Na Sera ‘e Maggio
Doc Italy in onore dello stilista Luigi Bruno fa esplodere Palazzo Ferrajoli…
Folla di invitati “top”… Degustazioni eccellenze campane e romane… e 25 splendide modelle che hanno incantato il pubblico sfilando 50 stupendi abiti “pillole di collezionie”… un percorso attraverso moda, stile, eleganza e creatività, una rivisitazione classica in chiave moderna dell’haute couture e degli elementi che l’ hanno caratterizzato gli ultimi anni.
Protagonista oltre la moda l “Eccellenza Italiana” con le Cake Designe “Valentina Pizzangrillo e le “Manni Sister”, “Biolà” prodotti a latte crudo, “Ciardi” Biscotti,”La Fornarina Dolci e Salati”, Agriturismo Sant’Anastasia, Un omaggio alle donne, fatto dallo stilista che le ama “tutte” e le rende “tuttebelle” prescindendo da taglie o anagrafe…il Socrate della moda, il mecenate dell’arte si è mostrato in tutta la sua “eccezionale” semplicità… la modestia dei grandi ha colpito chiunque abbia avuto l’occasione di interloquire e conoscere “il maestro” grazie Luigi Bruno e grazie a tutte le splendide persone che hanno contribuito a far rivivere, fra le splendide sale di Palazzo Ferrajoli, l’alta moda e le esclusive serate dei tempi che furono…quando classe ed eleganza erano un dictat!
Grazie alla meravigliosa e unica Anna Brunella, alla bravissima ed instancanìbile Giulia Remoli, all’incredibile Maggie Anselmo, al sublime Diego Padula, al mitico Marco Esposito, onorati questa volta dalla presenza del maestro della fotografia Paolo Manzini,dell’impareggiabile Max Palmieri, del grande Valerio Faccini, degli straordinari Patrizia Santangelo e Fazio Gardini, dell’ inimitabile Natalino Candido, Lino Sorrentino che ha pettinato la bellissima e bravissima Camilla Nata, la regina del glamour, che ha magistralmente condotto la serata e presentato la sensazionale e prorompente Giò Di Sarno e il suo team grazie ancora a: Giorgio Algherini, Michele Simolo, Giancarlo Fiori e tutti i fotografi presenti e pronti a tutto flash.. uno speciale ringraziamento a Nazzario Pertosa che ci segue sempre con le telecamere di rete oro. grazie a tutti, avete trasformato una serata “importante” in una serata “memorabile”. senza la nostra grande sostenitrice Sara Iannone l’evento non avrebbe avuto”luogo”…nel senso etimologico del termine.. Alessandra Evangelista, Ana Izabel Cretu, Beatrice Panzolini, Chacha Ba, Denise Pace, Elisa Mastella, Fabiana Marino, Federica Costa, Francesca Amadori, Georgia Viero, Gloria Anderson, Giulia Bartolomucci, Giulia Trullo, Guendalina Stabile, Ilenia Dagostino, Janet Carreno, Jessica Toscano, Linda Padlova, Martina Sgrò, Marzia Saccomandi, Nicole Di Mario, Rema Royal, Silvia Martinelli, Silvia Scamporrino, Valentina Prili e l’unico , l’inconfondibile “Alessandro kevin Elan”, insieme a David Nenci, modelli di punta dell’agenzia Ma.Ma.Management
Il Tempio Delle Donne – ArtCafè Roma – Made In Italy
da magistroAtmosfera soffusa da salotto della Dolcevita Romana, parterre “Eccellente” come i Prodotti Doc degustati durante la serata, Sfilata di Alta Moda firmata Nayra Laise, straordinarie bollicine Casato Unico, incredibili trasformazioni sul palco dove il Reality della Moda e del Food è andato in scena.
Nayra Laise semplice e sofisticata. Tessuti morbidi e ottima fattura per una donna perfetta nel quotidiano così come in un momento mondano.
Tante le presenze “illustri” nel mondo della moda e del giornalismo e personaggi dello spettacolo, come Fabio Fulco, Elena Ossola, Isabel Russinova, Roberto Di Paola, nonché la Vice Presidente di Alta Roma Valeria Mangani e Massimiliano Piccinno Director della Rivista di Women&Bride, la stilista Alessandra Ciani, la blogger Elisabetta Ferraro e tanti altri.
