2018 Inserimento nella Guida de La Repubblica della prima “Polakkeria® d’ Italia
2018 Bruxelles – iTQi- Riconoscimento Internazionale conferito per il Panettone Artigianale Saltarelli con 3 stelle oro
2018 Partnership ufficiale con la Reggia di Caserta, riconosciuta dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, per la produzione di Grandi Lievitati adornati da manufatti di San Leucio, patria della seta.
2017 Bruxelles – iTQi- Riconoscimento Internazionale conferito per il Panettone Artigianale Saltarelli con 3 stelle oro
2016 (Torino) Primo Premio Miglior Panettone Artigianale d’Italia
Ogni riconoscimento è frutto di una lunga strada fatta di studio e ricerca. Il lievito madre è il cuore pulsante di tutto ciò che produce. È da lì che nascono i suoi panettoni pluripremiati, le colombe pasquali, le brioche e i lievitati da colazione che ogni giorno raccontano una storia di gusto.
Ma forse il riconoscimento più grande è quello del suo pubblico, dei clienti che ogni giorno scelgono di entrare nella sua pasticceria per ritrovare i sapori di casa, o per lasciarsi sorprendere da una nuova creazione. Perché Dario Saltarelli non è solo un maestro pasticcere: è un narratore, un custode di memorie, un ambasciatore di dolcezza.
Dopo anni di duro lavoro e ricerca, nasce RISOINFIORE, un brand che distingue un riso speciale con caratteristiche uniche sul fronte della qualità e sicurezza alimentare. Produttori con vendita diretta a conduzione famigliare, con il supporto pratico dell’azienda di Adolfo Barbonaglia (marito di Paola), presente da TRE generazioni nel mondo agricolo, esclusivamente a coltivazione riso.
Il destino aveva già fatto incrociare le strade delle loro famiglie nel 1935 (vedi foto): la nonna e la bisnonna di Paola erano le mondine del nonno di Adolfo. RISOINFIORE negli ultimi anni si è dedicata, oltre alla coltivazione, anche alla commercializzazione del proprio riso. Quando si parla di riso, generalmente, si è soliti operare una distinzione solo tra riso bianco e riso integrale. Tutto questo perché molto spesso si presta più attenzione alla tipologia di un prodotto che alla qualità dello stesso.
Ecco perché solo raramente si sente parlare di riso a residuo ZERO. “Che il Vercellese sia terra risicola, lo conferma il fatto che il celebre cereale, già nel 1860, venne coltivato per 30mila ettari, primato italiano dell’epoca. Se la storia del riso è quasi millenaria, apprezzato anche da Alessandro Magno, nel VI secolo a.C., quella dell’Azienda RisoInFiore è iniziata dieci anni fa, quando Paola Fiore, sostenuta dall’esperienza di ben tre generazioni dell’impresa agricola del marito, Adolfo Barbonaglia, pensa di creare un riso UNICO fuori dagli schemi tradizionali del mercato.
Nel 2017, il primo raccolto e la prima commercializzazione del prodotto a marchio registrato in Italia ed Europa, 100% esente da residui di sostanze fitosanitarie. Per noi è importante che nei piatti di noi consumatori arrivi un prodotto sano, il tutto supportato da controlli rigorosi e analisi “multiresiduali full”, facilmente rintracciabili con un click sul sito.
Oltre alla salute delle persone, il fitofarmaco reca danni anche all’ambiente: ecco perchè coltiviamo in agricoltura sostenibile, conservativa e di precisione prestando particolare attenzione alle biodiversità nelle risaie, con utilizzo di energia rinnovabile ed essiccazione di tipo “dolce”. L’evoluzione del riso nel terzo millennio passa da Stroppiana: qualità, tracciabilità ed eco sostenibilità, i caratteri distintivi di RisoInFiore.
RISO INTEGRALE Solo decorticato e calibrato. Completo di gemma è naturalmente ricco di fibra e proteine. Adatto per insalate di riso e contorni. Tempo di cottura: 40/50 minuti. Confezioni da 500 gr, 1 kg e 5 kg. Confezionato in atmosfera protetta 500g / 1Kg – 4,68€ / 6,76€
RISO SEMI LAVORATO Riso particolarmente indicato per risotti e minestre. La lavorazione semi integrale rende il prodotto ricco di fibra, e lascia intatto il gusto originale del riso. Tempo di cottura: 17/19 minuti. Confezioni da 500 gr, 1 kg e 5 kg. Confezionato in atmosfera protetta – 500g / 1Kg – 4,68€/6,67€
RISO CRISTALLINO PER SUSHI Ideale per sushi. Varietà Japonica Leonardo, tipo Lungo A cristallino. Perlatura assente. Lavorato con macchine a temperatura e umidità controllata 1 Kg – 6,76€
Riso Tradizionale 500 g / 1Kg – 4,68€ / 6,67€
FARINA DI RISO SEMI INTEGRALE Ottenuta da chicchi interi di riso Gloria semi lavorato a residuo zero, macinata a pietra. Ottima per dolci, pastelle e tempure. Senza glutine. Confezioni da 500 gr e 5 kg. SCHEDA FARINA DI RISO SEMI INTEGRALE 250g – 4,16€
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/02/risoinfiore-1.jpg7121265docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-05-19 11:49:422025-05-19 11:50:55Riso in Fiore
La storia dei liquori Terre Pompeiane viene dagli anni del dopoguerra.Fu il nonno materno del fondatore, il Sig. Nastro Fiorentino per tutti Fior ‘o gassusar, ad avviare, con molti sacrifici, una piccola fabbrica di bibite nella centrale Via Duca d’Aosta a Pompei. Era la Pompei post bellica, in cui si toccava il fermento della gente nel voler ricostruire dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, riappropriarsi della propria vita e ritor-nare a godere di momenti spensierati e conviviali.
Fu allora che nonno Fiore, con la sua Spuma Carciofo divenne uno dei punti di riferimento per “l’aperitivo” dei suoi concittadini e degli abitanti dei paesi limitrofi. Successivamente nonno Fiore si dedicò alla distribuzione di bibite ed aprì, nel 1960, un chiosco nella centralissima Piazza Schettini. L’attività di Nonno Fiore ha affascinato sin da piccolo Vincenzo che si diverti-va d aiutarlo offrendo bibite fresche e biscotti di Castellammare ai pellegrini che si fermavano al chiosco. E qui,senza dubbio, affonda le radici la sua passione per le bibite ed i drink.
Una storia di famiglia fatta di passione e coraggio, da nonno Fiore la missione passa ad Enzo che dopo aver fatto le più disparate espe-rienze di vita al ritorno da Londa dove aveva avuto la possibilità di conoscer, vivere e gestire alcuni dei pub più importanti della City, nell’aprile 2000, fa nascere “Noenemy”, locale cool/moderno con radici antiche, il vecchio chiosco di Nonno Felice.che in poco tempo. Un vero “monumento” della movida di Pompei, punto di riferimento per i pellegrini in visita al Santuario e luogo di ritrovo per residenti. Nel 2004, spinto dalla innata passione per i liquori fonda, in un piccolo laboratorio nei pressi degli Scavi archeologici di Pompei, Noenemy Corporation, che si dedica alla produzione di soft drink, bevande gassate a bassa gradazione alcolica che, da subito, incontrano il favore del pubblico.
Un escalaction di successi, tanto impegno e soddisfazioni, uno stu-dio attento del mercato che lo spinge a produrre liquori ispirati ad antiche ricette e realizzati con prodotti ti-pici del territorio vesuviano. Prodotti artigianali, realizzati seguendo un disciplinare rigoroso e meticoloso che prevede l’impiego di materie prime di altissima qualità che garantisce un prodotto di elevatissimo profilo. Un Viaggio attraverso i liquori della tradizione che lo porta a creare un prodotto che traduce perfettamente il suo territorio, racconta la Campania, la Napoletanità, la tradizione con un pizzico di innovazione “BABA’ RE”, una GENIALITÀ ormai diventata virale, il liquore di punta di Terre Pompeiane, una moda che non tramonterà!
BABARE’ il prodotto di punta di Terre Pompeiane. Un liquore al babà realizzato con i migliori Rhum dei Caraibi e deliziosi pezzetti di Babà. Perfetto a fine pasto e come regalo innovativo! 500ml 20,00€
Il Forno Rizzo nasce grazie alla passione di Alessandro Rizzo per la pasticceria e il buon cibo. Passione condivisa con la moglie Catia, con la quale, dopo un periodo di lavoro a Varmo, acquista l’attuale panificio pasticceria “Il forno” a Tarcento e lo avvia con entusiasmo e motivazione. Pian piano il Forno cresce e si migliora, si allarga con la caffetteria, e le nuove proposte gastronomiche. Oggi il Forno fa parte del consorzio “FVG Via dei Sapori”, del gruppo “Etica del Gusto” e del “Richemont Club”.
I nostri prodotti sono fatti rigorosamente con il lievito madre. La nostra esperienza nasce dalla contaminazione dei grandi maestri pasticceri come Danilo Freguja, Piergiorgio Giorilli, Achille Zoia, Marco Rinella, Gianluca Fusto, Cristian Beduschi, David Bedu, Josep Pascual, Ezio Marinato, Giuliano Pediconi. ELENCO PRODOTTI: – pane – pizza gourmet e focacce salate – pizza spianata e pizza vaporosa – tramezzini – pasticceria salata – pasticceria mignon – biscotteria – torte da forno – torte di crema – torte bavaresi – torte personalizzate – croissant e brioches – daneseria – panettone dolce e salato – pandoro – colombe – lievitati – dolci fritti
Tutti i nostri panettoni sono prodotti esclusivamente con farine da grani italiani. IL Forno Rizzo fa parte del consorzio “FVG Via dei Sapori”, del gruppo “Etica del Gusto” e del “Richemont Club”. atto come tradizione pasticcera comanda, ricco di deliziosa uvetta e profumati canditi e lievitato in modo naturale, il nostro panettone ha una leggerezza e una fragranza tale da non temere confronti.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/02/rizzo.jpg7121265docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2025-05-19 11:49:422025-05-19 11:50:36Forno Rizzo – Friuli Venezia Giulia
Il Panettone classico artigianale, è preparato artigianalmentedal mastrodolciario Dario Saltarelli econtiene soloprodotti naturalie di qualità e la lievitazioneavviene semprecon metodinaturali e peralmeno 48 ore.
Vincitore 1°premio assolutomiglio panettone classicoartigianale Torino2016 e 2017
L’azienda agricola Nicola Monterisi si dedica alla produzione di oli Extra Vergine d’ Oliva pregiati fin dalla metà dell’Ottocento. Piccola realtà del panorama agroalimentare pugliese, sorge in una terra da sempre votata alla coltura dell’olivo, situata a mezza collina tra la bassa Murgia e il mare Adriatico, nel comune di Andria .
La struttura dispone di più di 3 ettari di oliveto specializzato, dove sono messe a dimora 840 piante di sola varietà Coratina con sesto di impianto tradizionale, ventilati dalle brezze salmastre che, indirettamente, proteggono naturalmente dagli attacchi della mosca. Nell’ ultima campagna olearia sono stati raccolti 235 quintali di olive, che hanno consentito di produrre circa 35 ettolitri di olio extravergine. Dal 1992 l’azienda, vocata al BIOLOGICO da svariati anni, è diretta con impegno e risultati da Nicola Monterisi, che porta avanti con capacità la tradizione familiare della passione per l’olio Extra Vergine d’ Oliva, fedele al “Motto Di Famiglia”. Perito agrario d’esperienza, assaggiatore e selezionatore di oli fin dal 1996, nel 2004 completa le sue già vaste competenze con un master in Elaiotecnica, volto a fin dal valorizzare ancora di più il suo olio attraverso l’impiego di tecnologie e meno di d’estrazione sempre più avanzati.
L’ azienda agricola Nicola Monterisi produce oli per palati raffinati, per soddisfare il gusto di un consumatore sempre più attento ed esigente, che sappia riconoscere il valore della genuinità e dell’eccellenza. La missione dell’azienda è privilegiare la qualità alla quantità, realizzando un olio d’oliva sempre all’altezza delle aspettative di intenditori e buongustai. Monocultivar prodotta: Coratina. Tecnica di estrazione: le olive sanissime di Coratina, raccolte al momento giusto portano alla frangitura tutto il loro contenuto aromatico ed antiossidante. I dati dei polifenoli a livelli stellari lo documentano.
La bassa temperatura di gramola a 24 °C ed un frantoio tecnologico a ciclo continuo e gramole chiuse garantiscono una estrazione esente da difetti e ossidazioni non volute, mantenendo integre le caratteristiche organolettiche tipiche della Cultivar Coratina. I riconoscimenti di questa piccola ma pignola produzione sono tutti ben dati. Indubbiamente una azienda ben condotta basata sulla conoscenza che il mercato premia.
Olio Evo Bio Cru 250 ml / 500 ml – 8,44€ /13,33 €
Olio Evo Bio 250 ml / 500 ml – 8,56€ / 11,93€
Olio Evo Bio Ricerca 250 ml / 500 ml – 9,12€ / 13,89€
Orcio di Ceramica Cru Bio o Ricerca 250 ml / 500ml – 18,25€ / 25,27€
Giovane talentuoso originario di un piccolo Comune del Litorale Laziale, Luca Di Francesco è un vero Maestro dell’Arte Bianca, la sua grande curiosità lo spinge costantemente alla ricerca di nuovi sapori e saperi nel mondo della pizza e dei lievitati.
Grazie al suo amore smisurato per la panificazione fin da giovanissimo ha vissuto tra farine, lievitazioni e impasti. Nonostante alle superiori si fosse iscritto, non per sua volontà, all’Istituto Tecnico, sin da subito aveva compreso che la sua strada non era quella e la sua passione per la cucina e in particolare per | pizzeria, in
Maestro Luca Di Francesco
Ambasciatrore del Gusto Doc Italy
breve lo portò a cambiare rotta. La voglia di capire, sperimentare, imparare, negli anni lo hanno spinto a
ENZIMA
confrontarsi con i vari settori che ruotano attorno ai lievitati e
ad approfondire le tematiche relative alla panificazione e alla pasticceria.
Nel 2024, il suo sogno diventa realtà e nasce “Enzima” il suo concept di locale dove continuare a crescere e sperimentare, dove all’impasto non può mancare un abbinamento di ingredienti e tecniche, dove è vietato l’utilizzo di prodotti chimici, dove far conoscere la vera pizza gourmet, dove unire il mondo della farina e dei lievitati a quello della cucina d’autore, dove parlare di territorio e di identità, dove spiegare con la sua proposta gastronomica che il cibo è una cosa semplice, di immediata comprensione e che è la manualità e la materia prima di qualità a fare la differenza.
Luca ha un obiettivo legare i suoi clienti grazie ala qualità dei prodotti ma soprattutto all’unicità degli stessi, il suo pane ha una sua identità, i suoi sfogliati e lievitati sono riconoscibili, la sua pizza porta una firma indelebile fatta di stagionalità e abbinamenti geniali.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2024/07/LUCA-BULGARIA.jpg445460docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2024-07-08 14:05:462024-07-08 14:05:49Maestro Pizzaiolo Luca Di Francesco
La Banca del Sapore si trova a Guidonia in Zona Collevrde (Mappa).
Si presenta con due grandi vetrate con entrata sul lato piazza e due vetrine sul lato strada /chiesa.
La tipologia dei prodotti venduta è prevalentemente di origine Biologica per i prodotti confezionati, mentre per i prodotti da banco vengono scelti quelli di provenienza territorialmente identificabile e di alta qualità.
Il Pugnalone è nato nel 2000 come Consorzio tra aziende agricole biologiche con lo scopo di coordinare le produzioni agricole dei soci e curarne la commercializzazione, specializzandosi nella produzione di legumi e cereali Biologici.
Tale attività le ha consentito di sviluppare rapporti commerciali con importanti realtà produttive e di trasformazione del mondo del biologico e soprattutto conoscere ed apprezzare il valore delle produzioni di qualità di realtà imprenditoriali piccole e grandi del meraviglioso territorio Italiano.
Tale attività le ha consentito di sviluppare rapporti commerciali con importanti realtà produttive e di trasformazione del mondo del biologico e soprattutto conoscere ed apprezzare il valore delle produzioni di qualità di realtà imprenditoriali piccole e grandi del meraviglioso territorio Italiano.
La realizzazione del punto vendita Banca del Sapore è stato lo strumento per trasferire queste conoscenze e soprattutto il gusto per il cibo sano e genuino anche ad un pubblico lontano dai marchi di distribuzione del cibo di qualità, con una particolarità in più.
Il punto vendita si caratterizza per la vendita di prodotti esclusivamente italiani di aziende selezionate per l’alta qualità delle produzioni, senza però trascurare le esigenze del consumo quotidiano.
Dal latte e formaggi 100% Umbria di una grande cooperativa di allevatori, ai salumi di eccellenza delle più rinomate scuole di alta salumeria italiane, dai formaggi d’alpeggio delle piccole realtà del territorio, alla pasta biologica di grani antichi, il punto vendita offre una gamma completa di prodotti dalla prima colazione alla cena nel segno del gusto e dell’alta qualità.
Selezione dei Prodotti venduti
RISO GLORIA BIANCO 0-RES g 500
PZ
€ 4,00
RISO GLORIA SEMINT 0-RES g 500
PZ
€ 4,00
RISO NERONE Integral BIO g 500
PZ
€ 3,60
RISO ROSSO SELV Integral BIO g 500
PZ
€ 3,30
GUANCIALE AMATRICIANO STAG SA.
KG
€ 18,80
LONZA AMATRICIANA SA.NO.
KG
€ 23,80
PETTO TACCHINO FORNO “IL NAZIONALE”
KG
€ 26,90
FIOCCO PROSCIUTTO -CULATTA
KG
€ 29,90
MORTADELLA “LA FAVOLA”
KG
€ 19,50
PROSCIUTTO AMATRICIANO IGP S/O
KG
€ 34,30
PROSCIUTTO PARMA S/O BEDOGNI
KG
€ 39,90
CACIOTTA SAPORE DELICATO
KG
€ 13,90
FIOCCO DI LATTE BIO
KG
€ 10,70
PECORINO ROCCACCIO STAG 12 MES
KG
€ 26,90
BACCALA’ GRATINATO Kg 1
KG
€ 31,90
MOZZAR OVOLE BUFALA g 250 AMAS
PZ
€ 4,90
CUOR D’OR DI CAPRA
KG
€ 21,35
PECORINO IL COLLE CLA
KG
€ 26,50
STRACCHINO AL SALE DI CERVIA
KG
€ 16,90
Freshly baked traditional bread on wooden table
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/04/il-pugnalone.png6721027docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2020-04-15 12:24:582020-04-16 10:46:19Banca del Sapore – Guidonia Colleverde
Pugliese di nascita e romano di adozione, Antonio Putignano intraprende la sua carriera da cuoco all’età di tredici anni.
Diplomato presso l’istituto alberghiero di San Benedetto del Tronto in tecnico dei servizi della ristorazione, approda a Roma nell’anno del Giubileo (2000) ed anno dopo anno nel 2010 apre un ristorante di proprietà.
In seguito torna però alla sua vera passione: “cucinare”. Si dedica infatti interamente a nuovi studi personali e da autodidatta si lancia nel mondo “gourmet”, dove il piatto recita la sua parte in intere composizioni per toccare una sinestesia di sapori e colori che madre natura offre di sua spontanea volontà.
Si racconta dicendo: “…in cucina la cosa importante non è sapere dove andiamo ma senza ombra di dubbio dobbiamo conoscere la strada dalla quale arriviamo, la tradizione culinaria italiana è parte integrante della nostra vita. Non c’è viaggio, vacanza o semplici passeggiate in cui non troviamo la nostra storia a parlarci e non solo nel cibo ma nell’arte nell’artigianato nella cultura paesana o cittadina che sia. Del mio lavoro ne ho fatto la mia vita! … non ho fatto altro che questo. Indossare la giacca da chef mi ha sempre inorgoglito rendendo fruttuosa la mia vena creativa in ambito culinario. Nel corso della mia carriera ho conseguito diversi riconoscimenti in merito alla promulgazione e lo sviluppo del territorio italiano in enogastronomia, ultimo (solo per data) è stato quello di essere nominato Ambasciatore del gusto Doc Italy per la Puglia. Ritengo necessario“ricordare” attraverso il cibo la nostra storia e la nostra cultura.Riparto sempre da li!… Dalla tradizione per trasformarla in forme e colori nuovi senza mai trasgredire alla regola principale in cucina: il gusto”.
Marchio italiano con un nome dalla sonorità finlandese e la bandiera norvegese come logo, Napapijri si fonda fin dal principio sull’intersezionalità: sfidare i luoghi comuni, pensare fuori dagli schemi, percorrere un viaggio inaspettato nella natura e nella creatività.
Napapijri nasce nel 1987 all’ombra della vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco, dove un produttore italiano di borse da viaggio reinventa l’abbigliamento outdoor coniugando materiali innovativi e una particolare attenzione per lo stile. Ispirato alle grandi spedizioni esplorative del secolo scorso, rende omaggio agli intrepidi avventurieri che hanno trasformato le proprie vite in avventure uniche. Il nostro primo prodotto, l’iconica borsa Bering, racchiude tutto questo in poco più di 60 cm di lunghezza, e diventa immediatamente un accessorio irrinunciabile.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/04/napapijri-logo-216x120.jpg120216docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2020-04-01 17:43:472020-04-01 17:43:47NAPAPJRI c.c. Tiburtino 20% di sconto
WHYCON Centro Comm.le Gran Roma Via Aristide Merloni 141, 00155 Roma RM 06 228 2370
IL GRUPPO FONDATO NEL 2009 DA RAFFAELLA PAGANO E GIANFRANCO SATTA È CRESCIUTO CON IL PASSAPAROLA GRAZIE ALLA SUA FORMULA INNOVATIVA. FINO A DIVENTARE UNO DEI PRINCIPALI PROTAGONISTI DEL MERCATO.
L’idea alla base del progetto è stata semplice ma complessa al tempo stesso: rompere gli schemi del mercato della cosmesi, caratterizzato esclusivamente da marchi che propongono prodotti a prezzi esorbitanti, per offrire a tutti la possibilità di acquistare collezioni di Make-Up, Skin Care e Body Care di elevata qualità, al giusto prezzo ed accessibili a tutti. L’esperienza nel settore, la conoscenza dell’intera filiera produttiva e dei trend beauty, sono state le basi per dar vita ad un concept retail che soddisfasse i desideri dei consumatori ogni giorno: l’intuizione ha portato all’eliminazione di costosi passaggi intermedi tra produttore e consumatore, investendo sulla qualità delle texture e skinfeel pur mantenendo un posizionamento sul mercato molto competitivo.
WAROVSKY SWAROVSKI è il marchio di punta della Swarovski International Holdings. È specializzata nella produzione di manufatti in cristallo e deve la sua fama sia all’alta qualità della lavorazione che a quella del materiale usato.
Il particolare cristallo è stato ideato da Daniel Swarovski, nato in Boemia nel 1862. La sua composizione è in vetro e piombo (circa il 30%), ma l’esatta formula è gelosamente custodita come segreto industriale. Il logo aziendale è rappresentato da un cigno che è apposto su ogni prodotto come segno di autenticità. La materia prima viene utilizzata per diverse linee di prodotto: dai componenti per bigiotteria all’ottica di precisione, dall’oggettistica per la casa alla gioielleri
imberland ha lanciato il suo originale stivale giallo nel 1973; da pratica calzatura da outdoor è diventata un modello iconico e senza tempo. Oggi però Timberland rappresenta molto altro. Uomini, donne e bambini di tutto il mondo si rivolgono a Timberland per scarpe, abbigliamento e accessori in collezioni per l’outdoor versatili e complete. L’ottimo livello di qualità e realizzazione dell’originale stivale giallo è quello che caratterizza ancora tutte le nostre collezioni.
Come marchio lifestyle per attività all’aperto, Timberland si impegna alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente attraverso un efficiente utilizzo delle risorse e con attività di piantumazione e a favore delle aree verdi nelle città.
Indirizzo: Via Aristide Merloni, 141, 00155 Roma RMCALVIN KLEIN è un marchio leader nel lifestyle a livello internazionale caratterizzato da uno stile audace, progressivo, seducente e spesso minimal. Crea e lancia sul mercato collezioni di abbigliamento di design per uomo e donna e una gamma di altri prodotti tra cui accessori, capi sportivi, intimo e costumi da bagno. I marchi Clavin Klein includono Calvin Klein By Appointment, CALVIN KLEIN Established 1978, CALVIN KLEIN JEANS, Calvin Klein Underwear e CALVIN KLEIN PERFORMANCE.
CALVIN KLEIN JEANS è il marchio di jeans conosciuto per il fit innovativo, per i dettagli unici e per le campagne pubblicitarie d’alto impatto. Calvin Klein Jeans si distingue per lo stile provocatorio, sexy e giovanile.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/04/CKLOGO-216x120.png120216docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2020-04-01 17:30:332020-04-01 17:30:33CALVIN KLEIN JEANS – Granroma – sconto 20%
thck.granroma@gruppomartino.euScopri la nuova collezione di abbigliamento Tommy Jeans e sfoggia un look che unisce stile classico e moderno, per un risultato sempre cool. Dai un tocco old-school ai tuoi outfit quotidiani con le nuove t-shirt Tommy Jeans, perfette per un weekend fuori città o una serata di relax. Ritrova lo stile college anni ’90 con la gamma di felpe con e senza cappuccio Tommy Jeans, realizzate in morbido cotone e decorate con il logo ricamato.
Completa il tuo outfit con le giacche Tommy Jeans, disponibili in un’ampia varietà di colori brillanti e sfumature delicate per un look che non passa inosservato. In alternativa, dai un tocco preppy al tuo outfit con la selezione di maglioni Tommy Jeans, una classica icona dello stile Tommy Hilfiger. Rinnova il tuo guardaroba e fai una dichiarazione di stile con la nuova collezione Tommy Jeans.
WYCON COSMETICS È UN BRAND ITALIANO NATO NEL 2009 DA UN’INTUIZIONE DI GIANFRANCO SATTA, IMPRENDITORE E DISTRIBUTORE STORICO NEL SETTORE DELLA COSMETICA FEMMINILE E RAFFAELLA PAGANO, PRODUCT MANAGER, PROFONDA CONOSCITRICE DEL MONDO MAKE-UP E BODY CARE.
L’idea alla base del progetto è stata semplice ma complessa al tempo stesso: rompere gli schemi del mercato della cosmesi, caratterizzato esclusivamente da marchi che propongono prodotti a prezzi esorbitanti, per offrire a tutti la possibilità di acquistare collezioni di Make-Up, Skin Care e Body Care di elevata qualità, al giusto prezzo ed accessibili a tutti. L’esperienza nel settore, la conoscenza dell’intera filiera produttiva e dei trend beauty, sono state le basi per dar vita ad un concept retail che soddisfasse i desideri dei consumatori ogni giorno: l’intuizione ha portato all’eliminazione di costosi passaggi intermedi tra produttore e consumatore, investendo sulla qualità delle texture e skinfeel pur mantenendo un posizionamento sul mercato molto competitivo.
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SWAROVSKI è il marchio di punta della Swarovski International Holdings. È specializzata nella produzione di manufatti in cristallo e deve la sua fama sia all’alta qualità della lavorazione che a quella del materiale usato.
Il particolare cristallo è stato ideato da Daniel Swarovski, nato in Boemia nel 1862. La sua composizione è in vetro e piombo (circa il 30%), ma l’esatta formula è gelosamente custodita come segreto industriale. Il logo aziendale è rappresentato da un cigno che è apposto su ogni prodotto come segno di autenticità. La materia prima viene utilizzata per diverse linee di prodotto: dai componenti per bigiotteria all’ottica di precisione, dall’oggettistica per la casa alla gioielleria.
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Il brand Timberland per molto tempo è stato associato alla moda del decennio 1980 che vedeva il classico scarponcino della Sequoia associato ad altri capi “storici”.
La mitica azienda di scarpe Timberland statunitense è stata una delle prime a praticare una politica di sostenibilità ambientale, e nel 2011 è entrata nell’orbita dall’azienda di abbigliamento VF Corporation. Al giorno d’oggi ci sono centinaia di modelli di scarpe Timberland, oltre che vestiti e altri accessori.
Timberland diventa sempre più green Il marchio scommette sulle iniziative eco-sostenibili e lancia la nuova collaborazione con il designer inglese Christopher Raeburn. Puntando su tre principi etici: REMADE, REDUCE e RECYCLED.
Custode di una secolare tradizione del paese e della mia famiglia, io, Luigi Viola , maestro elementare in pensione, da sempre appassionato di natura e agricoltura, dopo aver insegnato per oltre 35 anni, ho deciso di dedicare a tempo pieno le mie energie al recupero, alla valorizzazione e alla diffusione di nettare, che correva il rischio di estinzione, il Moscato di Saracena.
Coinvolgendo l’intera famiglia: mia moglie Margherita e i tre figli Roberto, Alessandro e Claudio, ai quali ho saputo trasmettere la mia passione e l’amore per la nostra terra, ho incrementato la produzione di questo vino da meditazione, che, una volta proposto al pubblico e ad esperti del settore, ha immediatamente avuto un riscontro eccezionale. Col tempo ho ampliato la gamma dei prodotti puntando sempre sulla qualità e genuinità ed eleganza utilizzando vitigni autoctoni quali Magliocco dolce, Guarnaccia, Malvasia e Mantonico.
Ciò che era nato quasi per scommessa è divenuto per noi tutti, un lavoro piacevole e ricco di stimoli, che ci ha permesso di venire a contatto con persone, ambienti e situazioni veramente affascinanti.I nostri vigneti sono situati nel territorio di Saracena, nella contrada Rinni a 350 m slm, con un’esposizione tale da ricevere i raggi del sole da quando sorge e fino a quando tramonta.
Ad Est-Sud Est si affacciano sulla piana di Sibari e sul mare Ionio, ricevendone le correnti miti provenienti dal mare, mentre a nord sono riparate dai venti freddi dalla Catena del Pollino. Tutto ciò crea un microclima con sensibili escursioni termiche che consentono alle uve di raggiungere una concentrazione alta di profumi. Nei nostri vigneti sono coltivate uve autoctone quali Magliocco dolce, Moscatello di Saracena, Guarnaccia bianca, Malvasia, Mantonico e “Adduroca”, termine dialettale che sta per “odorosa, profumata”. Il sistema di allevamento è a cordone speronato con un sesto di impianto di 1m x 2,20m.
Pratichiamo l’agricoltura Biologica certificata Bioagricert. Negli ultimi anni stiamo recuperando degli antichi vigneti ad alberello ottenendo uva di alta qualità ed evitando, cosi, che vengano abbandonati.
Olio Evo Biologico 250ml – 8,50€
Rosso Viola (75cl) Magliocco dolce 100%; pratica della agricoltura biologica certificata Bioagricert, utilizzo di letame e sovescio; macerazione prefermentativa a freddo per 3 giorni; fermentazione in acciaio termocontrollata con macerazione per almeno 8 giorni 500ml – 20,00€
Bianco Margherita (75cl): Guarnaccia bianca 65%, Mantonico bianco 35%; pratica della agricoltura biologica certificata Bioagricert, utilizzo di letame e sovescio; macerazione dalle 4 alle 6 ore; fermentazione e affinamento per 7 mesi in acciaio e 10% in barriques, 7 mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione 500ml – 20,00€
Grappa Di Moscato Passito Barricato 500ml – 40,00€
Passito Moscato di Saracena (50cl) : Guarnaccia 50% e Malvasia 50% (uve dalle quali si ottiene il mosto); Moscatello di Saracena da 15 a 30 Kg per ogni hl di mosto e “Adduroca” ( termine dialettale per indicare un’uva aromatica molto profumata) in piccole percentuali. Il Moscato di Saracena è un raffinato e delizioso vino passito da meditazione che, prodotto solo in questo paese con un procedimento antichissimo, prevede la vinificazione separata dell’uva moscato, ottenuta dal vitigno autoctono e da altre uve. Il mosto ottenuto vinificando le uve malvasia e guarnaccia viene concentrato per aumentare il tenore zuccherino, mentre l’aroma ed il gusto particolari provengono dall’uva moscatello, raccolte e appassite alcune settimane prima della vendemmia. Gli acini del moscatello e dell’adduroca disidratati vengono selezionati, schiacciati manualmente e quindi aggiunti al mosto ( prima spremitura) concentrato. Dopo una lunga e lenta fermentazione si ha un passito color giallo ambra con riflessi aurei, dall’aroma intenso e dal sapore di miele, fichi secchi, frutta esotica 500ml – 45,00€
Era l’antico testamento dei nonni…quello di saper viva la coltivazionedel “CORNO DI CAPRA”… Lafamiglia Gliubizzi, da semprelegata all’agricoltura, sin dal suoapprodo a Baragiano, da bencinque generazioni è deditaall’agricoltura e, in special modo,alla coltivazione del CORNO DI CAPRA. Venduto dagli inizi del1900 nella vicina cittadina diAvigliano, famosa ancora oggi perl’utilizzo, nelle sue molteplici attività ristorative del “Peperone Crusco” e del Baccalà.
Leonardo Bussoletti è un’azienda agricola che si trova a Narni, in provincia di Terni, in una zona particolarmente vocata alla viticoltura. Leonardo Bussoletti, il titolare, con il prezioso supporto dell’agronomo Federico Curtaz, conduce in biologico, ad oggi, 7 ettari di vigna, composti principalmente da ciliegiolo ed a seguire da grechetto e trebbiano. Seguendo i principi del biologico certificato da Suolo e Salute, si prediligono fermentazioni spontanee, senza lieviti selezionati, ma con il sistema del pied de cuve, ovvero con l’utilizzo delle proprie uve.
Andrea De Luca è un maestro pizzaiolo nato a Roma il 27 Luglio del 1987, proviene da una famiglia di agricoltori, in cui gli è stata trasmessa la cultura del mangiare sano, con prodotti naturali e cibo fatto in casa. Inoltre sua nonna era una grande cuoca, ha lavorato per la nobile famiglia Odescalchi, forse lei su tutti ha avuto maggiore influenza sulla propensione di Andrea per l’arte culinaria. Andrea si diploma presso la scuola alberghiera, specializzandosi nel settore di sala e bar, dopodiché si trasferisce in Irlanda dove sperimenta un’esperienza lavorativa in tale settore. Terminata l’esperienza irlandese, Andrea si addentra in una nuova avventura, decide di prendere in gestione una pizzeria al taglio, sita nel comune di Ladispoli, in provincia di Roma. Sebbene non possiede le dovute conoscenze sulla materia, dimostra un’ottima inclinazione verso l’arte bianca, appassionandosi giorno dopo giorno maggiormente alla professione del pizzaiolo. Decide, dunque, di affiancare il suo dipendente pizzaiolo, per apprendere questa nobile arte, imparando con il tempo a gestire l’intero processo produttivo che porta alla pizza.
Divenuto un buon pizzaiolo, Andrea decide di fare nuove esperienze lontano dall’Italia, vende quindi la sua attività, e si trasferisce in l’Australia, a Perth, capitale dello stato australiano dell’Australia Occidentale . Qui conosce Raffaele Brotzu, titolare della pizzeria “Delisio Pizza Romana”, e detentore del titolo di campione del mondo di pizza in teglia, ottenuto al “World Pizza Champions” di Las Vegas.
Sotto la guida formativa del maestro Brotzu, Andrea matura notevolmente dal punto di vista professionale, inoltre l’avventura in un nuovo paese, con una nuova cultura, lo aiuta a maturare anche dal punto di vista caratteriale. Tornato in Italia fa molte esperienze nelle più note pizzerie della provincia romana, tra cui lavora presso “Alberto’s Pizza” di Alberto Di Pietro a Cerenova, pizzeria “Doppio Zero” a Ladispoli ed una breve esperienza da “Pizzarium” di Gabriele Bonci a Roma. Inoltre fa esperienze importanti anche in eccellenti ristoranti, su tutti il ristorante “Gli Ulivi”(due forchette gambero rosso), con lo chef Pierluigi Gallo, ed il ristorante-pizzeria “Exquisitaly” con lo chef Antonello Migliore.
Naturalmente Andrea, durante la sua carriera, ha dedicato molto tempo alla sua formazione, studiando costantemente da autodidatta e seguendo corsi di formazione: nel 2012 segue un corso professionale di pizzaiolo presso “Associazioni Pizzerie Italiane”, specializzandosi in pizza in teglia; nel 2015 frequenta un corso da chef presso “Italian Chef Academy”.
Il mondo delle competizioni lo ha sempre stimolato, quando può partecipa sempre ai campionati di pizza, che gli hanno permesso di ottenere una buona notorietà nell’ambiente, riscuotendo buoni piazzamenti, tra cui: nell’edizione del 2017 del “Campionato Italiano Assoluto Di Pizza” si classifica ottavo nella categoria pizza in teglia; nel 2018 viene premiato presso “la Città Della Pizza” a Roma come miglior novità di pizzeria a taglio, durante la sua esperienza al “Exquisitaly”; sempre nel 2018 al “Campionato Internazionale Di Pizza Alla Castagna” ottiene un ottavo posto.Nel aprile 2019 partecipa al ITALIAN PIZZA CONTEST Piazzondosi sul podio al terzo posto.
Nel 2019 apre la sua pizzeria “Teglia Romana” a Ladispoli, dove prepara un impasto diretto, con un mix di farine, di cui il 60% di tipo 1, il 30% di tipo 0 ed il 10% di semola rimacinata. Idrata l’impasto all’80%, lo fa maturare per 48 ore ed infine farcisce le sue pizze con ingredienti a km 0 di ottima qualità.
Nella sua pizzeria Andrea prepara pizze esclusive come la gricia con cipolla caramellata; la pizza patate ‘nduja, bottarga e salsa verde; la pizza con carciofi alla romana, pancetta, pecorino romano e liquirizia; e molte altre con cui delizia ogni giorno il palato dei suoi clienti.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2020/01/IMG-20200109-WA0028-e1578646812585.jpg9961200docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2020-01-10 10:00:352025-07-09 18:40:59Andrea De Luca
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/11/antonio-marini-230x300.jpg300230docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2016-11-30 21:40:562016-11-30 21:51:13Antonio Marini – Sezione una vita per… Vice Procuratore della Repubblica – Lazio
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/11/Franco-Cotana.jpg300460docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2016-11-30 17:49:252016-11-30 18:13:57Franco Cotana – Sezione Ricerca, Sviluppo e Innovazione
“La Calabria conquista Roma” Il Premio Internazionale Doc Italy conferma il suo percorso segnato “solo” da grandi successi La Calabria ha conquistato Roma con le sue straordinarie Eccellenze e raddoppiato gli appuntamenti. Grazie alla collaborazione della Fondazione CRE, promotrice dell’iniziativa, nella persona del Presidente Avvocato Domenico Naccari, l’ Associazione Nazionale Doc Italy ha portato la Calabria nel Cuore della Capitale. Nella suggestiva Cornice del Teatro dei Dioscuri al Quirinale una vera e propria maratona delle eccellenze che ha visto dalla mattina dominare il palco la straordinaria giornalista Paola Zanoni che alle diciotto ha passato la fiaccola dell’Eccellenza ai due protagonisti storici “Testimonial e Cuore” del Premio Internazionale Doc Italy “Camilla Nata”, giornalista Rai & “Anthony Peth” Ambasciatore del Made in Italy. Ad alternarsi sul palco tanti volti e tante storie; è l’Avv. Domenico Naccari ad aprire i Workshop delle sezioni “Doc Italy” & “Sua Eccellenza Calabria”* sottolineando la peculiarità dell’evento in cui la Calabria si promuove “al Resto d’Italia”, non nella suo eccezionale Campanilismo e atteggiamento di chiusura, ma nella volontà di far conoscere ai “NON CALABRESI” una regione tutta da scoprire, ammirare e rivalutare. Interessante l’incontro Nord-Sud che ha visto protagonisti l’On. Lella Golfo, Pres. della Fondazione Bellisario e il Senatore Bartolomeo Amidei ideatore e Promotore del Ddl sulla Pizza e la Figura del Pizzaiuolo
Importante l’intervento dell’ambasciatore del Congo S.E. Albert Tshiseleka Felha che aspira ad uno scambio interculturale con la Calabria e l’Italia tutta già in itere grazie ad un progetto denominato “Pitagora Mundus” dell’Istituto Calabrese di Politiche Internazionali “IsCapi” Fulcro e momento fondamentale dell’Evento la premiazione delle figure che portano alto il nome della Calabria in Italia e nel Mondo, dall’Ambasciatore della Cultura Marchese Luigi Lombardi Satriani al Modello di Accoglienza e Solidarietà “AltafiumaraResort”, dall’ Azienda Eccellente “I Greco” al Personaggio Eccellente tra tradizione e Innovazione “Dott. Franco Simone”, dall’Hair Stylist internazionale Michele Spanò alla poliedrica Dott.ssa Arcangela Galluzzo, dall’Ambasciatrice del’Arte Anna Romanello a quella del Gusto Iside De Cesare, otto nomi un solo leitmotiv “l’Eminenza Calabrese”.