Doc Italy “Na Sera ‘e Maggio” – Palazzo Ferraioli – 12 Maggio 2013
da docitalyNa Sera ‘e Maggio
Doc Italy in onore dello stilista Luigi Bruno fa esplodere Palazzo Ferrajoli…
Folla di invitati “top”… Degustazioni eccellenze campane e romane… e 25 splendide modelle che hanno incantato il pubblico sfilando 50 stupendi abiti “pillole di collezionie”… un percorso attraverso moda, stile, eleganza e creatività, una rivisitazione classica in chiave moderna dell’haute couture e degli elementi che l’ hanno caratterizzato gli ultimi anni.
Protagonista oltre la moda l “Eccellenza Italiana” con le Cake Designe “Valentina Pizzangrillo e le “Manni Sister”, “Biolà” prodotti a latte crudo, “Ciardi” Biscotti,”La Fornarina Dolci e Salati”, Agriturismo Sant’Anastasia, Un omaggio alle donne, fatto dallo stilista che le ama “tutte” e le rende “tuttebelle” prescindendo da taglie o anagrafe…il Socrate della moda, il mecenate dell’arte si è mostrato in tutta la sua “eccezionale” semplicità… la modestia dei grandi ha colpito chiunque abbia avuto l’occasione di interloquire e conoscere “il maestro” grazie Luigi Bruno e grazie a tutte le splendide persone che hanno contribuito a far rivivere, fra le splendide sale di Palazzo Ferrajoli, l’alta moda e le esclusive serate dei tempi che furono…quando classe ed eleganza erano un dictat!
Grazie alla meravigliosa e unica Anna Brunella, alla bravissima ed instancanìbile Giulia Remoli, all’incredibile Maggie Anselmo, al sublime Diego Padula, al mitico Marco Esposito, onorati questa volta dalla presenza del maestro della fotografia Paolo Manzini,dell’impareggiabile Max Palmieri, del grande Valerio Faccini, degli straordinari Patrizia Santangelo e Fazio Gardini, dell’ inimitabile Natalino Candido, Lino Sorrentino che ha pettinato la bellissima e bravissima Camilla Nata, la regina del glamour, che ha magistralmente condotto la serata e presentato la sensazionale e prorompente Giò Di Sarno e il suo team grazie ancora a: Giorgio Algherini, Michele Simolo, Giancarlo Fiori e tutti i fotografi presenti e pronti a tutto flash.. uno speciale ringraziamento a Nazzario Pertosa che ci segue sempre con le telecamere di rete oro. grazie a tutti, avete trasformato una serata “importante” in una serata “memorabile”. senza la nostra grande sostenitrice Sara Iannone l’evento non avrebbe avuto”luogo”…nel senso etimologico del termine.. Alessandra Evangelista, Ana Izabel Cretu, Beatrice Panzolini, Chacha Ba, Denise Pace, Elisa Mastella, Fabiana Marino, Federica Costa, Francesca Amadori, Georgia Viero, Gloria Anderson, Giulia Bartolomucci, Giulia Trullo, Guendalina Stabile, Ilenia Dagostino, Janet Carreno, Jessica Toscano, Linda Padlova, Martina Sgrò, Marzia Saccomandi, Nicole Di Mario, Rema Royal, Silvia Martinelli, Silvia Scamporrino, Valentina Prili e l’unico , l’inconfondibile “Alessandro kevin Elan”, insieme a David Nenci, modelli di punta dell’agenzia Ma.Ma.Management
Le Tielle di Gaeta – Oro del Golfo
da docitalyAzienda “L’Oro Del Golfo”, Tielle fresche e surgelate artigianali di Mario Frostino > La modernità sposa la Tradizione
La tiella è una specialità gastronomica tipica della città di Gaeta, consistente nell’interporre un ripieno di vario genere (solitamente di prodotti della terra o del mare) tra due sfoglie di pasta simile a quella della pizza, ma che richiede una lavorazione più accurata e possibilmente manuale. In altri termini la tiella si potrebbe definire come una sorta di ripieno tra due strati circolari di pasta morbida, umida nel ripieno ma non eccessivamente nello strato esterno.
La tiella nasce come piatto unico gradito a contadini e pescatori per consentire loro di avere una pietanza che si conservasse per diversi giorni. Si racconta che già ai tempi dei Borbone alcuni di essi ne fossero estimatori; successivamente la sua memoria si lega al consumo di gaetani che partivano per emigrare in cerca di fortuna.