“Calabria” l’opera appositamente dipinta dal Maestro Marco Orlandi che reinterpreta i Bronzo di Riace, il Monumento ai Caduti e la Cattedrale di Reggio, anello di congiunzione tra Settentrione e Meridione, simbolo della ricchezza di stili e contaminazioni che caratterizzano una terra ricca e variegata di tradizioni, dialetti, usi e costumi grazie ad un passato pregno di dominazioni A documentare questa multietnia culturale e linguistica il comune di Guardia Piemontese grazie al delegato alla cultura, presidente del consiglio Dott. Carlo Pisano ha colorato il palco con i suoi abiti storici e arricchito l’evento con le musiche Valdesi dell’Associazione G. L. Pascale, chicche gastronomiche sono state offerte dal Comune di Monasterace rappresentato dal Sindaco Dott. Cesare De Leo che ha portato un’importante testimonianza della sua Realtà. Colonna sonora di tutta la manifestazione a cura del Dj Andrea Bruzzese “Calabrese Doc” “Calabria incontra il Resto d’Italia” è stata una vera e propria Maratona delle Eccellenze in cui l’attrice indiscussa “la Calabria” ha condiviso la scena con Lazio, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Veneto in un Percorso Gastronomico di Nicchia che ha visto Salumi “Nero di Calabria”, Birra Contromano, Pane, Pizza e Dolci del Panificio Lucarelli, Miele, Tartufo, Olio, Salumi e Formaggi della Gastronomia Molisana, Marmellate Gliu Greciu, Vini Astoria, Mandrarossa e Panettone Fiasconaro grazie all’Agenzia Team’s di Alessio Macoratti, olio e sott’olio Monterisi, i finger food alle melanzane e ‘nduja Papillo, e l’ “Apoteosi del Gusto” che ha sancito l’unione tra Campania con la “Bottega della Pasta”, Lazio con lo chef Bruno Brunori e Calabria con il ripieno di ’nduia, cicoria e ricotta di pecora firmato Arcangelo Dandini. Un vero e proprio Viaggio Attraverso le Eccellenze che in questa “edizione speciale” ha confermato la grandezza di una regione con qualche difetto ma infiniti pregi.
Ad alternarsi sul palco dalla Mattina tanti volti e tante storie, nella prima parte dedicata al”Resto d’Italia”, è l’Avv. Naccari ad aprire i Workshop delle sezioni “Doc Italy” & “Sua Eccellenza Calabria” “DOC ITALY” •Eccellenze Unite per la Solidarietà a cura del Salvamamme con la Presidente Maria Grazia Passeri, Anna Pagni e l’intervento dell’attore Vincenzo Soriano •Presentazione ANDI – Associazione Nazionale Doc Italy •Presentazione progetti ANDI e i suoi Ambasciatori – “La Salute nel Piatto” a cura del Dott. Ceccarelli e della Dott.ssa Angela De Marco – “Solo Italia” a cura della Dott.ssa Sirna & lo Chef Bruno Brunori •Eccellenza Italia “Aroma senza tempo” •Progetti & Ddl Eccellenti – “Arte, Cultura & Istituzioni” a cura della Dott.ssa Arcangela Galluzzo – “Pizza Patrimonio Nazionale” a cura dell’On. Bartolomeo Amidei •”Sua Eccellenza il Cinema” a cura della Dott.ssa Gabriella Macchiarulo & del Dott. Yuri Cavallini”
Ore 13:30 Brunch a cura dello Chef Bruno Brunori firmato “Bottega Della Pasta”, Chiodetti Formaggi, Nero Di Calabria, con degustazione vini a cura della Team’s di Alessio Marcoratti
“SUA ECCELLENZA CALABRIA” •Fondazione CRE – Mission e Progetti della Fondzione •Italide – Cultura & Società •Borghi Eccellenti: – Monasterace ( grazie all’Assessorato alla Turismo guidato dalla Dott.ssa Antonella D’Angelis fautrice di questo tipo di iniziative) – Guardia Piemontese (grazie al sindaco Cesare De Leo) •Doc Italy dall’Arte al Enogastronomia “Premiati Eccellenti” – “Attraversare il Tempo” di “Anna Romanello” – “Consorzi d’ Eccellenza” a cura del Presidente Suino Nero di Calabria “Dott. Franco Simone” •Calabria – Italia in un Panettone a cura del “Dott. Emanuele Giordano” •Arte & Cultura in scena ai Dioscuri a cura del “Dott. Rosario Sprovieri” •Chiusura del “Maestro Marco Orlandi”, Artista Ufficiale del Premio Doc Italy AMBASCIATORI DOC ITALY ORATORI NELLA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DELL’ANDI – ASSOCIAZIONE NAZIONALE DOC ITALY – Dott. Rossana di Rosario, Ambasciatrice Doc Italy Nazionale – Dott.ssa Emanuela Metri, Ambasciatrice Doc Italy per il Teatro – Paola Crema, Ambasciatrice Doc Italy per l’ Arte – Marina Marfoglia, Ambasciatrice Doc Italy per la Danza – On. Bartolomeo Amidei, Ambasciatore Doc Italy per il Veneto – Dott.ssa Camilla Nata, Ambasciatrice Doc Italy per il Piemonte – Dott. Anthony Peth, Ambasciatore Doc Italy per la Sardegna – Monsignor Grieco, Ambasciatore Doc Italy per la Basilicata – Dott.ssa Paola Zanoni, Ambasciatrice Doc Italy per il Lazio – Marchese Emilio Pietrini Mansi della Fontanazza, Ambasciatore Doc Italy per la Toscana – Giuseppe De Girolamo, Ambasciatore Doc Italy per la Campania – Dott. Marinella Rocca Longo, Ambasciatore Doc Italy per l’ Emilia Romagna – Dott.ssa Adele Mazzotta, Ambasciatrice Doc Italy per la Calabria – Dott. Carlo Sportelli, Ambasciatore Doc Italy per la Puglia – Dott.ssa Patrizia Cermignani Ambasciatrice Doc Italy per l’Umbria
PARTERRE (ESCLUSI GLI AMBASCIATORI E GLI INTERVENUTI SUL PALCO PER EVITARE RIPETIZIONI): On. Lella Golfo Pres. Fondazione Marisa Belisario Paola Crema – Artista Dott.ssa Caterina Chiaravalloti Gabriele Mazzi Socio Fondatore Responsabile Centro Italia Costituenda Banca Turismo e Territorio Dott. Gianluigi Fasolino – Direttivo ANDI Carlo Angelucci Direttivo ANDI Gina Sbrigoli Ceauescu Presidente Associazione Mamme di Roma Rocco Milano Presidente FIAS Tiziano della Rovere Imprenditore Capriccio Italiano Ing. Gjenci Gjoka ex ambasciatore Albania Giorgio Giordani – Spencer & Lewis Carlo Corliano – Consulente Internazionale Dott.ssa Paola Pisani Advisor Immobiliare Dott.ssa Patrizia Torrisi, Ministero Beni Cultura Dott.ssa, Caterina Ferraro Pelle Presidente del Tribunale di Castrovillari Dott. Marco Nardo Giornalista Dott. Giorgio Vindigni Presidente Associazione amici della Sicilia Prof.Giuseppe Vindigni Prof.Patti primario cardiologia Campus Biomedico Dott. Gianfranco Battisti Direttore Alta Velocità Trenitalia Dott.ssa Bianca Maria Alfonsi Lucibelli Prof. Antonio Passa ex Direttore Accademia Belle Arti Roma Dott .Giovanni Donato Ministero Esteri Dott. Giampiero LeoDirigente Nazionale NCD Antonella Sotira Pres IUS Daniela Pulci UNOMATTINA Natalino Candido direttivo Cantiere Notaio Valerio Pantano Caterina Ferraro PelleSovrintendenza Belle Arti di Roma Ing. Salvatore Napoli Gabriella Gerace Vicepresidente Club Canova Prof.ssa Egle Guerriero Antonio Lax Primario Cardiologia Ospedale Nuovo Regina Margherita Rita Capponi Imprenditrice Dott.ssa Donatella Romitelli Baronessa Cetti Lombardi Satriani di Porto Salvo – Imprenditrice Isabella Cozza – Comune di Roma Sara Calabrese – Gen.Manager Dirotta da noi Giuseppe Manica – Min.Esteri Rita Capponi – Imprenditrice Sabrina Ferrari – Sales Manager, Il Centro Culturale di Guardia Piemontese Vera Fazio Istituto Luce, Dott.A.Squillino Docente Universitario Dott.ssa Caterina Chiaravalloti Dott.ssa Patrizia Torrisi, Ministero Beni Cultura Dott.ssa Caterina Ferraro Pelle Presidente del Tribunale di Castrovillari
ORGANIZZAZIONE: MA.MA.MANAGEMENT Tiziana Sirna Pres. ANDI Maria Bighinati Direttore Generale Ma.Ma.Management Martina CapriniSegreteria Organizzativa Ma.Ma.Management Andrea Bruzzese Dj Ufficiale Ma.Ma.Management e ANDI Giorgio Algherini Fotografo Ma.Ma. Management Salvatore Arnone Omd socio fondatore ANDI (Foto) Roberto Scardoni socio fondatore ANDI (Foto) Faccini Valerio Fotografo Ma.Ma.Management Giovanni Pirri socio fondatore ANDI (Video)
Premio Internazionale Doc Italy – Viaggio Attraverso l’Eccellenza che si terrà Martedì 15 Novembre dalle ore 18:30 nella prestigiosa cornice del Teatro Dei Dioscuri di Via Piacenza, 1
Il Premio sarà inserito in una “Maratona delle Eccellenze” che vedrà protagonisti la Calabria, il Made in Italy e la Solidarietà Dalle ore 11:00 alle ore 16:30 una serie di Workshop con oratori di alto profilo professionale, artistico e umano, importanti interventi e presentazione del Progetto “Eccellenze Unite per la Solidarietà”
Percorsi gastronomici d’Eccellenza delizieranno l’esclusivo Parterre dalle 11:00 alle 21:00 con prodotti Tipici Straordinari.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/11/1La-Calabria-incontra-il-Resto-DItalia.jpg628424docitaly/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngdocitaly2016-11-03 15:30:522016-11-10 22:04:48Premio Doc Italy – “La Calabria incontra il resto d’Italia”
Presidente Tiziana Sirna Vicepresidente Vicario Gianluigi Fasolino Segretario Generale Fabio Bonario Tesoriere Sandra Ciccone Collegio dei Vice Presidenti Carlo Angelucci Emiliano De Trovato Manuele Doppido Rossana Di Rosario Salvatore Arnone Collegio dei Revisori Katia Pacelli Collegio dei Probiviri Giovanni Pirri Roberto Scardoni
Presidente Tiziana Sirna Vicepresidente Vicario Gianluigi Fasolino Segretario Generale Fabio Bonario Tesoriere Sandra Ciccone Collegio dei Vice Presidenti Carlo Angelucci Emiliano De Trovato Manuele Doppido Rossana Di Rosario Salvatore Arnone Collegio dei Revisori Katia Pacelli Collegio dei Probiviri Giovanni Pirri Roberto Scardoni
Presidente Tiziana Sirna Vicepresidente Vicario Gianluigi Fasolino Segretario Generale Fabio Bonario Tesoriere Sandra Ciccone Collegio dei Presidenti Carlo Angelucci Emiliano De Trovato Manuele Doppido Rossana Di Rosario Collegio dei Revisori Katia Pacelli Collegio dei Probiviri Giovanni Pirri Roberto Scardoni Salvatore Arnone
Fonte Italia S.r.l imbottiglia l’acqua della sorgente Filette nel cuore delle montagne della Ciociaria più verde e incontaminata. La fonte si trova nel comune di Guarcino, Frosinone, e ha una portata annua di circa 50 milioni di litri.
I prodotti sono esportati con l’obiettivo di garantire a tutti un’acqua di qualità superiore, preservando l’ecosistema e la salute dei consumatori nel rispetto delle normative previste dalla Legge Italiana, dall’Unione Europea e dalle Leggi dei Paesi dove i prodotti sono esportati. FonteItalia S.r.l. è un’azienda con un sistema di gestione certificato secondo le norme UNI EN ISO 9001:2008. L’azienda controlla e garantisce tutte le fasi del processo di produzione: dal servizio al cliente al design e alla grafica, dall’imbottigliamento alla distribuzione.
Disponibile in tre tipologie, “Naturalmente naturale”, “Delicatamente frizzante” e “Decisamente frizzante”, Acqua Filette soddisfa tutti i palati ed esalta la preziosità dei vini valorizzandone la persistenza.
Anche le linee e le forme sono di lussuosa eleganza: una classica bottiglia bordolese da vino è rivestita da un’etichetta in carta satinata da champagne, con l’iniziale F in lamina d’argento. La scelta del vetro, rigorosamente a perdere, e la capsula a copertura del tappo garantiscono la purezza, preservando Acqua Filette da ogni tipo di contaminazione.
NATURALMENTE NATURALE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
DELICATAMENTE FRIZZANTE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
DECISAMENTE FRIZZANTE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
Bere consapevolmente. L’Acqua.
L’acqua fa bene al cuore, ai reni, al fegato, all’intestino e alla pelle. Per star bene è necessario abituarsi a bere l’acqua regolarmente e non solo quando si ha sete.
L’acqua minerale in bottiglia sta, a poco a poco, assumendo la stessa importanza del vino. Esiste ormai la figura del sommelier dell’acqua ed esistono corsi che insegnano a diventarlo.
Nei migliori ristoranti stranieri, ma anche in Italia, sta diventando una consuetudine che oltre alla carta dei vini ci sia la carta delle acque minerali.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/Alessandro-Scorsone1.jpg120184magistro/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngmagistro2016-10-08 17:40:072016-11-22 17:59:43Alessandro Scorsone Ambasciatore del Bere 2014
Una carriera costellata di successi per Enrico Derflingher. Nato a Lecco nel 1962, si diploma all’Istituto alberghiero di Bellaggio e, a soli 27 anni, diviene chef per la famiglia reale inglese, un onore per tradizione riservato solo ai grandi chef francesi. Le sue esperienze all’estero continuano poi oltreoceano presso la Casa Bianca con George W. Bush senior.
La sua capacità e la sua professionalità nel soddisfare anche i palati più esigenti e prestigiosi hanno contribuito al successo della “Terrazza” dell’Eden di Roma, dove Enrico rimane per nove anni. Pronto a tornare ambasciatore della cucina italiana nel mondo, si sposta prima al Palace Hotel di St. Moritz, poi in Giappone, dove dà prova delle sue doti organizzative nella gestione di 30 diversi ristoranti italiani, tra cui l’Armani Ginza Tower di Tokyo.
Numerosi i riconoscimenti e le onorificenze che rendono omaggio al suo talento: quattro volte nominato tra i primi dieci chef al mondo nella “Five Star Diamond Award as one of the World’s Best Chefs”, di recente premiato “Fuoriclasse” al Vinitaly, è stato eletto Presidente Euro Toques – Italia nel 2012, e quest’anno anche presidente Euro Toques International. Oggi è chef a Villa Lario, dimora storica sulle rive del Lago di Como, dove la sua creatività ed esperienza sono messe a disposizione di potenti e reali di tutto il mondo in occasione di Expo 2015, per conoscere la vera tradizione della nostra cucina, nobilitata grazie alla maestria di Derflingher.
Sezione Ambasciatori del Food Per l’impegno profuso nel promuovere il Made in Italy e la Cultura del Cibo. Per aver fatto della ricerca della qualità una Mission, per aver dedicato una vita alla conoscenza e alla diffusione dell’Eccellenza Agroalimentare. Per l’altissima qualità delle trasmissioni radiofoniche e televisive da lui condotte o ideate.
Nato a Roma il 29 marzo 1962, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi La Sapienza, Master in Comunicazione. Tra gli anni ’80 e ’90 è attivo nel campo della scrittura creativa, firmando numerose sceneggiature. Dal 1997 opera nel settore della comunicazione agroalimentare ed enogastronomica, sia in qualità di Ufficio Stampa che in quella di comunicatore. Collaborazioni con testate come Unità, Cucina&Vini, Radio Vaticana, autore del programma “Street Food Heroes”, andato in onda nel 2014 su Italia 1. Responsabile e coautore dell’Atlante dei Vini Italiani per conto della Fondazione Qualivita e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Consulente Rai per diversi anni per programmo importanti nell’ambito dell’agroalimentare e dell’enogastronomia. Docente di corsi di comunicazione presso il Master del Gambero Rosso e dell’Università Luiss di Roma, socio e amministratore dell’agenzia di comunicazione MG Logos di Roma. Nel 2015 è stato pubblicato il suo romanzo “Il paradosso del calabrone” dalla casa editrice Memori.
VIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA “FRIULI e VENEZIA GIULIA”
Premio Internazionale Doc Italy
IL FRIULI VENEZIA GIULIA INCONTRA IL RESTO D’ITALIA Camilla Nata e Anthony Peth ci condurranno in uno straordinario tour alla scoperta di una Regione, terra di singolare fascino e grandi tesori, dagli spettacolari panorami di alta montagna delle Dolomiti Orientali, della Carnia e delle Alpi Giulie, ai suggestivi laghi, dalle lunghe spiagge sabbiose alla costa rocciosa… Una grande varietà dei paesaggi a cui corrisponde un patrimonio culturale altrettanto ricco e variegato, una storia complessa segnata dalla confluenza di diverse etnie. Premio Doc Italy Friuli mira a sottolineare e dar giusto rilievo a questo straordinario patrimonio. Un’importante vetrina tra passato e presente, tra la storia millenaria, tradizioni, arte, sapori e tesori con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo turistico del territorio.
PROGRAMMA – Presentazione docufilm della “Promo Turismo FVG” – Presentazione del Premio UnAR-DOC Italy – Illustrazione della collezione incisioni del Socio architetto Giuliano Bertossi – Presentazione e Consegna Riconoscimento a: Comitato di S. Floriano per il prestigioso Ciclo decennale di Mostre ad Illegio “Coniugazione di Fede ed Arte” (don Alessio Geretti e don Angelo Zanello) Helica, società esempio di imprenditoria e front end tecnologico (AD Pierluigi Nassimbeni) Tiziana Bagatella, attrice di teatro e cinema Marisa Plos, ceramista di Gemona Benito Zollia, presidente Brovedani Group spa – Lettura di liriche poetiche – Evento enogastronomico ERSA in terrazzo
ROMA Giovedì 23 giugno 2016 ore 18.00 Casa delle Associazioni Regionali via U. Aldrovandi, 16
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/06/FOGOLAR.png378600tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-06-23 11:15:282016-10-11 14:43:44Premio Doc Italy – Viaggio Attraverso L’eccellenza “Friuli E Venezia Giulia” – 2016
Il Dott. Giuseppe accrogliano’, è nato a Rossano, risiede a Roma, in via Anapo n 29. Laureato in Scienze Politiche e Sociali 110/110 lode – Pubblicista – Direttore ed Editore del C3 International. Dopo un’esperienza al Gabinetto del Ministero dei Trasporti, ove ha seguito i lavori del Consiglio d’Amministrazione F.S., predisponendo i piani d’investimento e della politica economica, ha prestato servizio come dirigente generale al MINISTERO INTERNI (con mansione di Vice Prefetto Vicario per 12 anni) – LAVORO – POSTE – TESORO – MARINA MERCANTILE – PARTECIPAZIONI STATALI. Ha fatto parte del Comitato per le Regioni Meridionali.Consigliere Regionale per tre Legislature . Primo eletto nel 1975 con 28 000 voti nella Regione Calabria. Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale C3 International, Associazione dei Calabresi nel Mondo, che raccoglie oltre 75 000 iscritti con ramificazioni in tutte le Regioni d’Italia là dove sono le comunità calabresi e ramificazioni a livello internazionale. Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Calabria. Ha organizzato convegni nazionali ed internazionali pubblicando Tesi in diversi Convegni Economici di rilevanza nazionale sui seguenti temi, inerenti
– Centralità del Mezzogiorno.
– Il Mezzogiorno e le prospettive di uno sviluppo della Società Italiana.
– Infrastrutture per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Consigliere d’Amministrazione Ferrovie della Calabria dal 2006
Già Consigliere d’Amministrazione e membro della Giunta esecutiva della SNAM (ENI).
Ha contribuito a realizzare la metanizzazione del Mezzogiorno.
Già Consigliere d’Amministrazione e Presidente AGIP PLAS (ENI).
Già Consigliere d’Amministrazione ENICHEM (ENI).
Vice-Presidente e Consigliere d’Amministrazione STANIC.
Già Consigliere d’Amministrazione e Presidente di diverse società della GEPI .
Già Vice Presidente FORUS (SOFIN IRI).
Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/10/Alessandro-Scorsone1-2.jpg120184tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-06-13 23:46:212016-10-11 23:52:14On. Giuseppe Accrogliano – Una Vita Per …. 2013
Membro Comitato Scientifico U.N.E.S.C.O. – Commissione D.E.S.S. – dal Luglio 2005;
Premio DOC Italy – Eccellenze italiane – 10 Luglio 2013
Premio Alma Pales – Excellence Award – 09 Maggio 2012
Membro Comitato Tecnico Scientifico – Abbattimento Barriere Architettoniche e Sensoriali Comune di Roma –
Novembre 2008
Membro della Fondazione Nuova Italia –– Novembre 2007
Membro Comitato Promotore della Fondazione Fare Futuro –Febbraio 2007.
Membro con funzioni di Coordinatore della “Commissione Interministeriale per le politiche sociali e la riqualificazione urbana ed abitativa“ D.M. 23 Marzo 2006 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero del Welfare.
Membro Comitato Scientifico FederSanità A.N.C.I.- dal Marzo 2006;
“Man of the year 2003” for Health Science – proclaims from the Presidency of the Corps Diplomatique of The United States of America – 2nd July 2003; Onorary Member of Corps Diplomatique United States of America;
Full Member for Sanitary Sciences of the International Accademy of Authors of Scientific Discoveries and Inventions – 17/04/03;
World Humanity Award (anno2002) from Ecumenical World Patriarchate with State Privileges;
Gold Hercules International Award of Knights per “L’organizzazione sanitaria ” 7 Novembre 2002;
Commendia Teutonica di Grazia e Devozione – Sovereign Military Teutonic Order of Levant 12/06/01;
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana – D.P.R. 2 Giugno 1997;
AA/AA1996/1999 Membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Universitario Labtegnos;
A/A 1998/1999 Cons. Delegato per la Formazione in Sanità del Consorzio Universitario “Labtegnos”;
Ha ricevuto una laurea h.c. in Chimica Farmaceutica – Università “Pro Deo” di New York – 1993 ;
Accademico Socio Effettivo – Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – D.M. n°602/’86.;5;
Accademico Socio Corrispondente – Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – D.M. n°4504/’84;
1984 -1999 – Membro del Consiglio di Reggenza dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria;
1989 al 1999 Segretario Generale dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.
AGEING SOCIETY –OSSERVATORIO TERZA ETÀ – ONLUS
Via G. Palumbo, 12 – 00195 Roma – Tel: 06 39751914 – 349.5755693 – Fax: 06 39741292 http://www.ageingsociety.com e-mail: ageing@virgilio.it – info@ageingsociety.com – emiliomortilla@yahoo.it –
Iscritta con il n° 60 al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, D.M. 21/11/2002 Iscritta al Registro Regionale delle Associazioni con determinazione n° D3163
Certificazione di qualità ISO 9001:2000 IQNET n° IT – 43758
1997 Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana Fitness e Scienze Motorie.
1998 -Vice Presidente della Società Italiana di Biologia e Clinica dell’Invecchiamento;
1998/2001 Direttore del Dipartimento Sanità dell’Istituto di Ricerche “ Semeion“;
04/2001 Socio Fondatore e Membro Vitalizio del Consiglio di Amministrazione dell’University College for Advanced Technology.- International Foundation ;
06/2002 Segretario Generale dell’ University College for Advanced Technology e titolare cattedra di Bioetica;
President of International Anti-ageing Research Group – European Association -1997-2000;
Dal 2001 Presidente di “Ageing Society –Osservatorio Terza Età – Onlus;
Dal 2002 VicePresidente dell’Associazione Internet Monitoring – Responsabile del settore Formazione on line
in medicina;
Dal 2011 Presidente della Confederazione U.N.I.R.S.I per L’Italia, confederazione nazionale di associazioni non profit e confederazioni di PMI.
Dal 1970 al 1993 Responsabile d’area (Italia Centro Meridionale ed Isole ) per l’informazione scientifica, la ricerca e lo sviluppo di specialità farmaceutiche di un’Industria Nazionale;
Consulente di Società Farmaceutiche, Chimiche, Alimentari. e di Telecomunicazioni;
Dal Maggio 2003/2005 responsabile scientifico delle trasmissioni televisive “Fra il dire ed il fare”- e “ R@gionando “ sul network nazionale Odeon TV.
Produttore del programma TV : “65 per ricominciare” con il finanziamento della Fondazione Roma. ATTIVITÀ DIDATTICA E DI RICERCA
Anno Accademico 2006/2007 – Docente di “ Medicina ed immigrazioni: aspetti demografici, tecnici e socio sanitari “ del Master in “ Scienze delle Migrazioni “ dell’Università Europea di Roma.
2005-Docente di Bioetica IV Master in Medicina Internazionale–International Medicine Society Consorzio universitario Internazionale per la Formazione e la Comunicazione FOR.COM.
Docente di Bioetica A.A. 1996/1997 – 1997/1998 – 1998/1999 – 1999/2000 presso l’Università degli Studi “ G. D’Annunzio “ di Chieti- Facoltà di Medicina – Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport -D.U. Terapisti della Riabilitazione;
Docente di Bioetica A.A. 1997/’98 e riconfermato nel 1998/’99 presso l’Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Chirurgia e Scuole di Specializzazione. Corso di Flebologia;
1991 al 1999 Direttore del Centro Ricerche e Studi post-Universitari A.S.A.S;
1991 al 1999 Docente di Bioetica di n° 8 Masters post-universitari in discipline specialistiche mediche;
Dal 1996 Professore onorario e lettore di Psicologia presso l’European University di Mosca;
N°48 pubblicazioni scientifiche. Relatore e Chairman in oltre 100 Congressi nazionali ed internazionali.
Dal 23 maggio Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla è nato a Roma nel 1965, laureato in Economia aziendale, è dirigente industriale presso Techno Sky s.r.l. (gruppo ENAV). Dal 2009 è il Presidente del FASI – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per i Dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi; in tale ambito, Presidente del FASI OPEN – Fondo Aperto di Assistenza Sanitaria Integrativa per i lavoratori non-dirigenti; Amministratore della Gestione Separata GSR–FASI e anche Consigliere di amministrazione di SELDA INFORMATICA s.c.a.r.l. – Società consortile per la realizzazione dei sistemi informatici del FASI, del FIPDAI (Fondo Integrativo Previdenza Dirigenti Aziende Industriali) e di Previndai. Dal 2008 Presidente dell’Unione regionale dei dirigenti industriali del Lazio.
Attualmente collabora con l’Università Campus Bio Medico di Roma (UCBM) al Master di I° Livello in “Imprenditorialità in Sanità” sul tema “Sanità integrativa e Management della Sanità”, con l’Università LIUC, Libera Università degli Studi Carlo Cattaneo, al Corso di Alta Formazione Universitaria sul tema “Istituzioni e Gestione delle Forme di Assistenza sanitaria pubblica e integrativa”, e con l’Università LUISS Guido Carli, Business School, come docente e membro del comitato scientifico del Corso di Formazione sul tema “Management dei Fondi sanitari integrativi” e del Corso di perfezionamento “Organizzazione e Management del Welfare integrativo: fondi pensione e fondi sanitari – MAWI”. Dal 2008 al 2010 è docente in Sicurezza Stradale e Gestione delle Infrastrutture per l’ISTIEE- Istituto per lo Studio dei Trasporti nell’Integrazione Economica Europea dell’Università degli Studi di Trieste.
Pubblica su varie riviste di settore sui temi del management, del welfare integrativo e relazioni industriali. Ha curato la prefazione del libro “Conoscere per governare l’insicurezza stradale in Italia”. Come Presidente del FASI ha promosso lo studio “Lo sviluppo della sanità integrativa: sinergie tra welfare pubblico e welfare privato”, 2012, e la ricerca “Universo salute. La sanità italiana tra oggi e domani”, 2015.
Consigliere di Amministrazione di “VISES Onlus”, ONG di riferimento di Federmanager, che sostiene azioni di volontariato specialmente nei Paesi in via di sviluppo. È presidente e socio fondatore della “Accademia dell’ingegno”, associazione in favore del patrimonio culturale, scientifico e imprenditoriale italiano. È socio fondatore e membro del cda dell’associazione “Tito Gobbi”, organismo no profit per la diffusione della cultura musicale-operistica. Nel 1991 ha costituito l’associazione nazionale periti informatici (A.N.P.I.) di cui è stato Presidente. È iscritto all’Ordine Professionale dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti.
Unar – Casa delle Regioni ha Presentato “Doc Italy Campania” tra Eccellenze e Primati Mondiali Il 18 maggio 2016 nella prestigiosa sede dell’Unar pioggia di Emozioni e Sorprese per la Regione più calda e colorata d’Italia La Giornalista Rai Camilla Nata & l’Ambasciatore del Made in Italy Anthony Peth hanno magistralmente condotto la tappa più ricca della rassegna Doc Italy Viaggio Attraverso le Regioni Un tour nelle bellezze campane ad apertura della premiazione, il dono dell’Artista Internazionale Fiamma Zagara al Presidente Pasquale Mastracchio e al Segretario Alessandro Carnevali per la “Pinacoteca delle Regioni”dell’Unar, artista eclettica che con materiali di riciclaggio racchiude il mondo in tele “atipiche”, la premiazione a personaggi illustrissimi del panorama internazionale dalla Protagonista indiscussa e interprete straordinaria della sua amata terra “Marisa Laurito”, alla giovane promessa dell’imprenditoria l’incredibile Mariapina Fontana, dai coralli di Torre del Greco primato Mondiale della Famiglia De Simone allo Chef Bartolomeo Errico con la prima Accademia on line Universale perché tradotta in 8 lingue incluso il L.I.S. (linguaggio dei segni), ospite d’onore Premiato Doc Italy 2015 al Ministero delle Politiche Agricole “Manuel Lombardi e il Conciato Romano Grande entusiasmo per l’arrivo dei campioni mondiali di Pizza che direttamente da Napoli, reduci dal Guinnes World Record che ha visto materializzarsi in più’ di 6 ore una pizza lunga 1853,88cm, hanno festeggiato offrendo pizze fritte partenopee “record di gusto e apprezzamenti” Emozionante l’intervento della Divina Fioretta Mari con il Maestro Marco Orlandi “artista Ufficiale del Premio internazionale Doc Italy” hanno regalato perle di Saggezza e grande Umanita”donando un messaggio positivo per il futuro di una terra incredibile e incredibilmente ricca di “TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO” come solo la Campania sa essere Durante l’evento il Presidente Mastracchio e il Segretario Generale Carnevali hanno presentato la partnership con la rivista internazionale Free Time della Dott.ssa Antonella Ferrari che sin dall’ inizio di Doc Italy ha dimostrato grande attenzione per il Premio e la promozione regionale mission dell’Unar A chiusura della premiazione il Maestro Valerio Faccini ha presentato la Nuova avventura della Casa delle Regioni che per il prossimo mese ospiterà il Gemellaggio “Cuba – Campania” con a cornice la sua meravigliosa Mostra Fotografica “Emozioni e Colori” , come spiega Tiziana Sirna organizzatrice del Premio Doc Italy e ideatrice di questa nuovo Progetto, Cuba e la Campania sono un’esplosione di Colore, Umanità, Calore, Passione, Solarità, due popoli lontani geograficamente ma vicinissimi umanamente, con la capacità di affrontare qualsiasi problema con un grande sorriso e tanta voglia di vivere e “annà annanz”! Tutti i sensi sono stati appagati, a rapire la vista le splendide Modelle della Ma.Ma.Management avvolte nelle geniali creazioni dei Vincitori di “Detto Fatto” Vincent Cabrè e Claudia Attianese e l’Alta Sartoria Uomo “Elia” di Gennaro Chiacchio, a rallegrare l’udito Reo Confesso e la sua Band,a deliziare i palati esigenti dei selezionati ospiti “percorsi gastronomici d’Eccellenza Campana” con la Cantina Annarumma assoluta Protagonista in gustosa compagnia con l’Azienda Agricola Quercete i suoi formaggi e i suoi salumi rari di maiale Nero Campano, Ernesto Fico con la Torta “Doc Italy” e “Fiocchi di Neve”il dolce che fa tendenza, Salvatore Corso e le Eccellenze Casearie, Oscar Bonomo e i croccanti Torroncini Marisa, le tipiche Sfogliatelle del Bar Umberto, i Salumi unici di Marcello Gaudino e i campioni mondiali di pizza Lella Galliffuoco, Franco Ursini, Umberto Fornito…. La Campania ha Conquistato Roma e la Casa delle Regioni!
___________________ Motivazione Premi Marisa Laurito sezione Ambasciatrice dell’Arte Per aver donato la sua vita all’Arte e racchiuso l’ Arte in “una Mossa” Per la sua generosità e la solarità con cui illumina ogni platea Per aver fatto del teatro il suo “Piatto Migliore”, per averlo condito con passione, tenerezza, goliardia, introspezione, e aver fatto riflettere lasciando “sempre” un sorriso Per essersi cimentata a tutto tondo in ogni forma d’arte nelle sue mille espressioni e aver anticipato i tempi scrivendo e discorrendo di cucina Per la sua umiltà e l’atteggiamento sempre cordiale e mai snob nonostante gli straordinari successi e la sua grande popolarità grazie alla quale porta avanti importanti battaglie sociali Per aver “sottolineato” le sue origini partenopee con veracità e tenacità senza mai scadere in volgarità Per essere stata in grado di passare da ruoli drammatici a comici con stile e naturalezza Per aver racchiuso il mondo “nella rotondità femminile” Famiglia De Simone primato mondiale per i Coralli di Torre del Greco Per aver reso Torre del Greco “Capitale Mondiale della lavorazione del Corallo e dei Cammei” Per aver mantenuto fede alle proprie origini e portato avanti “la lotta quotidiana degli artigiani” con etica e morale non scendendo a compromessi o seguendo logiche di mercato Per aver tramandato una tradizione unica vanto di un’intera regione e dell’Italia tutta Per essere riusciti con la passione per i coralli a trasformare un passato pregno di tradizione in un presente fondato su di esse ma con un occhio attento all’estero e alle innovazioni Bartolomeo Errico sezione Tradizione e Innovazione Per aver creato con la cucina un’armonia perfetta Per aver ripreso le tradizioni di Mamma Rosa e Zia Maria e averle fuse con i segreti dei migliori chef al mondo dando vita alla sua cucina in note che passa dal Jazz alla Musica da Camera passando dal Soul al Rap in una sinfonia di sapori e saperi Per aver dato ai corsi di cucina “UN LINGUAGGIO UNIVERSALE” con “Si Chef” , un programma straordinario, all’avanguardia e soprattutto “PER TUTTI” Mariapina Fontana sezione Giovani Imprenditori Per l’amore, la passione, la tenacia, l’impegno e il pizzico di follia con la quale ha stravolto la sua vita e ancora giovanissima ha iniziato un percorso duro quanto meraviglioso. Per l’umiltà, la prematura saggezza, la consapevolezza e la professionalità con cui affronta il piu’ difficile dei mestieri Per aver in brevissimo tempo raggiunto grandissimi risultati frutto delle sue incredibili capacit
Fioretta Mari e Manuel Lombardi
Marisa Laurito e il Senatore Amidei
Premio Internazionale Doc Italy
VIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA CAMPANA Mercoledì 18 Maggio dalle ore 18:00 – Via Aldrovandi, 16
La Campania incontra il resto d’ Italia Camilla Nata & Anthony Peth ci condurranno in uno straordinario tour virtuale alla scoperta di un Territorio ricco di tesori e contrasti, odori e colori, sapori e saperi, tradizione e innovazione il meglio di una Regione Unica & inimitabile. La giornalista Rai e l’Ambasciatore del Made in Italy avranno l’onore d premiare figure Eccelse quali l’Artista internazionale Marisa Laurito, il Presidente dell’Ice Riccardo Maria Monti e il Mastro Pasticcere Sal De Riso. La splendida terrazza della Casa delle Regioni sarà la cornice ideale per percorsi gastronomici d’Eccellenza Campania che incontreranno il Viaggio Attraverso le Tipicità Regionali di
Doc Italy VIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA Parterre Eccellente, Premiati di Altissimo Spessore, Folklore, Prodotti Tipici Straordinari Arte, Artigianato, Cultura,Paesaggi, Folklore, Sapori, Saperi e ….. Un’importante Vetrina che darà la giusta visibilità ad una Regione bella quanto difficile
Sezione Ambasciatori dell’Arte Per una vita dedicata al teatro, alla recitazione, ai giovani, per aver avuto il coraggio di combattere i “NON MERITOCRATICI” meccanismi Italiani e aver portato oltre Oceano e diffuso nel mondo la sua arte e il suo insegnamento.
Nata a Reggio Calabria, vive oggi tra Roma e Los Angeles. Dopo aver conseguito The International Baccalaureate a Londra, Manuela Metri si diploma nel 1985 al laboratorio di arti sceniche di Gigi Proietti e poi si trasferisce a Los Angeles, dove studia e lavora (al Lee Strasberg Theatre Institute di Hollywood). Parallelamente alla sua carriera di attrice (nel ‘91 la NBC la sceglie per un ruolo fisso nella Soap Santa Barbara) si occupa di produzione Cinematografica e di Management di attori. Come manager è vice presidente della International Division della Carlyle Productions (di Phyllis Carlyle) e collabora con Beverlee Dean Management per un lungo periodo; poi, nel 2003, fonda, insieme ad altri due soci, la Redbox Management and Productions Company, con sede a Los Angeles e a Roma. Per conto della Redbox gestisce un numero limitato di attori sia sul territorio americano che italiano. La sua ultima grande sfida in Italia è la regia e la produzione, oltre che l’interpretazione, del musical americano “Menopause The Musical”, che ha debuttato a Roma nel marzo del 2006. È coautrice, insieme a Fioretta Mari, del libro “Ciao Artista” edito dalla Salani. Nell’estate del 2006 ha curato la regia dello spettacolo “Voilà Marisa” (di e con Marisa Laureto), che nel 2007 ha toccato i maggiori teatri delle comunità .italiane all’estero.
Vive da anni tra Roma e Los Angeles, la sua compagnia la RedBox Productions, con uffici in entrambi le città, si occupa di management di attori (pochissimi) e produzione. Dopo essersi diplomata nel 1985 al Laboratorio di Gigi Proietti, continua come attrice a studiare e lavorare presso gli Strasberg Institute, di cui è ancora attiva sostenitrice, sposa un giocatore di basket americano da cui ha un figlio: Chauncey.
Nel 1991 la NBC la sceglie per un ruolo fisso nella soap opera Santa Barbara. Lavora con grandi personaggi dello showbiz americano, da Liza Minnelli ad Anna Strasberg, Phyllis Carlyle, Beverlee Dean. La sua ultima grande sfida in Italia è la regia e produzione del musical americano MenopauseTheMusical del quale ha curato anche adattamento e traduzione, con debutto a Roma il giorno 8 Marzo 2006.
E’ coautrice insieme a Fioretta Mari del libro Ciao Artista edito dalla Salani.
Nell’estate 2006 ha curato la regia dello spettacolo “Voilà Marisa” di e con Marisa Laurito. Dal 2007 è nei teatri italiani come regista, produttrice e co-protagonista dello spettacolo che celebra i 35 anni di carriera di Marisa dal titolo “A me me piace ‘o scio’” che a maggio 2011 tornerà al Teatro Sistina di Roma con il titolo “Tutti insieme abbondantemente” (unica regista donna della stagione).
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/05/emanuela-metri1.jpg120184tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-05-11 14:00:092016-10-17 02:00:36Dott.ssa Emanuela Metri – Sezione Arte E Spettacolo 2014
Fioretta Mari (Firenze, 19 luglio 1950) è un’attrice e insegnante italiana, nota al pubblico di Canale 5 come docente di dizione e recitazione degli allievi della scuola-spettacolo Amici di Maria De Filippi. Fioretta Mari (Firenze, 19 luglio 1950) è un’attrice e insegnante italiana, nota al pubblico di Canale 5 come docente di dizione e recitazione degli allievi della scuola-spettacolo Amici di Maria De Filippi. Nasce da padre fiorentino e madre siciliana. La sua carriera di attrice inizia prestissimo, dimostrandosi subito una bambina prodigio, collaborando con grandi attori teatrali e cinematografici quali Turi Ferro, Oreste Lionello, Vittorio Gassmann, Jean Louis Barrault, Madeleine Renaud, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Aldo Giuffrè, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. Oltre che per i suoi spettacoli teatrali (più di 150, nelle più importanti città del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Mosca, passando per Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo), ha acquisito molta fama, soprattutto fra i giovani, grazie al programma tv Amici di Maria De Filippi, in onda su Canale 5, in cui ha svolto il ruolo di insegnante di dizione e recitazione.
Il 24 luglio 2010 è stata premiata ad Alghero con il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per la sua attività di attrice.[1] Nel settembre 2010 diventa direttrice artistica della ArtAcademy Carrara (Accademia Nazionale dei Mestieri dello Spettacolo), una nuova “talent academy” che si prefigge l’obiettivo di formare nuovi talenti; nello specifico Fioretta Mari si occupa di insegnare dizione e recitazione. Dal 2009 insegna presso lo Strasberg Institute di New York city, dove ha portato il metodo d’insegnamento della Commedia dell’arte, lasciando entusiasti gli allievi che, a parere della co-direttrice insieme ad Anna Strasberg, Victoria Krane “non si erano mai mostrati così attenti ed entusiasti nei confronti di un docente”.
Dal 2015 è la direttrice artistica del festival per attori ACT Italy che, dopo varie tappe in tutta Italia, si è concluso, con grande successo, il 2, 3 e 4 luglio 2015 con la “tre giorni” al Teatro Parioli di Roma.
Per il teatro italiano è stata sicuramente una delle bambine prodigio più importanti che hanno recitato su un palcoscenico. Bellissima interprete a livello internazionale di molte piéce, durante gli anni della giovinezza, ha preso parte a veri e propri capolavori che hanno incantato la critica e il pubblico che si spostava da casa alla platea. Poco ricercata dal cinema, è diventata poi insegnante di dizione e recitazione per un talent show di successo quale “Amici di Maria De Filippi”. Quando spiega la recitazione ai più giovani si avverte un vero sentimento di gioia nei confronti dell’arte drammatica e sono sentimenti di così forte vitalità che contagiano persino il pubblico oltre lo schermo della televisione. Il grande successo a teatro Di padre fiorentino, segue le orme della madre, l’attrice siciliana Franca Manetti, e degli zii, le interpreti Maria Tolu e Ida Carrara e l’attore Turi Ferro. Comincia la sua carriera prestissimo, imponendosi come bambina prodigio del palcoscenico e lavorando fianco a fianco con nomi di serie A del nostro teatro e di quello francese: Oreste Lionello, Vittorio Gassman, Jean-Louis Barrault, Madeleine Renault, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. È l’interprete di “Anatra all’arancia”, “L’avaro”, “La figlia di Jorio”, “Tovarich”, “Il malato immaginario”, “Parole d’amore parole”, “La città del mondo”, “Pasquino” e il musical “Menopause” con Marisa Laurito, Fiordaliso e Manuela Metri, grazie ai quali tocca città come New York, Londra, Parigi, Mosca, Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo. Piccolo schermo Televisivamente, dopo aver lavorato con lo zio Turi Ferro (ma anche con Umberto Spadaro) alla fiction Aria di continente (1970) di Marcello Sartarelli, si convince che il piccolo schermo non è proprio luogo per lei e gli preferisce il teatro, seppur reciti sporadicamente in qualche miniserie come Le ragioni del cuore (2002) di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone con Irene Ferri, Sabrina Impacciatore, Stefano Accorsi, Edwige Fenech, Massimo Reale, Thomas Trabacchi, David Sebasti, Giulia Steigerwalt, Cinzia Mascoli, Tiziana Lodato e Alessandro Benvenuti, e Ricomincio da me (2005) di Rossella Izzo con Raffaella Bergè, Claudio Bigagli, Deborah Caprioglio, Paolo Conticini, Edoardo Costa, Giobbe Covatta, Gioele Dix, l’oggi presentatrice Barbara D’Urso, Andréa Ferréol, Arnoldo Foà, Riccardo Garrone, Alex Partexano, Francesca Reggiani, Remo Remotti, Francesco Salvi, la grandissima Stefania Sandrelli, la brava caratterista Gisella Sofio, Ricky Tognazzi e l’attrice feticcio di Ferzan Ozpetek Serra Yilmaz. Lavori al cinema Cinematograficamente parlando, viene tenuta a battesimo sempre dallo zio Turi Ferro, che la vuole accanto a lui nel film di Paolo Cavara Il lumacone (1974) con Agostina Belli, Ninetto Davoli, Francesco Mulé, Isa Danieli, Liù Bosisio, Gianfranco Barra, Franco Bracardi, Vittorio Fanfoni e Lorenzo Piani. Ma anche sul grande schermo sono apparizioni sporadiche e per piccoli ruoli (Alice, Sharm El Sheik, 2010). Nel 2011 partecipa alla commedia musicale corale A sud di New York, diretta da Elena Bonelli, nella quale interpreta il ruolo della zia Alida.
https://www.docitaly.net/wp-content/uploads/2016/05/fiorettamari.jpg120184tiziana sirna/wp-content/uploads/2016/11/docitaly.pngtiziana sirna2016-05-11 13:30:092016-10-16 23:57:32Fioretta Mary – Ambasciatrice dell’Arte 2013
Sezione Ambasciatori dell’Arte Per rapire, incantare e far vivere piogge di emozioni con le sue straordinarie creazioni, per ricordare a tutti quelli che hanno l’onore di conoscerla quanto solo i “GRANDI” sappiano essere umili. Per la sua rivisitazione del classicismo in chiave moderna che regala un viaggio attraverso il tempo in ogni sua mostra.
L'”archeologia immaginaria” di Paola Crema , è il frutto di un gioco concettuale teso a farci credere che le sculture da lei realizzate sono in realtà reperti riemersi da un “continente perduto”. Ed il gioco è ancora più complesso nelle sue opere fotografiche, nelle quali “documenta” l’attimo del ritrovamento,mentre in realtà il set – distrutto subito dopo aver effettuato la ripresa – è ottenuto usando quelle sculture da lei stessa prima realizzate. Un gioco di rimandi intrigante con risultati sorprendentemente convincenti.
Artista poliedrica, si è inizialmente dedicata alla creazione di sculture tipo Wunderkammer in argento e materiali preziosi (corallo, perle, oro, cristallo di roccia, pietre semipreziose) e gioielli esclusivi, vere e proprie piccole sculture da indossare. Opere ospitate per un anno nel Museo degli argenti a Palazzo Pitti alcune delle quali esposte in modo permanente.
Si è dedicata alla scultura in bronzo di grandi dimensioni, opere esposte al Museo Archeologico di Firenze, Museo del Corso a Roma , Villa Adriana a Tivoli e numerose prestigiose sedi romane tra le quali il Tempio di Adriano, la Casina delle Civette, la Centrale Monte Martini. Le sue opere,apprezzate da un pubblico non solo italiano, fanno parte di numerose collezioni private di carattere internazionale.
Ha frequentato l’Accademia delle belle arti di Firenze dedicandosi subito allo studio dell’antichità ma anche del design, ed esplorando a fondo il mondo antiquariale nel quale ha operato con grande successo. La cultura dell’antico e l’amore per il mondo classico hanno portato l’artista a dar forma a sculture sapientemente modellate, dando corpo alla sua “archeologia immaginaria” in un percorso concettuale che simula ritrovamenti archeologici, concretizzati nelle sue opere in bronzo e talvolta trasferiti, con un gioco di apparente documentazione, in splendide immagini fotografiche che ci fanno partecipare agli “scavi immaginari” di Paola Crema. Vive e lavora a Firenze e a Roma.
BIBLIOGRAFIA
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– P. Luciani: Sculture da indossare, in catalogo mostra, Fortino, Forte dei Marmi (LU), aprile 2007 – AA. VV. Mirabili / l’arte d’abitare, Ed. Formitalia, Valenzatico, Quarrata (PT), marzo 2007, p. 76-85 – G. Serafini: Paola Crema / Continente perduto, Ed. Centro Sperimentale di Arte Contemporanea, Firenze 2006 – P. Luciani: I Gioielli di Paola Crema Fallani, antiquaria e gallerista, (Tesi di laurea) Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere, 2005-2006 – G. Serafini: Preziosità e Bizzarrie “A&C”, Ed. Rima, Milano, marzo 2003 – B. Rivarola: Galanterie Gioiellate, “Collection Beirut” n. 5, Ed. Claude J. Mazloum, Beirut 2003 – E. Bagnoli, M. Bossetti: L’Eredità Etrusca,“Accessori Collezioni”, Ed. Rima, Milano, marzo 2003 – AA VV: Artist’s Jewellery in Contemporary Europe, “Newsletter” n. 11, Ed. Ilias Lalaounis Jewelry Museum, Atene, gennaio 2001 – G. Forni: in Contemporary Italian Jewellery in the Sartirana Collection, catalogo mostra Ilias Lalaounis Jewelry Museum, novembre 2000 – gennaio 2001, Ed. Dimitris Platzos, Atene, p. 60-61 – G. Serafini: Preziosi senza tempo, “AL”, Ed. Target n. 11, Bologna, dicembre 2000 – P. Kam Fu: Meduse, “ZIP Magazine Hong Kong”, Ed. Twin Fame Limited, giugno 2000 – E. Schatz: Preziosità e Bizzarrie, catalogo Monaco Art Galerie, Principato di Monaco, Ed. Monaco Art, aprile 2000 – M.T. Prestigiacomo: Quei gioielli sussurrano parole di mare, “Corriere del Mezzogiorno”, Messina,15 marzo 2000 – G. Serafini: Preziosità e Bizzarrie, catalogo mostra Richard Ginori Stores, Firenze, marzo-aprile 2000 – L. Nocentini: Oggetti d’arte da indossare, catalogo mostra Parlamento Europeo, Bruxelles, febbraio 1999 – M. Mostardini: Il giardino segreto, “Il Tirreno”, Livorno, 11 giugno 1998 – B. Rivarola: Triunfo de la plata, “Yoja Arte”, Barcellona aprile 1998, p. 170-175 – M.C. de Montemayor: Intrighi d’argento, “MCM / La storia delle cose”, Firenze, settembre 1997 – R. Baldini: Io, Lady 900, “La Nazione”, Firenze, 16 febbraio 1994 – R. Reif: Shoppers world “New York Times”, New York, 15 aprile 1990
Maestro Gianni Molaro
da tiziana sirnaNel 2004 Gianni Molaro corona il suo sogno adolescenziale facendo scendere le sue creazioni dalla meravigliosa scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna a Roma, per “Donna sotto le stelle”. A Palazzo Venezia in Roma, presenta una sua collezione completamente dipinta a mano, la sartoria diviene fondamenta essenziale di nevrotiche sculture di tessuto che vitalizzano il corpo senza mai vestirlo. L’abito perde la sua funzione ancestrale di copertura, protezione, dimentica il suo ruolo di narciso vanitoso e diviene mezzo per scandagliare le oscurità dell’anima, per delineare i lineamenti ed i sussulti dell’inconscio.
Gianni Molaro è considerato dalla stampa di moda lo stilista più creativo per gli abiti da sposa. La rivista di moda Rendez Vous nel 2013 lo ha definito il profeta dell’Art Couture. Egli è alla continua ricerca di ricami, forme e scollature, che rendono la sposa preziosa e raffinata ,romantica e femminile, sensuale e solare.
Testimonial e presentatrice Camilla Nata
da tiziana sirnaCamilla Nata, origini torinesi, inizia la s attività di giornalista pubblicando articoli sulla rivista mensile Eco mese e, dal 1997 al 1999, collaborando con le emittenti piemontesi Telealpi (Pianeta donna) e Quarta Rete Tv (Campane a festa, Estate ballerina, Agenzia spettacoli, La Terra e il sole). Nel 2000 inizia la sua collaborazione con Stream (Agrinews, Il villaggio dei mondiali). Passa quindi a Rai3 come inviata per il programma quotidiano Cominciamo bene estate. Nel gennaio 2003, è l’inviata speciale di Italia che vai, il magazine di RaiUno condotto da Paolo Brosio e Tessa Gelisio. Nel 2003 conduce su Rai2 Vivere in salute. Nel 2004 per Rai1 è inviata per La vita in diretta e dal 2005 per Festa Italiana
Premio “Doc Italy”sezione programmi e associazioni di promozione territoriale
Dott.ssa Camilla Nata – Conduttrice e Giornalista
Per l’allegria, la professionalità, la competenza e la capacità di catturare l’attenzione, “CONDURRE SENZA MAI TRACINARE”, divertire ed informare.
Per la sua conduzione fresca ma ricercata, moderna ma impegnata, per l’essersi specializzata nel settore Food, uno dei comparti che più’ contribuiscono a tenere alto il Nome dell’Italia nel Mondo.
Per riuscire a spiegare dalle più complicate regole dell’economia alle ricette di cucina con la stessa naturalezza
Per essere sempre positiva e sorridente, riuscendo a mettere a proprio agio l’intervistato o la platea.
Per le grandi doti di intrattenimento e comunicazione
A Camilla Nata si conferisce il Premio “Doc Italy”sezione programmi e associazioni di promozione territoriale
Anthony Peth Ambasciatore del Made in Italy conduce il Viaggio Attraverso le Eccellenze
da tiziana sirnaAutore, regista, conduttore televisivo
Anthony, inizia la sua carriera all’età di 18 anni, dopo essersi trasferito dalla Sardegna a Roma per laurearsi e specializzarsi in Lettere indirizzo Spettacolo e successivamente una seconda laurea in Beni Culturali.
Comincia il suo percorso professionale dopo essere stato scelto da Maurizio Costanzo fra i conduttori fissi del programma “Voglia” (Mediaset).
Nel frattempo prosegue la sua formazione presso Cinecittà Campus, frequentando corsi di perfezionamento in conduzione televisiva, regia e scrittura televisiva.
Varie le esperienze teatrali: “Suore Scatenate” di Gegia, “Gli anni del boom” di Riccardo de Torrebruna, “Dannato da un insolito destino”, al musical “San Francesco” nel ruolo di Cristo.
Dopo di che un lungo percorso come aiuto regia per cinema e fiction, nei film: “Sexual Radar” di Luca Martera,”Il segreto di Candida” di Angelo Caruso, nella sitcom “Colpi di Sole” per Raidue e “Boris” per Fox e Rai.
Dopo aver scritto il format ‘WakaShow’, programma demenziale composto da 15 comici e da un reality ‘l’Isola dei formosi’, dalla rete sky le viene proposto di condurlo e con grande sorpresa il format ha avuto un ricco successo di share portando la messa in onda da 3 a 15 puntate concludendo la puntata con la vittoria del primo minorenne in un reality.
In seguito la conduzione di nuovi programmi interattivi per ragazzi e adulti, dal programma “Crazy” sul boom tecnologico dei video web e la grande ondata di videoclip amatoriali di giovani talenti comicial format “Tg a chi?”, tg satirico con servizi di denuncia e reportage sulla politica e il gossip dell’Italia, in onda per l’ intera stagione annuale su Sky e replica sul canale della capitale Teleroma.
Per tre anni regista per Sky della rubrica 3,2,1 ciak, rubrica di cinema che segue tutti i festival di cinema in Italia e all’estero.
Anthony oltre a lavorare per la tv è regista di due importanti manifestazioni cinematografiche e benefiche, “Sorridendo Film Festival” in collaborazione con Rai Cinema presso Cinecittà studios, “Galà dell’arte per la Ricerca” in collaborazione col Ministero della Salute presso il Teatro Brancaccio.
Di recente ha condotto i format “Quelli che..Gli opinionisti”, programma di satira politica in chiave comica, ideato da Gegia e Franco Bonafiglia per Gold TV e Sky in diretta ogni Domenica.
Your Way Management di Emanuela Corsello
Via Nomentana, 175 – 00161 Roma – p.iva: 09878101006 – C.F.CRSMNL74E46H501Q E-mail: yourwaymanagement@gmail.com – info@yourwaymanagement.com tel. 06-4403659 – Cell. 3331858886 www.yourwaymanagement.com
Debutta alla regia con la fiction “Obiettivo salvezza”, scritta da Simone Terranova protagonista insieme a Ninni Bruschetta, Fioretta Mari, Matteo Branciamore, Andrea Roncato, Roberto Ciufoli, Isabelle Adriani, Fabrizio Bracconeri, Alessio Di Clemente, Ciro Esposito, Josafat Vagni, Billo Thiam, Claudia Galanti, e tanti altri.
Attualmente conduce “Ricominciamo da noi” ogni Domenica sera in onda su GoldTv. Testimonial della Campagna nazionale della Sicurezza Italiana 2014. Testimonial del Made in Italy nel Mondo per la Comunità Europea. Special Guest italiana del nuovo videoclip “Gol” di Osmani Garcia feat Pitbull.
Dal 7 Novembre ogni venerdì dall 14 alle 17 su Trs FM102.3 e su Sky al timone del programma radiofonico “Attenti a quei due” con un personaggio dello spettacolo ospite ogni settimana.
In fase di scrittura per due nuovi format per il palinsesto invernale Sky.
Premi conferiti nel 2013/14:
Vincitore del David di Michelangelo 2012/13, per la categoria Spettacolo e Tv. Vincitore del premio Eccellenza al Talento Artistico Emergente al Galà dell’arte. Vincitore del premio DocItaly della Regione Lazio come “Giovane Promessa” Vincitore del Premio “Domenico Aliquò” 2013 come professionista nello Spettacolo. Vincitore del David di Michelangelo sul Sociale 2013/14.
Vincitore del premio “Rivelazione Televisiva Emergente 2014” al Galà dei Cittadini del Comune di Roma. Onorificenza come “Ambasciatore Televisivo dello Spettacolo per la Sicurezza Italiana” Premio Speciale Medusa d’oro 2014 Vincitore per lo Spettacolo 2014 al Napoli Cultural Classic
Premio Speciale per lo Spettacolo al Nettuno Photo Festival Vincitore del Premio in onore a Massimo Troisi come Nastro televisivo nascente 2014 al Pompei Cinema Festival
Madrina Doc Italy Fioretta Mari
da tiziana sirnaNasce da padre fiorentino e madre siciliana. La sua carriera di attrice inizia prestissimo, dimostrandosi subito una bambina prodigio, collaborando con grandi attori teatrali e cinematografici quali Turi Ferro, Oreste Lionello, Vittorio Gassmann, Jean Louis Barrault, Madeleine Renaud, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Aldo Giuffré, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. Oltre che per i suoi spettacoli teatrali (più di 150, nelle più importanti città del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Mosca, passando per Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo), ha acquisito molta fama, soprattutto fra i giovani, grazie al programma tv Amici di Maria De Filippi, in onda su Canale 5, in
cui ha svolto il ruolo di insegnante di dizione e recitazione.
Il 24 luglio 2010 è stata premiata ad Alghero con il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per la sua attività di attrice.[1] Nel settembre 2010 diventa direttrice artistica della ArtAcademy Carrara (Accademia Nazionale dei Mestieri dello Spettacolo), una nuova “talent academy” che si prefigge l’obiettivo di formare nuovi talenti; nello specifico Fioretta Mari si occupa di insegnare dizione e recitazione. Dal 2009 insegna presso lo Strasberg Institute di New York city, dove ha portato il metodo d’insegnamento della Commedia dell’arte, lasciando entusiasti gli allievi che, a parere della co-direttrice insieme ad Anna Strasberg, Victoria Krane “non si erano mai mostrati così attenti ed entusiasti nei confronti di un docente”.
Dal 2015 è la direttrice artistica del festival per attori ACT Italy che, dopo varie tappe in tutta Italia, si è concluso, con grande successo, il 2, 3 e 4 luglio 2015 con la “tre giorni” al Teatro Parioli di Roma.
Fioretta Mari con Carlo Ludovici e Lucio Rama nel 1973
Regista[modifica | modifica wikitesto]
Fateci un applauso
Saggio su Garcia Lorca
Voce dal sen fuggita
Teatro[modifica | modifica wikitesto]
Anatra all’arancia
L’avaro
La figlia di Jorio
Tovarich
Il malato immaginario
Parole d’amore parole
La città del mondo
Pasquino
Menopause
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
Il lumacone (1974)
La prima notte di nozze (1976)
Bello di mamma (1980)
Il fratello minore (2000)
Vuoti a perdere (1999)
Stregati dalla luna (2001)
Sexum Superando – Isabella Morra (2005)
Alice (2010)
Sharm el Sheikh – Un’estate indimenticabile (2010)
A Sud di New York (2010)
Ballando il silenzio (2015)
Televisione
Luna Park (1979)
Stiamo bene insieme – serie TV (2002)
Amici di Maria De Filippi (2002)
Ricomincio da me – miniserie TV (2005)
Camera Cafè (4ª stagione) (episodio “Il tema di italiano”) (2008)
Fratelli detective – serie TV (2011)
Discografia
33 giri
1979 – Io sono fatta così (Cinevox, CAB 2007)
Art For Food by Roberto Fallani
da tiziana sirnaProgetto “Doc Italy- Viaggio Attraverso l’Eccellenza” nato da un’idea di Tiziana Sirna grazie al sodalizio con due artisti di fama Mondiale, la scultrice e orafa Paola Crema e il designer, scultore e orafo Roberto Fallani e alla collaborazione di 2 importanti studi di grafica e servizi per il Web, Gianni Rossi Graphic.
Per la prima volta l’arte scende in campo con un contributo tangibile al comparto Italiano più’ importante e di tendenza, il “Made in Italy”, comparto però quello dell’agroalimentare ostacolato da leggi e burocrazia invece che esser supportato e promosso dallo Stato e da chi lo rappresenta.
Un’altro modo di vedere la comunicazione e l’immagine del Food&Beverage, ogni prodotto d’Eccellenza “OPERA D’ARTE” della ns Italia, avrà come etichette una creazione dei due straordinari artisti.
“Art for Food” a cura di Roberto Fallani.
Il ferro e luce Artista del “limite”, Roberto Fallani. Limite nel senso d’ esuberanza creativa e poliedricità, di discipline che interagiscono fino a rifiutare qualsiasi codice esegetico; ma anche limite della visione in sè, resa estrema dagli innumerevoli innesti culturali, stilistici e mnemonici. La risposta di Fallani al verbo postmoderno sta in questa esasperazione del gusto inteso come “summa” della sua esperienza di artista rabdomante, là dove tutto appare in uno stato di mutazione e di ibrido. Di qui certe insinuazioni avveneristiche della forma che richiamano una sorta d’ archeologia decorativa, di fantastica rivisitazione del moderno degna di “Metropolis” e di Flash Gordon. Il ferro, simbolo dell’era proto-industriale ottocentesca, diventa così per Fallani materiale e insieme metafora di una contemporaneità che “avanza” incontro al passato per ritrovarvi la sua legittimazione estetica; così come il bullone e l’ingranaggio dichiarano la loro falsa vocazione costruttiva e meccanica facendosi elementi plastici assoluti, quasi in una parodia di tutti i funzionalismi possibili. Totems tecnologici, queste “sculture illuminanti” rilanciano in definitiva il primato della bellezza sull’oggetto d’uso, proprio nel momento in cui trasgrediscono il sillogismodel “bello in quanto utile”. Sono macchine di luce, segnali che non possono indicare altro se non l’enigma della forma che, alle soglie del terzo millennio, si è liberata della storia e dei suoi dogmi. Giuliano Serafini. Designer, architetto, scultore e orafo, Roberto Fallani vive ed opera a Firenze.
Art for Wine by Paola Crema
da tiziana sirnaProgetto Doc Italy nato nel 2014 per l’Asta di Beneficenza dei Reali d’Inghilterra.
L’Arte incontra il Vino, la scultrice internazionale Paola Crema “ETICHETTA” l’Eccellenza “Casato Unico”
Coralli di Torre del Greco
da docitalyIl fatto che la storia di Torre del Greco sia legata all’amore per il corallo è cosa nota, ma forse non tutti sanno che fu una storia d’amore ad influenzarne il destino. Il corallo, per la città di Torre del Greco, ha rappresentato da sempre più di quanto si pensi. Il corallo per Torre è stato ricchezza, ma ancor prima sudore e mezzo per far fronte alla miseria. I Torresi però, in origine, il corallo sapevano solo pescarlo, perciò quando un certo Paolo Bartolomeo Martin sbarcò nel porto della città, fu una vera manna dal cielo.
L’intraprendente Paolo Bartolomeo Martin, di origini genovesi, era partito da Marsiglia lasciandosi dietro un forte declino della lavorazione del corallo, causato dalla rivoluzione francese. Dotato di un’inquieta personalità e di innate abilità nell’incidere cammei, “il Marsigliese”, così chiamato dalla gente del porto, una volta arrivato nella città torrese non ci mise molto a capirne il grosso potenziale commerciale. Alle capacità di Paolo Bartolomeo Martin, i Torresi devono la nascita del primo laboratorio per la lavorazione dei cammei in corallo e su conchiglia.
“Il Marsigliese”, però, profondamente preso dalle sue mire imprenditoriali, non aveva calcolato un imprevisto: l’amore. “Galeotto fu il rametto e chi lo pescò”, se così si può dire. Fu in una giornata come le altre, mentre si trovava nel porto di Torre del Greco a contrattare su una vendita di corallo, che lo sguardo del nostro Martin si posò sulla bellissima sorella di un pescatore. Ne rimase letteralmente incantato. Complici il sole, il luccichio del mare o, forse, la componente magica di quei rametti rossi e grezzi, e per il Marsigliese non ci fu più scampo. E amore fu!
Paolo Bartolomeo Martin, allora, decise di stabilirsi definitivamente a Torre del Greco per amore e, nel 1805 chiese al Governo Borbonico il permesso per avviare la lavorazione del corallo nella città.
Fu grazie a questo incontro dunque, che nella città campana iniziò la grande produzione di gioielli, suppellettili e artiginato con i coralli. I coralli di Torre del Greco rappresentano ormai un’eccellenza artigianale italiana, famosa nel mondo per la lavorazione raffinata del corallo rosso del Mediterraneo. Da generazioni, maestri incisori trasformano questa preziosa materia in gioielli unici, simbolo di tradizione, arte e identità del territorio campano. I maestri artigiani torresi trasformano con straordinaria maestria “l’oro rosso” in gioielli e opere d’arte, tramandando tecniche antiche di incisione per realizzare decorazioni in rilievo o in incavo, senza asportare il preziosissimo materiale e creare scarti.
Oggi, questa tradizione vive tra botteghe storiche e nuove generazioni di artigiani, che fondono arte e innovazione, mantenendo viva l’anima di un patrimonio culturale unico al mondo. Ecco, dunque, come una storia d’amore abbia influenzato il destino di una città che ha potuto trasformarsi da molo di pescatori a capitale mondiale degli artisti dell’oro rosso.
Montappone e “Il Cappellaio Pazzo”
da docitaly“Iervicella”
Un primato mondiale
Quanti di voi si sono chiesti dove comprerà mai i suoi eccentrici “copricapo” la regina Elisabetta?
Il suo segno di riconoscimento è “Made in Italy” come la gran parte dei cappelli più famosi al mondo; molti di voi penseranno, sicuramente al nord, in qualche mega grigia azienda con più’ di 300 dipendenti e l’ora di pausa tra sigarette, cemento e “amianto”, e invece no!
La Capitale del Cappello è un piccolo centro dell’entroterra marchigiano, neppure 1.800 abitanti quasi cento produttori di cappelli tra cui 45 aziende e più’ di 50 meravigliosi artigiani.
Per capire di più’ di questo “bizzarro fenomeno economico” mi rivolgo al Presidente del consorzio Capeldoc Marche, che mi racconta una storia da cui avrebbe potuto prendere spunto Salvatores per uno dei suoi film; in un marchigiano italianizzato mi fa vivere, step by step, “la favola di un successo”; esordisce con la battuta <<ero povero”, il mio babbo coltivava una striscetta di terreno in cui “c’era di tutto” incluso il grano, si tagliava con la falce e raccoglievamo anche la “iervcella” in dialetto, una sorta di paglia, che lavoravamo dal vespro a notte fonda intrecciando cappelli>> anche lui ne intrecciava come tutta la sua famiglia e la mattina dopo partiva col papà verso Senigallia per vendere il risultato del loro duro lavoro
Prima a piedi, poi in bicicletta, spiga dopo spiga, porta dopo porta, intreccio dopo intreccio si comprò la sua “mitica Vespa” dando una grande “spinta” al suo business e dalla Fiat 500 in poi un crescendo di successi, prima 2 operai , poi tre, poi 4 fino ad avere un impero che esporta cappelli in tutto il mondo…
Ha scritto anche un libricino con la sua storia, gli chiedo perché non lo mette su internet, mi risponde <<cosa?Gliene regalerò uno a lei, lo do solo agli amici e ai clienti che vengono in azienda>> si è quasi risentito, alla mia domanda ha risposto perplesso; il bello di quest’angolo di Marche in cui il passato e il futuro si fondono è la genuinità delle persone, la semplicità di imprenditori che mi parlano delle regole più’ all’avanguardia dell’economia internazionale, che formano un consorzio per essere competitivi nelle esportazioni, che riescono e portare all’estero dal 50 all’ 80% della loro produzione e si scandalizzano se gli si chiede di pubblicare la loro storia sul web, perchè qui alla base ci sono i rapporti umani, convivono con il primato dei cappelli dalla fine del’ ottocento.
Mi viene in mente Forrest Gump, che conobbe Elvis Presley, John F. Kennedy, Lyndon B. Johnson, John Lennon, George Wallace e Richard Nixon, vinse i mondiali di Ping Pong, fu una stella del football non avendo neppure lontanamente idea di quanto quello che gli accadeva fosse eccezionale; in egual modo a Montappone quello che a me sembra incredibile è del tutto normale; che qui’ si rifornisca la disney, warner bros, nike, i sovrani o i più famosi personaggi del jet set mondiale non stupisce nessuno, è la loro normalità, la quotidianità che vivono da sempre, ma che una storia fatta di emozioni, di vita, di fatica e di sacrifici venga “utilizzata” nel web quasi scandalizza.
Rapita dal suo racconto mi ero dimenticata la natura del mio articolo, la prima domanda che mi viene in mente, ma che quasi temo fare per non distruggere l’atmosfera surreale che “questa favola moderna” mi ha regalato, è sulla crisi e come loro la stiano vivendo, Serafino con una grande dignità e rigore, cambiando tono e lasciando da parte il dialetto che aveva reso ancora più’ piacevole la nostra amichevole chiacchierata, mi risponde che “si sente e tanto, che però loro amano il loro lavoro, vivono per quello, si sono consorziati proprio per essere pronti ad affrontare qualsiasi problema o sventura anche se quella che sta vivendo l’Italia è una catastrofe”.
Sono pronti a tutto gli imprenditori e gli artigiani di “questa straordinaria” terra pur di tutelare il loro lavoro e gli amati dipendenti “di questa grande famiglia con tanto di cappello”, puntano sull’estero , << perché all’estero pagano>> in Italia arrivano ad avere l’80%& dei crediti non onorati, produrre per vendere in Italia per loro vorrebbe forse dire “morire” e il loro ingegno, il loro saper vivere li porta a cercare ogni soluzione per ottimizzare le esportazioni e rendere sempre più’ noto, visibile e appetibile il loro distretto, hanno fatto nascere così:
la festa del “Cappello Pazzo” (3 giorni di eventi e proposte che attirano una moltitudine di stranieri) e il “Museo del cappello (custodisce materiali e manufatti relativi alla produzione del cappello)
Che primato per un piccolo paese nascosto tra i Monti Sibillini e il Conero, che con Falerone, Massa Fermana e Monte Vidon Corrado ci fa scoprire una nuova geografia produttiva, la più cliccata “google map delle materie prime”, questa favola moderna ci fa rivivere atmosfere di un passato orma quasi dimenticato fatto di antichissime macchine per cucire manovrate da nonnine canute con la stessa immediatezza con nanno la pasta di casa.
Un’overdose di cappelli e cappellifici con un sindaco cappellaio e bocconiano, Giuseppe Mochi, un parroco che saluta e omaggia sorridente mostrando il suo fedele cappello di feltro nero, il medico che fa visita con la coppola e una mostra permanente che prendendo spunto da Lewis Carroll consacrata al “cappellaio pazzo”.
Un insolito viaggio attraverso cappelli indossati da personaggi internazionali lontanissimi, nel Ns immaginario, da una scenografia tanto agreste e vicinissimi alle grandi metropoli, da Johnny Depp, Daniel Day Lewis, dalla regina Elisabetta a Blake Lively da Mena Suvari a Naomi Watts, da Cameron Diaz a Brigitte Bardot da Richard Burton a Brad Pitt..per arrivare ai nostri mostri sacri
Federico Fellini, Vittorio Gassman, Massimo Troisi, Silvana Mangano, Alberto Sordi, e tanti, tanti altri
Anche il noto New York Times racconta “Montappone e i suoi cappelli”.
<<L’importante distretto, punto di riferimento internazionale della produzione di cappelli e sede del celebre evento “Il Cappello di Paglia”, è stato oggetto di una lunga recensione a firma dell’inviato Christopher Petkanas, nell’edizione domenicale (25 marzo 2007) del prestigioso quotidiano.
“Se siete proprio interessati ai copricapo, Montappone dovrebbe allora trovarsi nel vostro elenco!”
“I cappelli – prosegue l’inviato del NYT – sono la grande norma della moda, un antidoto rassicurante alle ridicolaggini volgari delle stelline smutandate ed un eco attutito di un tempo in cui le signore erano Signore>>
Cilindrio, bombetta, basco, berretta, boogie hat, borsellino,cappello da baseball, cappello da cowboy, cappello di paglia,cappello frigio, colbacco, chullo, cloche, coppola, panama, kippah,paglietta, papalina,pileo, por pie, trilby, tuba, zucchetto.. i cappelli erano, sono e saranno ispirazione per artisti, registi, stilisti e tutta l'”Italia” del fare”, nel loro significato intrinseco che va al di là del semplice accessorio.
Parlando con Serafino Tirabassi mi è venuta una gran voglia di passare una settimana a Montappone e non solo per capirne di più’ di cappelli.
Cosa dire a questa realtà “di casa nostra” che tiene alto il nome dell’Italia, culla europea della produzione di cappelli, che produce il 70% del prodotto destinato al mercato nazionale, che esporta i propri manufatti in molti paesi, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti d’America, Russia, che da occupazione a circa 1500 addetti con un fatturato annuo che si aggira sui 170 milioni di euro…
” Chapeaux!”
Campane Del Molise
da tiziana sirnaProduzione di Campane
L’arte di forgiare il bronzo è molto antica nella zona di Agnone, come testimoniato dalla Tavola Osca e dal materiale archeologico oggi riunito in collezioni civiche e private; nel corso dei secoli gli artigiani si specializzarono nella fabbricazione delle campane. Originariamente gli stabilimenti di produzione non esistevano, a causa della difficoltà di trasporto del prodotto e delle vie disagiate: erano perciò gli artigiani, con dei laboratori mobili, a spostarsi per costruire le campane sul posto. Tra le molte famiglie dedite a quest’arte, spiccano i Marinelli, che sono gli unici in Molise a produrre ancora campane. Fino alla II Guerra Mondiale esisteva una campana, fusa nell’anno 1000, fabbricata dalla famiglia. La Fonderia Marinelli, nel 1924, è stata fregiata del titolo ” Pontificia ” da Papa Pio XI. Agnone può oggi vantare una forte penetrazione commerciale in Italia e nel mondo: la Pontificia Fonderia Marinelli ha fabbricato campane per le più svariate occasioni, sia religiose che mondane; da ricordare, le Campane del sorriso, dedicate a Papa Luciani, la Campana per il centenario di Lourdes, o le campane ricordo per famose trasmissioni televisive. Oggi si usano le stesse tecniche dei maestri del Medioevo e del Rinascimento che richiedono un lavoro attento e paziente. L’arte delle campane, infatti, non è semplice: spessore, peso, circonferenza, altezza sono i fattori determinanti per la buona riuscita delle campane e per la loro “voce”. Si riportano alcune note sulle diverse fasi della fabbricazione di una campana:
1) Innanzitutto si costruisce, con la guida di una sagoma di legno, una struttura in mattoni che corrisponde esattamente all’interno della campana “anima”, di forma tronco-conica.
2) Sull’anima si sovrappongono strati di argilla fino a formare lo spessore voluto. L’argilla usata è di una qualità speciale, in quanto deve resistere all’azione erosiva del metallo liquido durante la colata. Sulla superficie levigata ottenuta con la sagoma, si applicano in cera tutti i fregi, le iscrizioni, gli stemmi e le figure che decoreranno la ” falsa campana”. 3) L’ultima fase di formatura consiste nel preparare il ” mantello”, che si ottiene sovrapponendo strati successivi di argilla. Questa viene applicata a pennello in strati sottili e uniformi, lasciando essiccare tra un’applicazione e l’altra.
4) La fossa, dove vengono calate le forme, viene completamente riempita di terra, in modo da evitare lo spostamento del mantello causato dalla spinta della colata metallica. Si procede così alla realizzazione della campana colando il bronzo ( 78 parti di rame e 22 di stagno), a 1150° C nello spazio libero tra mantello e anima. Il ciclo di lavorazione di una campana varia da trenta a novanta giorni. La fase di formatura è la più delicata al fine della riuscita delle campane; la variazione del timbro, e la possibilità di dotarle di una nota fissa così da poter formare dei concerti sono dovuti a speciali accorgimenti.
5) Dopo il raffreddamento, la campana grezza viene liberata del mantello e dell’anima e delle sbavature della colata, infine viene lucidata con spazzole e bulini. Si collauda il suono rilevandone la tonalità con apparecchi adatti e l’intervento di maestri di musica.
Sempre ad Agnone è possibile visitare il museo internazionale storico della campana.
Link di interesse:
Marinelli, Pontificia Fonderia di Campane
www.campanemarinelli.com
Una storia lunga oltre 1000 anni quella della Fonderia Marinelli che ha visto alternarsi momenti di difficoltà a momenti conditi da tante soddisfazioni. Su tutte forse l’esperienza più significativa risale al 1924, anno in cui Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di effigiarsi dello Stemma Pontificio e la storica visita del 19 marzo 1995 di San Giovanni Paolo II. Campane Marinelli è situata ad Agnone, comune italiano di circa 5.200 abitanti in provincia di Isernia in Molise. Antica città sannita, è sede di quello che si presume sia il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane.
Cavolo Nero, Cavolo Palmizio, Cavolo Penna – Toscana
da tiziana sirnaIl cavolo nero toscano chiamato anche cavolo palmizio o cavolo a penna è un cavolo molto resistente sia per quanto riguarda le avversità climatiche che per quanto si riferisce al terreno.
E’ davvero un peccato che questo gustoso cavolo sia poco conosciuto al di fuori della sua patria d’origine: la Toscana.
Questo ortaggio come tutti i cavoli appartiene alla famiglia delle Brassicacee il genere è Oleracea e il suo nome scientifico è Brassica oleracea varietà “acephala” cioè senza testa.
Infatti a differenza di altre varietà di cavolo non forma una “testa” compatta ma le sue foglie si sviluppano in orizzontale.
E’ un tipo primitivo di cavolo il cavolo nero toscano infatti quelle serrate e morbide teste che molti cavoli hanno sono il frutto di una selezione varietale che si è svolta nel corso di molte generazioni.
Non riesco bene a comprendere come questo cavolo rustico e gustoso che cresce in un periodo come quello invernale raro di verdure fresche sia così poco conosciuto al di fuori del suo luogo d’origine la Toscana meriterebbe davvero maggiore notorietà.
Fa quindi parte di quegli ortaggi rari che meriterebbero maggiore diffusione.
Se vuoi gustare il cavolo nero toscano durante l’inverno devi seminarlo in estate da giugno sino ad agosto e trapiantarlo nel luogo scelto circa un mese dopo la semina.
Le sue bollose foglie, più gustose dopo aver preso una leggera gelata forniranno un ottimo alimento vitaminico e saporito durante il periodo invernale.