Ai tempi nostri la tiella rappresenta una specialità apprezzata da tutti e ricercata da turisti e abitanti delle città limitrofe, una pietanza che molti cercano di imitare o di proporre nelle varie pizzerie, ristoranti e attività commerciali e di somministrazione alimentare, ma che pochi (solitamente le massaie) riescono a creare nel migliore dei modi.
La tradizione vuole la tiella ripiena di: polpi, calamaretti, scarola, spinaci e baccalà, zucchine, cipolle, alici, cozze ed altre varianti.
Si dice che il segreto di una buona tiella sia l’olio prodotto con olive di Gaeta il quale, come solevano dire le passate generazioni, deve scorrere fino ai gomiti, cosa che ai tempi odierni non è sicuramente possibile, per motivi di dieta, igiene e costo del prodotto.
Come preparare un tiella
Tiella di scarola: – 500 gr di farina – 500 gr di scarola – 100 gr di olive nere snocciolate – 50 gr di capperi – olio, prezzemolo, sale, peperoncino forte
Tagliuzzare finemente la scarola, cospargerla di sale e metterla a cuocere per 15minuti. Schiacciare la verdura così preparata ben bene con le mani per eliminare tutta l’acqua che contiene e condirla con olio, peperoncino forte, prezzemolo, olive, capperi, con l’aggiunta, per chi lo gradisce, 150 gr di baccalà diliscato e tagliato a pezzi grossolani.
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Cavolo Nero, Cavolo Palmizio, Cavolo Penna – Toscana
da tiziana sirnaIl cavolo nero toscano chiamato anche cavolo palmizio o cavolo a penna è un cavolo molto resistente sia per quanto riguarda le avversità climatiche che per quanto si riferisce al terreno.
E’ davvero un peccato che questo gustoso cavolo sia poco conosciuto al di fuori della sua patria d’origine: la Toscana.
Questo ortaggio come tutti i cavoli appartiene alla famiglia delle Brassicacee il genere è Oleracea e il suo nome scientifico è Brassica oleracea varietà “acephala” cioè senza testa.
Infatti a differenza di altre varietà di cavolo non forma una “testa” compatta ma le sue foglie si sviluppano in orizzontale.
E’ un tipo primitivo di cavolo il cavolo nero toscano infatti quelle serrate e morbide teste che molti cavoli hanno sono il frutto di una selezione varietale che si è svolta nel corso di molte generazioni.
Non riesco bene a comprendere come questo cavolo rustico e gustoso che cresce in un periodo come quello invernale raro di verdure fresche sia così poco conosciuto al di fuori del suo luogo d’origine la Toscana meriterebbe davvero maggiore notorietà.
Fa quindi parte di quegli ortaggi rari che meriterebbero maggiore diffusione.
Se vuoi gustare il cavolo nero toscano durante l’inverno devi seminarlo in estate da giugno sino ad agosto e trapiantarlo nel luogo scelto circa un mese dopo la semina.
Le sue bollose foglie, più gustose dopo aver preso una leggera gelata forniranno un ottimo alimento vitaminico e saporito durante il periodo invernale.
Titolo
da magistroSalvatore Arnone – Tecniche Fotografiche
da tiziana sirnaSezione Premi “Una Vita per….”- Le Maestranze protagoniste dello Spettacolo
Salvatore Arnone
Per saper cogliere l’attimo, la luce, l’espressione e regalare emozioni.
Per aver portato con le sue foto “Fiumefreddo nel Mondo”, per dedicare la sua vita alla fotografia con estrema umiltà e professionalità.
Per non sottostare mai alle logiche di mercato ma seguire quelle dell’animo.
Valerio Faccini – Fotografo Emozionale
da tiziana sirnaLa fotografia mi affascina da sempre, è nata con me è dentro di me. Essa rappresenta la mia memoria, il mio modo di fissare per sempre le mie emozioni, scolpire il ricordo di attimi, luci, emozioni: la vita! Il mio sguardo più profondo sul mondo che mi circonda, un mondo fatto di tanti piccoli e grandi particolari; di attimi sfuggenti come uno sguardo, come una impercettibile smorfia sulle labbra ad annunciare un sorriso o un pianto comunque un’emozione un sussulto dell’animo umano: cosa c’è di più leggiadro del librarsi di una ballerina, dell’intensità espressiva di un attore, del fascino ostentato di una modella avvolta nella sua propria fragrante scia.