Zafferano di Sardegna
da docitalySul piano meramente agricolo la Sardegna si connota per la sua pastorizia, per l’arte casearia e recentemente per la qualità delle sue produzioni enologiche, ma da tempo … e non da poco … anche per un patrimonio di produzioni tipiche che ne hanno caratterizzato da generazioni la sua peculiarità turistica e gastronomica. Una regione povera di produzioni agricole estensive, di massa. Una terra ricca di cultura, quanto di specificità locali , apprezzate sempre più anche dai tanti stranieri che visitano l’isola durante il loro soggiorno. Lo zafferano è tra le colture di Sardegna più originali e antiche. Tra gli attuali storici che hanno saputo ben illustrare il posizionamento dello zafferano nella società e nelle dinamiche delle storie locali va citato certamente Antonio Casti. Tra i suoi ultimi scritti un dotto vademecum sullo Zafferano di San Gavino Monreale e sull’introduzione di questa spezia in Sardegna. Tra i primi documenti storici sulla presenza dello zafferano nell’area possiamo citare la Grotta della Vipera a Cagliari per le scritte sulla tomba di Attilia Pomptilia …” su tzaffaranu profumau” da parte di Cassio Filippo nel I secolo d.C. A tali primordi la vera reintroduzione produttiva va segnalata nel periodo della dominazione bizantina (VI – IX secolo) quando nell’isola una serie di monaci devoti a San Basilio coltivavano e diffondevano le tecniche di produzione dello zafferano. Un uso molto ampio dello zafferano di questa comunità di monaci che ne divulgarono oltre le utilizzazioni salutistiche, anche le grandi opportunità gastronomiche. Un ruolo non indifferente lo ebbe la comunità del Convento di Santa Lucia in quel di San Gavino Monreale, uno dei comuni maggiormente produttivi di zafferano in Sardegna e in Italia. Era uso coltivare gli orti nei pressi dei monasteri o nelle vicinanze delle case nobiliari e la sua utilizzazione si estendeva anche ad impieghi come quello aromatico e medicinale. Poco oltre anche lo stesso Ordine Francescano, successivo a i Monaci di San Basilio, favorirono la coltivazione dello zafferano di San Gavino e dei comuni del Medio Campidano, facendolo conoscere ed apprezzare oltre i confini dell’isola. La storiografia sull’uso e le tradizioni dello zafferano in Sardegna ci portano a segnalare che solo in questa regione il lessico sullo zafferano utilizzato da generazioni e delle famiglie ha una sua specificità linguistica: zafferano (tzaffaranu), Crini (le foglie dello zafferano, Ena (i pistilli), Grofu (il giorno di massima produzione dei fiori), Cuguddau (quando il fiore nelle prime ore del mattino è ancora chiuso), Furconis (peduncolo biancastro che collega i tre pistilli e che si consiglia di separarlo in quanto non contiene gli elementi essenziali presenti nei pistilli) … in concreto questa spezia entra a pieno titolo nella cultura e nelle tradizioni del popolo sardo. La Sardegna produce una gran quantità di zafferanoma molto viene utilizzato all’interno dell’isola per soddisfare la grande varietà di pietanze e di piatti che sono esaltati dalleunicità organolettiche dello zafferano sardo. Una cultura che un tempo era riservata alle famiglie benestanti , nobiliari e che invitavano i propri familiari a proseguire nelle generazioni tali coltivazioni, in quanto indice di prestigio e di considerazione da parte delle famiglie del luogo. Sono state trovati e segnalati dallo storico Casti documenti testamentari molto interessanti , in cui si disponeva che ai molti figli … e alla mia moglie venisse regolamentata la divisione dei bulbi …” Giuseppe Aru nel 1820 disponeva che le cipolle di zafferano piantate in via Oristano a San Gavino per 10 starelli dovessero andare alla moglie e il restante ai suoi 11 figli …” il prezzo era affidato ai mercatali o ai Consoli dei porti di arrivo delle merci e confrontando i soldi per libbra( 400 gr) dello zafferano rispetto ad altre spezie quali il pepe, lo zucchero, lo zenzero … lo zafferano con i 50 soldi era la spezia più cara e ricercata. La coltivazione si è tramandata di generazione in generazione sino ai giorni nostri. La Sardegna è indubbiamente in Italia la regione maggior produttrice di zafferano il cui nucleo storico e produttivo è concentrato nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nel Medio Campidano con altre piccole isole produttive al nord della Sardegna. Una valorizzazione di questa realtà produttiva è giunta con il recente riconoscimento comunitario della DOP (Denominazione di Origine Protetta) a tutto il prodotto dell’isola. Purtroppo ad oggi le poche e scarse rivendicazioni di tale riconoscimento da parte dei produttori rispetto alle aspettative, sono un dato di fatto, ciò dovuto per gli alti costi burocratici che non permettono di poter usufruire di tale riconoscimento. Di certo al di là degli aspetti normativi lo zafferano entra nella famiglia sarda in modo così eclatante nel periodo di raccolta dei fiori, con un coinvolgimento di vicini e parenti. Un entusiasmo che certamente coinvolge giovani generazioni e le donne, principali protagoniste di tale spezia.
Radicchio di Treviso – Veneto
da docitalyIl Radicchio Rosso di Treviso è una varietà di cicoria, è caratterizzato da un colore rosso scuro intenso, da striature bianche, da una consistenza croccante e da un inconfondibile gusto delicatamente amarognolo.
Si presenta in due varianti: precoce o tardivo. Il Radicchio Rosso di Treviso Precoce, meno pregiato, ha foglia più larga e sapore più amaro. Viene coltivato in campo aperto e dopo l’estate, i cespi vengono legati per proseguire la maturazione e l’imbianchimento forzato. Segue quindi, la raccolta e la toelettatura prima della commercializzazione.
Il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo è invece assai più pregiato, in ragione della complessità del processo di produzione. Si presenta con foglie lunghe e affusolate, con una costa centrale bianca e foglie di un colore rosso-violaceo intenso. Secondo il disciplinare di produzione la raccolta dal campo aperto può iniziare solo dopo che le piante abbiano subito due brinate. Una volta raccolto (ancora con il suo fittone o radice) viene legato in mazzi e posto con il fittone immerso in vasche di acqua di falda a temperatura costante (12-15 gradi) per la fase di imbianchimento. La temperatura mite dell’acqua favorisce la ripresa del processo vegetazionale, ma l’assenza di luce impedisce alla pianta di produrre clorofilla: da qui il colore tipico e l’ammorbidimento delle note amare della cicoria. Dopo un periodo di forzatura in acqua, che varia dai venti ai quindici giorni, il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è pronto per la toelettatura finale.
Cenni storici
La coltivazione del Radicchio Rosso di Treviso è frutto di una tradizione che affonda nei secoli. Alcune ricerche iconografiche condotte da Tiziano Temesta dell’Università di Padova (pubblicate ne: Il Radicchio di Treviso alle Nozze di Cana) hanno dimostrato come il radicchio fosse coltivato già dalla metà del XVI secolo. Lo si vede rappresentato in alcuni dipinti come “Le Nozze di Cana” di Leandro da Ponte detto Il Bassano (oggi al Museo del Louvre di Parigi). Ma il processo di produzione si sarebbe affinato solo nella seconda metà del XIX secolo. Sarebbe stato il vivaista Francesco Van Den Borre, giunto dal Belgio nel 1870 per realizzare un giardino patrizio, a portare nella zona del Trevigiano la tecnica di imbiachimento già in uso per le cicorie belga. È nell’anno 1900 che il Radicchio Rosso di Treviso raggiunge la consacrazione con la realizzazione sotto la Loggia dei Grani di Piazza dei Signori a Treviso della prima mostra dedicata ai produttori del Radicchio Rosso di Treviso e voluta dall’agronomo di origine lombarda, Giuseppe Benzi.
Cipolla Alifana – Campania
da docitalyLa cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.

La cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.
Alessandro Scorsone
da docitalyQuando si parla di sommelier in Italia, il nome di Alessandro Scorsone è sinonimo di professionalità, eleganza e cultura del vino. Figura tra le più riconosciute nel panorama enologico nazionale e internazionale, ha saputo trasformare la sua passione in una vera missione: raccontare il vino come patrimonio culturale, sociale ed emozionale, capace di unire persone, territori e tradizioni.
La sua carriera è costellata da riconoscimenti e incarichi prestigiosi. Sommelier professionista AIS, Scorsone è da anni un punto di riferimento nella comunicazione del vino e nell’organizzazione di eventi enogastronomici di altissimo livello. La sua competenza tecnica, unita a un innato carisma, lo hanno reso il “sommelier della Repubblica”, volto noto in occasioni istituzionali e cerimonie ufficiali a Palazzo Chigi e al Quirinale, dove ha spesso avuto l’onore di curare il servizio dei vini durante eventi di Stato.
Oltre alla sua attività di sommelier, Scorsone è un formatore appassionato: da anni guida corsi e degustazioni, trasmettendo a giovani aspiranti e a professionisti già avviati la sua visione del vino come linguaggio universale. Convinto che dietro ogni calice ci sia una storia da raccontare, ha contribuito a far crescere la consapevolezza del consumatore e la conoscenza delle eccellenze italiane nel mondo. Numerose le sue apparizioni televisive e collaborazioni giornalistiche, che ne hanno consolidato il ruolo di ambasciatore della cultura enologica. Tra i riconoscimenti ottenuti spicca il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, che premia non solo la sua competenza tecnica, ma anche il suo impegno nella promozione di valori come l’accoglienza, l’ospitalità e il rispetto delle tradizioni.
Il suo approccio professionale è guidato da alcuni principi chiave: valorizzare la biodiversità italiana, sostenere la qualità delle produzioni, difendere il legame inscindibile tra vino e territorio. Scorsone non si limita a parlare di etichette e annate: il suo lavoro è una costante ricerca di equilibrio tra conoscenza e emozione, tra rigore tecnico e piacere della convivialità.
Oggi Alessandro Scorsone continua a essere un protagonista indiscusso del mondo del vino, capace di coniugare l’esperienza del grande sommelier con la capacità di comunicare il fascino di un settore che rappresenta uno dei pilastri del Made in Italy. Il suo percorso è la testimonianza di come il vino, nelle mani di un vero maestro, possa diventare non solo un prodotto da degustare, ma un’esperienza culturale e sensoriale che racconta l’anima dell’Italia.
Nicola Di Noia
da docitalyNicola Di Noia rappresenta una delle figure di riferimento del panorama agroalimentare italiano, capace di coniugare preparazione scientifica, esperienza gestionale e una profonda passione per la valorizzazione delle filiere. Agronomo di formazione e assaggiatore professionista di olio extra vergine di oliva, ha dedicato gran parte della sua carriera allo sviluppo e alla promozione di settori chiave del Made in Italy, diventando portavoce autorevole di qualità, tracciabilità e innovazione.
Dopo la laurea in Agraria presso l’Università di Bari, con specializzazione in olivicoltura, ha intrapreso un percorso che lo ha visto protagonista di numerosi incarichi di rilievo. In Coldiretti ha maturato una lunga esperienza nel comparto olivicolo, fino a ricoprire il ruolo di Direttore Generale di UNAPROL – Consorzio Olivicolo Italiano, dove ha guidato strategie e progetti a sostegno della filiera. Parallelamente, come Consigliere Delegato di Evoo School Italia, ha promosso la formazione e la cultura dell’olio di qualità, contribuendo alla crescita professionale di produttori e operatori.
Il suo riconosciuto profilo tecnico lo ha portato a far parte di importanti organismi internazionali: dal Comitato consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) al gruppo di lavoro “Olio d’oliva e olive da tavola” del Copa-Cogeca, in cui ha rappresentato le istanze italiane e ha contribuito al confronto sulle politiche europee di settore.
Nel 2025 la sua carriera ha compiuto un ulteriore passo avanti con la nomina a Direttore Generale dell’A.I.A. – Associazione Italiana Allevatori, realtà di primaria importanza nel panorama agro-zootecnico nazionale. Un incarico che conferma la sua capacità di visione strategica e di leadership, oggi applicata a un comparto fondamentale per l’economia e la sostenibilità alimentare del Paese.
Oltre agli incarichi istituzionali, Nicola Di Noia continua a essere un ambasciatore della qualità italiana: il suo impegno si concentra sulla promozione delle eccellenze, sulla diffusione di una cultura alimentare consapevole e sulla valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari.
Tra i valori che lo guidano emergono il rispetto per il lavoro degli agricoltori, la difesa delle produzioni autentiche e il sostegno all’innovazione sostenibile. Per Di Noia, infatti, il futuro del settore risiede nell’equilibrio tra tradizione e modernità, con una filiera che sappia garantire al consumatore trasparenza, qualità e benessere.
Con una carriera costellata di riconoscimenti e ruoli di prestigio, Nicola Di Noia si conferma oggi come un punto di riferimento per chi crede nell’agroalimentare italiano come motore di sviluppo economico, culturale e sociale.
Maestro Pizzaiolo Gino Sorbillo
da docitalyNel cuore pulsante di Napoli, tra i vicoli vivi e carichi di storia, dove l’aria profuma di basilico e lievito, nasce una delle storie più affascinanti del panorama gastronomico italiano: quella di Gino Sorbillo, pizzaiolo, ambasciatore della vera pizza napoletana nel mondo, interprete moderno di una tradizione antica, maestro capace di far convivere sapienza popolare e visione contemporanea. Insomma Gino Sorbillo è molto più di un pizzaiolo.
È un simbolo di Napoli che, attraverso le sue pizze racconta l’anima autentica del capoluogo campano. Nato nel 1974 nel cuore pulsante della città, tra i vicoli stretti e vivaci del centro storico, Gino appartiene a una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli: i Sorbillo. I suoi nonni, Luigi Sorbillo e Carolina Esposito, fondarono nel 1935 la storica pizzeria in via dei Tribunali, oggi considerata da molti la “via sacra” della pizza napoletana.
Cresciuto tra farina e passione, tra mani in pasta e racconti tramandati, Gino ha respirato sin da piccolo il profumo della tradizione. Il padre Salvatore, diciannovesimo di ventuno fratelli, tutti pizzaioli, gli ha trasmesso un sapere antico, ma è stato Gino a trasformarlo in un linguaggio universale anche grazie alle sue partecipazioni in programmi tv e ai social. Con la sua energia creativa e il suo spirito innovativo, ha trasformato il mestiere di famiglia in un’arte contemporanea, aprendo la pizza napoletana al mondo senza mai tradirne l’anima popolare: generosa, accogliente, di strada. Ama ricordare che la sua è la pizza dei vicoli, quella grande, generosa, accessibile a tutti, che sazia la fame e scalda il cuore. È la pizza dei poveri, ma ha un’anima nobile, fatta di ingredienti veri e di umanità profonda.
Oggi, ogni pizza firmata Sorbillo è un inno alla terra campana grazie alle farine biologiche, le verdure di stagione, gli aromi freschi e i prodotti d’eccellenza italiana utilizzati. Un equilibrio sapiente tra innovazione e memoria. Sfrutta con rispetto e creatività le materie prime straordinarie della Campania, dalla mozzarella di bufala alle erbe selvatiche, continuando a ricercare le eccellenze italiane da combinare, raccontare, condividere.
In questa alchimia di ingredienti, Gino trova la sua voce. Ogni pizza è un messaggio, un manifesto di artigianalità e cultura. L’impasto, frutto di lievitazioni lente e naturali, accoglie topping che cambiano con le stagioni, in un menù in costante aggiornamento, capace di unire memoria e sorpresa, radici e visione. Gino Sorbillo è tra i principali protagonisti della rivoluzione della pizza napoletana degli ultimi decenni. Quella che ha trasformato un cibo popolare in un prodotto d’eccellenza, che ha riportato la dignità al mestiere del pizzaiolo, che ha fatto della pizza un ponte tra culture, un’esperienza emozionale, un gesto d’amore. La sua capacità comunicativa, la sua passione instancabile e il suo volto familiare lo rendono uno dei pizzaioli più conosciuti in Italia e nel mondo.
Frequenti sono le sue partecipazioni al palinsesto televisivo, pizzaiolo di Masterchef per tre edizioni, giudice per la gara di pizza tra i giudici di Masterchef Israele, Menù di Benedetta, Alice TV, e da cinque anni alla rubrica “Pizza” de La Prova del Cuoco su Rai 1 e sul suo magazine mensile. Inoltre è stato protagonista di molti documentari e docufiction su Napoli e sulla Pizza prodotti e mandati in onda in tutto il mondo da Discovery, National Geographic e Arkè. Con Gino Sorbillo la Pizza Napoletana arriva per la prima volta allo Chef Congress Identità Golose nel gennaio 2011. Anche a Festa a Vico, Le Strade della Mozzarella, Taste, Witaly, Gusto in Scena è continua la sua partecipazione.
Assieme a suo fratello minore Toto, Gino ha aperto altre sei sedi: Lievito Madre al Mare, Lievito Madre al Duomo, Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo (quest’ultima in tre luoghi distinti della città e a Milano). Ogni locale è un’estensione della sua filosofia: accoglienza, qualità, semplicità e verità. Oggi Gino Sorbillo è anche il fondatore della Casa della Pizza, luogo che nasce nel centro storico di Napoli, a pochi passi dalla pizzeria, in quella che fu l’abitazione della zia Esterina, donna simbolo della Pizza Fritta Napoletana, la prima dei 21 figli della famiglia Sorbillo. Una casa aperta a pizzaioli, curiosi, artisti, dove la pizza diventa il punto di partenza per un dialogo più ampio: sul gusto, sull’accoglienza, sulla città.
Nel giugno del 2016 è stato insignito dalla Scuola Internazionale di Cucina Italiana ALMA Maestro di Arte e Mestieri, unico della categoria dei Piazzaioli, alla presenza del ministero dei beni culturali e del Presidente della Repubblica Mattarella. Oggi Gino Sorbillo continua a impastare e a raccontare, attraverso la pizza, la storia e la tradizione di Napoli.
Quella di Gino Sorbillo è una narrazione in continua evoluzione. Parte dai vicoli di Napoli ma arriva ovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltare, a gustare, a capire. La sua pizza è un mezzo, non un fine: un mezzo per parlare di radici, artigianato, rispetto per la terra, per promuovere una cultura alimentare fatta di stagionalità e territorio. Oggi, Gino Sorbillo è simbolo vivente della pizza napoletana nel mondo, ambasciatore di un sapere antico che ha saputo rinnovare, portavoce di una Napoli vera, orgogliosa, generosa. E ogni volta che stende una pizza, con le mani esperte e lo sguardo fiero, è come se disegnasse un ponte tra passato e futuro.
La pizza napoletana di Gino Sorbillo si può degustare in Napoli nella storica sede in Via dei Tribunali e in Piazza Vanvitelli, Roma, Genova, Bologna, Padova, Milano, Bergamo, Torino, Tokyo (Giappone). Imperdibili le pizze fritte con insegna “Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo” con sedi in Napoli e Milano.
Contatti: info@sorbillo.it
Mestro Piazziolo Fabio Alveti
da docitalyEssere pizzaiolo, per Fabio Alveti, significa mettersi costantemente alla prova, guardare al futuro senza dimenticare gli insegnamenti del passato e trarre dal presente la voglia di crescere, con l’obiettivo di offrire ai clienti un servizio sempre migliore. La sua idea fissa è una: creare un impasto su misura, capace di adattarsi ai gusti e alle esigenze di ciascuno, celiaci e non, con un’attenzione particolare alla salute.
Per Fabio, ascoltare le necessità dei clienti, comprese le intolleranze alimentari, è fondamentale. Nella sua pizzeria Altro che Impasto ad Ardea, ha voluto due laboratori separati per garantire le stesse pietanze con e senza glutine, perché crede che l’inclusione sociale e l’uguaglianza alimentare siano valori da condividere soprattutto a tavola. Oltre a cucinare, si impegna a informare e sensibilizzare sul tema della celiachia, collaborando con l’AIC e portando avanti progetti di educazione come i corsi da Baby pizzaiolo nelle scuole.
Classe 1975, dopo essersi formato alla Scuola Italiana Pizzaioli, ha frequentato master sulla celiachia e corsi dedicati ai diversi impasti, partecipando a numerose competizioni in Italia e all’estero. I risultati parlano da soli: dall’11° posto al National Division Pizza Expo di Las Vegas nel 2025, ai podi ottenuti nel 2024 con la pizza senza glutine al Campionato del Mondo della Pizza e al MasterPizzaChampion, fino al titolo di Campione del Mondo nel 2022 nella categoria senza glutine. Già nel 2017 aveva contribuito a un Guinness World Record con la Nazionale Italiana Pizzaioli, e per tre anni consecutivi è stato inserito nel Wall of Fame del Campionato Mondiale della Pizza.
Oltre alle gare, Fabio ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi come Uomini e Donne di Maria De Filippi, Il Boss delle Pizze, MasterPizzaChampion e L’Ingrediente Perfetto su La7 con Maria Grazia Cucinotta. La sua pizzeria, grazie alla credibilità conquistata, è stata premiata per due anni consecutivi con il massimo delle “chioccioline” nella prestigiosa guida Osterie d’Italia di Slow Food.
Il suo impegno non si limita alla cucina: spesso è chiamato come giudice di gara nelle competizioni del settore ed è stato nominato Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la pizza senza glutine. Inoltre, è detentore di un brevetto europeo per una speciale piastra che consente di effettuare consegne a domicilio mantenendo la pizza calda e fragrante.
Fabio si definisce il “paladino del senza glutine” e il suo motto è chiaro: non si smette mai di imparare per migliorare. Insieme al suo staff, continua a cercare l’impasto perfetto, lavorando esclusivamente con ingredienti italiani certificati e nel pieno rispetto delle normative. Nei due laboratori separati, dedicati al senza glutine e al glutine, impasta artigianalmente pizze tonde romane, dolci e salate, tutte eccellenti, che sforna e consegna ogni sera — martedì escluso — e che, grazie al servizio online, arrivano anche in tutta Europa sotto forma di basi precotte senza glutine.
Altrocheimpasto – Via Furio Camillo, 11, 00040 Ardea RM, Italia
Ambasciatore del bere Fabiano Bucci
da docitalyFabiano Bucci è un professionista poliedrico che ha fatto della passione per l’ospitalità, la formazione e l’educazione la sua missione.
La sua storia inizia dietro un bancone, come barman e bartender, dove per anni ha creato cocktail e drink che hanno lasciato il segno, coniugando tecnica, creatività e attenzione al dettaglio. Questa esperienza gli ha permesso di sviluppare una visione a 360° del mondo del bar, diventando un punto di riferimento tanto per la miscelazione quanto per la caffetteria.
Col tempo, infatti, Fabiano si è specializzato nel settore del caffè, studiandolo con rigore tecnico e approfondendo ogni aspetto: dall’estrazione al servizio, fino alla comunicazione con il cliente. È oggi riconosciuto come Coffee Specialist per Kimbo, brand per il quale cura formazione, consulenze e sviluppo della cultura del caffè in Italia. Parallelamente, collabora con Latte Sano come Latte Artist, unendo precisione tecnica e creatività estetica per trasformare ogni tazza in un’esperienza visiva ed emozionale.
La sua formazione non si ferma alla tecnica: Fabiano ha infatti approfondito anche il campo della comunicazione, consapevole che un professionista del bar non serve solo bevande, ma esperienze. Questa attenzione lo ha portato anche a pubblicare il libro La Magia del Bancone, un’opera che racconta l’arte e la psicologia del rapporto con il cliente, offrendo strumenti pratici a baristi e operatori del settore.
Accanto alla carriera da trainer e formatore nel mondo del caffè, Fabiano ha scelto di investire in un percorso altrettanto importante: quello educativo. È infatti educatore specializzato in psicologia infantile e Tutor ADHD, unendo le competenze acquisite dietro il bancone a una profonda sensibilità verso il mondo dei bambini e delle famiglie. Questo percorso gli permette di proporre progetti innovativi in cui caffè, formazione ed educazione inclusiva si incontrano, portando avanti una visione unica che intreccia professionalità, empatia e creatività.
Fabiano Bucci rappresenta una nuova generazione di professionisti: capace di coniugare il rigore tecnico del barista e del coffee trainer con la dimensione educativa e sociale dell’educatore, diventando così un esempio concreto di come passione, studio e impegno possano trasformarsi in un percorso professionale e umano che lascia il segno.
Fabiano Bucci sin da adolescente individuò la sua strada. Ne sono passati di anni e, nonostante il lungo percorso di formazione, una carriera ormai avviata, riconoscimenti concreti e mille esperienze, quell’emozione lo pervade ad ogni cappuccino che oggi è diventata un arte, come un cantante ad ogni uscita sul palco, l’adrenalina sale ogni volta che sale sul bancone.
Esperto in Latte Art, raffinata tecnica capace di trasformare una comune tazzina in una piccola opera d’arte, utilizzando gli effetti di colore prodotti dalla crema di latte e dal caffè quando si incontrano, spazia tra cocktail, cappuccini, flair e caffè con maestria e naturalezza. Proprio il caffè diventa la sua nuova passione, i suoi mille segreti, profumi e saperi lo affascinano e incuriosiscono, inizia a studiare l’oro nero con un approccio scientifico che gli donerà consapevolezza e perfezionamento delle tecniche di utilizzo (tra i corsi frequentati:“Aicaf Accademia Italiana Maserati del caffè” – “ SCA specialty coffee association” – “IIAC Istituto internazionale assaggiatori caffè”).
Ha collezionato premi e riconoscimenti tra cui: 3 posto al gran premio di caffetteria italiana 2018, primo classificato per L’Espresso italiano Champion 2019 e sempre nel 2019 primo classificato alla Latte Art throwdown.
Accademia Degustibus
Via fontana dell’Oste 2 – Colleferro (RM)
Email: fabiano.bucci@yahoo.it
Diplomatica del Gusto Martina Sera
da docitalyUna vita in macelleria: la storia di Martina Sera
Potrebbe davvero intitolarsi così un docufilm dedicato a Martina Sera, giovane professionista di Cerveteri che ha trasformato la passione di famiglia in una carriera di successo. La sua storia nasce in una macelleria che per lei, fin da bambina, è stata come un parco giochi: tra i profumi delle carni e i gesti sapienti dei suoi genitori, ha imparato osservando, rubando con gli occhi ogni segreto del mestiere.
La bottega di famiglia, aperta dal nonno Damiano nel 1984 – noto allevatore della zona – è diventata negli anni un punto di riferimento non solo per Cerveteri e dintorni, ma anche per numerosi clienti che arrivano dalla Capitale. Oggi Martina e suo fratello Damiano portano avanti l’eredità di tre generazioni, unendo tradizione e innovazione, con dedizione e amore per un mestiere che considerano un vero patrimonio culturale.
In un settore storicamente dominato dagli uomini, Martina si è saputa ritagliare un ruolo di primo piano grazie alla sua competenza, alla sua tenacia e alla voglia di crescere costantemente. Con il tempo ha conquistato la stima dei grandi maestri della macelleria italiana – da Orlando Di Mario a Mara Labella, da Camassa a La Ganga – diventando un punto di riferimento per i colleghi e un orgoglio per la sua comunità.
Sempre attenta a ogni innovazione, curiosa di scoprire nuove tecniche e prodotti, Martina vive la carne come una materia viva da rispettare, trasformare e valorizzare. È questa filosofia che l’ha portata a far parte della Nazionale Italiana Macellai, con cui ha partecipato ai Mondiali di Parigi ottenendo un ottimo piazzamento su oltre 70 squadre internazionali. Un traguardo che si aggiunge al prestigioso riconoscimento di Diplomatica del Gusto per Doc Italy.
La sua macelleria non è solo un luogo di vendita, ma un laboratorio dove ricerca, passione e tradizione si intrecciano per offrire ai clienti non semplici prodotti, ma esperienze. Con Oritum, Martina condivide la sua arte con professionisti e appassionati, insegnando a scegliere, lavorare e raccontare la carne come parte integrante della nostra identità gastronomica e culturale.
Martina Sera è la dimostrazione che il futuro della macelleria italiana passa anche attraverso la sensibilità, la professionalità e la visione delle nuove generazioni, capaci di trasformare un mestiere antico in una moderna eccellenza.
Macelleria Damiano&figli – via Francesco Barboni, 19, 00052 Cerveteri (RM)
La Parolina – Chef Iside De Cesare
da docitalyLa Parolina, ristorante stellato guidato dalla chef Iside De Cesare, è un’eccellenza gastronomica che nasce nel cuore dell’Alta Tuscia, a Trevinano, al confine tra Lazio, Umbria e Toscana. Sin dalla sua apertura nel 2005, il ristorante si distingue per un’identità ben radicata nel territorio e per un’atmosfera che unisce la raffinatezza dell’alta cucina al calore dell’accoglienza familiare.
La filosofia culinaria de La Parolina si fonda su un’attenta selezione di materie prime locali, valorizzando i prodotti autentici che raccontano l’anima del territorio. Accanto alle eccellenze regionali, trovano spazio anche ingredienti d’alta gamma provenienti dal panorama nazionale e internazionale, come i culatelli selezionati da produttori d’eccellenza, il caviale e il foie gras, che arricchiscono le proposte con un tocco di sofisticata eleganza.
Il menù degustazione è un percorso gastronomico pensato dagli chef per chi desidera lasciarsi guidare da creatività e passione. È un invito a esplorare il pensiero culinario della cucina de La Parolina, attraverso piatti che rispecchiano una visione personale, innovativa ma sempre radicata nella tradizione.
Il menù à la carte offre invece una selezione varia e raffinata, ispirata alle tre regioni che si incontrano sul territorio: Lazio, Umbria e Toscana. Ogni portata nasce da un’idea, da un prodotto, da un racconto, e prende vita grazie all’estro degli chef e alla qualità delle materie prime.
Anche la carta dei vini segue la stessa filosofia: non una semplice lista, ma un progetto coerente con la cucina. La selezione predilige vitigni autoctoni e aziende vinicole che esprimono l’identità del territorio, con un occhio di riguardo per le eccellenze del Lazio, regione in forte crescita enologica. Cantine emergenti e storiche convivono armoniosamente, accanto a qualche etichetta internazionale e tagli bordolesi scelti con attenzione. Il vino, qui, è parte integrante dell’esperienza gastronomica.
A La Parolina, ogni dettaglio è pensato per far sentire l’ospite al centro di un’esperienza autentica. Il senso di famiglia è il filo conduttore che unisce cucina, servizio e accoglienza: un luogo in cui ci si sente a casa.
Cuoca, pasticcera, moglie e mamma. Iside De Cesare è tutto questo. Donna multi tasking dalle mille sfaccettature, incarna il modello femminile dell’era moderna capace di conciliare il lavoro con la famiglia, distribuendo tempo ed energia sia all’uno che all’altra. Ma chi è Iside De Cesare? Iside Maria De Cesare, classe 1973 nasce a Roma, dove frequenta la facoltà di ingegneria dopo aver conseguito la maturità scientifica. Durante gli studi si diletta in cucina prima in un ristorante stagionale aperto insieme alle sorelle e successivamente consolida la propria esperienza in altre attività ristorative. Si appassiona così tanto alla cucina che decide di interrompere l’università per dedicare le proprie energie al mondo della ristorazione. Comincia il suo iter esplorativo tra il ristorante Agata e Romeo a Roma, le Colline Ciociare di Salvatore Tassa per approdare poi alla Pergola del Rome Cavalieri. Dopo due anni alla corte di Heinz Beck va in Romagna alla Frasca Di Castrocaro Terme e, dopo altri due anni come chef in varie strutture e alberghi, dal 2005 gestisce ed è cuoca, insieme al marito Romano Gordini, il ristorante La Parolina premiato con la stella Michelin nel 2009.
La Parolina si trova a Trevinano, una piccola frazione del comune di Acquapendente in provincia di Viterbo, terra di confine tra le regioni, Lazio Umbria e Toscana. Un ristorante stellato dall’ambiente famigliare dove propone una cucina semplice, riconoscibile e di gusto: “Ho da sempre un grande senso della famiglia e quando cucino immagino sempre di farlo per il pranzo della domenica, quando tutti sono riuniti intorno al tavolo in un clima di festa e gioia. La tavola è convivialità e io cerco di darla anche attraverso i miei piatti.”Non si risparmia Iside che in questi anni, ben 27, ha saputo cogliere il meglio da ogni cosa che la vita le offriva, a partire dal diventare madre che per lei ha significato imparare a nutrire il commensale, ad andare oltre l’estetica e la tecnica fine a sè stessa: “Viviamo in un territorio ricchissimo che offre un incredibile varietà di materie prime e di ricette della tradizione. In questi anni è diventato sempre più stretto il mio rapporto con i fornitori locali da cui attingo per le materie prime. Ho riscoperto, per esempio, il pesce di lago e i legumi, così come utilizzo molto la cacciagione nei mesi invernali dove la mia cucina diventa più strutturata. Noi facciamo ancora la pasta fatta in casa con il mattarello e le conserve di pomodoro come quando ero bambina. Ho imparato a usare i prodotti locali quando ci sono ma anche a conservarli quando sono alla massima maturazione e usarli poi nei mesi dove non posso trovarli freschi, e buoni”.
La Parolina è stato premiato con la stella Michelin nel 2008: “La stella Michelin per me è stata importante, è una cosa di cui vado fiera e di cui sono rispettosa. Ma la soddisfazione più grande per me rimane la felicità dei clienti con cui mi confronto ogni giorno”.
Non è un caso che Iside faccia parte dell’Atelierdes Grandes Dames, network creato da Veuve Clicquot che accoglie donne talentuose – come fu la fondatrice della Maison di Champagne che rimase vedova a 27 anni e prese in mano le redini della cantina facendone uno dei marchi più famosi del mondo – e celebra i talenti femminili dell’alta ristorazione, come la nostra piccola chef dai grandi occhi azzurri. Il ristorante gode di una vista mozzafiato sul Monte Amiata, mentre nella bella stagione di mangiare all’aperto in giardino o sulla terrazza. Per chi volesse staccare la spina dalla città c’è la possibilità di soggiornare in comode e spaziose stanze e gustare di una colazione curata da Iside “Per me la colazione è sacra: iniziare la giornata con il sorriso e tante leccornie è il modo migliore per affrontarla”.
Iside Maria Di Cesare è tutta determinazione e sorrisi, e niente scorciatoie. Potresti mai scegliere un posto tanto appartato se vuoi la vita facile? Giammai. Meglio sapere che chi ti viene a trovare non capita per caso. Che poi: ora che c’è la stella, il libro delle prenotazioni è sempre fitto. Ma quando Iside e suo marito Romano si sono messi in proprio, 6 anni e passa fa, era dura. Un po’ li ha sorretti l’amore – quello romantico e quello per la cucina – un po’ la tenacia.
Pasticciera di formazione, Iside ormai si muove con disinvoltura nella cucina di terra di questa zolla di Italia centrale, fatta da elementi come tartufo, cacciagione, funghi, castagne. Ma Iside pesca anche nel repertorio familiare e tradizionale, suo e di Romano, tra ragù, brodi e paste fatte in casa di domenicale ispirazione; e in qualche dizionario internazionale, da cui sbuca l’immancabile foie gras. Alla voce dessert Iside si muove come un pesce nella sua acqua: tocco magico ovunque, anche se lei si considera una “cioccolataia”.
Il 5 marzo 2005 era un sabato e a Trevinano, una frazione di Acquapendente nella provincia di Viterbo, due ragazzi aprivano le porte del loro ristorante in un paese che contava un centinaio di residenti. Siamo ai confini che il Lazio vanta con il paesaggio unico che lo unice a Toscana e Umbria. Quei due ragazzi si chiamano Iside De Cesare e Romano Gordini e le porte che si accingevano ad aprire davano sui tavoli de La Parolina.
“Abbiamo aperto a Trevinano per caso. Io e Romano cercavamo in quella zona perché affascinati dalle colline che univano Lazio, Umbria e Toscana, poi abbiamo conosciuto una ragazza che ci ha fatto vedere un locale. Era chiuso, ma ci è piaciuto subito. Ci siamo attivati per la licenza e soprattutto ci siamo impegnati in prima persona per ristrutturarlo. È stata una fatica bellissima”. Così Iside De Cesare racconta la nascita della prima Parolina e così inizia il percorso di uno dei ristoranti più importanti del Centro Italia.
Dove nasce il nome del ristorante lo racconta Romano: “il nome c’era e l’abbiamo tenuto, ci piaceva l’idea di una ristorazione sussurrata, fatta di paroline. Avevamo un sogno e ci siamo impegnati tutto e fino all’ultimo per realizzarlo”. Il primo estimatore de La Parolina è Luigi Cremona, storico critico gastronomico e instancabile talent scout delle migliori cucine italiane. Pochi mesi dopo l’apertura arriva la prima segnalazione in guida ed è il Gambero Rosso a notare la cucina di Iside e Romano, che non si allontanano dal territorio in cui lavorano e vivono, concependo piatti fortemente legati ai piccoli produttori che avevano intorno e che oggi sono cresciuti con loro. Nel 2008 arriva l’importante riconoscimento della stella Michelin per l’edizione 2009 della guida e nello stesso anno arriva anche Azzurra, la prima figlia di Iside e Romano.
Qualche anno dopo si presenta la possibilità di acquistare un terreno di fronte a La Parolina che rappresentava il sogno di regalare una vista spettacolare ai loro ospiti sulle colline circostanti. Iside e Romano la colgono e così, nel 2011, iniziano i lavori della nuova Parolina che sorgerà in un casale di pietra affacciato tra Lazio, Umbria e Toscana. Sempre nel 2011 apre La Letterina, il bed and breakfast che permette a chi vuole godere dell’alta Tuscia di rimanere e vivere un’esperienza gastronomica arricchita da un’ottima colazione. In quell’anno arriva anche Giacomo, secondo figlio di Iside e Romano che nel 2012 inaugurano la nuova Parolina, affacciata proprio su quelle colline di cui si sono innamorati.
Oggi, dopo venti anni, La Parolina è riconosciuta per la sua forte identità territoriale e rimane una stella Michelin legata al lavoro non solo di due chef, ma di tutte le aziende che sono cresciute con loro in questi vent’anni. Un impatto sull’economia territoriale molto importante. Piatti costruiti su sapori riconoscibili, con una visione creativa che mai allontana la centralità del gusto dalla tecnica e dall’estetica. La Parolina è un laboratorio di cucina centrato il più possibile sul fatto in casa, dalla pasta al pane e, grazie all’orto di proprietà, anche di tutte le composte e conserve vegetali che valorizzano il menù del ristorante e della colazione.
“L’idea comune è stata e rimane quella di poter accogliere le persone in una casa di campagna, come fosse sempre domenica. Accogliere le persone con elegante informalità e fargli vivere non solo la bellezza della vista e dei luoghi, ma i sapori che li caratterizzano”.
Iside De Cesare non è solo una cuoca, ma un’imprenditrice che negli anni ha sviluppato progetti di formazione come Chef in Campus, che prende forma nei casali Monaldesca e Palombaro all’interno della Riserva Naturale di Monte Rufeno. Veri e propri campus in cui ci si immerge non solamente nelle nozioni di importanti chef, con percorsi professionalizzanti di sette o dieci giorni, ma ci si perde anche nella natura incontaminata circostante. Una formazione esperienziale, che Iside definisce “l’altra formazione”, fatta di percorsi di conoscenza profonda sulle materie prime e le loro origini. Foraging, mungiture e attività casearie, degustazioni di vino e di olii extravergini con laboratori che hanno l’obiettivo di essere un valore aggiunto nella crescita professionale e personale di chi vi partecipa.
“Quando abbiamo iniziato, ci siamo venduti la macchina per comprare l’abbattitore, – confessa Romano Gordini – lo dico per far capire quanto ci abbiamo creduto e quanto è stata forte la nostra voglia di realizzare quello che è tutt’ora un sogno”.
Iside De Cesare ha inoltre partecipato al talent riservato agli aspiranti chef in onda su SkyUno, Masterchef Italia, condotto da Bruno Barbieri, Joe Bastianch, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco. La chef stellata de ”La Parolina” è stata una delle ospiti della puntata decisiva dello show, andata in onda nel 2015, in cui i concorrenti si sono sfidati per conquistare il titolo di quinto Masterchef italiano. Per l’Invention Test, Iside, ha proposto Trota in olio cottura alle erbe e salsa di cetriolo.
I valori de La Parolina sono da sempre accoglienza familiare, spirito di amicizia e valore dei legami affettivi che costruiscono una rete di persone che lavorano al centro del territorio in cui vivono. I clienti di Iside e Romano sono i veri protagonisti di quella vista sulle colline goduta insieme ai loro piatti.