Cosa c’è di più affascinante di un intreccio di fasci di luce, della penombra di un’alba e della luminosità di un tramonto, di un gioco di colori, dell’intensità del contrasto tra la bianca accecante luce ed il nero profondo del buio. Ebbene cogliere e fissare questi attimi, queste espressioni, vuole significare dare eternità alla vita. Fissarli per sempre, estrapolandoli dal contesto ripetitivo e spesso piatto della quotidianità, è per me amare la vita, emozionandomi per sempre; condividerli con gli altri lasciandoli liberi di emozionarsi su quelle immagini è, per me, il modo più intenso e diretto di amare il prossimo: farlo partecipe dei miei sentimenti!
La fotografia è una forma d’arte, la tela bianca di un pittore che si colora fissandoci sopra un’esplosione di sentimenti con un pennello capace di impressionare la luce!
La foto non deve essere bella, deve comunicare, deve emozionare, deve catturare risucchiandoti dentro di essa! L’immagine è lì fissata per sempre, è li che ti comunica il ricordo di una scheggia di vita, colta da un altro per essere goduta da tutti!
La macchina fotografica è la continuazione del mio corpo, delle mie mani; l’obiettivo è la mia anima che cattura e si impossessa per sempre degli attimi fuggenti! Il click dello scatto è il lucchetto che suggella e imprigiona il mio amore per la vita! E’ per tutto ciò che ritengo la fotografia un’arte, il cui sublime fine, come nelle nobili espressioni artistiche, é parlare all’animo umano! Ed io amo comunicare!
Zafferano di Sardegna
da docitalySul piano meramente agricolo la Sardegna si connota per la sua pastorizia, per l’arte casearia e recentemente per la qualità delle sue produzioni enologiche, ma da tempo … e non da poco … anche per un patrimonio di produzioni tipiche che ne hanno caratterizzato da generazioni la sua peculiarità turistica e gastronomica. Una regione povera di produzioni agricole estensive, di massa. Una terra ricca di cultura, quanto di specificità locali , apprezzate sempre più anche dai tanti stranieri che visitano l’isola durante il loro soggiorno. Lo zafferano è tra le colture di Sardegna più originali e antiche. Tra gli attuali storici che hanno saputo ben illustrare il posizionamento dello zafferano nella società e nelle dinamiche delle storie locali va citato certamente Antonio Casti. Tra i suoi ultimi scritti un dotto vademecum sullo Zafferano di San Gavino Monreale e sull’introduzione di questa spezia in Sardegna. Tra i primi documenti storici sulla presenza dello zafferano nell’area possiamo citare la Grotta della Vipera a Cagliari per le scritte sulla tomba di Attilia Pomptilia …” su tzaffaranu profumau” da parte di Cassio Filippo nel I secolo d.C. A tali primordi la vera reintroduzione produttiva va segnalata nel periodo della dominazione bizantina (VI – IX secolo) quando nell’isola una serie di monaci devoti a San Basilio coltivavano e diffondevano le tecniche di produzione dello zafferano. Un uso molto ampio dello zafferano di questa comunità di monaci che ne divulgarono oltre le utilizzazioni salutistiche, anche le grandi opportunità gastronomiche. Un ruolo non indifferente lo ebbe la comunità del Convento di Santa Lucia in quel di San Gavino Monreale, uno dei comuni maggiormente produttivi di zafferano in Sardegna e in Italia. Era uso coltivare gli orti nei pressi dei monasteri o nelle vicinanze delle case nobiliari e la sua utilizzazione si estendeva anche ad impieghi come quello aromatico e medicinale. Poco oltre anche lo stesso Ordine Francescano, successivo a i Monaci di San Basilio, favorirono la coltivazione dello zafferano di San Gavino e dei comuni del Medio Campidano, facendolo conoscere ed apprezzare oltre i confini dell’isola. La storiografia sull’uso e le tradizioni dello zafferano in Sardegna ci portano a segnalare che solo in questa regione il lessico sullo zafferano utilizzato da generazioni e delle famiglie ha una sua specificità linguistica: zafferano (tzaffaranu), Crini (le foglie dello zafferano, Ena (i pistilli), Grofu (il giorno di massima produzione dei fiori), Cuguddau (quando il fiore nelle prime ore del mattino è ancora chiuso), Furconis (peduncolo biancastro che collega i tre pistilli e che si consiglia di separarlo in quanto non contiene gli elementi essenziali presenti nei pistilli) … in concreto questa spezia entra a pieno titolo nella cultura e nelle tradizioni del popolo sardo. La Sardegna produce una gran quantità di zafferanoma molto viene utilizzato all’interno dell’isola per soddisfare la grande varietà di pietanze e di piatti che sono esaltati dalleunicità organolettiche dello zafferano sardo. Una cultura che un tempo era riservata alle famiglie benestanti , nobiliari e che invitavano i propri familiari a proseguire nelle generazioni tali coltivazioni, in quanto indice di prestigio e di considerazione da parte delle famiglie del luogo. Sono state trovati e segnalati dallo storico Casti documenti testamentari molto interessanti , in cui si disponeva che ai molti figli … e alla mia moglie venisse regolamentata la divisione dei bulbi …” Giuseppe Aru nel 1820 disponeva che le cipolle di zafferano piantate in via Oristano a San Gavino per 10 starelli dovessero andare alla moglie e il restante ai suoi 11 figli …” il prezzo era affidato ai mercatali o ai Consoli dei porti di arrivo delle merci e confrontando i soldi per libbra( 400 gr) dello zafferano rispetto ad altre spezie quali il pepe, lo zucchero, lo zenzero … lo zafferano con i 50 soldi era la spezia più cara e ricercata. La coltivazione si è tramandata di generazione in generazione sino ai giorni nostri. La Sardegna è indubbiamente in Italia la regione maggior produttrice di zafferano il cui nucleo storico e produttivo è concentrato nei comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca nel Medio Campidano con altre piccole isole produttive al nord della Sardegna. Una valorizzazione di questa realtà produttiva è giunta con il recente riconoscimento comunitario della DOP (Denominazione di Origine Protetta) a tutto il prodotto dell’isola. Purtroppo ad oggi le poche e scarse rivendicazioni di tale riconoscimento da parte dei produttori rispetto alle aspettative, sono un dato di fatto, ciò dovuto per gli alti costi burocratici che non permettono di poter usufruire di tale riconoscimento. Di certo al di là degli aspetti normativi lo zafferano entra nella famiglia sarda in modo così eclatante nel periodo di raccolta dei fiori, con un coinvolgimento di vicini e parenti. Un entusiasmo che certamente coinvolge giovani generazioni e le donne, principali protagoniste di tale spezia.
Radicchio di Treviso – Veneto
da docitalyIl Radicchio Rosso di Treviso è una varietà di cicoria, è caratterizzato da un colore rosso scuro intenso, da striature bianche, da una consistenza croccante e da un inconfondibile gusto delicatamente amarognolo.
Si presenta in due varianti: precoce o tardivo. Il Radicchio Rosso di Treviso Precoce, meno pregiato, ha foglia più larga e sapore più amaro. Viene coltivato in campo aperto e dopo l’estate, i cespi vengono legati per proseguire la maturazione e l’imbianchimento forzato. Segue quindi, la raccolta e la toelettatura prima della commercializzazione.
Il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo è invece assai più pregiato, in ragione della complessità del processo di produzione. Si presenta con foglie lunghe e affusolate, con una costa centrale bianca e foglie di un colore rosso-violaceo intenso. Secondo il disciplinare di produzione la raccolta dal campo aperto può iniziare solo dopo che le piante abbiano subito due brinate. Una volta raccolto (ancora con il suo fittone o radice) viene legato in mazzi e posto con il fittone immerso in vasche di acqua di falda a temperatura costante (12-15 gradi) per la fase di imbianchimento. La temperatura mite dell’acqua favorisce la ripresa del processo vegetazionale, ma l’assenza di luce impedisce alla pianta di produrre clorofilla: da qui il colore tipico e l’ammorbidimento delle note amare della cicoria. Dopo un periodo di forzatura in acqua, che varia dai venti ai quindici giorni, il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP è pronto per la toelettatura finale.