Indirizzo
Ristorante La Parolina
Via Giacomo Leopardi, 1 – Trevinano (VT)
Tel. +39 0763 717130
Ristòria Pepe Nero – Chef Salvo Cravero
da docitalyNel cuore della Tuscia, affacciato sul più grande lago vulcanico d’Europa, si trova il ristorante Pepe Nero. Il suggestivo specchio d’acqua di Bolsena, con i suoi riflessi mutevoli e la quiete silenziosa delle sponde, fa da sfondo a una nuova visione gastronomica, guidata dalla mente e dalle mani dello Salvo Cravero, chef ai fornelli del locale. Con lui, il ristorante Pepe Nero si dirige verso una proposta gourmet, ricercata, emozionale e contemporanea.
Cravero, molisano d’origine ma da anni radicato in questo territorio, è portatore di una sensibilità gastronomica affinata nel tempo e arricchita da esperienze diverse, sempre coerente però con un’idea di cucina che unisce radici e visione, memoria e ricerca. La sua impronta si avverte immediatamente nella nuova filosofia del ristorante: piatti curati nei minimi dettagli, colorati, tecnicamente precisi, e rispettosi della materia prima, pensati per raccontare il territorio senza rimanerne prigionieri.
Il Pepe Nero non è soltanto “un ristorante vista lago”. La sua sala, con una trentina di coperti, si affaccia direttamente sulle acque tranquille del Bolsena, abbracciando il paesaggio attraverso ampie vetrate e una passerella in legno che sembra condurre l’ospite al centro stesso del lago. Un’atmosfera che invita al silenzio e alla contemplazione, in cui la cucina si fa esperienza totale.
Il menu è costruito come un percorso sensoriale: parte dall’acqua dolce, ma non si ferma lì. Pesci del lago come coregone e persico si alternano a materie prime marine pregiate come ostriche, scampi, gamberi e tonno. La cucina d’acqua dolce si arricchisce mantenendo però sempre un’identità ben precisa. Accanto alle proposte di mare, trovano spazio anche carni selezionate, come l’agnello e la pecora, interpretate con eleganza e modernità.
Ma il vero fiore all’occhiello del ristorante Pepe Nero è la centralità della proposta vegetale. Le verdure, coltivate in gran parte nel territorio circostante o selezionate da piccoli produttori di fiducia, non sono più un semplice accompagnamento ma si fanno protagoniste: trasformate, esaltate, reinterpretate. Dall’antipasto al dolce, ogni piatto contiene un riferimento al mondo vegetale, in una narrazione coerente e attenta alla stagionalità.
L’ambiente è rustico nei materiali ma raffinato nei dettagli e si allinea perfettamente con l’anima del luogo in cui si trova: legni naturali, linee pulite, un arredo sobrio in cui predomina il bianco che lascia spazio alla luce e al paesaggio. La carta dei vini completa l’esperienza con una selezione curata di etichette italiane e internazionali, pensata per valorizzare ogni singola proposta dello chef. Un’attenzione particolare è rivolta ai vitigni autoctoni del Lazio e dell’Italia centrale, ma non mancano incursioni d’autore tra Champagne, Riesling tedeschi e Pinot Noir francesi. Una carta vini attenta e dinamica accompagna le proposte dello chef e i percorsi di degustazione guidano l’ospite in un viaggio sensoriale costruito su misura.
A rendere ancora più unica l’esperienza del Pepe Nero, è l’atmosfera complessiva che si respira: un servizio discreto e premuroso, capace di accogliere con calore e professionalità. Ogni dettaglio è pensato per garantire comfort, intimità e la possibilità di vivere un momento di sospensione, in cui tutto, dal paesaggio alla mise en place, dai profumi in cucina ai calici in sala, è in equilibrio perfetto.
Questa nuova stagione del ristorante non è passata inosservata: la Guida MICHELIN 2025 ha già segnalato il Pepe Nero tra le realtà più interessanti del territorio, così come il Gambero Rosso, che ne ha riconosciuto l’identità nuova, forte, capace di dialogare con le migliori cucine d’autore italiane pur restando fedele al lago, alla Tuscia, a quella cultura contadina e lacustre che ancora oggi permea ogni angolo di questa terra.
Nel cuore di Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena, Pepe Nero Ristòria è un rifugio di eleganza dove la cucina si fa emozione. Avvolto dalla luce del lago e dal silenzio del paesaggio, ogni dettaglio racconta un’esperienza autentica, raffinata e senza tempo.
Con uno sguardo contemporaneo e radici profonde nella Tuscia, lo Chef Salvo Cravero dà vita a una cucina che racconta il territorio, fondendo con eleganza sapori di lago e suggestioni marine.
Ogni piatto è un equilibrio tra tecnica raffinata, creatività sensibile e rispetto assoluto per la materia prima. Una visione gastronomica che custodisce la memoria e la trasforma in esperienza.
In definitiva, Pepe Nero con Salvo Cravero si afferma come una delle mete gourmet più intriganti del Lazio. Un ristorante che non punta solo all’eleganza estetica, ma a una profonda coerenza tra forma e sostanza, tradizione e sperimentazione. Un luogo dove il tempo rallenta, la cucina emoziona, e ogni piatto racconta una storia.
Salvo Cravero è uno chef con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, che ha fatto della cucina non solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Nato nel 1977 in Molise, si è poi stabilito nella Tuscia, terra alla quale è profondamente legato sia dal punto di vista personale che professionale. È proprio in questi luoghi che ha deciso di costruire il suo percorso, mettendo al centro la valorizzazione del territorio, la qualità delle materie prime e un approccio alla cucina che unisce rispetto per la tradizione e voglia di innovare.
Il suo cammino comincia nel 1991, quando si iscrive all’Istituto Alberghiero di Termoli. Da lì, inizia a lavorare come commis e aiuto cuoco in diversi ristoranti e alberghi, maturando le prime esperienze in cucina. Nel 1998 si trasferisce a Viterbo e lavora al Grand Hotel Salus. Proprio qui conosce Sara, che diventerà la sua compagna di vita e sarà anche una figura fondamentale nel suo percorso di crescita professionale.
Nel 2000 entra a far parte della brigata del ristorante Le Sans Souci a Roma, una stella Michelin. Un’esperienza importante che gli permette di lavorare su tutte le partite e di formarsi accanto a grandi professionisti. Dopo questa tappa, ricopre il ruolo di chef in diversi locali di qualità, come L’Antico Bottaro, sempre nella capitale, dove inizia a definire uno stile di cucina sempre più personale e attento ai dettagli. Salvo continua a formarsi, partecipa a corsi di specializzazione e diventa membro di Euro-Toques, l’associazione fondata da Gualtiero Marchesi.
Questo gli dà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei nomi più importanti della cucina italiana e internazionale, e di ampliare la sua visione. Nel 2005, insieme a Sara, apre L’Etoile a Vetralla, un ristorante gourmet che ottiene ottimi riconoscimenti da parte della critica e delle guide gastronomiche. Qui propone una cucina attenta, creativa, ma sempre legata ai sapori autentici del territorio.
Oltre al lavoro ai fornelli, negli anni Salvo comincia anche a portare la sua cucina in televisione, partecipando a programmi come “Cucine d’Italia”, “Panino Amore Mio” su Gambero Rosso Channel e “Ricette all’Italiana” su Rete 4, con Anna Moroni e Davide Mengacci. Questo gli permette di farsi conoscere da un pubblico più ampio e di raccontare il suo modo di fare cucina in modo semplice e diretto. Nel 2018 arriva un incarico di grande prestigio: curare i menù di prima classe per Alitalia, nella classe Magnifica, progetto che lo vede coinvolto anche con Joe Bastianich.
In seguito, riceve l’incarico di ideare il primo menù per la nuova compagnia ITA Airways, sempre per la classe di punta. Due esperienze che lo portano a rappresentare l’eccellenza della cucina italiana a livello internazionale. Nel tempo, Salvo riceve anche importanti riconoscimenti: diventa Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la provincia di Viterbo, e collabora con realtà di valore come il Castello di Semivicoli, della famiglia Masciarelli, produttori di vini di alta qualità. Lavorare in abbinamento con un grande marchio del vino è per lui un’occasione per approfondire la connessione tra cucina e territorio.
Negli ultimi anni, oltre all’attività di chef, si dedica con passione alla formazione. Insegna in scuole prestigiose come la Boscolo Etoile Academy, Coquis e la Gambero Rosso Academy, condividendo con gli studenti non solo ricette e tecniche, ma anche una visione concreta del mestiere, fatta di studio, esperienza e passione. Ha sempre avuto una particolare attenzione per la panificazione e i lievitati, tanto da vincere il premio per il miglior pane nella selezione Centro-Sud del concorso Emergente Sala, ideato da Luigi Cremona. Inoltre, porta avanti una piccola produzione di formaggi caprini a latte crudo, insieme a un amico allevatore tra Roma e Viterbo. È anche molto attivo nei corsi dedicati all’arte bianca, che tiene dal 2020 per professionisti e appassionati. Oggi è alla guida del ristorante Ristòria Pepe Nero a Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena. Un progetto che unisce tradizione e innovazione, cucina di territorio e attenzione alle tecnologie moderne. Il suo obiettivo è raccontare attraverso i piatti la bellezza della Tuscia, usando materie prime locali, tecniche precise e una sensibilità costruita in trent’anni di lavoro.
La sua cucina parte spesso dalla “memoria dell’acqua”: quella dolce del lago e quella salata del Tirreno che bagna le coste non lontane, una fusione che si ritrova nei sapori e nei profumi dei suoi piatti. Salvo crede molto nella condivisione, non solo con i colleghi, ma anche con gli appassionati che vogliono avvicinarsi ai fornelli. Ama trasmettere ciò che ha imparato e farlo in modo pratico, partendo dalla selezione delle materie prime, passando per le tecniche fino al servizio. Tiene regolarmente corsi sulla cucina, sulla panificazione, sulla caseificazione, sempre con l’obiettivo di valorizzare il sapere artigianale e la qualità degli ingredienti. Il suo è un percorso costruito giorno dopo giorno, con dedizione, passione e curiosità. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ma con i piedi ben piantati nella terra che ama: la Tuscia. Una cucina concreta, legata alla realtà, che non dimentica mai le proprie radici ma guarda con attenzione al futuro.
Contatti
Telefono: +39 0761 871909 – +39 345 5937752
Mail: info@salvocravero.com – info@pepeneroristorante.eu
Pepe Nero Ristorante – Viale Regina Margherita, 01010 Capodimonte (VT), Italia
La Polakkeria – Maestro Pasticcere Dario Saltarelli
da docitalyNel cuore di Fondi, la Polakkeria di Dario Saltarelli è molto più di un semplice negozio: è un piccolo tempio del gusto dove tradizione, passione e innovazione si incontrano ogni giorno. Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, regione di cui è originario Saltarelli, diffonderne il profumo e il suo sapore originale.
Nato, dunque, dal desiderio di onorare l’eredità familiare e valorizzare il legame con il territorio, questo spazio è interamente dedicato alla celebre polacca, il dolce tipico aversano divenuto simbolo della città, che qui viene proposto in diverse varianti, sempre con ingredienti selezionati e lavorazioni artigianali. Ma la Polakkeria non è solo il regno della polacca: è anche una boutique del gusto in cui trovare lievitati d’eccellenza, dolci della tradizione rivisitati con creatività e una selezione di prodotti unici, che raccontano la filosofia di Dario Saltarelli, fatta di autenticità, qualità e amore per la pasticceria. Entrare nella Polakkeria significa vivere un’esperienza sensoriale in cui ogni morso racchiude una storia, un ricordo, un’emozione.
Dario Saltarelli è cresciuto in un mondo fatto di profumi antichi, mani infarinate e sveglie all’alba. Il suo primo ricordo non è quello di un giocattolo, ma di un forno acceso, di una crema calda da girare, di un padre e una madre che impastano amore ogni giorno. Figlio d’arte, erede di una famiglia di panificatori e pasticcieri campani, Dario ha respirato fin da piccolo l’aria del laboratorio, dove la farina non sporca, ma veste di identità.
Trascorre i primi anni di vita a Padova, sua città natale, ma presto, a seguito dei genitori desiderosi di tornare nella terra di origine, si trasferisce a Castelforte , un comune del basso Lazio che gode della magnifica vista sul Golfo di Gaeta. È tra le pareti del laboratorio di famiglia che si forma il suo sguardo, fatto di rispetto per le materie prime, attenzione al dettaglio e una cura quasi religiosa per i tempi di lavorazione. A 14 anni sa già cosa vuole essere: un artigiano, ma con uno sguardo sempre aperto alla sperimentazione. Un percorso costruito giorno dopo giorno, con sacrificio, dedizione e tanto studio, che lo porterà a essere oggi una delle figure più apprezzate nel panorama della pasticceria artigianale italiana.
Terminati gli studi compie la scelta di seguire la sua vera grande passione: esercitare il mestiere appreso da adolescente quando affiancava i grandi maestri depositari dei segreti della pasticciera e pizzeria napoletana.
Apprende l’arte della gelateria italiana da maestri emiliani e siciliani dei quali ne apprezza il loro saper fare, il valore dei costumi del nostro paese e dell’italianità che lo aiuteranno durante l’esperienza professionale all’estero.
Fonda l’impresa artigiana sul “sapere tradizionale”, gestendola con l’interesse di preservare l’immenso patrimonio di prodotti alimentari tipici del territorio italiano.
Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, la Polakkeria®, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, diffonderne il profumo e il suo sapore originale
Il suo nome è ormai sinonimo di eccellenza, e i suoi dolci sono diventati ambasciatori di gusto nel mondo. Ma Dario resta profondamente legato alla sua terra, al racconto semplice delle tradizioni, ai sapori che riportano all’infanzia. Il suo successo è anche quello del suo territorio di cui è ambasciatore. Tant’è che ogni singolo prodotto conserva le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare. A questo si aggiunge poi l’accuratezza nel confezionamento. ’
Assioma per i nostri prodotti è l’artigianalità, il fatto a mano, l’unicità e questo principio lo applichiamo anche nella fase di confezionamento degli articoli’ afferma Saltarelli, infatti ogni confezione, scrigno delle sue bontà, viene preparata singolarmente, senza eccezioni, da mani di esperte artigiane.
Tra le sue creazioni simbolo c’è senza dubbio la Polacca, il dolce tipico di Aversa, città normanna fondata nel XI secolo. Ricerche e testimonianze orali ci portano ad affermare che questo dolce tradizionale era d’uso già a metà ’800 in un territorio che comprendeva i fiumi Garigliano e Volturno. Ricordi personali di donne nate a inizio secolo, affiorano con questo dolce battezzato con il nome proprio di “Pizza Doce”.
Essa veniva servita sulle tavole dei contadini di ritorno dai campi di grano, di solito a fine giugno. In quel periodo le amarene, ingrediente essenziale del dolce, raggiungevano la piena maturazione. Le materie prime utilizzate a quei tempi erano la farina molita a pietra, le uova fresche, il latte e la sugna. Tutti di produzione propria, ad eccezione dello zucchero sfuso di taglio grossolano da sembrare pezzi di cristallo. Quest’ultimo si acquistava in piccole botteghe o farmacie e veniva confezionato nei “salvietti”, teli di lino usati per il trasporto a casa. Allora non esistevano ancora gli imballaggi alimentari. La realizzazione seguiva precisi riti tramandati di generazione in generazione. Si preparava l’ impasto da cui si traevano due dischi per foderare uno stampo di rame stagnato e poi la “crema gialla” per il ripieno. L’aggiunta di amarene fresche o candite completavano la farcitura. La cottura avveniva in forni a legna, quasi sempre d’uso comune, dopo aver sfornato le pagnotte di pane. Ci si avvaleva di un foglio di carta bagnato adagiato sulla parte superiore del prodotto per evitarne la bruciatura. Oggi, “la Doriana®”- Torta Polakka è frutto di una personale interpretazione di questo antico dolce campano.
Un lievitato soffice, farcito con crema pasticcera e amarene, dalla forma a mezzaluna e dal gusto che conquista al primo morso. In apparenza semplice, ma in realtà frutto di un lavoro complesso e delicato, che richiede ore di lavorazione e una perfetta armonia tra consistenza e sapore. Dario ne ha fatto una vera e propria opera d’arte: la sua Polacca ha conquistato appassionati, esperti e buongustai, diventando un punto di riferimento per chi cerca la tradizione senza rinunciare all’eccellenza.
Accanto alla Polacca, c’è un altro dolce che racconta perfettamente la filosofia di Saltarelli: la Matrea. “Matrea” è un termine dialettale che significa madre, è un prodotto artigianale con ingredienti scelti, provenienti dal territorio campano. Prodotti di eccellenza quali la Melannurca Campana IGP che dona a questo dolce un profumo delicato. Lasciandosi ispirare dal concetto di filiera corta, il prodotto è stato progettato in occasione del Salone del Gusto Slow Food di Torino 2016. Il logo sintetizza l’dea di Madre Natura in quanto generatrice di vita e simbolo della terra dove ancora oggi vengono adagiate le mele per raggiungere la completa maturazione prima di essere commercializzate.
Il lavoro di Dario è stato premiato in Italia e all’estero con riconoscimenti che attestano la qualità assoluta della sua produzione. Tra i premi più significativi:
Ogni riconoscimento è frutto di una lunga strada fatta di studio e ricerca. Il lievito madre è il cuore pulsante di tutto ciò che produce. È da lì che nascono i suoi panettoni pluripremiati, le colombe pasquali, le brioche e i lievitati da colazione che ogni giorno raccontano una storia di gusto.
Ma forse il riconoscimento più grande è quello del suo pubblico, dei clienti che ogni giorno scelgono di entrare nella sua pasticceria per ritrovare i sapori di casa, o per lasciarsi sorprendere da una nuova creazione. Perché Dario Saltarelli non è solo un maestro pasticcere: è un narratore, un custode di memorie, un ambasciatore di dolcezza.
Contatti
Dario Saltarelli® – Polakkeria®
Telefono: +39 3392663230
info@dariosaltarelli.it
info@polakkeria.it
Sommelier Chiara Giannotti
da docitalyChiara Giannotti nasce a Roma il 31 maggio 1976, in una famiglia dove il vino non è solo una tradizione, ma un’eredità culturale radicata da tre generazioni. Dopo un percorso scolastico che le conferisce una formazione internazionale presso il liceo francese Chateaubriand, prosegue gli studi universitari laureandosi cum laude in Lettere con indirizzo in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Roma Tre, arricchendo il proprio percorso con un anno di Erasmus alla prestigiosa University College London. Fin da giovanissima entra nel mondo del lavoro affiancando la madre e i fratelli nell’azienda vinicola di famiglia, la storica Fazi Battaglia, che all’epoca comprendeva anche l’azienda Fassati in Toscana e, in seguito, la tenuta Greto delle Fate nella zona del Morellino di Scansano.
Il suo impegno nelle aziende di famiglia è totale e poliedrico: segue la produzione, si occupa del marketing e della comunicazione, cura i rapporti commerciali con l’estero. Accanto a questa esperienza sul campo, Chiara intraprende un percorso di formazione specifica, conseguendo nel 2002 il diploma ufficiale di Sommelier presso l’AIS e ottenendo nel 2007 il prestigioso titolo di Dame Chevalier de Champagne, riconoscimento riservato a chi si distingue per la promozione della cultura dello Champagne. Nel 2001 diventa anche imprenditrice agricola, rilevando personalmente una piccola azienda in Toscana che entra nel gruppo di famiglia. I suoi 15 anni nelle cantine rappresentano un periodo fondamentale, in cui matura una visione profonda e concreta della viticoltura, del lavoro in vigna e in cantina, e di tutto ciò che si cela dietro una bottiglia di vino.
Nel 2015, in seguito alla cessione delle aziende familiari a un gruppo industriale, Chiara avvia un nuovo capitolo professionale. Fortemente guidata dalla passione e dalla conoscenza del vino, decide di concentrare le proprie energie sulla comunicazione e sulla divulgazione. Nasce così Vino.tv, una delle prime WebTv italiane dedicate interamente al mondo del vino, pensata come spazio dinamico e multicanale (blog, social, video) capace di coniugare contenuto, competenza e intrattenimento. Il suo stile è fresco, diretto, glamour senza essere superficiale. Ha un talento naturale per il racconto audiovisivo, sa costruire format coinvolgenti, interviste agili e mai scontate, alternando approfondimento e leggerezza con grande equilibrio.
In breve tempo Vino.tv si afferma come un punto di riferimento nel panorama italiano della comunicazione enologica. Chiara si distingue per la capacità di rivolgersi a un pubblico ampio, mantenendo un linguaggio accessibile ma fondato su solide competenze. Il suo approccio parte sempre dal rispetto per il lavoro di chi produce, e si arricchisce della consapevolezza maturata lavorando direttamente nei vigneti e nelle cantine. Questo le permette di raccontare il vino in modo autentico, mai artefatto, valorizzando le storie, i territori, i volti che si celano dietro ogni etichetta.
Nel frattempo, diventa degustatrice professionista per importanti testate e guide di settore, tra cui DoctorWine, e docente in corsi di avvicinamento al vino. Cura rubriche su emittenti televisive e radiofoniche (da Gold TV a La7, da Radio Food a canali digitali) portando il vino al grande pubblico, con intelligenza e spirito divulgativo. Collabora inoltre con case d’asta e piattaforme specializzate in fine wine, come esperta nella selezione, valutazione e certificazione di vini da collezione e investimento. È una delle prime donne a rompere il predominio maschile nel mondo delle aste vinicole, selezionando lotti rari, stilando cataloghi e portando un approccio contemporaneo e competente a un settore tradizionalmente chiuso.
Nel 2019 viene chiamata dalla casa editrice Rizzoli a scrivere il suo primo libro, “La Cantina Perfetta”, pubblicato in Italia e negli Stati Uniti con il titolo “The Perfect Wine Cellar”. Il volume è un viaggio tra le bottiglie più prestigiose e le strategie per costruire una cantina personale, pensato sia per collezionisti sia per appassionati curiosi. Anche in questo progetto Chiara dimostra la capacità di rendere accessibili temi complessi, mantenendo rigore e credibilità.
Chiara Giannotti è oggi una figura di riferimento nel mondo del vino italiano. Alla competenza tecnica unisce una visione contemporanea e inclusiva. Non racconta solo il prodotto, ma tutto ciò che ruota attorno: cultura, stile di vita, sostenibilità, emozione. Il vino, per lei, è un racconto da ascoltare e da condividere, una porta aperta su territori e persone, un’esperienza che coinvolge i sensi ma anche l’anima. La sua comunicazione è vivace, empatica, mai autoreferenziale: il suo obiettivo non è impressionare, ma coinvolgere, incuriosire, avvicinare. Che si tratti di un video, di un articolo, di una lezione o di una degustazione, il suo approccio è sempre guidato da passione, rispetto e desiderio di trasmettere.
Dotata di una grande energia comunicativa e di una profonda conoscenza del settore, Chiara continua a innovare il linguaggio del vino, sperimentando nuovi format, aprendo strade, creando connessioni tra mondi diversi. Vive tra Roma e Le Marche, dove ha sede l’attività di famiglia, ma il suo sguardo è sempre rivolto al futuro, alle nuove generazioni, al cambiamento. Autentica, brillante, instancabile, ha fatto della sua voce una risorsa preziosa per il mondo del vino. E la sua storia, oggi, è la dimostrazione che le radici profonde e la visione aperta possono convivere, dando vita a un modo nuovo, vivo e appassionante di raccontare un mondo antico.
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Sabrina Persechino
da docitalyNel cuore di Roma, dove le trame della storia si intrecciano con quelle della creatività contemporanea, prende vita una realtà unica e raffinata: l’Atelier Persechino. È il 1997 quando Sabrina Persechino, architetto e fashion designer, decide di dar forma concreta alla sua visione estetica fondando uno studio nel quartiere Testaccio, uno dei più autentici e vitali della Capitale. Il luogo prescelto non è casuale: l’antico Lanificio Sonnino, un edificio industriale dei primi del Novecento, un tempo popolato da lavoratrici che trattavano la lana con tecniche pionieristiche. Oggi, tra quelle stesse mura, si realizzano capi d’Alta Moda che fondono architettura, arte e moda in un linguaggio visivo e materico unico nel panorama del Made in Italy.
Sabrina Persechino è una figura poliedrica, eclettica, capace di muoversi con disinvoltura tra mondi apparentemente lontani ma in realtà profondamente connessi. Architetto di formazione, con una laurea conseguita all’Università La Sapienza di Roma, ha successivamente perfezionato il suo percorso creativo allo IED – Istituto Europeo di Design, specializzandosi in fashion design. Il suo lavoro è l’emblema di una sintesi complessa e armoniosa tra razionalità e immaginazione, struttura e leggerezza, rigore e sensibilità.
La sua passione per la moda nasce molto presto, all’età di otto anni, quando capisce di voler costruire una propria identità estetica e creativa. La volontà di distinguersi e di raccontarsi attraverso l’abito, inteso come estensione del sé, sarà il motore di una carriera che la porterà ad affermarsi tra i protagonisti dell’Alta Moda italiana. L’Atelier Persechino non è soltanto un laboratorio di sartoria: è uno spazio di sperimentazione continua, un’officina del pensiero, dove ogni collezione è frutto di ricerca e contaminazione.
Le sue creazioni sono riconoscibili per l’equilibrio impeccabile tra progettazione architettonica e spirito couture. Gli abiti disegnati da Sabrina Persechino sono vere e proprie architetture da indossare, strutture dinamiche che dialogano con il corpo, valorizzandolo attraverso linee geometriche, tagli netti e materiali innovativi. Ogni capo nasce da un disegno, spesso architettonico, che viene poi trasformato in bozzetto di moda, interpretato attraverso il tessuto e rifinito con tecniche sartoriali d’avanguardia. L’uso del taglio laser, delle sovrapposizioni grafiche, delle trasparenze strutturate non è mai fine a sé stesso, ma funzionale a trasmettere un’idea, una visione, un’interpretazione dello spazio.
I materiali impiegati spaziano dai tessuti più tradizionali a quelli sperimentali, in una continua esplorazione delle potenzialità materiche: lane compatte, sete leggere, tessuti tecnici, inserti metallici, microstrutture architettoniche. Anche la palette cromatica è studiata con rigore e audacia: bianchi assoluti, neri profondi, grigi architettonici, ma anche lampi di colore decisi e caldi, rossi, aranci, blu cobalto, in un equilibrio visivo che sottolinea la forza e l’eleganza delle forme.
In ogni collezione, la stilista rivendica un forte legame con il mondo dell’arte e del design. Nella collezione Autunno/Inverno 2019-2020, ad esempio, rende omaggio alla scuola del Bauhaus, la celebre istituzione tedesca che ha rivoluzionato l’arte, il design e l’architettura del XX secolo. In questa interpretazione personale, i principi del funzionalismo si traducono in capi puliti, essenziali, strutturati, ma ricchi di dettagli architettonici, evidenziando la stretta connessione tra forma e funzione, estetica e utilizzo.
L’arte, per Sabrina Persechino, non è solo una fonte di ispirazione, ma un linguaggio da interpretare e ricreare. Le sue collezioni si rifanno a grandi maestri del passato e del presente, interpretandone l’essenza attraverso l’abito. Le forme fluide di Zaha Hadid, le geometrie rigorose di Le Corbusier, le strutture modulabili di Santiago Calatrava: tutto diventa stimolo creativo. Ogni sfilata è un racconto, una narrazione tridimensionale che prende vita sulla passerella e che riflette il pensiero profondo della sua autrice.
Il laboratorio all’interno dell’ex lanificio non è solo un luogo di produzione, ma una fucina culturale. Qui si incontrano architetti, artisti, modellisti, artigiani, in un continuo scambio di competenze che dà vita a collezioni contemporanee e complesse. La filosofia dell’Atelier si basa su un sapere antico, quello della sartoria italiana, unito a una visione futuristica in cui anche le tecnologie più avanzate trovano spazio e senso. Le tecniche di lavorazione, pur essendo di matrice artigianale, vengono rilette attraverso una lente moderna, che esalta la precisione, la modularità e l’innovazione.
La moda di Sabrina Persechino è anche un progetto culturale. Non si limita all’indumento, ma si fa portavoce di una nuova idea di donna: colta, sofisticata, autonoma, consapevole. Una donna che non ha paura di farsi notare, che abita lo spazio con grazia e decisione, che riconosce nella moda un mezzo di espressione e non un semplice orpello estetico. L’architettura dell’abito diventa così la metafora di un’identità solida, costruita nel tempo, stratificata, complessa ma armonica.
Il riconoscimento nazionale e internazionale del lavoro di Sabrina Persechino arriva non solo dalle passerelle dell’AltaRoma, dove le sue sfilate sono tra le più attese e applaudite, ma anche dalle collaborazioni con istituzioni culturali, mostre, eventi artistici, che le permettono di estendere il proprio linguaggio oltre i confini della moda. I suoi capi, esposti in contesti museali e gallerie, diventano opere d’arte a tutti gli effetti, testimoni di un sapere che unisce il pensiero progettuale alla manualità artigiana.
L’identità dell’Atelier Persechino si radica profondamente nel patrimonio del Made in Italy: nella cura per il dettaglio, nella qualità dei materiali, nella valorizzazione delle maestranze. Ma la sua vera forza è nella capacità di guardare oltre, di proporre una visione nuova e personale, dove il sapere tecnico diventa emozione estetica, e la moda diventa architettura del sogno.
In un tempo in cui la moda rischia di diventare effimera e ripetitiva, Sabrina Persechino propone una via alternativa, più colta, più solida, più autentica. Un percorso che affonda le radici nell’arte e nella storia, ma che ha il coraggio di innovare, di proporre, di costruire. In questo equilibrio perfetto tra forma e contenuto, tra estetica e funzione, risiede il cuore pulsante dell’universo Persechino.
Contatti
Atelier Persechino si trova a Roma, in Via dei Magazzini Generali 20/A.
Sito ufficiale: moda.atelierpersechino.com
Gerardo Sacco
da docitalyGerardo Sacco nasce a Crotone nel 1940, e fin da giovane manifesta una forte inclinazione per l’arte orafa. Ancora adolescente trova lavoro in un piccolo laboratorio orafo, dove scopre la sua vera vocazione: plasmare e modellare metalli preziosi con una maestria che lo accompagnerà per tutta la vita. Desideroso di approfondire le sue competenze, si trasferisce a Valenza Po, celebre centro italiano della lavorazione dell’oro, dove perfeziona tecniche e processi che gli consentono di affinare ulteriormente il suo talento. Tornato nella sua città natale con un bagaglio tecnico e creativo più ricco, fonda nel 1963 la propria ditta artigianale, un laboratorio-bottega in cui riscopre e recupera metodi di lavorazione antichi, radicati nella cultura magnogreca e nella tradizione mediterranea, reinterpretandoli in chiave moderna.
Fin dall’inizio la sua produzione si distingue per originalità e qualità: il primo campionario presentato gli vale il primo premio alla Mostra dell’Artigianato Orafo di Firenze e l’Oscar dell’Artigianato a Sanremo, aprendo le porte a un percorso di successo che lo porta a essere riconosciuto come uno dei maestri orafi più importanti d’Italia. Le sue creazioni, oltre a essere apprezzate nel panorama nazionale, trovano spazio in prestigiose esposizioni internazionali, tra cui il Complesso del Vittoriano a Roma e i Musei Vaticani, nonché in eventi promossi dagli Istituti Italiani di Cultura in città come Bruxelles, Lisbona, Copenaghen e Madrid. I suoi gioielli hanno accompagnato sul red carpet e nelle produzioni artistiche star del calibro di Liz Taylor, Isabella Rossellini, Monica Bellucci ed Elena Sofia Ricci, confermando il suo ruolo di protagonista nell’arte orafa contemporanea.
L’arte di Gerardo Sacco nasce da un profondo legame con la sua terra, un crocevia di culture e tradizioni che si riflettono nei suoi lavori. Il Mediterraneo, con le sue leggende, i miti della Magna Grecia e i colori caldi dei tramonti sul mare, è fonte inesauribile di ispirazione. I suoi gioielli si trasformano in vere e proprie narrazioni, dove maschere apotropaiche, simboli di protezione e fortuna, si intrecciano con perle, pietre preziose e metalli nobili per dare vita a pezzi unici, carichi di fascino e significato. Ogni creazione è un omaggio all’unicità, un incontro armonioso tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
La “bottega” di Gerardo Sacco rappresenta il cuore pulsante dell’intero progetto artistico. Qui, mani esperte e appassionate danno forma a manufatti che sono il risultato di un’attenta ricerca e di una sapienza artigianale che si tramanda di generazione in generazione. La minuziosità con cui vengono selezionati i materiali, la precisione delle lavorazioni, l’attenzione al dettaglio raccontano una storia di dedizione e amore per l’arte orafa. La sfida di Sacco è stata sempre quella di valorizzare e tutelare la tradizione manuale, arricchendola però con l’uso di tecnologie all’avanguardia, capaci di innovare senza mai tradire l’essenza stessa del lavoro artigianale.
L’equilibrio tra l’antico e il moderno è ciò che caratterizza la ricerca artistica di Gerardo Sacco, che si pone come esempio emblematico dell’“Artigiano del Futuro”. Un maestro capace di coniugare la sapienza di un mestiere antico con una visione creativa e contemporanea del Made in Italy, facendo convivere competenze manuali con strumenti digitali e tecnologici. Il risultato sono gioielli raffinati, innovativi e sempre portatori di un valore culturale ed estetico profondo.
In questo modo, Gerardo Sacco ha saputo trasformare l’arte orafa in un linguaggio universale, capace di raccontare storie millenarie e di emozionare chiunque entri in contatto con le sue creazioni. Ogni gioiello è un piccolo capolavoro che coniuga originalità, tecnica e sensibilità artistica, testimonianza concreta di come l’eccellenza artigianale italiana possa vivere nel presente e guardare al futuro con rinnovato entusiasmo e prestigio.
Contatti
Gerardo Sacco & C. S.r.l. – Via Antonio De Curtis, 2 88900 Crotone
customer@gerardosacco.com
Lucio Picone
da docitalyLucio Picone nasce a Frasso Telesino, in provincia di Benevento, e nel 1970 si trasferisce in Toscana insieme alla famiglia, dando inizio a un percorso di vita e lavoro che lo avrebbe portato a diventare uno dei più apprezzati artigiani calzaturieri italiani. Fin da giovanissimo, a soli quindici anni, Lucio entra nel mondo della calzatura lavorando in un calzaturificio a Monsummano Terme, centro storico e rinomato per la sua tradizione manifatturiera nel settore. Qui inizia una lunga esperienza di formazione, fatta di impegno, pazienza e passione, che gli permette di acquisire le competenze tecniche necessarie per trasformare una semplice scarpa in un’opera d’arte.
Dopo oltre trent’anni di lavoro e di perfezionamento, Lucio riesce a realizzare un sogno coltivato a lungo: aprire una bottega artigianale tradizionale a Pieve a Nievole, nel cuore della provincia di Pistoia, dove può esprimere liberamente la sua creatività e mettere a frutto tutta la sua esperienza. Questa bottega diventa ben presto un punto di riferimento per una clientela esigente e raffinata, che include personaggi di rilievo provenienti dal mondo dello sport e dello spettacolo. Grazie alla qualità delle sue creazioni e alla meticolosità con cui segue ogni fase della lavorazione, Lucio si afferma come uno dei migliori artigiani calzaturieri in Italia.
Il successo di Lucio Picone non è solo frutto di esperienza, ma anche di una costante ricerca tecnica e stilistica. Egli ha scelto di non accontentarsi della produzione industriale, prediligendo metodi tradizionali e manuali come le lavorazioni Goodyear e Norvegese, riconosciute a livello internazionale per la loro durata e comodità. In particolare, la lavorazione Norvegese, con le sue cuciture esterne a treccia e a punto lineare, conferisce alle scarpe una caratteristica estetica ricca e un’eccezionale resistenza. Ma Lucio non si limita a replicare tecniche classiche: ha ideato personalmente una tecnica innovativa che arricchisce l’aspetto esterno delle calzature unendo piccole strisce di pelle e spago in una sorta di ricamo, rendendo ogni paio di scarpe un pezzo unico, riconoscibile e originale.
Lucio Picone è un vero artista perché controlla con attenzione ogni dettaglio del processo produttivo: dalla scelta dei materiali, selezionando solo pellami di altissima qualità, ai colori, che consiglia personalmente ai suoi clienti per ottenere abbinamenti eleganti e armoniosi. Questa cura artigianale gli permette di offrire scarpe su misura, completamente realizzate a mano, capaci di coniugare stile classico, comfort e robustezza. Le sue creazioni sono pensate per accompagnare chi le indossa in ogni momento della vita quotidiana, dal lavoro al tempo libero fino alle occasioni più formali e cerimoniali.
La bottega di Lucio Picone è quindi molto più di un semplice laboratorio: è un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, dove la passione per l’arte della calzatura si trasforma in pezzi di eccellenza artigianale. Grazie alla sua dedizione, alla ricerca continua e all’amore per il mestiere, Lucio ha saputo costruire un’attività solida e riconosciuta, incarnando l’ideale dell’artigiano moderno che valorizza il lavoro manuale e la qualità sopra ogni cosa. La sua storia è la testimonianza di come talento, esperienza e passione possano trasformare una professione in un vero e proprio atto creativo e artistico.
Contatti
Lucio Picone – Via Matteotti, 22 51018 – Pieve a Nievole (PT)
Tel. +39 338 7510156
Sandro Bastioli
da docitalySandro Bastioli nasce a Spoleto nel 1949 e scopre presto l’inclinazione al disegno, che lo accompagna fin dall’infanzia. Dopo un periodo in Svizzera, si trasferisce a Milano dove perfeziona le sue capacità pittoriche sotto la guida del Prof. Cino Balleri alla Libera Accademia di Pittura di Bovisio Masciago. La sua prima produzione artistica spazia dai nudi femminili ai paesaggi umbri, fino alle nature morte di chiara ispirazione caravaggesca, con le quali inizia a farsi conoscere al pubblico.
Nel 1977 espone le sue prime opere in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, per poi allestire personali a Milano, Torino e Lecce, dove vince il Premio Martinez. Seguiranno numerose esposizioni a livello nazionale, da Gabicce a Gualdo Tadino, da Rieti a Roma, dove nel 1990 partecipa alla “Settimana degli Umbri a Roma” ottenendo un riconoscimento ufficiale. La sua ricerca artistica si evolve e, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, abbandona gradualmente i soggetti vegetali per concentrarsi sulla materia: pietre scavate, ciottoli levigati, superfici marmoree e muri antichi diventano protagonisti della sua pittura.
Il passaggio al linguaggio materico rappresenta una svolta definitiva. I nudi si trasformano in statue, i frutti in frammenti di roccia, fino a scomparire completamente nella produzione più matura. La materia diventa centro di una riflessione estetica ed esistenziale che si concretizza in uno stile geometrico, essenziale, ma emotivamente denso. Espone a New York nel 2000 presso “La MaMa Gallery”, inaugurando la stagione culturale dello storico spazio fondato da Ellen Stewart. Seguono mostre a Schwetzingen (Germania), Marsciano, Oslo e ancora a Roma, Spoleto e Vigevano. Le sue opere vengono apprezzate anche da critici e riviste di settore, tra cui Artribune, che gli dedica una copertina per la mostra “Spoleto Contemporanea” nel 2016 al Museo d’Arte Moderna di Spoleto – Palazzo Collicola.
Nel tempo, Sandro Bastioli ha saputo costruire un percorso coerente e profondo, in cui la tecnica raffinata si coniuga con una visione poetica della realtà, capace di dare voce al silenzio della materia.
La sua pittura si fonda su un concetto chiave: “Materia”. Non si tratta solo di un riferimento alla sostanza fisica dei soggetti raffigurati, ma di una vera e propria visione artistica che mira a catturare il peso del tempo e la trasformazione impressa dagli eventi sulle superfici. Attraverso la pittura, elementi altrimenti trascurabili o inanimati vengono investiti di nuova importanza, recuperati dal silenzio e restituiti a una dimensione di significato e bellezza.
Ogni oggetto scelto – che sia una parete scrostata, un legno consunto, un metallo arrugginito – viene isolato dal proprio contesto, per essere osservato e interpretato come testimone silenzioso del tempo. I segni lasciati dagli anni diventano trame da decifrare, quasi un codice genetico che l’artista cerca di ricostruire per restituire identità e memoria. Il realismo con cui queste superfici vengono rese non è un esercizio tecnico fine a sé stesso, ma un modo per avvicinarsi all’anima nascosta delle cose.