Cenni storici
La coltivazione del Radicchio Rosso di Treviso è frutto di una tradizione che affonda nei secoli. Alcune ricerche iconografiche condotte da Tiziano Temesta dell’Università di Padova (pubblicate ne: Il Radicchio di Treviso alle Nozze di Cana) hanno dimostrato come il radicchio fosse coltivato già dalla metà del XVI secolo. Lo si vede rappresentato in alcuni dipinti come “Le Nozze di Cana” di Leandro da Ponte detto Il Bassano (oggi al Museo del Louvre di Parigi). Ma il processo di produzione si sarebbe affinato solo nella seconda metà del XIX secolo. Sarebbe stato il vivaista Francesco Van Den Borre, giunto dal Belgio nel 1870 per realizzare un giardino patrizio, a portare nella zona del Trevigiano la tecnica di imbiachimento già in uso per le cicorie belga. È nell’anno 1900 che il Radicchio Rosso di Treviso raggiunge la consacrazione con la realizzazione sotto la Loggia dei Grani di Piazza dei Signori a Treviso della prima mostra dedicata ai produttori del Radicchio Rosso di Treviso e voluta dall’agronomo di origine lombarda, Giuseppe Benzi.
Nayra Laise Premi Speciali – 2014
da tiziana sirnaSezione Premi speciali – Stranieri che hanno fatto del Made in Italy una Mission
Nayra Laise
Per l’ amore e il rispetto del Made in Italy che ha spinto Nayra Laise, di origini Brasiliane, a produrre le sue creazioni utilizzando “ESCLUSIVAMENTE” manodopera, tessuti, ricami e applicazioni Italiane, per aver promosso la sartorialità tricolore nel mondo e non aver mai rinunciato alla qualità e all’esclusività.
Nayra Laise – “Solo Made in Italy”
Nayra Laise è un marchio “Made in Italy” che si fonda esclusivamente sull’eccellenza della creatività e artigianalità sartoriale italiana.
Le creazioni Nayra Laise riflettono la visione di una donna molto romantica. Una donna che manifesta la sua sobria eleganza, non solo nell’ambito degli eventi sociali, ma anche nella sua normale quotidianità.
Per dare corpo a questa figura femminile atemporale, le creazioni Nayra Laise eliminano i volumi eccentrici e si ispirano alle geometrie dell’arte classica, la linearità delle quali, associata all’uso di tessuti ed altri materiali pregiati, tassativamente “Made in Italy”, favorisce l’esaltazione dell’innata eleganza della silhouette femminile.
Nayra Laise is a “Made in Italy” brand exclusively based on the excellence of the italian tailoring craftsmanship and creativity.
The Nayra Laise creations reflect the vision of a very romantic woman. A woman who manifests her understated elegance, not only in social events, but also in her daily life.
To give substance to this timeless female figure Nayra Laise creations eliminate the eccentric volumes and take inpiration from the classical art geometry, the linearity of which, associated with the use of strictly “Made in Italy” fabrics and other materials, favor the exaltation of the innate elegance of the female silhouette.
Tonino Lombardi – In memoria di…. – 2013
da tiziana sirnaBorn in Monteleone di Puglia, Tonino Lombardi worked to find a delicate balance between light and colour. His works show a complicated oil technique that distinguished itself for its particular, sometimes flaming brightness achieved through clever colour contrasts.
He was a cultured artist, graduated in Medicine in Naples. As we would say nowadays, he was a committed artist, a lover of music whose life and works left a great trace in history. Tired of figurative art and of its naturalistic legacy, he declared himself a follower of his beloved father and began following a path that considers art as “a pure creation of the spirit, the nature of which is just the occasion”. He soon passed to abstractionism, which through informal methods gave to his art a dynamic strength that can be seen in his graffiti whose nature and soul lead to true poetry.
His origins and the sea left a deep mark in him. His works confirm his uncommon skills, but also a point of arrival in his landscape paintings, especially for what concerns the paintings dedicated to the “Tavoliere delle Puglie”, in which the sinuous movement of his ideas is raised and perfected into a real presence.
He passed away on 21 August 2008, but his memory and his pictures will always remain because his life was full of images that will always be alive in the mind of his friends and relatives.
Nato a Monteleone di Puglia, Tonino Lombardi, ha lavorato nella ricerca di un delicato equilibrio fra luce e colore. Una pittura eseguita con un’elaborata tecnica a olio che si distingue per la sua singolare luminosità, a tratti fiammeggiante, derivata da abili contrasti di colore.
Artista colto, si laurea in Medicina a Napoli, “impegnato” (si direbbe oggi), appassionato di musica, traccia con la sua vita e le sue opere un solco nella storia dell’arte. Stanco del figurativo e della sua naturalistica eredità, si dichiara discepolo dell’amato padre, imbocca quella strada che, partendo dall’idea che l’arte “è pura creazione dello spirito di cui la natura non è che l’occasione” passa presto a quell’astrattismo che con accorgimenti informali è in grado di donare alla sua arte una forza dinamicamente attuale, che si pronuncia in graffiti in cui la natura e l’anima acquistano un volto pittorico di poeta verità.