La luce e l’ombra giocano un ruolo centrale nella costruzione dell’immagine. L’ombra, in particolare, non è solo assenza di luce, ma strumento espressivo che accarezza le superfici, ne esalta la tridimensionalità, suggerisce profondità interiori. Attraverso questo equilibrio, l’artista sembra voler infondere una parvenza di vita ai soggetti, un’eco della loro esistenza.
Il lavoro di Sandro Bastioli si muove quindi su un doppio binario: da una parte l’attenzione al dettaglio e alla tecnica, dall’altra una tensione poetica che cerca il significato dentro ciò che è stato abbandonato, consumato, trascurato. In questa dialettica, la materia non è solo oggetto, ma diventa metafora. Ed è in questa trasformazione che si compie il senso più profondo della sua arte.
Contatti
Sandro Bastioli vive ed espone a Spoleto in via Fontesecca 13
cell +39 3355853955
dipinti@sandrobastioli.it
Mestro del Taglio Mirko Giannella
da docitalyA poco più di 50 chilometri da Roma, in quella fascia di terra tra i Castelli Romani e la Valle del Sacco, ha preso forma uno dei più sorprendenti casi di successo del mondo enogastronomico italiano. Si chiama Mirko Giannella, è cresciuto a San Cesareo, e in pochi anni è diventato uno dei più grandi tagliatori di prosciutto crudo a coltello al mondo. Un cortador professionista riconosciuto a livello internazionale, che ha saputo trasformare una passione familiare in un mestiere d’eccellenza, oggi al centro del suo ambizioso progetto imprenditoriale: Jamón Experience.
Mirko nasce da una famiglia di macellai. Il suo imprinting arriva dal nonno, che preparava i salumi e affettava il prosciutto rigorosamente a mano: lunghe fette sottili che raccontavano un sapere antico. È così che nasce il suo amore per il crudo, ma anche per il coltello. Inizia a lavorare giovanissimo, a 19 anni, tra salumerie e negozi di paese, senza mai smettere di affinare il gesto, di studiare, di osservare. A folgorarlo definitivamente è la tecnica spagnola, quella dei cortadores de jamón, veri e propri artisti della lama che tagliano in piccoli frammenti il pregiato Pata Negra, valorizzandolo con maestria.
Autodidatta, Mirko si forma seguendo i tutorial della celebre cortadora iberica Miriam Lopez Ortega, fondatrice del blog JamónLovers. Apprende da video, perfeziona dal vivo, sperimenta ogni giorno su prosciutti italiani e jamón iberici. “I piccoli pezzi di crudo danno il giusto valore al prodotto – racconta – si spalmano sul palato, offrono un equilibrio tra magro e grasso, e rendono ogni assaggio un’esperienza sensoriale”.
Nel giro di pochi anni arrivano i riconoscimenti: nel 2018 vince la gara di taglio a mano a Salumi da Re, organizzata da Gambero Rosso e Antica Corte Pallavicina a Polesine Zibello. Seguono masterclass, eventi e corsi in tutta Italia. Ma è nel 2021 che conquista la scena internazionale, trionfando a Madrid al primo Concorso Internazionale di Taglio del Prosciutto Iberico. L’anno dopo vince due premi al Salón Gourmets come miglior cortador e per il piatto più creativo, diventando il primo straniero a superare gli spagnoli nella patria del jamón.
Sull’onda dei successi, Giannella fonda Jamón Experience, un progetto che rivoluziona l’idea di prosciutto nel mondo della ristorazione. Nel 2022 apre il suo laboratorio a San Cesareo, 40 metri quadri dedicati esclusivamente al taglio a coltello e confezionamento sottovuoto di jamón iberici e crudi italiani di altissima qualità. L’obiettivo è offrire un prodotto già tagliato e pronto all’uso, in porzioni omogenee, che mantenga inalterate estetica e sapore grazie a un sottovuoto eseguito con perizia e attenzione.
“Il sottovuoto è il sistema più congeniale per i ristoratori – spiega – perché garantisce un food cost preciso, azzera gli sprechi, elimina la necessità di un cortador fisso in loco, ed è immediato da servire. Basta immergere la busta in acqua tiepida per 30 secondi: le fette si staccano come appena tagliate”.
Oggi Mirko Giannella è cortador ufficiale per alcune delle più rinomate aziende di jamón spagnolo – tra cui MIO, Beher, Arturo Sánchez, Fisan – e di crudi italiani d’eccellenza come la Cinta Senese di Renieri, il Nero di Calabria di Franco Simone e l’Antico Nero di Paolo Tanara. Organizza corsi di formazione professionale, degustazioni, eventi privati e masterclass con altri campioni del settore, come il cortador spagnolo Alvaro Diezma, vincitore del titolo nel 2020. Collabora con ristoranti per la realizzazione di vere e proprie carte dei prosciutti, partecipa a fiere di settore come Tuttofood a Milano, e guida un team affiatato di giovani collaboratori, contribuendo alla nascita di una nuova generazione di professionisti del taglio.
Per Giannella, il mestiere del tagliatore è anche una missione culturale. “Un cortador deve amare il proprio lavoro e il prodotto su cui opera. Il rispetto dell’animale passa anche dalla valorizzazione del suo sacrificio. Tagliare bene significa onorare quella vita, evitando sprechi, esaltando il sapore, donando bellezza e senso”. La sua tecnica non è spagnola o italiana: è corretta. L’unica che permette di ottenere il massimo rendimento, di esprimere l’equilibrio tra magro e grasso, di comporre piatti coreografici che uniscono estetica e sapore.
Oggi, con l’apertura del nuovo punto vendita a Colle La Noce, a due passi dall’autostrada Roma-Napoli, Jamón Experience è diventato il riferimento per gli appassionati di prosciutto crudo. Un luogo dove acquistare jamón iberico di altissima gamma, prosciutti italiani selezionati, confezioni pronte all’uso e, soprattutto, entrare in contatto con la cultura del taglio professionale. Un piccolo tempio del crudo, nato dal talento e dalla determinazione di un ragazzo dei Castelli Romani.
Mirko Giannella non ha solo fondato un’attività. Ha creato un nuovo mestiere, ha portato in Italia una cultura antica e l’ha fatta propria, con umiltà e ambizione. E oggi è tra i pochi al mondo in grado di raccontare un prosciutto prima ancora che con le parole, con un coltello.
Contatti
Mirko Giannella Jamón Experience – Via Colle del Noce, 9, 00030 San Cesareo RM
Telefono: 389 191 9686
Maestra Pastaia Angela Fiorini
da docitalyAngela Fiorini è diventata, quasi suo malgrado, un punto di riferimento per chi cerca la pasta fresca più buona nei dintorni di Roma. Il suo laboratorio artigianale, “Meraviglie in Pasta”, si trova a Zagarolo, in provincia di Roma, e da anni attira appassionati e curiosi da tutta la regione. La fama è arrivata col tempo, passo dopo passo, grazie al lavoro quotidiano, alla qualità eccellente dei prodotti e a una passione per l’arte bianca che si sente al primo assaggio. I ravioli ricotta e spinaci sono ormai un piccolo culto tra gli estimatori, ma basta affacciarsi al banco per capire che ogni pasta qui racconta una storia: quella di una famiglia unita e laboriosa che ha scelto di investire nel territorio e nella tradizione, con coraggio e amore autentico.
Tutti la chiamano “mamma Angela”, anche chi non la conosce da tempo. È lei il cuore pulsante di questa realtà artigianale, sostenuta dalle sue tre figlie – Valentina, Eleonora e Beatrice Eugani – e dalla piccola nipote Irene, che cresce tra sfoglie e sorrisi. Un lavoro collettivo, costruito nel tempo con dedizione, precisione e spirito di sacrificio. Le figlie sono a loro volta abili pastaie, formate alla scuola di casa, quella fatta di gesti precisi e ricette tramandate a voce. Il risultato è una pasta che profuma di casa e di territorio, ma che non rinuncia a innovare: ogni prodotto è realizzato con tecnica impeccabile, sfoglia sottile e ruvida al punto giusto, ripieni soffici e saporiti, sempre freschissimi.
Il segreto di Meraviglie in Pasta sta nella morbidezza, un tratto distintivo che attraversa tutta la produzione, affiancato dalla scelta rigorosa delle materie prime. Uova di galline allevate a terra, farine macinate a pietra, olio extravergine d’oliva di qualità: tutto è pensato per valorizzare il sapore genuino e naturale dei piatti. Il nuovo negozio, attualmente in preparazione, aprirà nel prossimo autunno. “Speriamo in tempo per la Sagra dell’Uva, un evento importantissimo qui a Zagarolo”, racconta Angela, con lo stesso entusiasmo di sempre. Per l’occasione, sono stati creati ravioli speciali a base d’uva e salsiccia, oppure ripieni con tordo matto, una preparazione tipica della zona a base di carne equina speziata. Ricette che raccontano il territorio in modo autentico e gustoso.
La produzione spazia dai ravioli ai quadrucci, passando per gnocchi lunghi a “coda de soreca”, una pasta povera fatta solo di acqua e farina, perfetta condita con sughi semplici ma intensi, come olive nere e tonno fresco. Non mancano i grandi classici come cannelloni, tortellini e lasagne, né le ricette pronte da infornare: crespelle, rotoli di ricotta e spinaci, timballi. La cucina è sempre attiva per rispondere anche alle esigenze di chi non vuole o non può cucinare a casa ma non intende rinunciare alla bontà di un piatto fatto con amore e competenza.
A luglio 2024, la FIEEA – Federation International Excellences Edible Art – ha nominato Angela Fiorini delegata regionale per la pasta artigianale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la sua competenza, ma anche la dedizione instancabile e la visione che ha saputo trasmettere alla sua famiglia e a tutto il territorio. “Un risultato straordinario”, ha commentato la sindaca di Zagarolo, Emanuela Panzironi, “che porta il nome di Angela e quello di Zagarolo in tutta Italia”. Un traguardo che non cambia però la sostanza: ogni giorno, Angela e le sue figlie continuano a lavorare con le mani in pasta, come all’inizio, con la stessa passione e lo stesso rigore.
La storia di Meraviglie in Pasta nasce, come molte storie italiane, da una scelta coraggiosa. Quando un piccolo laboratorio di pasta all’uovo stava per chiudere, Angela e Valentina decisero di rilevarlo. Un gesto quasi impulsivo, ma radicato in una tradizione familiare solida, nutrita di valori ciociari, rispetto per la terra e amore per la cucina. Quel gesto si è trasformato in un’impresa: oggi Meraviglie in Pasta è una bottega cult, apprezzata ben oltre i confini del comune, celebrata in TV e sulla stampa gastronomica, protagonista anche di una rubrica fissa su Alice, la rivista di cucina dove Angela racconta ricette, trucchi e storie.
I ravioli al tordo matto, quelli all’uva, il raviolio all’extravergine, i ravioli alla carbonaraa, alla gricia e alla amatriciana. Classici intramontabili della cucina del Lazio, reinterpretati in forma di ripieno con equilibrio e maestria, che diventano così una vera e propria esperienza gustativa. Per valorizzarli al meglio, l’artigiana di Zagarolo suggerisce di servirli con un condimento semplice, che non copra ma esalti i sapori decisi della farcitura: un filo di olio extravergine a crudo con una grattugiata di pecorino, oppure un leggero soffritto di aglio, olio e peperoncino. Per i ravioli all’amatriciana, anche qualche pomodorino fresco può completare il piatto con una nota di dolcezza e colore. Idee semplici che nascono dall’esperienza quotidiana e dalla conoscenza profonda delle materie prime, per portare in tavola piatti autentici, sorprendenti nella loro essenza più vera.E poi ci sono le varianti più creative, come i ravioli ripieni di carne affumicata di maiale e mela, o quelli al pistacchio e menta.
Ognuno racconta qualcosa di sé, di un territorio, di un’idea. E Angela non si limita a venderli: li racconta, li spiega, suggerisce come cuocerli al meglio. Lo fa con entusiasmo, con competenza, con una passione che si legge negli occhi e si sente nelle parole. Basta starla a sentire per avere l’acquolina in bocca, ancora prima di assaggiare.
Contatti
Meraviglie in Pasta – via valle del formale, 61, 00039 Zagarolo RM
Telefono: 351 404 4037
Mestro Salumiere Stefano Paciotti
da docitalyChi ama il buon cibo, chi non si accontenta e cerca sempre la qualità vera, quella fatta di sapori autentici, ingredienti genuini e accoglienza sincera, trova nella Salumeria Paciotti un punto di riferimento solido e riconoscibile. Situata nel cuore del quartiere Trionfale, a Roma, in via Marcantonio Bragadin 51/53, questa storica bottega è da anni sinonimo di eccellenza gastronomica italiana, proposta con una cura che si tramanda di generazione in generazione.
Stefano Paciotti e la sua famiglia portano avanti ogni giorno un lavoro fatto di passione, attenzione e profondo rispetto per i prodotti. Nulla viene lasciato al caso: ogni salume, ogni formaggio, ogni specialità presente nei banchi della salumeria è frutto di una selezione attenta e rigorosa. L’obiettivo è sempre lo stesso: offrire solo il meglio, mantenendo intatti freschezza e gusto degli ingredienti. Il risultato è un’esperienza di acquisto che va ben oltre il semplice gesto quotidiano: è un viaggio nei sapori più autentici d’Italia, guidato da chi conosce a fondo ciò che propone e ama profondamente questo mestiere.
Da Paciotti Salumeria è possibile trovare una ricca varietà di affettati e insaccati di alta qualità, tutti rigorosamente privi di derivati del latte e senza glutine. Una scelta precisa e consapevole, pensata per garantire a chiunque – senza eccezioni – il piacere di gustare il meglio della tradizione gastronomica italiana, anche seguendo regimi alimentari specifici. Una qualità accessibile a tutti, senza rinunce.
Entrare nella salumeria significa immergersi in un mondo di profumi e sapori che raccontano storie, territori e tradizioni. Superato l’arco dei prosciutti crudi di Parma e San Daniele D.O.P., si apre uno spazio familiare e accogliente, dove il tempo sembra rallentare e ogni consiglio diventa un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo. Dai salumi rari ai formaggi a latte crudo stagionati nelle malghe, fino ai prodotti sott’olio realizzati secondo metodi antichi, ogni referenza racconta un lavoro fatto con serietà e competenza. Ma la Salumeria Paciotti non è soltanto salumi e formaggi. È anche un punto vendita specializzato in eccellenze alimentari italiane: conserve artigianali, pasta di grano duro trafilata al bronzo, oli extravergini di oliva selezionati, vini del territorio e tante altre specialità regionali.
Tutti prodotti che portano in tavola l’Italia più autentica, fatta di tradizioni vive, sapori veri e mani esperte. Ogni prodotto racconta una storia, e ogni consiglio dato dietro al bancone è parte di un percorso che unisce cibo, cultura e passione.
A rendere tutto ancora più speciale è la professionalità dello staff. La cordialità di Stefano e dei suoi collaboratori è parte integrante dell’esperienza. Ogni cliente viene accolto con il sorriso e con quella tipica simpatia romana che fa sentire subito a casa. L’acquisto diventa così un momento di condivisione, di ascolto, di scambio. Non si entra solo per comprare, ma anche per chiacchierare, imparare, scoprire. È questo che crea un legame forte e duraturo con chi sceglie questa salumeria.
La Salumeria Paciotti non è soltanto un luogo dove acquistare eccellenze. È uno spazio dove riscoprire il significato profondo della qualità, ricevere consigli da chi conosce a fondo ogni prodotto, portare a casa non solo ottimo cibo, ma un frammento autentico d’Italia. Una realtà fatta di passione, accoglienza e tanto, tantissimo gusto. La famiglia Paciotti accoglie ogni giorno con entusiasmo chi desidera vivere un’esperienza gastronomica vera, fondata sui valori della tradizione e della qualità.
Contatti
Via Marcantonio Bragadin 51/53 a Roma. Tel.: 0639733646
Email: info@paciottisalumeria.it
Pec: paciottisalumeria@pec.it
Maestro Panificatore Tommaso Cannata
da docitalyIn ogni pagnotta che esce dal suo forno, in ogni brioche col tuppo che lievita pazientemente dietro il vetro del laboratorio, c’è una storia. Una storia che sa di farina e d’amore, di sudore e memoria, di mani sapienti che non hanno mai dimenticato da dove vengono. È la storia di Tommaso Cannata, panificatore messinese, maestro dell’arte bianca e custode orgoglioso di un patrimonio che ha scelto non solo di tramandare, ma di rinnovare con visione, passione e coraggio.
Nato a Messina nel 1964, figlio e nipote di panificatori, Tommaso cresce tra sacchi di farina e lievito che respira come ossigeno. Fin da bambino osserva suo padre all’opera, ne assorbe i gesti, l’etica, la dedizione. E capisce che quell’arte è molto più che un mestiere: è una missione. Una strada tracciata con il cuore, fatta di albe silenziose e di forni accesi, che diventa eredità, identità, futuro.
Insieme alla moglie Nicoletta e ai figli Salvatore e Chiara, Tommaso rappresenta oggi la quarta generazione della famiglia Cannata. E con loro ha dato vita, nel 2012, a un sogno concreto: il Cannata Sicilian Bakery, il primo bakery bistrot di Messina. Ma non un panificio qualunque. È un luogo dove il pane torna protagonista, dove il profumo della tradizione incontra l’eccellenza della ricerca, dove ogni impasto è fatto solo con grani antichi siciliani e lievitato con il lievito madre “Turi”, chiamato così in omaggio al padre e al figlio Salvatore.
Turi è più di un lievito. È una creatura viva, curata con amore da decenni, tramandata come un bene prezioso. È l’anima di un pane che parla di passato ma guarda lontano. Come Tommaso, che da sempre porta avanti una battaglia silenziosa ma potente: quella per la riscoperta, la valorizzazione e la comunicazione dell’agrobiodiversità siciliana.
È per questo che Cannata è anche co-fondatore dell’associazione Simenza, realtà che riunisce agricoltori, artigiani e studiosi per proteggere e promuovere i semi contadini della Sicilia. Semi veri, autentici, non geneticamente modificati, coltivati con rispetto per la terra e per le persone.
Nel panificio di Tommaso, ogni prodotto ha una storia e una scelta dietro: farine integrali da chicco intero, niente farine raffinate, nessuna scorciatoia. Solo genuinità, tempo, cura. Le sue focacce gourmet erano già un’innovazione negli anni ’90, quando ancora la panificazione moderna era agli albori. E oggi lo sono ancora di più, perché raccontano una Sicilia che osa, che innova, che si mette in discussione.
Tra le sue creazioni più amate, spiccano la focaccia messinese e il celebre pitone (ripieno di scarola, acciughe e tuma), ma anche gli arancini, rivisitati con farine di grano antico e riso locale: nasce così “l’arancinu”, simbolo di un’identità che evolve senza mai snaturarsi.
Nel 2019 Tommaso decide di portare la sua visione anche oltre lo Stretto. Lo fa scegliendo la città simbolo del cambiamento italiano: Milano. Qui apre Cannata Sicilian Bakery in Corso Indipendenza, un panificio moderno con caffetteria e laboratorio a vista, che porta nella capitale del design e della moda tutto il calore, il gusto e la verità della sua Sicilia. Qui tutto parla della sua terra: le forme, i profumi, le farine, i nomi, perfino l’arredo, realizzato con materiali naturali e dettagli artigianali.
La Sicilia di Tommaso a Milano si sente e si vede. Ed è proprio a Milano che nasce anche il progetto “I Compari”, una collaborazione con l’imprenditore Antonio Longhi, che unisce tradizione e imprenditorialità, territorio e innovazione, sotto il claim “Sicily for life”. Un messaggio chiaro e deciso: non è la Sicilia del folclore, ma quella che lavora, che crea, che esporta cultura alimentare con orgoglio e competenza.
Tommaso mette la sua faccia in ogni progetto. E lo fa con umiltà e coerenza. Si definisce un “messinese doc”, ma è prima di tutto un uomo che ha saputo trasformare un mestiere antico in un linguaggio universale. Le sue brioche col tuppo, realizzate con farine Petra Bio 1010 e Petra Evolutiva, sono un inno alla diversità agricola italiana. Ogni scelta, ogni ingrediente, ogni forno acceso raccontano una filosofia di vita: la qualità come atto politico, la lentezza come valore, il pane come cultura.
Tommaso Cannata è molto più di un bakery chef. È un narratore, un portavoce, un riferimento per chi crede che il pane non sia solo cibo, ma atto di memoria, bellezza e resistenza. I suoi laboratori sono luoghi vivi, in cui si intrecciano saperi, tecniche, storie. E anche Milano, grazie a lui, ha imparato a respirare il profumo della Sicilia più autentica.
La sua famiglia lo accompagna in ogni passo: Nicoletta, compagna di vita e d’impresa, Chiara e Salvo, testimoni di una continuità che non è semplice eredità, ma scelta consapevole. Insieme tengono acceso un forno che non brucia mai, ma che scalda il cuore di chi crede ancora nei sapori veri e nei sogni impastati a mano.
Oggi, Tommaso Cannata è uno dei volti più credibili e appassionati del panorama artigianale italiano. Il suo nome è garanzia di qualità, tradizione e innovazione. La sua è una Sicilia che non si racconta con le parole, ma con i gesti, con il profumo di una focaccia appena sfornata, con l’accoglienza di una brioche calda all’alba, con la fermezza di chi ha scelto di restare se stesso, ovunque vada.
Il suo pane è buono perché è vero. E racconta una storia che ha il sapore eterno delle cose fatte con amore.
Contatti
Via XXVII luglio 83/85 – 98123 Messina
Telefono: 090 6409130
Maestro Gelatiere Stefano Ferrara
da docitalyIn un mondo dove troppo spesso il cibo è standardizzato, replicato, e privo di anima, c’è chi ancora costruisce un prodotto un’idea alla volta, con la dedizione di un artigiano e la mente di un ricercatore.
Stefano Ferrara, gelatiere da oltre venticinque anni, è questo: uno sperimentatore del gusto, un alchimista moderno, un innovatore con un’attenzione specifica alla salute e al benessere.
Ferrara, dopo numerose esperienze nel campo della gelateria prima con Pinguino Gelateria Naturale e poi con GelatoLab, arriva a fondare nel 2024 Formaessenza, un nuovo laboratorio a vista e punto vendita che funge anche da centro di ricerca di nuove tecniche e nuove materie prime, finalizzate alla produzione di un gelato gustoso e funzionale. L’attenzione alla salute non è solo una tendenza, ma un principio fondante del suo lavoro.
Da oltre quindici anni Ferrara studia ingredienti naturali e zuccheri alternativi, come quello integrale di cocco, con l’obiettivo di ridurre gli zuccheri aggiunti e creare un prodotto adatto a tutti, senza rinunciare al piacere. Da Formaessenza viene proposta una nuova visione del gelato attraverso nuove forme e metodi di consumo del gelato: come il barattolo. “La mia filosofia sul gelato – racconta Stefano – è quella uscire dal concetto del tradizionale, per dargli il valore di un dolce importante con contaminazioni da parte della pasticceria.
Vincolare la qualità del prodotto ai limiti segnati dal prezzo di un cono da passeggio è secondo me troppo stringente per puntare a materie prime di eccellenza”.
Ferrara ha , quindi, declinato le sue conoscenze e competenze in 6 linee di prodotto con diverse texture, conistenze e sapori: nascono così i “Lovers”, torte semifredde della tradizione o contemporanee, gli “Spiritoso” gusti divertenti per chi ama i bouquet alcolici, i “Must Have” i gusti di cui nessuno può fare a meno, i “Quintaessenza” i gusti di cui nessuno può fare a meno, i “Gelaveg” la linea 100% vegana, e i “Kelato” un gelato ipocalorico e totalmente privo di zuccheri, adatto ai regimi dietetici chetogenici in collaborazione con il nutrizionista prof. Flavio De Gregorio.
Oltre a questi si aggiungono anche “I-Conico”, un cono gelato senza vuoti e riempito con 5 diverse consistenze che si alternano dalla cima al fondo e “Diametro 7”, nuova interpretazione del biscotto. Un numero che oltre a far riferimento al diametro dei due dischi circolari utilizzati, si rifà all’idea pitagorica del 7 come simbolo di evoluzione e cambiamento. Tre sono i diversi gusci che Ferrara ha studiato: biscotto frolla, biscotto savoiardo e brioche, in modo da avere diverse consistenze al morso.
Stefano Ferrara ha inoltre collaborato con chef e pasticceri, approfondendo tecniche di cottura a bassa temperatura, fermentazioni e ossidazioni, portando innovazione nel settore.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre Coni del Gambero Rosso, il premio come Miglior Cioccolato d’Italia e il premio a Formaessenza ome miglior nuova gelateria alle Puntarelle d’Oro 2025. Tutti i prodotti sono privi di coloranti, emulsionanti, stabilizzanti o conservanti artificiali. Solo ingredienti naturali, selezionati con cura, seguendo le stagioni. Stefano Ferrara non vende solo gelato: offre un’esperienza e Formaessenza non è solo il nome della sua gelateria, è il suo manifesto.
La forma cambia, l’essenza resta.
Formessenza si trova a Roma in via Enrico Fermi 102/104, Stefano Ferrara Gelateria Via F.Cilea 244/246, Roma.
Maestro Macellaio Gianni Giardina
da docitalyTra le strade di Canicattì, nel cuore dell’Agrigentino, c’è una bottega che profuma di Sicilia autentica. La Macelleria Giardina non è solo un negozio di carne: è un luogo in cui si respira tradizione, ricerca e passione. Gianni Giardina, classe 1978, è il macellaio che ne porta avanti il nome, con l’orgoglio di chi fa parte di una famiglia che da tre generazioni si dedica a questo mestiere. Con le mani esperte, l’approccio artigianale e la mente sempre aperta alla sperimentazione, Gianni ha saputo trasformare una bottega di quartiere in un punto di riferimento per gli amanti della carne di qualità, tanto da essere scelto anche da grandi chef, come Pino Cuttaia, che si affida a lui per selezionare i tagli migliori da portare in cucina.
Gianni ha cominciato presto: aveva solo sette anni quando ha iniziato ad affiancare il padre tra i banchi della macelleria. A dieci ha eseguito il suo primo disosso. Dopo gli studi e il servizio militare, ha frequentato la Scuola di Macelleria di Nocera, diplomandosi con ottimi voti. Poi è volato negli Stati Uniti, a New York, per imparare nuove tecniche di taglio e affinare le sue competenze sul barbecue. Al ritorno, ha deciso di rivoluzionare l’attività di famiglia, aprendo nel 2009 un secondo punto vendita dedicato in particolare ai salumi, agli stagionati e alle frollature lunghe. Oggi è anche docente in scuole private, dove insegna trasformazione e conservazione naturale, ed è uno dei fondatori della Nazionale Italiana Macellai, di cui è vicepresidente.
Il suo lavoro parte sempre da una scelta precisa: valorizzare gli animali allevati allo stato brado, senza uso di antibiotici, in Sicilia. Sceglie razze autoctone, come la Cinisara o la Comisana, che vive libere nei pascoli siciliani, alimentandosi con foraggi naturali e mangimi vegetali, no OGM. Secondo Gianni, queste carni hanno un sapore unico e una fibra dolce, perché sono figlie del territorio. Non si tratta di migliori o peggiori, semplicemente sono diverse e per questo meritano di essere conosciute e difese. Segue tutta la filiera: dalla nascita degli animali alla loro alimentazione, fino alla macellazione, al taglio e alla frollatura. Quest’ultima è una fase fondamentale: da un minimo di trenta giorni a un massimo di quarantacinque, con controlli rigorosi del pH per garantire sicurezza, tenerezza e gusto.
Entrando nella sua macelleria si viene accolti da un banco frigo che mescola sapori del mondo con eccellenze locali. Ma sono proprio i salumi e le carni siciliane a raccontare meglio la sua visione. Capocolli, pancette, mortadelle di Cinisara, speck siculo, prosciutti di suino locale: ogni prodotto è il risultato di una lavorazione artigianale precisa, fatta senza fretta, con attenzione alla materia prima. Non si tratta solo di “produrre”, ma di dare identità a un sapore, raccontare una storia. Come quella del prosciutto di pecora, una delle sue creazioni più conosciute, che Gianni realizza con un procedimento complesso ma naturale. Si parte da pecore “strippotte”, cioè che non hanno mai avuto gravidanze: la loro carne ha un grasso più dolce e abbondante. Dopo l’aromatizzazione e la salamoia, il prosciutto viene cotto a vapore e poi abbattuto in positivo per eliminare ogni carica batterica. Il risultato è un prosciutto dal colore rosa intenso, profumato, morbido, con un gusto che rimanda immediatamente alla Sicilia, all’agnello alla brace, ai formaggi ovini, alla campagna.
Ma Gianni non si limita ai salumi. Ama recuperare anche il cosiddetto quinto quarto, le parti meno nobili degli animali che diventano base per piatti della tradizione siciliana come la robba cotta, la stigghiola, il mussu o la gelatina di maiale. Una cucina popolare, vera, che racconta la storia del territorio e delle persone. La sua filosofia è semplice ma concreta: dare valore a ciò che già esiste, rispettare i tempi della natura, non forzare nulla, puntare sulla qualità senza compromessi. Negli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 2019 è stato nominato “Best in Sicily” per la migliore macelleria, nel 2021 la Nazionale Italiana Macellai si è classificata seconda agli Europei in Francia e ha vinto il premio del pubblico, mentre nel 2022 Gianni è stato premiato come campione mondiale di disosso al World Butcher’s Challenge di Sacramento. Successi che non gli hanno mai fatto perdere il contatto con le sue radici. Ogni giorno, infatti, lo si può trovare dietro il banco, a tagliare, frollare, spiegare, consigliare. A chi entra in negozio per comprare una braciola, Gianni racconta come cuocerla, quale vino abbinarci, da dove arriva quell’animale.
La sua non è solo una macelleria, è un presidio culturale. In un mondo che va veloce, in cui spesso si perde il legame con la terra, il lavoro di Gianni Giardina è un invito a rallentare e riscoprire il valore del cibo, quello vero, fatto con le mani, con pazienza e con amore.
A Canicattì, tra le colline siciliane, c’è ancora chi lavora come una volta, ma con lo sguardo rivolto al futuro. E non è un caso se anche i grandi chef passano da lui. Perché quando la qualità è frutto di un sapere autentico, la strada giusta si trova sempre. Anche se parte da un piccolo laboratorio, tra le vie della provincia.
Contatti
Macelleria Giardina – Canicattì (AG) – Via Ernesto Basile, 1 – 0922 831131
Chef Salvo Cravero
da docitalySalvo Cravero è uno chef con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, che ha fatto della cucina non solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Nato nel 1977 in Molise, si è poi stabilito nella Tuscia, terra alla quale è profondamente legato sia dal punto di vista personale che professionale. È proprio in questi luoghi che ha deciso di costruire il suo percorso, mettendo al centro la valorizzazione del territorio, la qualità delle materie prime e un approccio alla cucina che unisce rispetto per la tradizione e voglia di innovare.
Il suo cammino comincia nel 1991, quando si iscrive all’Istituto Alberghiero di Termoli. Da lì, inizia a lavorare come commis e aiuto cuoco in diversi ristoranti e alberghi, maturando le prime esperienze in cucina. Nel 1998 si trasferisce a Viterbo e lavora al Grand Hotel Salus. Proprio qui conosce Sara, che diventerà la sua compagna di vita e sarà anche una figura fondamentale nel suo percorso di crescita professionale.
Nel 2000 entra a far parte della brigata del ristorante Le Sans Souci a Roma, una stella Michelin. Un’esperienza importante che gli permette di lavorare su tutte le partite e di formarsi accanto a grandi professionisti. Dopo questa tappa, ricopre il ruolo di chef in diversi locali di qualità, come L’Antico Bottaro, sempre nella capitale, dove inizia a definire uno stile di cucina sempre più personale e attento ai dettagli. Salvo continua a formarsi, partecipa a corsi di specializzazione e diventa membro di Euro-Toques, l’associazione fondata da Gualtiero Marchesi.
Questo gli dà la possibilità di confrontarsi con alcuni dei nomi più importanti della cucina italiana e internazionale, e di ampliare la sua visione. Nel 2005, insieme a Sara, apre L’Etoile a Vetralla, un ristorante gourmet che ottiene ottimi riconoscimenti da parte della critica e delle guide gastronomiche. Qui propone una cucina attenta, creativa, ma sempre legata ai sapori autentici del territorio.
In seguito, riceve l’incarico di ideare il primo menù per la nuova compagnia ITA Airways, sempre per la classe di punta. Due esperienze che lo portano a rappresentare l’eccellenza della cucina italiana a livello internazionale. Nel tempo, Salvo riceve anche importanti riconoscimenti: diventa Ambasciatore del Gusto Doc Italy per la provincia di Viterbo, e collabora con realtà di valore come il Castello di Semivicoli, della famiglia Masciarelli, produttori di vini di alta qualità. Lavorare in abbinamento con un grande marchio del vino è per lui un’occasione per approfondire la connessione tra cucina e territorio.
Negli ultimi anni, oltre all’attività di chef, si dedica con passione alla formazione. Insegna in scuole prestigiose come la Boscolo Etoile Academy, Coquis e la Gambero Rosso Academy, condividendo con gli studenti non solo ricette e tecniche, ma anche una visione concreta del mestiere, fatta di studio, esperienza e passione. Ha sempre avuto una particolare attenzione per la panificazione e i lievitati, tanto da vincere il premio per il miglior pane nella selezione Centro-Sud del concorso Emergente Sala, ideato da Luigi Cremona. Inoltre, porta avanti una piccola produzione di formaggi caprini a latte crudo, insieme a un amico allevatore tra Roma e Viterbo. È anche molto attivo nei corsi dedicati all’arte bianca, che tiene dal 2020 per professionisti e appassionati. Oggi è alla guida del ristorante Ristòria Pepe Nero a Capodimonte, affacciato sul Lago di Bolsena. Un progetto che unisce tradizione e innovazione, cucina di territorio e attenzione alle tecnologie moderne. Il suo obiettivo è raccontare attraverso i piatti la bellezza della Tuscia, usando materie prime locali, tecniche precise e una sensibilità costruita in trent’anni di lavoro.
La sua cucina parte spesso dalla “memoria dell’acqua”: quella dolce del lago e quella salata del Tirreno che bagna le coste non lontane, una fusione che si ritrova nei sapori e nei profumi dei suoi piatti. Salvo crede molto nella condivisione, non solo con i colleghi, ma anche con gli appassionati che vogliono avvicinarsi ai fornelli. Ama trasmettere ciò che ha imparato e farlo in modo pratico, partendo dalla selezione delle materie prime, passando per le tecniche fino al servizio. Tiene regolarmente corsi sulla cucina, sulla panificazione, sulla caseificazione, sempre con l’obiettivo di valorizzare il sapere artigianale e la qualità degli ingredienti. Il suo è un percorso costruito giorno dopo giorno, con dedizione, passione e curiosità. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ma con i piedi ben piantati nella terra che ama: la Tuscia. Una cucina concreta, legata alla realtà, che non dimentica mai le proprie radici ma guarda con attenzione al futuro.
Contatti
Telefono: +39 0761 871909 – +39 345 5937752
Mail: info@salvocravero.com – info@pepeneroristorante.eu
Pepe Nero Ristorante – Viale Regina Margherita, 01010 Capodimonte (VT), Italia
Maestro Pasticcere Dario Saltarelli
da docitalyDario Saltarelli è cresciuto in un mondo fatto di profumi antichi, mani infarinate e sveglie all’alba. Il suo primo ricordo non è quello di un giocattolo, ma di un forno acceso, di una crema calda da girare, di un padre e una madre che impastano amore ogni giorno. Figlio d’arte, erede di una famiglia di panificatori e pasticcieri campani, Dario ha respirato fin da piccolo l’aria del laboratorio, dove la farina non sporca, ma veste di identità.
Trascorre i primi anni di vita a Padova, sua città natale, ma presto, a seguito dei genitori desiderosi di tornare nella terra di origine, si trasferisce a Castelforte , un comune del basso Lazio che gode della magnifica vista sul Golfo di Gaeta. È tra le pareti del laboratorio di famiglia che si forma il suo sguardo, fatto di rispetto per le materie prime, attenzione al dettaglio e una cura quasi religiosa per i tempi di lavorazione. A 14 anni sa già cosa vuole essere: un artigiano, ma con uno sguardo sempre aperto alla sperimentazione. Un percorso costruito giorno dopo giorno, con sacrificio, dedizione e tanto studio, che lo porterà a essere oggi una delle figure più apprezzate nel panorama della pasticceria artigianale italiana.
Terminati gli studi compie la scelta di seguire la sua vera grande passione: esercitare il mestiere appreso da adolescente quando affiancava i grandi maestri depositari dei segreti della pasticciera e pizzeria napoletana.
Apprende l’arte della gelateria italiana da maestri emiliani e siciliani dei quali ne apprezza il loro saper fare, il valore dei costumi del nostro paese e dell’italianità che lo aiuteranno durante l’esperienza professionale all’estero. Fonda l’impresa artigiana sul “sapere tradizionale”, gestendola con l’interesse di preservare l’immenso patrimonio di prodotti alimentari tipici del territorio italiano. Da un sogno nel cassetto con la moglie Maria pianifica e dà vita a un genere di attività commerciale unica in Italia, la Polakkeria®, con il preciso intento di far conoscere un dolce tipico della tradizione campana, diffonderne il profumo e il suo sapore originale.
Il suo nome è ormai sinonimo di eccellenza, e i suoi dolci sono diventati ambasciatori di gusto nel mondo. Ma Dario resta profondamente legato alla sua terra, al racconto semplice delle tradizioni, ai sapori che riportano all’infanzia. Il suo successo è anche quello del suo territorio di cui è ambasciatore. Tant’è che ogni singolo prodotto conserva le materie prime integre, rispettando qualità e profumi che solo la natura può fornire e che solo la lavorazione artigianale può preservare. A questo si aggiunge poi l’accuratezza nel confezionamento. ’
Assioma per i nostri prodotti è l’artigianalità, il fatto a mano, l’unicità e questo principio lo applichiamo anche nella fase di confezionamento degli articoli’ afferma Saltarelli, infatti ogni confezione, scrigno delle sue bontà, viene preparata singolarmente, senza eccezioni, da mani di esperte artigiane.
Tra le sue creazioni simbolo c’è senza dubbio la Polacca, il dolce tipico di Aversa, città normanna fondata nel XI secolo. Ricerche e testimonianze orali ci portano ad affermare che questo dolce tradizionale era d’uso già a metà ’800 in un territorio che comprendeva i fiumi Garigliano e Volturno. Ricordi personali di donne nate a inizio secolo, affiorano con questo dolce battezzato con il nome proprio di “Pizza Doce”.
Essa veniva servita sulle tavole dei contadini di ritorno dai campi di grano, di solito a fine giugno. In quel periodo le amarene, ingrediente essenziale del dolce, raggiungevano la piena maturazione. Le materie prime utilizzate a quei tempi erano la farina molita a pietra, le uova fresche, il latte e la sugna. Tutti di produzione propria, ad eccezione dello zucchero sfuso di taglio grossolano da sembrare pezzi di cristallo. Quest’ultimo si acquistava in piccole botteghe o farmacie e veniva confezionato nei “salvietti”, teli di lino usati per il trasporto a casa. Allora non esistevano ancora gli imballaggi alimentari. La realizzazione seguiva precisi riti tramandati di generazione in generazione. Si preparava l’ impasto da cui si traevano due dischi per foderare uno stampo di rame stagnato e poi la “crema gialla” per il ripieno. L’aggiunta di amarene fresche o candite completavano la farcitura. La cottura avveniva in forni a legna, quasi sempre d’uso comune, dopo aver sfornato le pagnotte di pane. Ci si avvaleva di un foglio di carta bagnato adagiato sulla parte superiore del prodotto per evitarne la bruciatura. Oggi, “la Doriana®”- Torta Polakka è frutto di una personale interpretazione di questo antico dolce campano.
Un lievitato soffice, farcito con crema pasticcera e amarene, dalla forma a mezzaluna e dal gusto che conquista al primo morso. In apparenza semplice, ma in realtà frutto di un lavoro complesso e delicato, che richiede ore di lavorazione e una perfetta armonia tra consistenza e sapore. Dario ne ha fatto una vera e propria opera d’arte: la sua Polacca ha conquistato appassionati, esperti e buongustai, diventando un punto di riferimento per chi cerca la tradizione senza rinunciare all’eccellenza.
Accanto alla Polacca, c’è un altro dolce che racconta perfettamente la filosofia di Saltarelli: la Matrea. “Matrea” è un termine dialettale che significa madre, è un prodotto artigianale con ingredienti scelti, provenienti dal territorio campano. Prodotti di eccellenza quali la Melannurca Campana IGP che dona a questo dolce un profumo delicato. Lasciandosi ispirare dal concetto di filiera corta, il prodotto è stato progettato in occasione del Salone del Gusto Slow Food di Torino 2016. Il logo sintetizza l’dea di Madre Natura in quanto generatrice di vita e simbolo della terra dove ancora oggi vengono adagiate le mele per raggiungere la completa maturazione prima di essere commercializzate.
Il lavoro di Dario è stato premiato in Italia e all’estero con riconoscimenti che attestano la qualità assoluta della sua produzione. Tra i premi più significativi:
Ogni riconoscimento è frutto di una lunga strada fatta di studio e ricerca. Il lievito madre è il cuore pulsante di tutto ciò che produce. È da lì che nascono i suoi panettoni pluripremiati, le colombe pasquali, le brioche e i lievitati da colazione che ogni giorno raccontano una storia di gusto.
Ma forse il riconoscimento più grande è quello del suo pubblico, dei clienti che ogni giorno scelgono di entrare nella sua pasticceria per ritrovare i sapori di casa, o per lasciarsi sorprendere da una nuova creazione. Perché Dario Saltarelli non è solo un maestro pasticcere: è un narratore, un custode di memorie, un ambasciatore di dolcezza.
Contatti
Dario Saltarelli® – Polakkeria®
Telefono: +39 3392663230
info@dariosaltarelli.it
info@polakkeria.it
Riso in Fiore
da docitalyIl destino aveva già fatto incrociare le strade delle loro famiglie nel 1935 (vedi foto): la nonna e la bisnonna di Paola erano le mondine del nonno di Adolfo. RISOINFIORE negli ultimi anni si è dedicata, oltre alla coltivazione, anche alla commercializzazione del proprio riso. Quando si parla di riso, generalmente, si è soliti operare una distinzione solo tra riso bianco e riso integrale. Tutto questo perché molto spesso si presta più attenzione alla tipologia di un prodotto che alla qualità dello stesso.
Ecco perché solo raramente si sente parlare di riso a residuo ZERO. “Che il Vercellese sia terra risicola, lo conferma il fatto che il celebre cereale, già nel 1860, venne coltivato per 30mila ettari, primato italiano dell’epoca. Se la storia del riso è quasi millenaria, apprezzato anche da Alessandro Magno, nel VI secolo a.C., quella dell’Azienda RisoInFiore è iniziata dieci anni fa, quando Paola Fiore, sostenuta dall’esperienza di ben tre generazioni dell’impresa agricola del marito, Adolfo Barbonaglia, pensa di creare un riso UNICO fuori dagli schemi tradizionali del mercato.
Nel 2017, il primo raccolto e la prima commercializzazione del prodotto a marchio registrato in Italia ed Europa, 100% esente da residui di sostanze fitosanitarie. Per noi è importante che nei piatti di noi consumatori arrivi un prodotto sano, il tutto supportato da controlli rigorosi e analisi “multiresiduali full”, facilmente rintracciabili con un click sul sito.
Oltre alla salute delle persone, il fitofarmaco reca danni anche all’ambiente: ecco perchè coltiviamo in agricoltura sostenibile, conservativa e di precisione prestando particolare attenzione alle biodiversità nelle risaie, con utilizzo di energia rinnovabile ed essiccazione di tipo “dolce”. L’evoluzione del riso nel terzo millennio passa da Stroppiana: qualità, tracciabilità ed eco sostenibilità, i caratteri distintivi di RisoInFiore.
Terre Pompeiane – Babarè
da docitalyLa storia dei liquori Terre Pompeiane viene dagli anni del dopoguerra. Fu il nonno materno del fondatore, il Sig. Nastro Fiorentino per tutti Fior ‘o gassusar, ad avviare, con molti sacrifici, una piccola fabbrica di bibite nella centrale Via Duca d’Aosta a Pompei. Era la Pompei post bellica, in cui si toccava il fermento della gente nel voler ricostruire dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, riappropriarsi della propria vita e ritor-nare a godere di momenti spensierati e conviviali.
Fu allora che nonno Fiore, con la sua Spuma Carciofo divenne uno dei punti di riferimento per “l’aperitivo” dei suoi concittadini e degli abitanti dei paesi limitrofi. Successivamente nonno Fiore si dedicò alla distribuzione di bibite ed aprì, nel 1960, un chiosco nella centralissima Piazza Schettini. L’attività di Nonno Fiore ha affascinato sin da piccolo Vincenzo che si diverti-va d aiutarlo offrendo bibite fresche e biscotti di Castellammare ai pellegrini che si fermavano al chiosco. E qui,senza dubbio, affonda le radici la sua passione per le bibite ed i drink.
Una storia di famiglia fatta di passione e coraggio, da nonno Fiore la missione passa ad Enzo che dopo aver fatto le più disparate espe-rienze di vita al ritorno da Londa dove aveva avuto la possibilità di conoscer, vivere e gestire alcuni dei pub più importanti della City, nell’aprile 2000, fa nascere “Noenemy”, locale cool/moderno con radici antiche, il vecchio chiosco di Nonno Felice.che in poco tempo. Un vero “monumento” della movida di Pompei, punto di riferimento per i pellegrini in visita al Santuario e luogo di ritrovo per residenti. Nel 2004, spinto dalla innata passione per i liquori fonda, in un piccolo laboratorio nei pressi degli Scavi archeologici di Pompei, Noenemy Corporation, che si dedica alla produzione di soft drink, bevande gassate a bassa gradazione alcolica che, da subito, incontrano il favore del pubblico.
Un escalaction di successi, tanto impegno e soddisfazioni, uno stu-dio attento del mercato che lo spinge a produrre liquori ispirati ad antiche ricette e realizzati con prodotti ti-pici del territorio vesuviano. Prodotti artigianali, realizzati seguendo un disciplinare rigoroso e meticoloso che prevede l’impiego di materie prime di altissima qualità che garantisce un prodotto di elevatissimo profilo. Un Viaggio attraverso i liquori della tradizione che lo porta a creare un prodotto che traduce perfettamente il suo territorio, racconta la Campania, la Napoletanità, la tradizione con un pizzico di innovazione “BABA’ RE”, una GENIALITÀ ormai diventata virale, il liquore di punta di Terre Pompeiane, una moda che non tramonterà!
Forno Rizzo – Friuli Venezia Giulia
da docitalyIl Forno Rizzo nasce grazie alla passione di Alessandro Rizzo per la pasticceria e il buon cibo. Passione condivisa con la moglie Catia, con la quale, dopo un periodo di lavoro a Varmo, acquista l’attuale panificio pasticceria “Il forno” a Tarcento e lo avvia con entusiasmo e motivazione. Pian piano il Forno cresce e si migliora, si allarga con la caffetteria, e le nuove proposte gastronomiche.
Oggi il Forno fa parte del consorzio “FVG Via dei Sapori”, del gruppo “Etica del Gusto” e del “Richemont Club”.
I nostri prodotti sono fatti rigorosamente con il lievito madre. La nostra esperienza nasce dalla contaminazione dei grandi maestri pasticceri come Danilo Freguja, Piergiorgio Giorilli, Achille Zoia, Marco Rinella, Gianluca Fusto, Cristian Beduschi, David Bedu, Josep Pascual, Ezio Marinato, Giuliano Pediconi.
ELENCO PRODOTTI:
– pane
– pizza gourmet e focacce salate
– pizza spianata e pizza vaporosa
– tramezzini
– pasticceria salata
– pasticceria mignon
– biscotteria
– torte da forno
– torte di crema
– torte bavaresi
– torte personalizzate
– croissant e brioches
– daneseria
– panettone dolce e salato
– pandoro
– colombe
– lievitati
– dolci fritti
Tutti i nostri panettoni sono prodotti esclusivamente con farine da grani italiani. IL Forno Rizzo fa parte del consorzio “FVG Via dei Sapori”, del gruppo “Etica del Gusto” e del “Richemont Club”. atto come tradizione pasticcera comanda, ricco di deliziosa uvetta e profumati canditi e lievitato in modo naturale, il nostro panettone ha una leggerezza e una fragranza tale da non temere confronti.
Pasticceria Saltarelli – Campania
da docitalyIl Panettone classico artigianale, è preparato artigianalmentedal mastrodolciario Dario Saltarelli econtiene soloprodotti naturalie di qualità e la lievitazioneavviene semprecon metodinaturali e peralmeno 48 ore.
Vincitore 1°premio assolutomiglio panettone classicoartigianale Torino2016 e 2017
Olio Monterisi – Puglia
da docitalyL’azienda agricola Nicola Monterisi si dedica alla produzione di oli Extra Vergine d’ Oliva pregiati fin dalla metà dell’Ottocento. Piccola realtà del panorama agroalimentare pugliese, sorge in una terra da sempre votata alla coltura dell’olivo, situata a mezza collina tra la bassa Murgia e il mare Adriatico, nel comune di Andria .
La struttura dispone di più di 3 ettari di oliveto specializzato, dove sono messe a dimora 840 piante di sola varietà Coratina con sesto di impianto tradizionale, ventilati dalle brezze salmastre che, indirettamente, proteggono naturalmente dagli attacchi della mosca. Nell’ ultima campagna olearia sono stati raccolti 235 quintali di olive, che hanno consentito di produrre circa 35 ettolitri di olio extravergine. Dal 1992 l’azienda, vocata al BIOLOGICO da svariati anni, è diretta con impegno e risultati da Nicola Monterisi, che porta avanti con capacità la tradizione familiare della passione per l’olio Extra Vergine d’ Oliva, fedele al “Motto Di Famiglia”. Perito agrario d’esperienza, assaggiatore e selezionatore di oli fin dal 1996, nel 2004 completa le sue già vaste competenze con un master in Elaiotecnica, volto a fin dal valorizzare ancora di più il suo olio attraverso l’impiego di tecnologie e meno di d’estrazione sempre più avanzati.
L’ azienda agricola Nicola Monterisi produce oli per palati raffinati, per soddisfare il gusto di un consumatore sempre più attento ed esigente, che sappia riconoscere il valore della genuinità e dell’eccellenza. La missione dell’azienda è privilegiare la qualità alla quantità, realizzando un olio d’oliva sempre all’altezza delle aspettative di intenditori e buongustai. Monocultivar prodotta: Coratina. Tecnica di estrazione: le olive sanissime di Coratina, raccolte al momento giusto portano alla frangitura tutto il loro contenuto aromatico ed antiossidante. I dati dei polifenoli a livelli stellari lo documentano.
La bassa temperatura di gramola a 24 °C ed un frantoio tecnologico a ciclo continuo e gramole chiuse garantiscono una estrazione esente da difetti e ossidazioni non volute, mantenendo integre le caratteristiche organolettiche tipiche della Cultivar Coratina. I riconoscimenti di questa piccola ma pignola produzione sono tutti ben dati. Indubbiamente una azienda ben condotta basata sulla conoscenza che il mercato premia.
Maestro Pizzaiolo Luca Di Francesco
da docitalyGiovane talentuoso originario di un piccolo Comune del Litorale Laziale, Luca Di Francesco è un vero Maestro dell’Arte Bianca, la sua grande curiosità lo spinge costantemente alla ricerca di nuovi sapori e saperi nel mondo della pizza e dei lievitati.
Grazie al suo amore smisurato per la panificazione fin da giovanissimo ha vissuto tra farine, lievitazioni e impasti. Nonostante alle superiori si fosse iscritto, non per sua volontà, all’Istituto Tecnico, sin da subito aveva compreso che la sua strada non era quella e la sua passione per la cucina e in particolare per | pizzeria, in
Maestro Luca Di Francesco
Ambasciatrore del Gusto Doc Italy
breve lo portò a cambiare rotta. La voglia di capire, sperimentare, imparare, negli anni lo hanno spinto a
ENZIMA
confrontarsi con i vari settori che ruotano attorno ai lievitati e
ad approfondire le tematiche relative alla panificazione e alla pasticceria.
Nel 2024, il suo sogno diventa realtà e nasce “Enzima” il suo concept di locale dove continuare a crescere e sperimentare, dove all’impasto non può mancare un abbinamento di ingredienti e tecniche, dove è vietato l’utilizzo di prodotti chimici, dove far conoscere la vera pizza gourmet, dove unire il mondo della farina e dei lievitati a quello della cucina d’autore, dove parlare di territorio e di identità, dove spiegare con la sua proposta gastronomica che il cibo è una cosa semplice, di immediata comprensione e che è la manualità e la materia prima di qualità a fare la differenza.
Luca ha un obiettivo legare i suoi clienti grazie ala qualità dei prodotti ma soprattutto all’unicità degli stessi, il suo pane ha una sua identità, i suoi sfogliati e lievitati sono riconoscibili, la sua pizza porta una firma indelebile fatta di stagionalità e abbinamenti geniali.
Banca del Sapore – Guidonia Colleverde
da docitalyLa Banca del Sapore si trova a Guidonia in Zona Collevrde (Mappa).
Si presenta con due grandi vetrate con entrata sul lato piazza e due vetrine sul lato strada /chiesa.
La tipologia dei prodotti venduta è prevalentemente di origine Biologica per i prodotti confezionati, mentre per i prodotti da banco vengono scelti quelli di provenienza territorialmente identificabile e di alta qualità.
Il Pugnalone è nato nel 2000 come Consorzio tra aziende agricole biologiche con lo scopo di coordinare le produzioni agricole dei soci e curarne la commercializzazione, specializzandosi nella produzione di legumi e cereali Biologici.
Tale attività le ha consentito di sviluppare rapporti commerciali con importanti realtà produttive e di trasformazione del mondo del biologico e soprattutto conoscere ed apprezzare il valore delle produzioni di qualità di realtà imprenditoriali piccole e grandi del meraviglioso territorio Italiano.
Tale attività le ha consentito di sviluppare rapporti commerciali con importanti realtà produttive e di trasformazione del mondo del biologico e soprattutto conoscere ed apprezzare il valore delle produzioni di qualità di realtà imprenditoriali piccole e grandi del meraviglioso territorio Italiano.
La realizzazione del punto vendita Banca del Sapore è stato lo strumento per trasferire queste conoscenze e soprattutto il gusto per il cibo sano e genuino anche ad un pubblico lontano dai marchi di distribuzione del cibo di qualità, con una particolarità in più.
Il punto vendita si caratterizza per la vendita di prodotti esclusivamente italiani di aziende selezionate per l’alta qualità delle produzioni, senza però trascurare le esigenze del consumo quotidiano.
Dal latte e formaggi 100% Umbria di una grande cooperativa di allevatori, ai salumi di eccellenza delle più rinomate scuole di alta salumeria italiane, dai formaggi d’alpeggio delle piccole realtà del territorio, alla pasta biologica di grani antichi, il punto vendita offre una gamma completa di prodotti dalla prima colazione alla cena nel segno del gusto e dell’alta qualità.
Selezione dei Prodotti venduti
Antonio Putignano
da docitalyPugliese di nascita e romano di adozione, Antonio Putignano intraprende la sua carriera da cuoco all’età di tredici anni.
Diplomato presso l’istituto alberghiero di San Benedetto del Tronto in tecnico dei servizi della ristorazione, approda a Roma nell’anno del Giubileo (2000) ed anno dopo anno nel 2010 apre un ristorante di proprietà.
In seguito torna però alla sua vera passione: “cucinare”. Si dedica infatti interamente a nuovi studi personali e da autodidatta si lancia nel mondo “gourmet”, dove il piatto recita la sua parte in intere composizioni per toccare una sinestesia di sapori e colori che madre natura offre di sua spontanea volontà.
Si racconta dicendo: “…in cucina la cosa importante non è sapere dove andiamo ma senza ombra di dubbio dobbiamo conoscere la strada dalla quale arriviamo, la tradizione culinaria italiana è parte integrante della nostra vita. Non c’è viaggio, vacanza o semplici passeggiate in cui non troviamo la nostra storia a parlarci e non solo nel cibo ma nell’arte nell’artigianato nella cultura paesana o cittadina che sia. Del mio lavoro ne ho fatto la mia vita! … non ho fatto altro che questo. Indossare la giacca da chef mi ha sempre inorgoglito rendendo fruttuosa la mia vena creativa in ambito culinario. Nel corso della mia carriera ho conseguito diversi riconoscimenti in merito alla promulgazione e lo sviluppo del territorio italiano in enogastronomia, ultimo (solo per data) è stato quello di essere nominato Ambasciatore del gusto Doc Italy per la Puglia. Ritengo necessario“ricordare” attraverso il cibo la nostra storia e la nostra cultura.Riparto sempre da li!… Dalla tradizione per trasformarla in forme e colori nuovi senza mai trasgredire alla regola principale in cucina: il gusto”.
NAPAPJRI c.c. Tiburtino 20% di sconto
da docitalyNAPAPJRI
Via Nazionale Tiburtina, km 20, 00012 Guidonia RM
Telefono: 0774 556370
Marchio italiano con un nome dalla sonorità finlandese e la bandiera norvegese come logo, Napapijri si fonda fin dal principio sull’intersezionalità: sfidare i luoghi comuni, pensare fuori dagli schemi, percorrere un viaggio inaspettato nella natura e nella creatività.
Napapijri nasce nel 1987 all’ombra della vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco, dove un produttore italiano di borse da viaggio reinventa l’abbigliamento outdoor coniugando materiali innovativi e una particolare attenzione per lo stile. Ispirato alle grandi spedizioni esplorative del secolo scorso, rende omaggio agli intrepidi avventurieri che hanno trasformato le proprie vite in avventure uniche. Il nostro primo prodotto, l’iconica borsa Bering, racchiude tutto questo in poco più di 60 cm di lunghezza, e diventa immediatamente un accessorio irrinunciabile.
WYCON | c.c. GranRoma sconto 20%
da docitalyWHYCON Centro Comm.le Gran Roma
Via Aristide Merloni 141, 00155 Roma RM
06 228 2370
IL GRUPPO FONDATO NEL 2009 DA RAFFAELLA PAGANO E GIANFRANCO SATTA È CRESCIUTO CON IL PASSAPAROLA GRAZIE ALLA SUA FORMULA INNOVATIVA. FINO A DIVENTARE UNO DEI PRINCIPALI PROTAGONISTI DEL MERCATO.
L’idea alla base del progetto è stata semplice ma complessa al tempo stesso: rompere gli schemi del mercato della cosmesi, caratterizzato esclusivamente da marchi che propongono prodotti a prezzi esorbitanti, per offrire a tutti la possibilità di acquistare collezioni di Make-Up, Skin Care e Body Care di elevata qualità, al giusto prezzo ed accessibili a tutti. L’esperienza nel settore, la conoscenza dell’intera filiera produttiva e dei trend beauty, sono state le basi per dar vita ad un concept retail che soddisfasse i desideri dei consumatori ogni giorno: l’intuizione ha portato all’eliminazione di costosi passaggi intermedi tra produttore e consumatore, investendo sulla qualità delle texture e skinfeel pur mantenendo un posizionamento sul mercato molto competitivo.
SWAROVSKY Cinecittà
da docitalyCENTRO COMM.LE CINECITTA’ 2
WAROVSKY SWAROVSKI è il marchio di punta della Swarovski International Holdings. È specializzata nella produzione di manufatti in cristallo e deve la sua fama sia all’alta qualità della lavorazione che a quella del materiale usato.
Il particolare cristallo è stato ideato da Daniel Swarovski, nato in Boemia nel 1862. La sua composizione è in vetro e piombo (circa il 30%), ma l’esatta formula è gelosamente custodita come segreto industriale. Il logo aziendale è rappresentato da un cigno che è apposto su ogni prodotto come segno di autenticità. La materia prima viene utilizzata per diverse linee di prodotto: dai componenti per bigiotteria all’ottica di precisione, dall’oggettistica per la casa alla gioielleri
TIMBERLAND V.le Marconi sconto 20%
da docitalyimberland ha lanciato il suo originale stivale giallo nel 1973; da pratica calzatura da outdoor è diventata un modello iconico e senza tempo. Oggi però Timberland rappresenta molto altro. Uomini, donne e bambini di tutto il mondo si rivolgono a Timberland per scarpe, abbigliamento e accessori in collezioni per l’outdoor versatili e complete. L’ottimo livello di qualità e realizzazione dell’originale stivale giallo è quello che caratterizza ancora tutte le nostre collezioni.
Come marchio lifestyle per attività all’aperto, Timberland si impegna alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente attraverso un efficiente utilizzo delle risorse e con attività di piantumazione e a favore delle aree verdi nelle città.
CALVIN KLEIN JEANS – Granroma – sconto 20%
da docitalycentro Commerciale GranRoma
Indirizzo: Via Aristide Merloni, 141, 00155 Roma RMCALVIN KLEIN è un marchio leader nel lifestyle a livello internazionale caratterizzato da uno stile audace, progressivo, seducente e spesso minimal. Crea e lancia sul mercato collezioni di abbigliamento di design per uomo e donna e una gamma di altri prodotti tra cui accessori, capi sportivi, intimo e costumi da bagno. I marchi Clavin Klein includono Calvin Klein By Appointment, CALVIN KLEIN Established 1978, CALVIN KLEIN JEANS, Calvin Klein Underwear e CALVIN KLEIN PERFORMANCE.
CALVIN KLEIN JEANS è il marchio di jeans conosciuto per il fit innovativo, per i dettagli unici e per le campagne pubblicitarie d’alto impatto. Calvin Klein Jeans si distingue per lo stile provocatorio, sexy e giovanile.
Tommy Jeans C.K. Jeans – GranRoma – GruppoMartino > 20% di sconto
da docitalyTommy Jeans C.K. Jeans GranRoma
Via Aristide Merloni, 141, 00155 Roma RM, Italia
062 28 25 53
thck.granroma@gruppomartino.euScopri la nuova collezione di abbigliamento Tommy Jeans e sfoggia un look che unisce stile classico e moderno, per un risultato sempre cool. Dai un tocco old-school ai tuoi outfit quotidiani con le nuove t-shirt Tommy Jeans, perfette per un weekend fuori città o una serata di relax. Ritrova lo stile college anni ’90 con la gamma di felpe con e senza cappuccio Tommy Jeans, realizzate in morbido cotone e decorate con il logo ricamato.
Completa il tuo outfit con le giacche Tommy Jeans, disponibili in un’ampia varietà di colori brillanti e sfumature delicate per un look che non passa inosservato. In alternativa, dai un tocco preppy al tuo outfit con la selezione di maglioni Tommy Jeans, una classica icona dello stile Tommy Hilfiger. Rinnova il tuo guardaroba e fai una dichiarazione di stile con la nuova collezione Tommy Jeans.
WYCON Aura V.le di Valle Aurelia Roma – Gruppo Martino – sconto 20%
da docitalyWycon Aura
Viale di Valle Aurelia, 30, 00167 Roma RM, Italia
WYCON COSMETICS È UN BRAND ITALIANO NATO NEL 2009 DA UN’INTUIZIONE DI GIANFRANCO SATTA, IMPRENDITORE E DISTRIBUTORE STORICO NEL SETTORE DELLA COSMETICA FEMMINILE E RAFFAELLA PAGANO, PRODUCT MANAGER, PROFONDA CONOSCITRICE DEL MONDO MAKE-UP E BODY CARE.
L’idea alla base del progetto è stata semplice ma complessa al tempo stesso: rompere gli schemi del mercato della cosmesi, caratterizzato esclusivamente da marchi che propongono prodotti a prezzi esorbitanti, per offrire a tutti la possibilità di acquistare collezioni di Make-Up, Skin Care e Body Care di elevata qualità, al giusto prezzo ed accessibili a tutti. L’esperienza nel settore, la conoscenza dell’intera filiera produttiva e dei trend beauty, sono state le basi per dar vita ad un concept retail che soddisfasse i desideri dei consumatori ogni giorno: l’intuizione ha portato all’eliminazione di costosi passaggi intermedi tra produttore e consumatore, investendo sulla qualità delle texture e skinfeel pur mantenendo un posizionamento sul mercato molto competitivo.
SWAROWSKY Via Tuscolana – sconto 20% –
da docitalySWAROVSKY Via Tuscolana, 1188, 00174 Roma RM, Italia
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SWAROVSKI è il marchio di punta della Swarovski International Holdings. È specializzata nella produzione di manufatti in cristallo e deve la sua fama sia all’alta qualità della lavorazione che a quella del materiale usato.
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TIMBERLAND OSTIA – SCONTO 20%
da docitalyVia dei Misenati, 6, 00122 Roma RM, Italia
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Il brand Timberland per molto tempo è stato associato alla moda del decennio 1980 che vedeva il classico scarponcino della Sequoia associato ad altri capi “storici”.
La mitica azienda di scarpe Timberland statunitense è stata una delle prime a praticare una politica di sostenibilità ambientale, e nel 2011 è entrata nell’orbita dall’azienda di abbigliamento VF Corporation. Al giorno d’oggi ci sono centinaia di modelli di scarpe Timberland, oltre che vestiti e altri accessori.
Timberland diventa sempre più green
Il marchio scommette sulle iniziative eco-sostenibili e lancia la nuova collaborazione con il designer inglese Christopher Raeburn. Puntando su tre principi etici: REMADE, REDUCE e RECYCLED.
Cantine Viola
da docitalyCustode di una secolare tradizione del paese e della mia famiglia, io, Luigi Viola , maestro elementare in pensione, da sempre appassionato di natura e agricoltura, dopo aver insegnato per oltre 35 anni, ho deciso di dedicare a tempo pieno le mie energie al recupero, alla valorizzazione e alla diffusione di nettare, che correva il rischio di estinzione, il Moscato di Saracena.
Coinvolgendo l’intera famiglia: mia moglie Margherita e i tre figli Roberto, Alessandro e Claudio, ai quali ho saputo trasmettere la mia passione e l’amore per la nostra terra, ho incrementato la produzione di questo vino da meditazione, che, una volta proposto al pubblico e ad esperti del settore, ha immediatamente avuto un riscontro eccezionale. Col tempo ho ampliato la gamma dei prodotti puntando sempre sulla qualità e genuinità ed eleganza utilizzando vitigni autoctoni quali Magliocco dolce, Guarnaccia, Malvasia e Mantonico.
Ciò che era nato quasi per scommessa è divenuto per noi tutti, un lavoro piacevole e ricco di stimoli, che ci ha permesso di venire a contatto con persone, ambienti e situazioni veramente affascinanti. I nostri vigneti sono situati nel territorio di Saracena, nella contrada Rinni a 350 m slm, con un’esposizione tale da ricevere i raggi del sole da quando sorge e fino a quando tramonta.
Ad Est-Sud Est si affacciano sulla piana di Sibari e sul mare Ionio, ricevendone le correnti miti provenienti dal mare, mentre a nord sono riparate dai venti freddi dalla Catena del Pollino. Tutto ciò crea un microclima con sensibili escursioni termiche che consentono alle uve di raggiungere una concentrazione alta di profumi. Nei nostri vigneti sono coltivate uve autoctone quali Magliocco dolce, Moscatello di Saracena, Guarnaccia bianca, Malvasia, Mantonico e “Adduroca”, termine dialettale che sta per “odorosa, profumata”. Il sistema di allevamento è a cordone speronato con un sesto di impianto di 1m x 2,20m.
Pratichiamo l’agricoltura Biologica certificata Bioagricert. Negli ultimi anni stiamo recuperando degli antichi vigneti ad alberello ottenendo uva di alta qualità ed evitando, cosi, che vengano abbandonati.
Azienda Agricola Glibizzi Peperoni Cruschi
da docitalyEra l’antico testamento dei nonni…quello di saper viva la coltivazionedel “CORNO DI CAPRA”… Lafamiglia Gliubizzi, da semprelegata all’agricoltura, sin dal suoapprodo a Baragiano, da bencinque generazioni è deditaall’agricoltura e, in special modo,alla coltivazione del CORNO DI CAPRA. Venduto dagli inizi del1900 nella vicina cittadina diAvigliano, famosa ancora oggi perl’utilizzo, nelle sue molteplici attività ristorative del “Peperone Crusco” e del Baccalà.
Vinicola Leonardo Bussoletti Ciliegiolo – Umbria
da docitalyLeonardo Bussoletti è un’azienda agricola che si trova a Narni, in provincia di Terni, in una zona particolarmente vocata alla viticoltura. Leonardo Bussoletti, il titolare, con il prezioso supporto dell’agronomo Federico Curtaz, conduce in biologico, ad oggi, 7 ettari di vigna, composti principalmente da ciliegiolo ed a seguire da grechetto e trebbiano.
Seguendo i principi del biologico certificato da Suolo e Salute, si prediligono fermentazioni spontanee, senza lieviti selezionati, ma con il sistema del pied de cuve, ovvero con l’utilizzo delle proprie uve.
Andrea De Luca
da docitalyStefano Callegari – Sezione Innovazione – Lazio Copy
da docitalyStefano Callegari – Sezione Innovazione – Lazio
da docitalyAntonio Marini – Sezione una vita per… Vice Procuratore della Repubblica – Lazio
da docitalyRoberto Fallani – Sezione Ambasciatore della Creatività
da docitalyCantine Viola – Sezione Patrimoni Eccellenti
da docitalyGiovanni Scura – Giovani Promesse Sezione Danza
da docitalyOmar Favoriti – Giovani Promesse Sezione Cultura
da docitalyAndrea Bruzzese – Giovani Promesse Sezione Musica
da docitalyFranco Cotana – Sezione Ricerca, Sviluppo e Innovazione
da docitalyPremio Doc Italy Calabria
da docitaly“La Calabria conquista Roma”
Il Premio Internazionale Doc Italy conferma il suo percorso segnato “solo” da grandi successi
La Calabria ha conquistato Roma con le sue straordinarie Eccellenze e raddoppiato gli appuntamenti.
Grazie alla collaborazione della Fondazione CRE, promotrice dell’iniziativa, nella persona del Presidente Avvocato Domenico Naccari, l’ Associazione Nazionale Doc Italy ha portato la Calabria nel Cuore della Capitale.
Nella suggestiva Cornice del Teatro dei Dioscuri al Quirinale una vera e propria maratona delle eccellenze che ha visto dalla mattina dominare il palco la straordinaria giornalista Paola Zanoni che alle diciotto ha passato la fiaccola dell’Eccellenza ai due protagonisti storici “Testimonial e Cuore” del Premio Internazionale Doc Italy “Camilla Nata”, giornalista Rai & “Anthony Peth” Ambasciatore del Made in Italy.
Ad alternarsi sul palco tanti volti e tante storie; è l’Avv. Domenico Naccari ad aprire i Workshop delle sezioni “Doc Italy” & “Sua Eccellenza Calabria”* sottolineando la peculiarità dell’evento in cui la Calabria si promuove “al Resto d’Italia”, non nella suo eccezionale Campanilismo e atteggiamento di chiusura, ma nella volontà di far conoscere ai “NON CALABRESI” una regione tutta da scoprire, ammirare e rivalutare.
Interessante l’incontro Nord-Sud che ha visto protagonisti l’On. Lella Golfo, Pres. della Fondazione Bellisario e il Senatore Bartolomeo Amidei ideatore e Promotore del Ddl sulla Pizza e la Figura del Pizzaiuolo
Importante l’intervento dell’ambasciatore del Congo S.E. Albert Tshiseleka Felha che aspira ad uno scambio interculturale con la Calabria e l’Italia tutta già in itere grazie ad un progetto denominato “Pitagora Mundus” dell’Istituto Calabrese di Politiche Internazionali “IsCapi”
Fulcro e momento fondamentale dell’Evento la premiazione delle figure che portano alto il nome della Calabria in Italia e nel Mondo, dall’Ambasciatore della Cultura Marchese Luigi Lombardi Satriani al Modello di Accoglienza e Solidarietà “AltafiumaraResort”, dall’ Azienda Eccellente “I Greco” al Personaggio Eccellente tra tradizione e Innovazione “Dott. Franco Simone”, dall’Hair Stylist internazionale Michele Spanò alla poliedrica Dott.ssa Arcangela Galluzzo, dall’Ambasciatrice del’Arte Anna Romanello a quella del Gusto Iside De Cesare, otto nomi un solo leitmotiv “l’Eminenza Calabrese”.
“Calabria” l’opera appositamente dipinta dal Maestro Marco Orlandi che reinterpreta i Bronzo di Riace, il Monumento ai Caduti e la Cattedrale di Reggio, anello di congiunzione tra Settentrione e Meridione, simbolo della ricchezza di stili e contaminazioni che caratterizzano una terra ricca e variegata di tradizioni, dialetti, usi e costumi grazie ad un passato pregno di dominazioni
A documentare questa multietnia culturale e linguistica il comune di Guardia Piemontese grazie al delegato alla cultura, presidente del consiglio Dott. Carlo Pisano ha colorato il palco con i suoi abiti storici e arricchito l’evento con le musiche Valdesi dell’Associazione G. L. Pascale, chicche gastronomiche sono state offerte dal Comune di Monasterace rappresentato dal Sindaco Dott. Cesare De Leo che ha portato un’importante testimonianza della sua Realtà.
Colonna sonora di tutta la manifestazione a cura del Dj Andrea Bruzzese “Calabrese Doc”
“Calabria incontra il Resto d’Italia” è stata una vera e propria Maratona delle Eccellenze in cui l’attrice indiscussa “la Calabria” ha condiviso la scena con Lazio, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Veneto in un Percorso Gastronomico di Nicchia che ha visto Salumi “Nero di Calabria”, Birra Contromano, Pane, Pizza e Dolci del Panificio Lucarelli, Miele, Tartufo, Olio, Salumi e Formaggi della Gastronomia Molisana, Marmellate Gliu Greciu, Vini Astoria, Mandrarossa e Panettone Fiasconaro grazie all’Agenzia Team’s di Alessio Macoratti, olio e sott’olio Monterisi, i finger food alle melanzane e ‘nduja Papillo, e l’ “Apoteosi del Gusto” che ha sancito l’unione tra Campania con la “Bottega della Pasta”, Lazio con lo chef Bruno Brunori e Calabria con il ripieno di ’nduia, cicoria e ricotta di pecora firmato Arcangelo Dandini.
Un vero e proprio Viaggio Attraverso le Eccellenze che in questa “edizione speciale” ha confermato la grandezza di una regione con qualche difetto ma infiniti pregi.
Ad alternarsi sul palco dalla Mattina tanti volti e tante storie, nella prima parte dedicata al”Resto d’Italia”, è l’Avv. Naccari ad aprire i Workshop delle sezioni “Doc Italy” & “Sua Eccellenza Calabria”
“DOC ITALY”
•Eccellenze Unite per la Solidarietà a cura del Salvamamme con la Presidente Maria Grazia Passeri, Anna Pagni e l’intervento dell’attore Vincenzo Soriano
•Presentazione ANDI – Associazione Nazionale Doc Italy
•Presentazione progetti ANDI e i suoi Ambasciatori
– “La Salute nel Piatto” a cura del Dott. Ceccarelli e della Dott.ssa Angela De Marco
– “Solo Italia” a cura della Dott.ssa Sirna & lo Chef Bruno Brunori
•Eccellenza Italia “Aroma senza tempo”
•Progetti & Ddl Eccellenti
– “Arte, Cultura & Istituzioni” a cura della Dott.ssa Arcangela Galluzzo
– “Pizza Patrimonio Nazionale” a cura dell’On. Bartolomeo Amidei
•”Sua Eccellenza il Cinema” a cura della Dott.ssa Gabriella Macchiarulo & del Dott. Yuri Cavallini”
Ore 13:30 Brunch a cura dello Chef Bruno Brunori firmato “Bottega Della Pasta”,
Chiodetti Formaggi, Nero Di Calabria, con degustazione vini a cura della Team’s di Alessio Marcoratti
“SUA ECCELLENZA CALABRIA”
•Fondazione CRE – Mission e Progetti della Fondzione
•Italide – Cultura & Società
•Borghi Eccellenti:
– Monasterace ( grazie all’Assessorato alla Turismo guidato dalla Dott.ssa Antonella D’Angelis fautrice di questo tipo di iniziative)
– Guardia Piemontese (grazie al sindaco Cesare De Leo)
•Doc Italy dall’Arte al Enogastronomia “Premiati Eccellenti”
– “Attraversare il Tempo” di “Anna Romanello”
– “Consorzi d’ Eccellenza” a cura del Presidente Suino Nero di Calabria “Dott. Franco Simone”
•Calabria – Italia in un Panettone a cura del “Dott. Emanuele Giordano”
•Arte & Cultura in scena ai Dioscuri a cura del “Dott. Rosario Sprovieri”
•Chiusura del “Maestro Marco Orlandi”, Artista Ufficiale del Premio Doc Italy
AMBASCIATORI DOC ITALY ORATORI NELLA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DELL’ANDI – ASSOCIAZIONE NAZIONALE DOC ITALY
– Dott. Rossana di Rosario, Ambasciatrice Doc Italy Nazionale
– Dott.ssa Emanuela Metri, Ambasciatrice Doc Italy per il Teatro
– Paola Crema, Ambasciatrice Doc Italy per l’ Arte
– Marina Marfoglia, Ambasciatrice Doc Italy per la Danza
– On. Bartolomeo Amidei, Ambasciatore Doc Italy per il Veneto
– Dott.ssa Camilla Nata, Ambasciatrice Doc Italy per il Piemonte
– Dott. Anthony Peth, Ambasciatore Doc Italy per la Sardegna
– Monsignor Grieco, Ambasciatore Doc Italy per la Basilicata
– Dott.ssa Paola Zanoni, Ambasciatrice Doc Italy per il Lazio
– Marchese Emilio Pietrini Mansi della Fontanazza, Ambasciatore Doc Italy per la Toscana
– Giuseppe De Girolamo, Ambasciatore Doc Italy per la Campania
– Dott. Marinella Rocca Longo, Ambasciatore Doc Italy per l’ Emilia Romagna
– Dott.ssa Adele Mazzotta, Ambasciatrice Doc Italy per la Calabria
– Dott. Carlo Sportelli, Ambasciatore Doc Italy per la Puglia
– Dott.ssa Patrizia Cermignani Ambasciatrice Doc Italy per l’Umbria
PARTERRE (ESCLUSI GLI AMBASCIATORI E GLI INTERVENUTI SUL PALCO PER EVITARE RIPETIZIONI):
On. Lella Golfo Pres. Fondazione Marisa Belisario
Paola Crema – Artista
Dott.ssa Caterina Chiaravalloti
Gabriele Mazzi Socio Fondatore Responsabile Centro Italia Costituenda Banca Turismo e Territorio
Dott. Gianluigi Fasolino – Direttivo ANDI
Carlo Angelucci Direttivo ANDI
Gina Sbrigoli Ceauescu Presidente Associazione Mamme di Roma
Rocco Milano Presidente FIAS
Tiziano della Rovere Imprenditore Capriccio Italiano
Ing. Gjenci Gjoka ex ambasciatore Albania
Giorgio Giordani – Spencer & Lewis
Carlo Corliano – Consulente Internazionale
Dott.ssa Paola Pisani Advisor Immobiliare
Dott.ssa Patrizia Torrisi, Ministero Beni Cultura
Dott.ssa, Caterina Ferraro Pelle Presidente del Tribunale di Castrovillari
Dott. Marco Nardo Giornalista
Dott. Giorgio Vindigni Presidente Associazione amici della Sicilia
Prof.Giuseppe Vindigni
Prof.Patti primario cardiologia Campus Biomedico
Dott. Gianfranco Battisti Direttore Alta Velocità Trenitalia
Dott.ssa Bianca Maria Alfonsi Lucibelli
Prof. Antonio Passa ex Direttore Accademia Belle Arti Roma
Dott .Giovanni Donato Ministero Esteri
Dott. Giampiero LeoDirigente Nazionale NCD
Antonella Sotira Pres IUS
Daniela Pulci UNOMATTINA
Natalino Candido direttivo Cantiere
Notaio Valerio Pantano
Caterina Ferraro PelleSovrintendenza Belle Arti di Roma
Ing. Salvatore Napoli
Gabriella Gerace Vicepresidente Club Canova
Prof.ssa Egle Guerriero
Antonio Lax Primario Cardiologia Ospedale Nuovo Regina Margherita
Rita Capponi Imprenditrice
Dott.ssa Donatella Romitelli
Baronessa Cetti Lombardi Satriani di Porto Salvo – Imprenditrice
Isabella Cozza – Comune di Roma
Sara Calabrese – Gen.Manager Dirotta da noi
Giuseppe Manica – Min.Esteri
Rita Capponi – Imprenditrice
Sabrina Ferrari – Sales Manager, Il Centro Culturale di Guardia Piemontese
Vera Fazio Istituto Luce, Dott.A.Squillino Docente Universitario
Dott.ssa Caterina Chiaravalloti
Dott.ssa Patrizia Torrisi, Ministero Beni Cultura
Dott.ssa Caterina Ferraro Pelle Presidente del Tribunale di Castrovillari
ORGANIZZAZIONE: MA.MA.MANAGEMENT
Tiziana Sirna Pres. ANDI
Maria Bighinati Direttore Generale Ma.Ma.Management
Martina CapriniSegreteria Organizzativa Ma.Ma.Management
Andrea Bruzzese Dj Ufficiale Ma.Ma.Management e ANDI
Giorgio Algherini Fotografo Ma.Ma. Management
Salvatore Arnone Omd socio fondatore ANDI (Foto)
Roberto Scardoni socio fondatore ANDI (Foto)
Faccini Valerio Fotografo Ma.Ma.Management
Giovanni Pirri socio fondatore ANDI (Video)
Premio Doc Italy – “La Calabria incontra il resto d’Italia”
da docitalyPremio Internazionale Doc Italy – Viaggio Attraverso l’Eccellenza
che si terrà Martedì 15 Novembre dalle ore 18:30 nella prestigiosa cornice del Teatro Dei Dioscuri di Via Piacenza, 1
Il Premio sarà inserito in una “Maratona delle Eccellenze” che vedrà protagonisti la Calabria, il Made in Italy e la Solidarietà
Dalle ore 11:00 alle ore 16:30 una serie di Workshop con oratori di alto profilo professionale, artistico e umano, importanti interventi e presentazione del Progetto
“Eccellenze Unite per la Solidarietà”
Percorsi gastronomici d’Eccellenza delizieranno l’esclusivo Parterre dalle 11:00 alle 21:00 con prodotti Tipici Straordinari.