Il luogo d’origine e il mare lo segnano profondamente, le sue opere sono una conferma delle doti non comuni dell’artista ma anche un punto di arrivo nella sua pittura di paesaggio, in particolare quella del “Tavoliere delle Puglie”, dove il moto sinuoso dell’ideale viene lievitata e perfezionata mediante una presenza reale.
Il 21 agosto 2008 è mancato ma il suo ricordo, anzi le sue immagini, perché colma di immagini era la sua vita, rimarranno sempre vive nei pensieri di amici e parenti.
Cipolla Alifana – Campania
da docitalyLa cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.

La cipolla “Alifana” presenta caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate soprattutto sui mercati della provincia di Caserta e del Basso Lazio; il colore è ramato intenso, la forma è sferoidale fortemente schiacciata ai poli; pezzatura media (peso medio 200 gr fino a 400 gr); ha sapore dolce, intenso, aromatico ma non acre; ottima consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee; ha spiccata attitudine alla conservazione nelle caratteristiche “‘nzerte” (realizzate intrecciando le foglie essiccate di 12-13 fino a 20 cipolle secondo le dimensioni, che vengono quindi mantenute fino alla vendita).
La riproduzione avviene per bulbilli, che vengono posti in semenzaio in agosto-settembre e quindi trapiantati in pieno campo in febbraio-marzo. La maturazione avviene in luglio – agosto; l’essiccazione fogliare avviene in campo; in una fase intermedia dell’essiccazione, con le foglie appassite, si realizza la “‘nzerta”; quindi le treccie vengono poste al sole per il completamento dell’essiccazione. La conservazione avviene su graticci realizzati in canna e posti verticalmente appoggiati a pareti, in posizione ombreggiata (pergolato o tettoia), in attesa di essere poi commercializzate, dopo un periodo di 20 – 30 giorni. All’atto della vendita le cipolle restano in genere confezionate nelle “‘nzerte” , pronte per il consumo familiare che può procrastinarsi anche per sette-otto mesi. Secondo l’esperienza degli agricoltori locali l’attitudine alla conservazione è un carattere desumibile nella fase di scelta delle piante madri il che permette di poter selezionare i bulbilli migliori a tale scopo.
Le pratiche colturali nell’ultimo trentennio hanno conservato la loro tradizionalità e sono uniformemente diffuse sul territorio in esame. Lo stesso prodotto nell’arco di tutto questo tempo ha conservato, altresì, le sue caratteristiche di qualità; le modalità di conservazione e di presentazione alla vendita restano immutate ancora oggi. La cipolla alifana per le sue caratteristiche ha trovato impiego nella cucina tradizionale locale, per la preparazione di minestre assieme a fagioli, sedano, carota, olio extravergine di oliva, dette “cipollata”.
Luigi Bruno – Una vita per la Moda – 2013
da tiziana sirnaStilista partenopeo che ha celebrato 30 anni dedicati alla moda; un percorso fatto di ingegno, sacrificio, sperimentazione, creatività, al fine di garantire al marchio “Luigi Bruno Haute Couture” la sua primordiale accezione “Alta Moda”, riconquistando il modello delle memorabili Maison Italiane.
Ricerca nei tessuti, nei volumi, nei colori e nelle forme, l’arte di comunicare emozioni su tele fatte di pregiate sete o classici pizzi, opere uniche e inimitabili che rispecchiano la sensibilità dello stilista in ogni fase della sua vita.
Le creazioni di Luigi Bruno sono il connubio perfetto tra emotività del designer tendenze del settore, lo Stilista pur studiando il mercato non ha mai dato a politiche commerciali la possibilità di corrompere la sua arte ed il suo stile; la realizzazione delle sue mise completamente artigianale, lo studio minuzioso di ogni più piccolo dettaglio, la pregevolezza dei materiali, l’utilizzo di cristalli swaroski, pietre e ricami preziosi sono elementi imprescindibili che caratterizzano ogni sua collezione.
Luigi Bruno, da grande esteta qual è, interpreta le mode e le correnti con raffinatezza, classe, stile ed eleganza, il suo talento ha l’obiettivo di rendere ogni donna “BELLA” in grado di piacere ma soprattutto di piacersi.