Organico ANDI
da tiziana sirnaPresidente
Tiziana Sirna
Vicepresidente Vicario
Gianluigi Fasolino
Segretario Generale
Fabio Bonario
Tesoriere
Sandra Ciccone
Collegio dei Vice Presidenti
Carlo Angelucci
Emiliano De Trovato
Manuele Doppido
Rossana Di Rosario
Salvatore Arnone
Collegio dei Revisori
Katia Pacelli
Collegio dei Probiviri
Giovanni Pirri
Roberto Scardoni
Organico Andi
da tiziana sirnaPresidente
Tiziana Sirna
Vicepresidente Vicario
Gianluigi Fasolino
Segretario Generale
Fabio Bonario
Tesoriere
Sandra Ciccone
Collegio dei Vice Presidenti
Carlo Angelucci
Emiliano De Trovato
Manuele Doppido
Rossana Di Rosario
Salvatore Arnone
Collegio dei Revisori
Katia Pacelli
Collegio dei Probiviri
Giovanni Pirri
Roberto Scardoni
Organi ANDI
da tiziana sirnaPresidente
Tiziana Sirna
Vicepresidente Vicario
Gianluigi Fasolino
Segretario Generale
Fabio Bonario
Tesoriere
Sandra Ciccone
Collegio dei Presidenti
Carlo Angelucci
Emiliano De Trovato
Manuele Doppido
Rossana Di Rosario
Collegio dei Revisori
Katia Pacelli
Collegio dei Probiviri
Giovanni Pirri
Roberto Scardoni
Salvatore Arnone
Acqua Filette – Lazio
da docitalyFonte Italia S.r.l imbottiglia l’acqua della sorgente Filette nel cuore delle montagne della Ciociaria più verde e incontaminata.
La fonte si trova nel comune di Guarcino, Frosinone, e ha una portata annua di circa 50 milioni di litri.
I prodotti sono esportati con l’obiettivo di garantire a tutti un’acqua di qualità superiore, preservando l’ecosistema e la salute dei consumatori nel rispetto delle normative previste dalla Legge Italiana, dall’Unione Europea e dalle Leggi dei Paesi dove i prodotti sono esportati.
FonteItalia S.r.l. è un’azienda con un sistema di gestione certificato secondo le norme UNI EN ISO 9001:2008.
L’azienda controlla e garantisce tutte le fasi del processo di produzione: dal servizio al cliente al design e alla grafica, dall’imbottigliamento alla distribuzione.
Disponibile in tre tipologie, “Naturalmente naturale”, “Delicatamente frizzante” e “Decisamente frizzante”, Acqua Filette soddisfa tutti i palati ed esalta la preziosità dei vini valorizzandone la persistenza.
Anche le linee e le forme sono di lussuosa eleganza: una classica bottiglia bordolese da vino è rivestita da un’etichetta in carta satinata da champagne, con l’iniziale F in lamina d’argento. La scelta del vetro, rigorosamente a perdere, e la capsula a copertura del tappo garantiscono la purezza, preservando Acqua Filette da ogni tipo di contaminazione.
NATURALMENTE NATURALE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
DELICATAMENTE FRIZZANTE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
DECISAMENTE FRIZZANTE
Bottiglia in vetro a perdere, disponibile nei formati da 375 e 750 ml
Bere consapevolmente. L’Acqua.
L’acqua fa bene al cuore, ai reni, al fegato, all’intestino e alla pelle. Per star bene è necessario abituarsi a bere l’acqua regolarmente e non solo quando si ha sete.
L’acqua minerale in bottiglia sta, a poco a poco, assumendo la stessa importanza del vino. Esiste ormai la figura del sommelier dell’acqua ed esistono corsi che insegnano a diventarlo.
Nei migliori ristoranti stranieri, ma anche in Italia, sta diventando una consuetudine che oltre alla carta dei vini ci sia la carta delle acque minerali.
Alessandro Scorsone Ambasciatore del Bere 2014
da magistroEnrico Derflingher – Ambasciatore del Food 2015
da tiziana sirnaUna carriera costellata di successi per Enrico Derflingher. Nato a Lecco nel 1962, si diploma all’Istituto alberghiero di Bellaggio e, a soli 27 anni, diviene chef per la famiglia reale inglese, un onore per tradizione riservato solo ai grandi chef francesi. Le sue esperienze all’estero continuano poi oltreoceano presso la Casa Bianca con George W. Bush senior.
La sua capacità e la sua professionalità nel soddisfare anche i palati più esigenti e prestigiosi hanno contribuito al successo della “Terrazza” dell’Eden di Roma, dove Enrico rimane per nove anni. Pronto a tornare ambasciatore della cucina italiana nel mondo, si sposta prima al Palace Hotel di St. Moritz, poi in Giappone, dove dà prova delle sue doti organizzative nella gestione di 30 diversi ristoranti italiani, tra cui l’Armani Ginza Tower di Tokyo.
Numerosi i riconoscimenti e le onorificenze che rendono omaggio al suo talento: quattro volte nominato tra i primi dieci chef al mondo nella “Five Star Diamond Award as one of the World’s Best Chefs”, di recente premiato “Fuoriclasse” al Vinitaly, è stato eletto Presidente Euro Toques – Italia nel 2012, e quest’anno anche presidente Euro Toques International. Oggi è chef a Villa Lario, dimora storica sulle rive del Lago di Como, dove la sua creatività ed esperienza sono messe a disposizione di potenti e reali di tutto il mondo in occasione di Expo 2015, per conoscere la vera tradizione della nostra cucina, nobilitata grazie alla maestria di Derflingher.
Stefano Carboni – Ambasciatore del Food 2014
da tiziana sirnaSezione Ambasciatori del Food
Per l’impegno profuso nel promuovere il Made in Italy e la Cultura del Cibo.
Per aver fatto della ricerca della qualità una Mission, per aver dedicato una vita alla conoscenza e alla diffusione dell’Eccellenza Agroalimentare.
Per l’altissima qualità delle trasmissioni radiofoniche e televisive da lui condotte o ideate.
Nato a Roma il 29 marzo 1962, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi La Sapienza, Master in Comunicazione. Tra gli anni ’80 e ’90 è attivo nel campo della scrittura creativa, firmando numerose sceneggiature.
Dal 1997 opera nel settore della comunicazione agroalimentare ed enogastronomica, sia in qualità di Ufficio Stampa che in quella di comunicatore. Collaborazioni con testate come Unità, Cucina&Vini, Radio Vaticana, autore del programma “Street Food Heroes”, andato in onda nel 2014 su Italia 1. Responsabile e coautore dell’Atlante dei Vini Italiani per conto della Fondazione Qualivita e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Consulente Rai per diversi anni per programmo importanti nell’ambito dell’agroalimentare e dell’enogastronomia. Docente di corsi di comunicazione presso il Master del Gambero Rosso e dell’Università Luiss di Roma, socio e amministratore dell’agenzia di comunicazione MG Logos di Roma.
Nel 2015 è stato pubblicato il suo romanzo “Il paradosso del calabrone” dalla casa editrice Memori.
Premio Doc Italy – Viaggio Attraverso L’eccellenza “Friuli E Venezia Giulia” – 2016
da tiziana sirnaVIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA “FRIULI e VENEZIA GIULIA”
Premio Internazionale
Doc Italy
IL FRIULI VENEZIA GIULIA
INCONTRA IL RESTO D’ITALIA
Camilla Nata e Anthony Peth ci condurranno in uno straordinario tour alla scoperta di una Regione, terra di singolare fascino e grandi tesori, dagli spettacolari panorami di alta montagna delle Dolomiti Orientali, della Carnia e delle Alpi Giulie, ai suggestivi laghi, dalle lunghe spiagge sabbiose alla costa rocciosa…
Una grande varietà dei paesaggi a cui corrisponde un patrimonio culturale altrettanto ricco e variegato, una storia complessa segnata dalla confluenza di diverse etnie.
Premio Doc Italy Friuli mira a sottolineare e dar giusto rilievo a questo straordinario patrimonio.
Un’importante vetrina tra passato e presente, tra la storia millenaria, tradizioni, arte, sapori e tesori con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo turistico del territorio.
PROGRAMMA
– Presentazione docufilm della “Promo Turismo FVG”
– Presentazione del Premio UnAR-DOC Italy
– Illustrazione della collezione incisioni del Socio architetto Giuliano Bertossi
– Presentazione e Consegna Riconoscimento a: Comitato di S. Floriano per il prestigioso Ciclo decennale di Mostre ad Illegio “Coniugazione di Fede ed Arte” (don Alessio Geretti e don Angelo Zanello) Helica, società esempio di imprenditoria e front end tecnologico (AD Pierluigi Nassimbeni) Tiziana Bagatella, attrice di teatro e cinema Marisa Plos, ceramista di Gemona Benito Zollia, presidente Brovedani Group spa
– Lettura di liriche poetiche
– Evento enogastronomico ERSA in terrazzo
ROMA
Giovedì 23 giugno 2016 ore 18.00
Casa delle Associazioni Regionali
via U. Aldrovandi, 16
On. Giuseppe Accrogliano – Una Vita Per …. 2013
da tiziana sirnaIl Dott. Giuseppe accrogliano’, è nato a Rossano, risiede a Roma, in via Anapo n 29.
Laureato in Scienze Politiche e Sociali 110/110 lode – Pubblicista – Direttore ed Editore del C3 International.
Dopo un’esperienza al Gabinetto del Ministero dei Trasporti, ove ha seguito i lavori del Consiglio d’Amministrazione F.S., predisponendo i piani d’investimento e della politica economica, ha prestato servizio come dirigente generale al MINISTERO INTERNI (con mansione di Vice Prefetto Vicario per 12 anni) – LAVORO – POSTE – TESORO – MARINA MERCANTILE – PARTECIPAZIONI STATALI. Ha fatto parte del Comitato per le Regioni Meridionali.Consigliere Regionale per tre Legislature .
Primo eletto nel 1975 con 28 000 voti nella Regione Calabria. Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale C3 International, Associazione dei Calabresi nel Mondo, che raccoglie oltre 75 000 iscritti con ramificazioni in tutte le Regioni d’Italia là dove sono le comunità calabresi e ramificazioni a livello internazionale. Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Calabria. Ha organizzato convegni nazionali ed internazionali pubblicando Tesi in diversi Convegni Economici di rilevanza nazionale sui seguenti temi, inerenti
– Centralità del Mezzogiorno.
– Il Mezzogiorno e le prospettive di uno sviluppo della Società Italiana.
– Infrastrutture per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Consigliere d’Amministrazione Ferrovie della Calabria dal 2006
Già Consigliere d’Amministrazione e membro della Giunta esecutiva della SNAM (ENI).
Ha contribuito a realizzare la metanizzazione del Mezzogiorno.
Già Consigliere d’Amministrazione e Presidente AGIP PLAS (ENI).
Già Consigliere d’Amministrazione ENICHEM (ENI).
Vice-Presidente e Consigliere d’Amministrazione STANIC.
Già Consigliere d’Amministrazione e Presidente di diverse società della GEPI .
Già Vice Presidente FORUS (SOFIN IRI).
Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana.
Emilio Mortilla – Sezione percorsi ed innovazioni Eccellenti 2013
da tiziana sirnaBENEMERENZE ED INCARICHI
Membro Comitato Scientifico U.N.E.S.C.O. – Commissione D.E.S.S. – dal Luglio 2005;
Premio DOC Italy – Eccellenze italiane – 10 Luglio 2013
Premio Alma Pales – Excellence Award – 09 Maggio 2012
Membro Comitato Tecnico Scientifico – Abbattimento Barriere Architettoniche e Sensoriali Comune di Roma –
Novembre 2008
Membro della Fondazione Nuova Italia –– Novembre 2007
Membro Comitato Promotore della Fondazione Fare Futuro –Febbraio 2007.
Membro con funzioni di Coordinatore della “Commissione Interministeriale per le politiche sociali e la riqualificazione urbana ed abitativa“ D.M. 23 Marzo 2006 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero del Welfare.
Membro Comitato Scientifico FederSanità A.N.C.I.- dal Marzo 2006;
“Man of the year 2003” for Health Science – proclaims from the Presidency of the Corps Diplomatique of The United States of America – 2nd July 2003; Onorary Member of Corps Diplomatique United States of America;
Full Member for Sanitary Sciences of the International Accademy of Authors of Scientific Discoveries and Inventions – 17/04/03;
World Humanity Award (anno2002) from Ecumenical World Patriarchate with State Privileges;
Gold Hercules International Award of Knights per “L’organizzazione sanitaria ” 7 Novembre 2002;
Commendia Teutonica di Grazia e Devozione – Sovereign Military Teutonic Order of Levant 12/06/01;
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana – D.P.R. 2 Giugno 1997;
AA/AA1996/1999 Membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Universitario Labtegnos;
A/A 1998/1999 Cons. Delegato per la Formazione in Sanità del Consorzio Universitario “Labtegnos”;
Accademico dell’Internationale Burckhardt Akadem – 23/11/1995;
Ha ricevuto una laurea h.c. in Chimica Farmaceutica – Università “Pro Deo” di New York – 1993 ;
Accademico Socio Effettivo – Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – D.M. n°602/’86.;5;
Accademico Socio Corrispondente – Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria – D.M. n°4504/’84;
1984 -1999 – Membro del Consiglio di Reggenza dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria;
1989 al 1999 Segretario Generale dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.
AGEING SOCIETY –OSSERVATORIO TERZA ETÀ – ONLUS
Via G. Palumbo, 12 – 00195 Roma – Tel: 06 39751914 – 349.5755693 – Fax: 06 39741292 http://www.ageingsociety.com e-mail: ageing@virgilio.it – info@ageingsociety.com – emiliomortilla@yahoo.it –
Iscritta con il n° 60 al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, D.M. 21/11/2002 Iscritta al Registro Regionale delle Associazioni con determinazione n° D3163
Certificazione di qualità ISO 9001:2000 IQNET n° IT – 43758
1997 Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana Fitness e Scienze Motorie.
1998 -Vice Presidente della Società Italiana di Biologia e Clinica dell’Invecchiamento;
1998/2001 Direttore del Dipartimento Sanità dell’Istituto di Ricerche “ Semeion“;
04/2001 Socio Fondatore e Membro Vitalizio del Consiglio di Amministrazione dell’University College for Advanced Technology.- International Foundation ;
06/2002 Segretario Generale dell’ University College for Advanced Technology e titolare cattedra di Bioetica;
President of International Anti-ageing Research Group – European Association -1997-2000;
Dal 2001 Presidente di “Ageing Society –Osservatorio Terza Età – Onlus;
Dal 2002 VicePresidente dell’Associazione Internet Monitoring – Responsabile del settore Formazione on line
in medicina;
Dal 2011 Presidente della Confederazione U.N.I.R.S.I per L’Italia, confederazione nazionale di associazioni non profit e confederazioni di PMI.
Dal 1970 al 1993 Responsabile d’area (Italia Centro Meridionale ed Isole ) per l’informazione scientifica, la ricerca e lo sviluppo di specialità farmaceutiche di un’Industria Nazionale;
Consulente di Società Farmaceutiche, Chimiche, Alimentari. e di Telecomunicazioni;
Dal Maggio 2003/2005 responsabile scientifico delle trasmissioni televisive “Fra il dire ed il fare”- e “ R@gionando “ sul network nazionale Odeon TV.
Produttore del programma TV : “65 per ricominciare” con il finanziamento della Fondazione Roma. ATTIVITÀ DIDATTICA E DI RICERCA
Anno Accademico 2006/2007 – Docente di “ Medicina ed immigrazioni: aspetti demografici, tecnici e socio sanitari “ del Master in “ Scienze delle Migrazioni “ dell’Università Europea di Roma.
2005-Docente di Bioetica IV Master in Medicina Internazionale–International Medicine Society Consorzio universitario Internazionale per la Formazione e la Comunicazione FOR.COM.
Docente di Bioetica A.A. 1996/1997 – 1997/1998 – 1998/1999 – 1999/2000 presso l’Università degli Studi “ G. D’Annunzio “ di Chieti- Facoltà di Medicina – Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport -D.U. Terapisti della Riabilitazione;
Docente di Bioetica A.A. 1997/’98 e riconfermato nel 1998/’99 presso l’Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Chirurgia e Scuole di Specializzazione. Corso di Flebologia;
1991 al 1999 Direttore del Centro Ricerche e Studi post-Universitari A.S.A.S;
1991 al 1999 Docente di Bioetica di n° 8 Masters post-universitari in discipline specialistiche mediche;
Dal 1996 Professore onorario e lettore di Psicologia presso l’European University di Mosca;
N°48 pubblicazioni scientifiche. Relatore e Chairman in oltre 100 Congressi nazionali ed internazionali.
Stefano Cuzzilla – Sezione Management 2013
da tiziana sirnaDal 23 maggio Presidente Federmanager
Stefano Cuzzilla è nato a Roma nel 1965, laureato in Economia aziendale, è dirigente industriale presso Techno Sky s.r.l. (gruppo ENAV).
Dal 2009 è il Presidente del FASI – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per i Dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi; in tale ambito, Presidente del FASI OPEN – Fondo Aperto di Assistenza Sanitaria Integrativa per i lavoratori non-dirigenti; Amministratore della Gestione Separata GSR–FASI e anche Consigliere di amministrazione di SELDA INFORMATICA s.c.a.r.l. – Società consortile per la realizzazione dei sistemi informatici del FASI, del FIPDAI (Fondo Integrativo Previdenza Dirigenti Aziende Industriali) e di Previndai.
Dal 2008 Presidente dell’Unione regionale dei dirigenti industriali del Lazio.
Attualmente collabora con l’Università Campus Bio Medico di Roma (UCBM) al Master di I° Livello in “Imprenditorialità in Sanità” sul tema “Sanità integrativa e Management della Sanità”, con l’Università LIUC, Libera Università degli Studi Carlo Cattaneo, al Corso di Alta Formazione Universitaria sul tema “Istituzioni e Gestione delle Forme di Assistenza sanitaria pubblica e integrativa”, e con l’Università LUISS Guido Carli, Business School, come docente e membro del comitato scientifico del Corso di Formazione sul tema “Management dei Fondi sanitari integrativi” e del Corso di perfezionamento “Organizzazione e Management del Welfare integrativo: fondi pensione e fondi sanitari – MAWI”.
Dal 2008 al 2010 è docente in Sicurezza Stradale e Gestione delle Infrastrutture per l’ISTIEE- Istituto per lo Studio dei Trasporti nell’Integrazione Economica Europea dell’Università degli Studi di Trieste.
Pubblica su varie riviste di settore sui temi del management, del welfare integrativo e relazioni industriali. Ha curato la prefazione del libro “Conoscere per governare l’insicurezza stradale in Italia”. Come Presidente del FASI ha promosso lo studio “Lo sviluppo della sanità integrativa: sinergie tra welfare pubblico e welfare privato”, 2012, e la ricerca “Universo salute. La sanità italiana tra oggi e domani”, 2015.
Consigliere di Amministrazione di “VISES Onlus”, ONG di riferimento di Federmanager, che sostiene azioni di volontariato specialmente nei Paesi in via di sviluppo. È presidente e socio fondatore della “Accademia dell’ingegno”, associazione in favore del patrimonio culturale, scientifico e imprenditoriale italiano. È socio fondatore e membro del cda dell’associazione “Tito Gobbi”, organismo no profit per la diffusione della cultura musicale-operistica. Nel 1991 ha costituito l’associazione nazionale periti informatici (A.N.P.I.) di cui è stato Presidente. È iscritto all’Ordine Professionale dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti.
Premio Doc Italy – Viaggio Attraverso L’eccellenza Campana – 2016
da tiziana sirnaUnar – Casa delle Regioni
ha Presentato
“Doc Italy Campania”
tra Eccellenze e Primati Mondiali
Il 18 maggio 2016 nella prestigiosa sede dell’Unar pioggia di Emozioni e Sorprese per la Regione più calda e colorata d’Italia
La Giornalista Rai Camilla Nata & l’Ambasciatore del Made in Italy Anthony Peth hanno magistralmente condotto la tappa più ricca della rassegna Doc Italy Viaggio Attraverso le Regioni
Un tour nelle bellezze campane ad apertura della premiazione, il dono dell’Artista Internazionale Fiamma Zagara al Presidente Pasquale Mastracchio e al Segretario Alessandro Carnevali per la “Pinacoteca delle Regioni”dell’Unar, artista eclettica che con materiali di riciclaggio racchiude il mondo in tele “atipiche”, la premiazione a personaggi illustrissimi del panorama internazionale dalla Protagonista indiscussa e interprete straordinaria della sua amata terra “Marisa Laurito”, alla giovane promessa dell’imprenditoria l’incredibile Mariapina Fontana, dai coralli di Torre del Greco primato Mondiale della Famiglia De Simone allo Chef Bartolomeo Errico con la prima Accademia on line Universale perché tradotta in 8 lingue incluso il L.I.S. (linguaggio dei segni), ospite d’onore Premiato Doc Italy 2015 al Ministero delle Politiche Agricole “Manuel Lombardi e il Conciato Romano
Grande entusiasmo per l’arrivo dei campioni mondiali di Pizza che direttamente da Napoli, reduci dal Guinnes World Record che ha visto materializzarsi in più’ di 6 ore una pizza lunga 1853,88cm, hanno festeggiato offrendo pizze fritte partenopee “record di gusto e apprezzamenti”
Emozionante l’intervento della Divina Fioretta Mari con il Maestro Marco Orlandi “artista Ufficiale del Premio internazionale Doc Italy” hanno regalato perle di Saggezza e grande Umanita”donando un messaggio positivo per il futuro di una terra incredibile e incredibilmente ricca di “TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO” come solo la Campania sa essere
Durante l’evento il Presidente Mastracchio e il Segretario Generale Carnevali hanno presentato la partnership con la rivista internazionale Free Time della Dott.ssa Antonella Ferrari che sin dall’ inizio di Doc Italy ha dimostrato grande attenzione per il Premio e la promozione regionale mission dell’Unar
A chiusura della premiazione il Maestro Valerio Faccini ha presentato la Nuova avventura della Casa delle Regioni che per il prossimo mese ospiterà il Gemellaggio “Cuba – Campania” con a cornice la sua meravigliosa Mostra Fotografica “Emozioni e Colori” , come spiega Tiziana Sirna organizzatrice del Premio Doc Italy e ideatrice di questa nuovo Progetto, Cuba e la Campania sono un’esplosione di Colore, Umanità, Calore, Passione, Solarità, due popoli lontani geograficamente ma vicinissimi umanamente, con la capacità di affrontare qualsiasi problema con un grande sorriso e tanta voglia di vivere e “annà annanz”!
Tutti i sensi sono stati appagati, a rapire la vista le splendide Modelle della Ma.Ma.Management avvolte nelle geniali creazioni dei Vincitori di “Detto Fatto” Vincent Cabrè e Claudia Attianese e l’Alta Sartoria Uomo “Elia” di Gennaro Chiacchio, a rallegrare l’udito Reo Confesso e la sua Band,a deliziare i palati esigenti dei selezionati ospiti “percorsi gastronomici d’Eccellenza Campana” con la Cantina Annarumma assoluta Protagonista in gustosa compagnia con l’Azienda Agricola Quercete i suoi formaggi e i suoi salumi rari di maiale Nero Campano, Ernesto Fico con la Torta “Doc Italy” e “Fiocchi di Neve”il dolce che fa tendenza, Salvatore Corso e le Eccellenze Casearie, Oscar Bonomo e i croccanti Torroncini Marisa, le tipiche Sfogliatelle del Bar Umberto, i Salumi unici di Marcello Gaudino e i campioni mondiali di pizza Lella Galliffuoco, Franco Ursini, Umberto Fornito….
La Campania ha Conquistato Roma e la Casa delle Regioni!
___________________
Motivazione Premi
Marisa Laurito
sezione
Ambasciatrice dell’Arte
Per aver donato la sua vita all’Arte e racchiuso l’ Arte in “una Mossa”
Per la sua generosità e la solarità con cui illumina ogni platea
Per aver fatto del teatro il suo “Piatto Migliore”, per averlo condito con passione, tenerezza, goliardia, introspezione, e aver fatto riflettere lasciando “sempre” un sorriso
Per essersi cimentata a tutto tondo in ogni forma d’arte nelle sue mille espressioni e aver anticipato i tempi scrivendo e discorrendo di cucina
Per la sua umiltà e l’atteggiamento sempre cordiale e mai snob nonostante gli straordinari successi e la sua grande popolarità grazie alla quale porta avanti importanti battaglie sociali
Per aver “sottolineato” le sue origini partenopee con veracità e tenacità senza mai scadere in volgarità
Per essere stata in grado di passare da ruoli drammatici a comici con stile e naturalezza
Per aver racchiuso il mondo “nella rotondità femminile”
Famiglia De Simone
primato mondiale per i
Coralli di Torre del Greco
Per aver reso Torre del Greco “Capitale Mondiale della lavorazione del Corallo e dei Cammei”
Per aver mantenuto fede alle proprie origini e portato avanti “la lotta quotidiana degli artigiani” con etica e morale non scendendo a compromessi o seguendo logiche di mercato
Per aver tramandato una tradizione unica vanto di un’intera regione e dell’Italia tutta
Per essere riusciti con la passione per i coralli a trasformare un passato pregno di tradizione in un presente fondato su di esse ma con un occhio attento all’estero e alle innovazioni
Bartolomeo Errico
sezione
Tradizione e Innovazione
Per aver creato con la cucina un’armonia perfetta
Per aver ripreso le tradizioni di Mamma Rosa e Zia Maria e averle fuse con i segreti dei migliori chef al mondo dando vita alla sua cucina in note che passa dal Jazz alla Musica da Camera passando dal Soul al Rap in una sinfonia di sapori e saperi
Per aver dato ai corsi di cucina “UN LINGUAGGIO UNIVERSALE” con “Si Chef” , un programma straordinario, all’avanguardia e soprattutto “PER TUTTI”
Mariapina Fontana
sezione
Giovani Imprenditori
Per l’amore, la passione, la tenacia, l’impegno e il pizzico di follia con la quale ha stravolto la sua vita e ancora giovanissima ha iniziato un percorso duro quanto meraviglioso.
Per l’umiltà, la prematura saggezza, la consapevolezza e la professionalità con cui affronta il piu’ difficile dei mestieri
Per aver in brevissimo tempo raggiunto grandissimi risultati frutto delle sue incredibili capacit
Premio Internazionale Doc Italy
VIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA CAMPANA
Mercoledì 18 Maggio dalle ore 18:00 – Via Aldrovandi, 16
Camilla Nata & Anthony Peth ci condurranno in uno straordinario tour virtuale alla scoperta di un Territorio ricco di tesori e contrasti, odori e colori, sapori e saperi, tradizione e innovazione il meglio di una Regione Unica & inimitabile. La giornalista Rai e l’Ambasciatore del Made in Italy avranno l’onore d premiare figure Eccelse quali l’Artista internazionale Marisa Laurito, il Presidente dell’Ice Riccardo Maria Monti e il Mastro Pasticcere Sal De Riso. La splendida terrazza della Casa delle Regioni sarà la cornice ideale per percorsi gastronomici d’Eccellenza Campania che incontreranno il Viaggio Attraverso le Tipicità Regionali di
Doc Italy
VIAGGIO ATTRAVERSO L’ECCELLENZA
Parterre Eccellente, Premiati di Altissimo Spessore, Folklore, Prodotti Tipici Straordinari Arte, Artigianato, Cultura,Paesaggi, Folklore, Sapori, Saperi e ….. Un’importante Vetrina che darà la giusta visibilità ad una Regione bella quanto difficile
Dott.ssa Emanuela Metri – Sezione Arte E Spettacolo 2014
da tiziana sirnaSezione Ambasciatori dell’Arte
Per una vita dedicata al teatro, alla recitazione, ai giovani, per aver avuto il coraggio di combattere i “NON MERITOCRATICI” meccanismi Italiani e aver portato oltre Oceano e diffuso nel mondo la sua arte e il suo insegnamento.
Nata a Reggio Calabria, vive oggi tra Roma e Los Angeles. Dopo aver conseguito The International Baccalaureate a Londra, Manuela Metri si diploma nel 1985 al laboratorio di arti sceniche di Gigi Proietti e poi si trasferisce a Los Angeles, dove studia e lavora (al Lee Strasberg Theatre Institute di Hollywood). Parallelamente alla sua carriera di attrice (nel ‘91 la NBC la sceglie per un ruolo fisso nella Soap Santa Barbara) si occupa di produzione Cinematografica e di Management di attori. Come manager è vice presidente della International Division della Carlyle Productions (di Phyllis Carlyle) e collabora con Beverlee Dean Management per un lungo periodo; poi, nel 2003, fonda, insieme ad altri due soci, la Redbox Management and Productions Company, con sede a Los Angeles e a Roma. Per conto della Redbox gestisce un numero limitato di attori sia sul territorio americano che italiano. La sua ultima grande sfida in Italia è la regia e la produzione, oltre che l’interpretazione, del musical americano “Menopause The Musical”, che ha debuttato a Roma nel marzo del 2006. È coautrice, insieme a Fioretta Mari, del libro “Ciao Artista” edito dalla Salani. Nell’estate del 2006 ha curato la regia dello spettacolo “Voilà Marisa” (di e con Marisa Laureto), che nel 2007 ha toccato i maggiori teatri delle comunità .italiane all’estero.
Vive da anni tra Roma e Los Angeles, la sua compagnia la RedBox Productions, con uffici in entrambi le città, si occupa di management di attori (pochissimi) e produzione. Dopo essersi diplomata nel 1985 al Laboratorio di Gigi Proietti, continua come attrice a studiare e lavorare presso gli Strasberg Institute, di cui è ancora attiva sostenitrice, sposa un giocatore di basket americano da cui ha un figlio: Chauncey.
Nel 1991 la NBC la sceglie per un ruolo fisso nella soap opera Santa Barbara. Lavora con grandi personaggi dello showbiz americano, da Liza Minnelli ad Anna Strasberg, Phyllis Carlyle, Beverlee Dean. La sua ultima grande sfida in Italia è la regia e produzione del musical americano MenopauseTheMusical del quale ha curato anche adattamento e traduzione, con debutto a Roma il giorno 8 Marzo 2006.
E’ coautrice insieme a Fioretta Mari del libro Ciao Artista edito dalla Salani.
Nell’estate 2006 ha curato la regia dello spettacolo “Voilà Marisa” di e con Marisa Laurito. Dal 2007 è nei teatri italiani come regista, produttrice e co-protagonista dello spettacolo che celebra i 35 anni di carriera di Marisa dal titolo “A me me piace ‘o scio’” che a maggio 2011 tornerà al Teatro Sistina di Roma con il titolo “Tutti insieme abbondantemente” (unica regista donna della stagione).
Pierfrancesco Pingitore – Ambasciatore dell’Arte 2015
da tiziana sirnaFioretta Mary – Ambasciatrice dell’Arte 2013
da tiziana sirnaFioretta Mari (Firenze, 19 luglio 1950) è un’attrice e insegnante italiana, nota al pubblico di Canale 5 come docente di dizione e recitazione degli allievi della scuola-spettacolo Amici di Maria De Filippi.
Fioretta Mari (Firenze, 19 luglio 1950) è un’attrice e insegnante italiana, nota al pubblico di Canale 5 come docente di dizione e recitazione degli allievi della scuola-spettacolo Amici di Maria De Filippi.
Nasce da padre fiorentino e madre siciliana. La sua carriera di attrice inizia prestissimo, dimostrandosi subito una bambina prodigio, collaborando con grandi attori teatrali e cinematografici quali Turi Ferro, Oreste Lionello, Vittorio Gassmann, Jean Louis Barrault, Madeleine Renaud, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Aldo Giuffrè, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. Oltre che per i suoi spettacoli teatrali (più di 150, nelle più importanti città del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Mosca, passando per Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo), ha acquisito molta fama, soprattutto fra i giovani, grazie al programma tv Amici di Maria De Filippi, in onda su Canale 5, in cui ha svolto il ruolo di insegnante di dizione e recitazione.
Il 24 luglio 2010 è stata premiata ad Alghero con il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per la sua attività di attrice.[1] Nel settembre 2010 diventa direttrice artistica della ArtAcademy Carrara (Accademia Nazionale dei Mestieri dello Spettacolo), una nuova “talent academy” che si prefigge l’obiettivo di formare nuovi talenti; nello specifico Fioretta Mari si occupa di insegnare dizione e recitazione. Dal 2009 insegna presso lo Strasberg Institute di New York city, dove ha portato il metodo d’insegnamento della Commedia dell’arte, lasciando entusiasti gli allievi che, a parere della co-direttrice insieme ad Anna Strasberg, Victoria Krane “non si erano mai mostrati così attenti ed entusiasti nei confronti di un docente”.
Dal 2015 è la direttrice artistica del festival per attori ACT Italy che, dopo varie tappe in tutta Italia, si è concluso, con grande successo, il 2, 3 e 4 luglio 2015 con la “tre giorni” al Teatro Parioli di Roma.
Per il teatro italiano è stata sicuramente una delle bambine prodigio più importanti che hanno recitato su un palcoscenico. Bellissima interprete a livello internazionale di molte piéce, durante gli anni della giovinezza, ha preso parte a veri e propri capolavori che hanno incantato la critica e il pubblico che si spostava da casa alla platea. Poco ricercata dal cinema, è diventata poi insegnante di dizione e recitazione per un talent show di successo quale “Amici di Maria De Filippi”. Quando spiega la recitazione ai più giovani si avverte un vero sentimento di gioia nei confronti dell’arte drammatica e sono sentimenti di così forte vitalità che contagiano persino il pubblico oltre lo schermo della televisione.
Il grande successo a teatro
Di padre fiorentino, segue le orme della madre, l’attrice siciliana Franca Manetti, e degli zii, le interpreti Maria Tolu e Ida Carrara e l’attore Turi Ferro. Comincia la sua carriera prestissimo, imponendosi come bambina prodigio del palcoscenico e lavorando fianco a fianco con nomi di serie A del nostro teatro e di quello francese: Oreste Lionello, Vittorio Gassman, Jean-Louis Barrault, Madeleine Renault, Leo Gullotta, Massimo Troisi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Mario Scaccia. È l’interprete di “Anatra all’arancia”, “L’avaro”, “La figlia di Jorio”, “Tovarich”, “Il malato immaginario”, “Parole d’amore parole”, “La città del mondo”, “Pasquino” e il musical “Menopause” con Marisa Laurito, Fiordaliso e Manuela Metri, grazie ai quali tocca città come New York, Londra, Parigi, Mosca, Berlino, Rio de Janeiro, Budapest e Montevideo.
Piccolo schermo
Televisivamente, dopo aver lavorato con lo zio Turi Ferro (ma anche con Umberto Spadaro) alla fiction Aria di continente (1970) di Marcello Sartarelli, si convince che il piccolo schermo non è proprio luogo per lei e gli preferisce il teatro, seppur reciti sporadicamente in qualche miniserie come Le ragioni del cuore (2002) di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone con Irene Ferri, Sabrina Impacciatore, Stefano Accorsi, Edwige Fenech, Massimo Reale, Thomas Trabacchi, David Sebasti, Giulia Steigerwalt, Cinzia Mascoli, Tiziana Lodato e Alessandro Benvenuti, e Ricomincio da me (2005) di Rossella Izzo con Raffaella Bergè, Claudio Bigagli, Deborah Caprioglio, Paolo Conticini, Edoardo Costa, Giobbe Covatta, Gioele Dix, l’oggi presentatrice Barbara D’Urso, Andréa Ferréol, Arnoldo Foà, Riccardo Garrone, Alex Partexano, Francesca Reggiani, Remo Remotti, Francesco Salvi, la grandissima Stefania Sandrelli, la brava caratterista Gisella Sofio, Ricky Tognazzi e l’attrice feticcio di Ferzan Ozpetek Serra Yilmaz.
Lavori al cinema
Cinematograficamente parlando, viene tenuta a battesimo sempre dallo zio Turi Ferro, che la vuole accanto a lui nel film di Paolo Cavara Il lumacone (1974) con Agostina Belli, Ninetto Davoli, Francesco Mulé, Isa Danieli, Liù Bosisio, Gianfranco Barra, Franco Bracardi, Vittorio Fanfoni e Lorenzo Piani. Ma anche sul grande schermo sono apparizioni sporadiche e per piccoli ruoli (Alice, Sharm El Sheik, 2010). Nel 2011 partecipa alla commedia musicale corale A sud di New York, diretta da Elena Bonelli, nella quale interpreta il ruolo della zia Alida.
Paola Crema
da tiziana sirnaSezione Ambasciatori dell’Arte
Per rapire, incantare e far vivere piogge di emozioni con le sue straordinarie creazioni, per ricordare a tutti quelli che hanno l’onore di conoscerla quanto solo i “GRANDI” sappiano essere umili.
Per la sua rivisitazione del classicismo in chiave moderna che regala un viaggio attraverso il tempo in ogni sua mostra.
L'”archeologia immaginaria” di Paola Crema , è il frutto di un gioco concettuale teso a farci credere che le sculture da lei realizzate sono in realtà reperti riemersi da un “continente perduto”. Ed il gioco è ancora più complesso nelle sue opere fotografiche, nelle quali “documenta” l’attimo del ritrovamento,mentre in realtà il set – distrutto subito dopo aver effettuato la ripresa – è ottenuto usando quelle sculture da lei stessa prima realizzate. Un gioco di rimandi intrigante con risultati sorprendentemente convincenti.
Artista poliedrica, si è inizialmente dedicata alla creazione di sculture tipo Wunderkammer in argento e materiali preziosi (corallo, perle, oro, cristallo di roccia, pietre semipreziose) e gioielli esclusivi, vere e proprie piccole sculture da indossare. Opere ospitate per un anno nel Museo degli argenti a Palazzo Pitti alcune delle quali esposte in modo permanente.
Si è dedicata alla scultura in bronzo di grandi dimensioni, opere esposte al Museo Archeologico di Firenze, Museo del Corso a Roma , Villa Adriana a Tivoli e numerose prestigiose sedi romane tra le quali il Tempio di Adriano, la Casina delle Civette, la Centrale Monte Martini.
Le sue opere,apprezzate da un pubblico non solo italiano, fanno parte di numerose collezioni private di carattere internazionale.
Ha frequentato l’Accademia delle belle arti di Firenze dedicandosi subito allo studio dell’antichità ma anche del design, ed esplorando a fondo il mondo antiquariale nel quale ha operato con grande successo.
La cultura dell’antico e l’amore per il mondo classico hanno portato l’artista a dar forma a sculture sapientemente modellate, dando corpo alla sua “archeologia immaginaria” in un percorso concettuale che simula ritrovamenti archeologici, concretizzati nelle sue opere in bronzo e talvolta trasferiti, con un gioco di apparente documentazione, in splendide immagini fotografiche che ci fanno partecipare agli “scavi immaginari” di Paola Crema.
Vive e lavora a Firenze e a Roma.
BIBLIOGRAFIA
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Gianni Molaro
da tiziana sirna